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Il segmento testuale istriani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 38Entità Multimediali , di cui in selezione 26 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 120

Brano: [...]come i liberali, i democratici, i repubblicani e i socialisti italiani della regione) erano contrari all’autodecisione degli slavi « sino al distacco dall’Italia ».

Crisi del movimento nazionalista slavo

La guerra coloniale d’Etiopia e l’intervento fascista in Spagna determinarono una forte ripresa dell’opposizione al fascismo. In Istria molti giovani chiamati alle armi preferirono disertare, rifugiandosi in Jugoslavia. Oltre 30 furono gli istriani che combatterono come volontari nelle Brigate Internazionali in Spagna.

L’avvicinamento italojugoslavo, culminato nel trattato di amicizia CianoStojadinovic del 1937 (v. Croazia), accrebbe l’opposizione di sinistra contro le direzioni conservatrici e nazionaliste delle associazioni degli emigrati giuliani e istriani. Il fatto che i circoli ufficiali filofascisti jugoslavi si mostrassero disposti ad abbandonare al loro destino le popolazioni dell'lstria e della Venezia Giulia, accentuò inoltre le divisioni in seno alle stesse associazioni nazionaliste. Nei gruppi di emigrati istriani a Zagabria e a Lubiana si verificarono scissioni. Nel 1940, per compiacere Mussolini, il governo filofascista jugoslavo arrivò a sopprimere tutte queste associazioni e i loro organi di stampa, provocando così un’ulteriore radicalizzazione e uno spostamento a sinistra di tutto il movimento nazionalista.

Con l’entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, in Istria furono operati centinaia di arresti e numerosi furono i cittadini inviati al confino. La reazione colpiva di preferenza le famiglie aventi congiunti in Jugoslavia, perché più «sospette». Nel dicembre 1941, i fascisti montaron[...]

[...]
Guerra di liberazione (194243)

L’aggressione nazifascista alla Jugoslavia, iniziata il 18.5.1941, e la successiva annessione all’Italia di vasti territori della Croazia e della Slovenia fecero di fatto cadere le frontiere che separavano gli sloveni e i croati della Venezia Giulia e dell’lstria dai loro compatrioti jugoslavi. Da quel momento la lotta politica contro la guerra e il fascismo si trasformò in lotta armata, condotta insieme dagli istriani e dagli jugoslavi di tutte le altre regioni occupate.

Il Movimento di liberazione nazionale (N.O.P.) della Croazia, sorto in risposta all'occupazione fascista e all’insediamento del quisling Ante Pavelic a Zagabria, non riconobbe naturalmente le ultime annessioni territoriali fatte dall’Italia e, nei propri obiettivi, incluse la liberazione dell'lstria e il suo ritorno alla patria jugoslava. Questa stessa posizione fu assunta anche dal Partito comunista croato e da Tito. In Istria sorsero Comitati popolari di liberazione (A/.O.O.) che diffusero clandestinamente notiziari (stampati in croat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 186

Brano: [...]saldando la comune base ideologica e stabilendo in forme sempre più consistenti l’opposizione al fascismo anche sul terreno della ; lotta armata. All’interno dei campi si ebbero iniziative di massa come le celebrazioni del 1° Maggio e della Rivoluzione d’Ottobre.

Con il crollo del fascismo e l’ar

mistizio dell’8.9.1943 si ebbero nei vari campi d’internamento iniziative diverse secondo le regioni: gli sloveni, i croati, i montenegrini e gli istriani che si trovavano nell’Italia settentrionale cercarono di portarsi verso le coste adriatiche per raggiungere in qualche modo la Jugoslavia e porsi a disposizione dell’Esercito popolare di liberazione, nelle cui file molti di essi avevano già combattuto prima della cattura. I tedeschi in molti casi facilitarono questi rimpatri attraverso la concessione di lasciapassare della Croce Rossa, preferendo avere gli jugoslavi in Jugoslavia anziché in Italia.

D’altra parte a Trieste, ad attendere gli ex internati, vi erano tanto i rappresentanti dell’Esercito di liberazione che quelli dei cetnici (v.[...]

[...] reclutati l’equipaggiamento militare completo, li rifornissero ampiamente di denaro e di viveri tratti dai loro magazzini che si trovavano nella chiesa serba ortodossa, la maggior parte degli ex internati preferì raggiungere l’Esercito popolare; solo pochi accettarono l’assistenza dei cetnici, per poi vivacchiare alla meno peggio a Trieste fino alla fine della guerra.

Al momento dell’armistizio dell’8 settembre, molti altri croati, sloveni e istriani che si trovavano invece in Africa, in Sicilia e nell’Italia meridionale liberata, chiesero di partecipare in modo attivo alla lotta contro il fascismo. Di ciò approfittarono gli ufficiali dell’ex esercito monarchico jugoslavo, d’accordo con gli agenti del governo jugoslavo in esilio che avevano avuto il permesso di visitare i campi di prigionia del Kenya, del Sudan, dell’Egitto e dell’Algeria, per invitare croati e sloveni ad arruolarsi sotto la bandiera del re, promettendo grandi vantaggi alla fine della guerra. I volontari vennero poi riuniti nell’Africa settentrionale, dove fu organizzato [...]

[...] e altri 200 (tra cui i 150 cetnici) diedero il loro sì a favore del re.

I compiti della base di Bari erano molteplici. Oltre che ricevere aiuti in viveri e materiali per ('Esercito popolare di liberazione, si trattava di procedere alla liberazione degli jugoslavi che erano stati imprigionati o rinchiusi nei campi di internamento in Italia (dalla sola regione di Lubiana (v.) i fascisti avevano deportato circa 60.000 persone) e di oltre 10.000 istriani e sloveni che erano stati costretti a servire nell’esercito fascista. Inoltre a Bari venne formato un centro ospedaliero per poter curare

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 119

Brano: [...]ra invece fondamentale la lotta per il socialismo, nel quale la stessa questione nazionale avrebbe trovato soluzione.

Dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste del 1926, il dissenso tra i due movimenti si approfondì anche sul terreno della tattica da seguire nella lotta contro il fascismo. I nazionalisti, raggruppati in due organizzazioni clandestine a Gorizia e a Trieste, erano direttamente collegati con associazioni di emigrati istriani operanti in Jugoslavia col sostegno di quelle autorità. Seguivano la tattica del terrorismo individuale e di gruppo (imboscate a militi fascisti e a guardie di finanza, attentati a polveriere, a depositi d’armi, a sedi di enti pubblici, ecc.), allo scopo di richiamare l’attenzione mondiale sulle condizioni di oppressione in cui vivevano le minoranze nazionali in Italia (v. Basovizza). I comunisti seguivano invece la tattica della lotta politica con la propaganda e l’agitazione di massa, nella ricerca di un allargamento del fronte antifascista.

Sul giornale nazionalista Borba nel 1927 si le[...]

[...] Angelo Adam, Giuseppe Budicin (v.) che in gran parte saranno poi tra gli animatori della lotta partigiana.

L’1.9.1930 il Tribunale speciale si trasferì a Trieste per processare

un gruppo di comunisti slavi accusati di aver fatto esplodere una bomba contro la sede del giornale Popolo di Trieste. Furono condannati a morte e fucilati Zvonimiro Milos, Ferdinando Bitovec, Francesco Marusic.

P.C.I. e minoranze slave

L’organo dei comunisti istriani era il « Deio », pubblicato clandestinamente a opera soprattutto di Ivan Regent. Dopo il IV Congresso del P.C.I. si svilupparono i contatti con il Partito comunista jugoslavo per fissare una stessa linea di condotta sulla questione nazionale. Nel 1933 i due Comitati centrali pubblicarono una dichiarazione comune, e altre ne seguirono in epoche successive.

La posizione da assumere di fronte alle minoranze slave era molto discussa nel P.C.I.: vi era chi, preoccupato deN’awenire di Trieste, sviluppava argomenti geoeconomici che portavano a oscurare la questione nazionale.

A questa posizion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 159

Brano: [...]egio Esercito, fra i quali 55 militari sardi, di cui Luigi Podda (v.) aveva organizzato l’evasione, nonché di un gruppo di militari della provincia di Ferrara e del comune di San Donà di Piave (Venezia), disertati con armi ed equipaggiamento da reparti della repubblica di Salò nel gennaio

1944 (questi uomini saranno uno dei punti di forza della Garibaldi “Trieste”). Inoltre avevano raggiunto il battaglione i superstiti (triestini, muggesani e istriani) del 3° Battaglione Garibaldi “Zol” dell’Istrski odred che, nel trasferimento dall’lstria al Carso monfalconese, erano stati decimati da un'imboscata tedesca. Numerose e audaci erano state le azioni del “Triestino” anche nella contigua pianura, in unione ai G.A.P. guidati da Vinicio Fontanot (v.), Federico Pacor (caduto nella lotta) e altri (attacchi a colonne nemiche, incendio di aerei tedeschi all’aeroporto di Ronchi, eli

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 413

Brano: [...]mini. Vivoda e il suo compagno non si arresero, sostenendo il combattimento fino a quando finirono le munizioni. Primo a cadere fu il compagno sloveno. Rimasto solo e disarmato, Vivoda impegnò i fascisti in un disperato corpo a corpo finché, sopraffatto, venne letteralmente dilaniato a colpi di pugnale.

Trentanni dopo, alla sua memoria sarà conferito l’Ordine di Eroe del Popolo.

Bibliografia: Giacomo Scotti, Il luminoso esempio di sei eroi istriani, in “La Voce del Popolo”, 29.9.1973.

G.Sco.

Vlach, Vittorio

N. a Mattuglie (Fiume) il 19.10. 1894; pittore.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Fiume, all’inizio del 1941 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che, il

24.2.1942, lo condannò a 5 anni di reclusione.

Vlach Rizzotti, Bruno

N. a Trieste il 14.9.1906; operaio. Membro dell’organizzazione comunista fiumana diretta da Leo Vali ani e scoperta nel febbraio 1931, fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 26.11.1931 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Vlasov, Andrej

N. in G[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 631

Brano: Appendice

Liberato dal carcere nell’estate del

1943, si stabilì a Milano. All'indomani dell’8 settembre passò nella illegalità per svolgere il lavoro militare di organizzazione dei G.A.P.. Fu ucciso dai fascisti mentre fuggiva dopo aver compiuto un'azione di guerra contro un ritrovo dei tedeschi.

Millin, Famiglia

Famiglia di lavoratori istriani (il padre era originario di Fasana, la madre di Corsera) comprendente dieci fratelli, 8 dei quali (Antonio, Attilio, Angelina, Emanuela, Emanuele, Ernesto, Romano, Arnaldo) combatterono tenacemente il fascismo in vari paesi europei. Tre di loro (Antonio, Ernesto ed Emanuele), lasciarono la vita nel corso della lotta. Emigrati per ragioni di lavoro nel

1906 da Fasana nella Slesia (Polonia), la famiglia Millin tornò in 1stria allo scoppio della Prima guerra mondiale e dovette risiedere a Vaderiano (Udine). Potè rientrare a Fasana nel dopoguerra e, da quegli anni, i Millin ebbero un posto di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 505

Brano: [...]olitica fin dai primi anni del Novecento. Vi venne costituita una Società operaia di mutuo soccorso (avente per simbolo la bandiera rossa e un libro aperto), seguita nel 1903 da un Gabinetto operaio di lettura con 80 soci e diramazioni a Umago, Cittanova, Petrovia e Matterada dove sorsero anche circoli socialisti. Nel capoluogo vennero fondate una Cooperativa, la Camera del lavoro e, nel novembre 1904, si tenne il secondo convegno dei socialisti istriani. In quel

lo stesso anno si era celebrata a Buie, per la prima volta, la festa del Primo Maggio e, in quella occasione, Valentino Cimador aveva issato la bandiera rossa sul campanile. Tra i socialisti più attivi si ricordano Verginella, i fratelli Ritossa (v.), Giuseppe Tuntar (v.), Antonio Sema (v.), Juraga.

Reazione fascista

Dopo la Prima guerra mondiale operò a Buie una organizzazione comunista che ebbe fra i suoi dirigenti Francesco Papo (v.). Questi fu assassinato dai fascisti il 30.3.1921, a pochi giorni di distanza dall’uccisione di un altro dirigente comunista locale, Antonio [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 700

Brano: [...]ta a 16 anni, durante gli anni del regime divenne uno dei maggiori esponenti del movimento antifascista a Pola e nell’lstria bassa. Nella propria casa impiantò una tipografia clandestina per la stampa del giornale ciclostilato La Voce del Popolo e di volantini (compilati dall’insegnante Pasquale De Simone) che venivano diffusi anche nel bacino carbonifero déll’Arsa e a Rovigno.

Nel 1938, arrestato e deferito al Tribunale Speciale con altri 11 istriani, Stiglich fu condannato a 15 anni di reclusione. Tornato libero nell’agosto 1943, il 9 settembre fu alla testa di un'insurrezione popolare a Pola (v.), soffocata nel sangue. Raggiunta successivamente Pisino, dove si trovava il Comando regionale partigiano deH’Istria, rimase ferito sotto un bombardamento tedesco. Trasportato sotto falso nome all'ospedale di Pola, la sua vera identità venne scoperta dalla polizia. Fu quindi rinchiuso nel carcere del Coroneo a Trieste e qualche tempo dopo fu deportato in Austria. Scomparve alla fine del 1944 nel Castello di Hartheim, utilizzato dai nazisti come [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 673

Brano: [...] Resistenza armata.

Il primo, inizialmente bilingue, fu LibertàSloboda (dall’1.6.1942), organo del Comando operativo per il Litorale e l’Istria, redattori Vladimir SchwalbaVid e Augusto Ferri (Bolognese), quest'ultimo già ufficiale

dell’esercito italiano di occupazione. Dal febbraio del 1943 il giornale prese a uscire nella sola lingua italiana [La libertà) e venne diffuso principalmente a Fiume.

In seguito alla massiccia adesione degli istriani alla lotta popolare di liberazione dopo T8.9.1943 e con il costituirsi di varie unità partigiane italiane (Battaglione Fiumano, Compagnia Fiumana, Battaglione Pino Budicin, Compagnia Rovignese, ecc.) il movimento di liberazione ebbe, in parallelo con i giornali croati, anche vari organi “centrali” e locali in lingua italiana, pubblicazioni specializzate per giovani e donne, per i combattenti al fronte e nelle retrovie, largamente diffusi da Fiume a Pola, a Rovigno, Parenzo, Pinguente, Albona e in altre località. Dall’8.12.1943 iniziò le pubblicazioni Il Nostro giornale, portavoce del M.P.L. d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 471

Brano: [...], organizzò il Partito socialcomunista e tenne conferenze e riunioni inneggiando al sovietismo e a Lenin. Organizzò e diresse tutti gli scioperi del proletariato che si verificarono a Pirano ».

Gli anni del fascismo

Nel 1921, al momento della scissione di Livorno, non abbandonò il P.S.I. ma fu ugualmente al fianco delle giovani forze che davano vita al Partito comunista d’Italia. Lavorò con Vittorio Vidali e con altri comunisti triestini e istriani. Duramente perseguitato dagli squadristi e frequentemente arrestato dalla polizia del regime, nel 1931 venne iscritto nell'elenco dei « sovversivi pericolosi », ma nulla potè piegare il suo forte carattere.

Con la famiglia visse dignitosamente in miseria, dando lezioni private e continuando a educare agli ideali del socialismo centinaia di giovani, molti dei quali si distingueranno poi nella lotta partigiana, come combattenti e dirigenti politici o sindacali, sia italiani che slavi.

Nella Resistenza

Durante la Guerra di liberazione fu membro del C.L.N. di Pirano, tenne i contatti con[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine istriani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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