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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 389

Brano: Bucharin, Nikolaj Ivanovic

viaria — scelsero come nuova sede Bruxelles.

Anche se l'iniziativa era stata dei partiti della classe operaia, ispirata alla tradizionale lotta per la pace e contro la guerra capitalistica, il carattere apertamente aggressivo e antinazionale del conflitto che il fascismo stava preparando appariva chiaro a tutte le correnti antifasciste, che subito riconobbero nell’impresa d’Etiopia l’inizio di una svolta, con la quale si accentuavano le caratteristiche antipopolari del fascismo e si apriva una serie di nuovi, gravi sconvolgimenti internazionali.

Così il movimento di « Giustizia e Libertà », pur prendendo posizioni diverse, il Partito repubblicano, la L.I.D.U. e altre organizzazioni antifasciste promossero varie manifestazioni contro la minacciata aggressione all'Etiopia. Grazie anche alla lunga discussione che se ne aveva presso la Società delle Nazioni a Ginevra, questo era divenuto

il fatto internazionale più importante, che più colpiva la sensibilità politica delle masse popolari di tutti i paesi. Le due Internazionali e le federazioni sindacali mondiali intervennero col loro peso. Il 3 settembre fu convocata a Parigi la « Conferenza internazionale per la difesa del popolo etiopico », a cui parteciparono anche rappresentanti di tutti i partiti e movimenti antifascisti italiani[...]

[...]lo italiano da quella del fascismo, il quale sta consumando contro l’indipendenza del popolo etiopico e contro l’umanità, il più abominevole delitto.

« La guerra iniziatasi in Africa non è guerra dell’Italia, ma del fascismo. Essa è la conclusione di 13 anni di una folle politica liberticida di asservimento delle masse al pugno di sfruttatori e di profittatori, politica che — dopo aver tentato invano l’ultima sua giustificazione con una inconsistente esperienza corporativa — cerca uno sbocco nella esasperazione dello sciovinismo, seguendo così il destino di tutte le dittature capitai iste e militariste, le quali, dopo aver creduto di risolvere od eludere le crisi politiche ed economiche, da cui furono portate al potere, con Tassassimo della libertà, si lusingano poi di poter coprire o allontanare l’inevitabile fallimento sotto gli allori insanguinati di effimere vittorie militari.

« La guerra, lungi dal risolvere i problemi del pane e del lavoro, riduce i lavoratori ad una più grande miseria, getta in un baratro di sangue le già stremate risorse del paese, Crea nuove servitù aggravando la stretta degli egoismi capitalisti, falcidia sulle aride ed inclementi ambe africane il fiore della g[...]

[...]ra, lungi dal risolvere i problemi del pane e del lavoro, riduce i lavoratori ad una più grande miseria, getta in un baratro di sangue le già stremate risorse del paese, Crea nuove servitù aggravando la stretta degli egoismi capitalisti, falcidia sulle aride ed inclementi ambe africane il fiore della gioventù italiana.

« Già per la breccia aperta dal cannone fascista si affacciano tutti gli appetiti e i contrasti imperialisti e sulle orme fasciste si preparano a marciare tutte le forze reazionarie che in Germania e altrove covano un odio mortale contro l’Unione Sovietica e verso ciò che sopravvive delle libertà democratiche.

« Di fronte agli uomini e di fronte alla storia, noi dichiariamo che il fascismo è

il solo responsabile della guerra, delle sue conseguenze e delle sue complicazioni. Il fascismo ha disonorato l’Italia rompendo con le migliori tradizioni del suo popolo, il quale ha sempre aiutato tutte le lotte di libertà e di indipendenza nazionale; ha esposto l’Italia al disprezzo universale rompendo i patti di pacifica con[...]

[...]guerra africana, imporre con tutti i mezzi la cessazione immediata della guerra significa lottare per la salvezza del popolo italiano, significa evitare all’umanità una spaventosa catastrofe.

« Noi dichiariamo pertanto solennemente che il congresso è fiero di mettersi alla testa di questa lotta ».

A queste parole seguiva l’appello ai soldati, ai lavoratori, ai cittadini tutti per organizzare, sul piano nazionale e interna

zionale, la resistenza, il sabotaggio e le misure concrete della lotta.

A.Pe

Bucharin, Nikolaj Ivanovic

Uomo politico russo e teorico del comuniSmo. N. a Mosca il 27.9.1884, fucilato nel marzo 1938. Militante nel partito bolscevico dal 1906, esiliato nel 1910, riuscì a fuggire all’estero; conobbe Lenin (v.) e partecipò all’attività clandestina. Durante la prima guerra mondiale visse in Svizzera, in Svezia e negli Stati Uniti, ove diresse la rivista Novy Mir. Rientrato in Russia dopo

il febbraio 1917, fu tra gli organizzatori della Rivoluzione di ottobre e uno dei più vicini collaboratori di Lenin. Me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 668

Brano: [...] italiani caduti a Circhina, venne assunto da un battaglione della Divisione Garibaldi « PicelliTagliamento ».

F.Vi.

Menozzi, Carlo

N. a Gattico (Reggio Emilia) il 4.9. 1904; cementista. Membro dell'organizzazione comunista clandestina, nel 1930 fu condannato dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione. Fu detenuto a Civitavecchia e poi confinato a Ponza.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.

Menscevico

Appartenente alla frazione di minoranza (menscinstvò) del Partito socialdemocratico russo, schierata su posizioni tendenzialmente rifornì iste.

Durante il congresso di fondazione del Partito socialdemocratico russo, svoltosi a Londra nel 1903, si formarono due gruppi: quello bolscevico (v.) capeggiato da Lenin, e il menscevico (minoritario per

2 soli voti). A quest’ultimo, guidato da J. Martov, aderirono P.B. Axelrod, T. Dan, A.N. Potresov, Vera Zasulich e più tardi anche G.V. Piekhanov.

Con lo sviluppo degli eventi il menscevismo avrebbe rivelato il suo carattere tipicamente moderato, ma poiché nella Russia dominata dall'aristocrazia zarista una strategia « riformista » era di fatto improponibile, le differenze di fondo tr[...]

[...]bolscevica.

Dopo il 1921 i menscevichi furono definitivamente liquidati come forza politica operante in Russia.

Meoni, Alaieff

Dino. N. a Prato (Firenze) il 3.5. 1906; manovale.

Membro dell'organizzazione comunista clandestina, per la sua attività antifascista fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che il 2.1. 1935 lo condannò a 10 anni di reclusione.

Dopo 1*8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza fiorentina, membro del Comando della formazione partigiana « Stella Rossa » operante nella zona di Prato.

Meoni, Paleario

N. a Prato (Firenze) il 3.4.1908. Attivo militante antifascista, durante il ventennio fu confinato per 5 anni. Durante il periodo del confino fu arrestato e condannato a 3 anni di reclusione per aver partecipato a un’azione di protesta collettiva dei confinati.

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente e membro del Comando della formazione « Stella Rossa » operante nella zona di Prato.

Meoni, Vittorio

N. ni.12.1922 a Co[...]

[...]no fu arrestato e condannato a 3 anni di reclusione per aver partecipato a un’azione di protesta collettiva dei confinati.

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente e membro del Comando della formazione « Stella Rossa » operante nella zona di Prato.

Meoni, Vittorio

N. ni.12.1922 a Colle di Val d’Elsa (Siena) ; insegnante.

Dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Re

sistenza senese. Partigiano combattente nella Brigata Garibaldi « Spartaco Lavagnini », il 28.3.1944 fu gravemente ferito dai fascisti durante l’eccidio di Montemaggio (v.), di cui fu l’unico superstite.

Nel dopoguerra ebbe vari incarichi nel movimento democratico senese, tra cui quello di presidente dell'A.N.P.I. provinciale.

Mercandino, Idelmo

N. a Pralungo (Vercelli) il 25.8.1905; meccanico. Membro dell’organizzazione comunista clandestina biellese e attivo antifascista, nel 1928 fu condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 3 mesi di reclusione. Allo scoppio della guerra di Spagna ac[...]

[...]. provinciale.

Mercandino, Idelmo

N. a Pralungo (Vercelli) il 25.8.1905; meccanico. Membro dell’organizzazione comunista clandestina biellese e attivo antifascista, nel 1928 fu condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 3 mesi di reclusione. Allo scoppio della guerra di Spagna accorse volontario nelle Brigate Internazionali. Passò successivamente in Francia, dove venne internato nel campo di Vernet. Infine fu consegnato alle autorità fasciste italiane che lo confinarono a Ventotene. Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, dirigente politico di diverse organizzazioni, ispettore delle Brigate Garibaldi nel Biellese e nel Veneto.

Mercanti, Decio

N. a Forlì il 2.12.1902; parrucchiere. Giovane socialista dal 1919, nel

1921 passò alla Federazione giovanile comunista. Nel marzo dello stesso anno, dopo un conflitto a fuoco contro gli squadristi, dovette lasciare Forlì. Raggiunse Genova, dove trovò lavoro come barbiere e continuò la lotta.

Membro della Sezione giovanile (ji via Ponte di Carignano, subì vari arresti per aver preso parte a manifestazioni antifasciste. Nel novembre 1921 fu aggredito e grav[...]

[...]eto.

Mercanti, Decio

N. a Forlì il 2.12.1902; parrucchiere. Giovane socialista dal 1919, nel

1921 passò alla Federazione giovanile comunista. Nel marzo dello stesso anno, dopo un conflitto a fuoco contro gli squadristi, dovette lasciare Forlì. Raggiunse Genova, dove trovò lavoro come barbiere e continuò la lotta.

Membro della Sezione giovanile (ji via Ponte di Carignano, subì vari arresti per aver preso parte a manifestazioni antifasciste. Nel novembre 1921 fu aggredito e gravemente ferito dai fascisti.

Dopo la marcia su Roma, per sottrarsi alle persecuzioni espatriò clandestinamente in Francia, ma nel 1930 fu colpito da decreto di espulsione per aver svolto attività comunista. Per gli stessi motivi venne successivamente espulso dal Belgio (1931) e dal Lussemburgo. Rifugiatosi a Ginevra, fu arrestato nell'aprile 1932 dalle autorità svizzere (insieme ai compagni di lotta Giovanni Gironi di Castiglione di Cervia e Gino Boscherini di Firenze) sotto l'accusa di aver incendiato il Consolato italiano. Dopo il rilascio fu responsa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 578

Brano: Piccini, Paris

Aderì al P.C.d’I. quando io squadrismo toscano dilagava nella regione e la repressione poliziesca si faceva più incalzante. Organizzò una cellula comunista fra gli operai del cementificio presso cui lavorava, ma nel settembre 1925 fu individuato dalla polizia e arrestato con altri lavoratori.

Nel 1926, con la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste, il procedimento a carico di Piccini e dei suoi compagni fu arbitrariamente avocato dai Tribunale speciale che proclamò la propria competenza a giudicare retroattivamente anche episodi verificatisi prima della sua costituzione. Così, il 12.3.1927, nel primo processo contro i comunisti, Piccini fu condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione.

Piccinini, Antonio

N. a Reggio Emilia il 14.8.1884, ivi m. il 28.2.1924; tipografo. Apprendista fin da ragazzo, verso il 1908 cominciò a svolgere attività sindacale e nel 1914 si associò alla Cooperativa Tipografi che stampava il giornale riformista L[...]

[...]sca parentesi del sangue per quanto non fosse senza presentimenti. Ed invece, povero nostro Piccinini, ce lo hanno ammazzato soltanto perché if suo nome era figurato in una lista di candidati. Ce lo hanno ammazzato perché socialista. E chiamano il fascismo nuova civiltà! ».

Da parte sua, il giornale fascista Cremona Nuova, diretto da Roberto. Farinacci, commentò cinicamente il delitto con queste parole: « In verità certe deplorazioni massimal iste non le arriviamo a comprendere. Il Partito massimalista è o non è rivoluzionario? È vero o non è vero che effettivamente questo partito incita le masse alla riscossa? E allora che cosa pretende, che i fascisti stiano a braccia conserte ad attendere che gli avversari riusciranno a sopraffarli e a domarli? ».

I funerali si svolsero il 3 marzo in forma semiclandestina, avendo la Prefettura di Reggio proibito qualsiasi tipo di manifestazione, vietata la partecipazione dei principali esponenti del Partito e perfino imposto la rinuncia aH'omaggio dei fiorì che non avrebbero potuto essere che ros[...]

[...]bbe luogo dal 12 al 20.10.1925, ma si risolse in una ignobile farsa: il Notari e il Calvi (quantunque quest’ultimo fosse stato indicato da una testimonianza dell'ex segretario provinciale dei fasci ferraresi Beltrami come esecutore materiale del delitto) furono assolti con formula dubitativa, mentre i fratelli Bonilauri furono assolti con formula piena. A queste assoluzioni seguirono, all'uscita dal tribunale, i festeggiamenti delle autorità fasciste per gli imputati.

Dopo la Liberazione il processo fu nuovamente celebrato davanti alla Corte d'assise di Reggio Emilia. Ma anche questa volta la Corte, con una sentenza emessa il 16.5.1950, dopo avere dichiarato non doversi procedere contro il Calvi per estinzione di reato a causa di morte, assolse con formule diverse gli altri tre imputati.

F.Ped.

Piccinini, Biagio

Quadrato. N. a Predosa (Alessandria) il 17.4.1906, m. a Genova Rivoli il 28.8.1946; commerciante. Legato all’organizzazione clandestina comunista di Nizza Monferrato, dove era domiciliato, dopo 1*8.9. 1943 fu (con il c[...]

[...]e dichiarato non doversi procedere contro il Calvi per estinzione di reato a causa di morte, assolse con formule diverse gli altri tre imputati.

F.Ped.

Piccinini, Biagio

Quadrato. N. a Predosa (Alessandria) il 17.4.1906, m. a Genova Rivoli il 28.8.1946; commerciante. Legato all’organizzazione clandestina comunista di Nizza Monferrato, dove era domiciliato, dopo 1*8.9. 1943 fu (con il colonnello Toselli e Grillo) tra i promotori della Resistenza armata, assumendosi il compito di organizzare i rifornimenti alle prime formazioni partigiane savonesi.

Fece poi parte, con varie funzioni, della 45a Brigata Garibaldi, della Brigata « Dovano », della 98* Brigata in qualità di capo di stato maggiore e infine della VIII Divisione Garibaldi, in qualità di ufficiale addetto al Comando di divisione.

Si spense a Genova l’anno successivo alla Liberazione, per malattia contratta durante la lotta partigiana.

Piccinini, Gastone

Medaglia d'oro al valor militare. N. a Trieste nel 1915; marinaio.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 633

Brano: [...]llo di Spagna. Ory»B« 4cJ Furili» €«»Ut*

saHfan li RepMiici mica m spanna oer liberare lina lata guerra a lana lann. aaH oppressione a dal marna t

POPOLO GENEROSO DI GARIBALDI ! LEVATI CONTRO I MASSACRATORI DI DONNE E DI BAMBINI INNOCENTI.

(imuo DEL COMITATO CEMTRitfVS ®EL PARTITO COMUNISTA OTTAWA)

italiano (9.8.1934), che durante la guerra di Spagna sarebbe stato rafforzato ed esteso, mediante accordi unitari, ad altre forze antifasciste.

Già nell’agosto 1932 s’era riunito ad Amsterdam il primo congresso mondiale contro la guerra, con la partecipazione di circa duemila delegati di tutte le correnti antifasciste e pacifiste. Ancora più imponente era stato il congresso operaio antifascista europeo tenuto a Parigi nel giugno 1933 (Sala Pleyel), che aveva visto la partecipazione di 3.500 delegati, tra cui 169 italiani, dei quali almeno una dozzina provenivano direttamente dall’Italia. Quelle prime manifestazioni unitarie si conclusero con la creazione, in ogni paese, di comitati d’azione contro la guerra che costituirono un passo decisivo ve»"so ulteriori ^ accordi unitari tra partiti antifascisti.

Nel febbraio 1935 i partiti comunista e socialista lanciarono un appello comune ai lavoratori italiani per metterli[...]

[...]' di vhen ■ .li III»/.!..!.! r lo «aeeta eoadUiooi eccarUaaU ckc la «ooli rione del laacieato tataraarioaale od I saoi ataroeoati atri caai kaaao potate dopa altra dee aaal a utajzo di lotte paiaan «al cadaveri «et Oileatori eroici della Cata

IL FASCISMO NON HA ANCORA VINTO IN SPAGNA ! NO. L'EUROPA NON SARA' FASCISTA I

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La Ck'ii >hna è in» «»a e inaanguinata. ata fi papaia «pagaolo noa è viala ! M.iiwru.i.. il ..... .ih.|.h. i~..s..h..s

' Gocciente di lottare

per la traoda caaaa dall'aoiaaiU. par la a>plraMaal atta pace, alla USerta e al prograeea che vibrano sai coori di tatti 1 popoli, l’eroica Repubblica di Spagna eantlaaa a lottare, nella certaxu eh* la tolldarietà pi*[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 837

Brano: m

Movimento di unità proletaria

sonnaliste et communautaire (1934) e Le Manifeste au service du personnalisme (1936). Per quanto animato da un vigoroso antifascismo, il movimento politico « personalista » ebbe effimera durata e presto confluì in altre formazioni. Tuttavia il pensiero e gli scritti di Mounier continuarono a orientare importanti gruppi di patrioti francesi e a impegnarli in un serrato dialogo unitario con i partiti di sinistra.

Nel gennaio 1944, in regime di occupazione, il Populaire clandestino riportò, riprendendo

lo da un numero di « Esprit » dell’1101938, un articolo d! Mounier scritto pochi giorni dopo il tra[...]

[...]sto Hitler che Blum” ».

Sospesa negli anni dell’occupazione tedesca, « Esprit » riprese le pubblicazioni dalla fine del 1944, facendosi portavoce di un dinamico « comuniSmo cristiano » e giungendo alle soglie di una « convergenza tra un marxismo aperto e un realismo personalista ».

Tra gli altri scritti più importanti di Mounier si ricordano: La pensée de Charles Péguy, 1931, in collaborazione con M. Péguy e G. Izard; La propri été capitai iste et la propri été humaine, 1936; L'affrontement chrétien, 1945; Traité du caractère, 1945; Liberté sous condition, 1946; Qu’estceque que le personnalisme, 1947; Introduction aux Existentialismes, 1948.

Movimento di unità proletaria

M.U.P. Movimento politico fondato ufficialmente in clandestinità il 10.

1.1943 a Milano, dopo circa un anno di colloqui e discussioni preparatorie, da un gruppo abbastanza numeroso di socialisti provenienti in maggioranza dal P.S.I., ma anche dal P.C.I., o senza partito.

Fra i partecipanti alla riunione costitutiva, che ebbero un ruolo di primo piano nel corso della breve vita del M.U.P., furono soprattutto Lelio Basso, Ermanno Bartei li ni (poi assassinato dai nazisti a Dachau), Roberto Verattì, Domenico Viotto e Lucio Luzzatto di Mi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 588

Brano: [...]sollevare nei consessi internazionali la questione della autodeterminazione delle popolazioni dell’Ogaden e di altri territori sotto il dominio etiopico e keniota, per non parlare degli Afar

e Issa occupati a Nord dai francesi. In pochi mesi il F.L.S.O., spalleggiato da truppe somale, liberò quasi tutto l'Ogaden, ma sul piano politico venne a crearsi una situazione insostenibile, perché tanto la Somalia quanto l’Etiopia si affermavano “social iste ”, avevano entrambe stipulato accordi con l'U.R.S.S. e si muovevano in quest’area politicomilitare. Il governo sovietico fece alcuni tentativi per fermare il conflitto e invitò esplicitamente la Somalia a rinunciare all’Ogaden, ma i somali non accettarono di togliere il proprio appoggio al F.L.S.O. e il presidente Siad Barre denunciò anzi apertamente l’ingiusto appoggio dato da Mosca alle tesi etiopiche. Infine, il governo di Mogadiscio chiarì ulteriormente la propria posizione annullando l'accordo di cooperazione e di amicizia con l’U.R.S.S. e rompendo le relazioni diplomatiche con Cuba. Nel[...]

[...]poggio dato da Mosca alle tesi etiopiche. Infine, il governo di Mogadiscio chiarì ulteriormente la propria posizione annullando l'accordo di cooperazione e di amicizia con l’U.R.S.S. e rompendo le relazioni diplomatiche con Cuba. Nello stesso tempo la Somalia operava un cauto avvicinamento all’Occidente, affermando che tale rovesciamento non significava rinuncia al principio socialista e rivoluzionario sul quale continuava a fondare la propria esistenza di nazione sovrana.

Ma l’U.R.S.S. era già presente in Etiopia con i suoi consiglieri militari e con le sue forniture di armi, mentre Cuba iniziava l’invio di agguerriti reparti. In queste condizioni le sorti del conflitto si rovesciarono: agli inizi del marzo 1978 etiopici e cubani riconquistarono Giggiga e il 9 dello stesso mese il presidente Siad Barre annunciò che i reparti somali avevano lasciato l’Ogaden.

Fu un momento difficile per il governo somalo e per il P.S.R.. All’interno della Somalia la situazione politica divenne critica e si ebbero anche complotti: il 9 aprile, esatta[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine iste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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