Il segmento testuale indipendentista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 68Entità Multimediali , di cui in selezione 24 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 813
Brano: Puerto Ri co
dentisti che, fondato un Partito indipendentista moderato, dal 1952 al 1956 divennero la seconda forza politica locale.
In campo economico, gli effetti del nuovo assetto politico non tardarono a manifestarsi: esonerata dal pagamento di tasse agli Stati Uniti e lasciata a questi la difesa dell'isola (diventata di fatto una base americana), la classe imprenditoriale potè usufruire di un rapido sviluppo, favorito dalla presenza di manodopera a basso costo e da una legislazione fiscale particolarmente compiacente verso il capitale straniero (soprattutto U.S.A.) non tenuto a pagare imposté né a Puerto Rico né agli Stati Uniti.
Il boom degl[...] [...] caso in cui fosse stato deciso di accordare il diritto di voto agli abitanti di Puerto Rico. Nelle elezioni presidenziali del 1980 i candidati hanno incluso Puerto Rico nei loro viaggi di propaganda, ma ai portoricani non è ancora stato concesso il diritto di voto.
Contro l’insediamento delle forze armate statunitensi nell’isola (13 basi militari con 4.500 soldati) esiste un vivace movimento popolare di protesta. L’opposizione nazionalista e indipendentista ha acquistato terreno, come fu dimostrato anche dalla delibera del Comitato per la decolonizzazione dell’O.N.U. che, il 15.8.1979, ha esplicitamente denunciato le condizioni coloniali di Puerto Rico, riaffermando il diritto dei portoricani alla piena indipendenza.
M.Ti.
Pugliese, Rocco
N. a Palmi (Reggio Calabria) nel 1898, m. nel penitenziario di Santo Stefano nel 1930; studente, Militante socialista, aderì al Partito comunista fin dalla sua fondazione e ne fu il più intransigente rappresentante nel circondario di Palmi, temuto dai fascisti per il suo coraggioso spirito di lotta.
[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 676
Brano: [...]bblicana. Ma le forze popolari vennero nuovamente sconfitte e nel 1815 anche Morelos venne fucilato dagli spagnoli. Dopo la sua morte il movimento si disintegrò, sopravvivendo tuttavia sotto forma di guerriglia.
La conquista dell’indipendenza
Conseguenze del fallimento della rivoluzione popolare furono, oltre alla durissima repressione, l’esautoramento politico della nascente borghesia messicana e il passaggio della direzione del movimento indipendentista nelle mani delle caste reazionarie. Allarmati dagli avvenimenti in Spagna, dove nel 1820 era stata adottata una costituzione liberale, i latifondisti messicani e l’alto clero locale videro l’opportunità di schierarsi per la separazione dalla madrepatria e trovarono il loro capo militare nel colonnello Agustin de Iturbide, che già si era distinto (agli ordini della Spagna) nella spietata repressione dei moti popolari. Costui, quando fu inviato dal viceré spagnolo contro i nuovi ribelli, venne infatti a patti con questi e varò il cosiddetto Pian de Iguala, un programma indipendentista che conci[...] [...] liberale, i latifondisti messicani e l’alto clero locale videro l’opportunità di schierarsi per la separazione dalla madrepatria e trovarono il loro capo militare nel colonnello Agustin de Iturbide, che già si era distinto (agli ordini della Spagna) nella spietata repressione dei moti popolari. Costui, quando fu inviato dal viceré spagnolo contro i nuovi ribelli, venne infatti a patti con questi e varò il cosiddetto Pian de Iguala, un programma indipendentista che conciliava le esigenze dell’alta borghesia con quelle del clero e dell’oligarchia feudale.
Dopo aver costretto la Spagna a riconoscere formalmente l’indipendenza del Messico (24.1.1821), Iturbide tentò di instaurare con l’appoggio dell’esercito la propria dittatura personale e si proclamò imperatore del Messico con il nome di Agustin I (1822), ma dopo circa un anno dal golpe fu deposto dalle forze repubblicane, comandate dal generale Santa Ana.
Seguirono anni di instabilità politica, con moti ribellistici e vari colpi di stato dovuti al perenne conflitto di interessi tra la vecchia [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 189
Brano: [...]2; insegnante, leader africano.
Studiò a Tabora (Tanganica), nell’unica scuola secondaria allora esistente nel paese, e dal 1943 al 1945 compì gli studi superiori nel collegio Makerere in Uganda. Dopo alcuni anni trascorsi a Tabora quale insegnante in una scuola cattolica, dal 1949 al 1952 frequentò l’Università di Edimburgo, in Inghilterra, dove a contatto con altri intellettuali e futuri dirigenti politici africani maturò la sua ispirazione indipendentista.
Rientrato in patria, nel luglio 1954 fondò la Tanganyca African National Union (T.A.N.U.), divenendo il leader del movimento indipendentista del paese. Con l’indipendenza del Tanganica (9.12.1961), assunse la carica di primo ministro, ma appena un mese dopo (19.1.1962) si dimise daH’inearico per dedicarsi interamente alla guida della T.A.N.U. quale partito destinato a edificare il nuovo Stato. Successivamente, con la proclamazione della repubblica di Tanzania, Nyerere ne assunse la presidenza (10.12.1962).
Julius Nyerere
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 104
Brano: Irlanda
Processione di 4.000 orangisti guidati da un prete protestante (Armagh, 27.4.1969)
la Gran Bretagna. II governo inglese, pagando le conseguenze di una politica oppressiva praticata da secoli, sulle soglie della prima guerra mondiale venne così a trovarsi fra il movimento indipendentista popolare che voleva la totale e definitiva liberazione dell’lrlanda, e
il conservatorismo protestante del Nord, che vi si opponeva per non dover rinunciare ai suoi secolari privilegi.
L’opposizione antinglese si espresse durante la guerra mondiale nel rifiuto degli irlandesi di partecipare al conflitto, salvo una rappresentanza della Armata di Carson che servì la Corona britannica nella 36a Divisione « Ulster ». Dopo alcuni moti del 1914, facilmente repressi,
il 24.4.1916 esplose in Irlanda la cosiddetta * rivolta di Pasqua », una lotta armata di dimensioni ragguardevoli: 1.600 volon[...] [...]ilegi.
L’opposizione antinglese si espresse durante la guerra mondiale nel rifiuto degli irlandesi di partecipare al conflitto, salvo una rappresentanza della Armata di Carson che servì la Corona britannica nella 36a Divisione « Ulster ». Dopo alcuni moti del 1914, facilmente repressi,
il 24.4.1916 esplose in Irlanda la cosiddetta * rivolta di Pasqua », una lotta armata di dimensioni ragguardevoli: 1.600 volontari organizzati dal movimento indipendentista Sinn Féin (Noi stessi), guidati dal socialista James Connolly e da Padraig Pearse (un intellettuale nazionalista) occuparono Dublino e vi proclamarono la repubblica, contando sull’arrivo di armi dalla Germania per sostenere una resistere za a oltranza. Altri 2.000 indiper> dentisti presero le armi nel paese. Ma l'aiuto promesso dai tedeschi (20.000 fucili) non giunse e gli inglesi risposero all’insurrezione con le truppe: il centro della capitale fu distrutto a cannonate; i morti e
i feriti furono oltre 3.000; 16 capi della sommossa, tra i quali Pearse e Connolly, vennero giustiziati; 1.07[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 678
Brano: [...] schiavistiche del Sud, fondate su una rigida stratificazione sociale e un’economia di monocoltura (tabacco e poi cotone) destinata all’esportazione e praticata in immense piantagioni, si contrapponevano infatti le colonie del centro e del Nordest, caratterizzate dalla diffusione della picco
la proprietà agricola autosufficiente e dalla presenza di nuclei urbani di artigianato e industria.
In queste ultime si era sviluppata già in epoca preindipendentista una particolarissima struttura politicosociale che, alle caratteristiche oligarchiche e repressive proprie delle élites economiche e religiose, univa elementi consensualistici, riassunti nel parziale coinvolgimento della classe media [thè common people) nei processi decisionali concernenti la vita comunitaria. Ma certo questa società coloniale non poteva dirsi democratica: lo stesso allargamento del consenso era stato dettato dalla necessità di mantenere inalterate le fondamentali strutture gerarchiche della società, a fronte di ben più radicali spinte alla democratizzazione derivanti dalle p[...] [...]781), che lasciavano peraltro ampia autonomia ai singoli membri. La debolezza della Federazione, specie sul piano fiscale, le impedì di reagire alla crisi economica e sociale del dopoguerra (17841788); episodi di ribellione contadina come la rivolta di Shays contribuirono ad alimentare le richieste di un rafforza
mento dei poteri del governo federale. La questione istituzionale costituì il terreno sul quale si ebbe la rottura della coalizione indipendentista e la formazione dei primi partiti, portatori di diverse concezioni sul futuro economico e sociale della nazione. Gli “antifederalisti” o repubblicani di Jefferson (una coalizione di piccoli commercianti e agricoltori indebitati che vivevano in zone scarsamente industrializzate e chiuse agli scambi internazionali) erano fautori di un rafforzamento della democrazia locale e dell’autonomia degli Stati da un governo centrale e inaccessibile; sul piano internazionale, essi manifestavano simpatie per la Francia rivoluzionaria. I “federalisti” di Hamilton (rappresentanti dei finanzieri, dei commerci[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 301
Brano: [...]centemente a
proposito della situazione salvadoregna e guatemalteca.
Di fatto l’O.S.A. ha giocato e conserva ancora un ruolo significativo nell’agevolare e giustificare il dominio incontrastato degli U.S.A. su tutto il Subcontinente, nel settore militare, in quello economico e in quello culturale.
Questo emerge con chiarezza ripercorrendo le principali tappe storiche deN’Organizzazione.
Precedenti storici
Alla radice del movimento indipendentista latinoamericano, a cavallo tra i secoli XVIII e XIX, si intrecciano una serie di motivi: la rivendicazione dei diritti politici da parte degli schiavi negri in tutta la zona dei Caraibi, il diffondersi di ideologie dettate dall’illuminismo francese, l’esigenza di libertà commerciali che determinano la caduta del monopolio spagnoloportoghese, La lotta per l'indipendenza sarà diretta dalla borghesia creola, egemonizzata pressoché totalmente dalla sua ala dedita a! commercio. Di fatto le nuove repubbliche nascono già dipendenti dal mercato esterno, e questa dipendenza si accentuerà ancor più dop[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 126
Brano: [...]e tribali e feudali.
Successivamente trasformata in protettorato, nel 1960 la Nigeria ottenne l’indipendenza come Federazione di 3 regioni (settentrionale, orientale e occidentale), rispettivamente dominate dagli Hausa, dagli Ibo e dagli Yoruba, diventate quattro nel 1963 quando si proclamò repubblica, rimanendo però associata al Commonwealth britannico. Nello stesso anno fu ammessa all’O.N.U.
Lotta per l'indipendenza
Il primo movimento indipendentista nigeriano nacque nel Sud a cavallo degli anni Trenta. Sotto la guida di Nnamdi Azikiwe fu costituito il Nigerian Young Movement (N.Y.M.), a base prevalentemente Ibo e in parte Yoruba, che ebbe grande successo tra la gioventù detribalizzata a Lagos e negli altri maggiori centri del paese.
Nell’agosto 1944 Azikiwe fondò il National Council of Nigeria and Ca~ meroons (A/.C.A/.C.), un fronte raggruppante numerose organizzazioni locali e professionali unite da un programma che auspicava uno Stato nigeriano indipendente, unitàrio e centralizzato, in grado di trascendere i particolarismi regional[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 114
Brano: [...]a strenua resistenza. Nei secoli successivi la lotta continuò in varie zone, tanto che gli spagnoli dovettero accontentarsi di controllare parte dell’intemo e la costa del Pacifico, importando schiavi dall’ Africa per sopperire alle esigenze di mano d’opera.
Nel secolo XVII gli inglesi, per contendere agli spagnoli il controllo del Mar dei Caraibi, armarono indigeni schiavi fuggiti dalle piantagioni, fomentando frequenti rivolte.
La spinta indipendentista, diffusasi in tutta l’America Latina nel secolo XIX, nel 1821 portò la Capitaneria generale del Vicereame di Guatemala (cui il Nicaragua era stato incorporato fin dal 1570) a proclamarsi indipendente dalla Spagna. Dopo una breve annessione all’impero del Messico (1822), il Nicaragua entrò a far parte della Repubblica Federale dell’America Centrale (1824). Raggiunse la piena indipendenza nazionale quando, nel 1938, la Federazione fu divisa nei cinque Stati di Guatemala, Costa Rica, El Salvador, Honduras e Nicaragua.
L’intervento nordamericano
Nel tentativo di sostituirsi ai colonizzatori[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 66
Brano: [...]u, dopo aver iniziato i suoi studi in patria, li proseguì dal 1905 al 1910 in Gran Bretagna, ad Harrow e al Trinity College di Cambridge. Fu quindi fortemente influenzato dal mondo intellettuale inglese, acquisendone una formazione improntata sui valori della
scienza e della tecnica come fattori di progresso. Senza impegnarsi politicamente, fu attento allo svi* luppo del Fabian Movement e del laburismo britannico, e simpatizzante con la causa indipendentista irlandese. il diritto dei popoli all’autodeterminazione e il riconoscimento della partecipazione delle masse popolari alla lotta per l’indipendenza costituiranno poi l’elemento centrale del nazionalismo di Nehru.
L'incontro con Gandhi
Nel 1912, conseguita a Londra l’abilitazione all’esercizio della professione forense, Nehru tornò jn India.
Nel 1916, entrato a far parte della Home Rule League di Tilak, incontrò Gandhi (v.), dal quale restò affascinato pur essendone lontano come formazione e concezioni. Nel 191920 partecipò alla campagna di disobbedienza civile e nel dicembre 1921 fu [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 556
Brano: Marocco
chy, opponendo successivamente una breve resistenza allo sbarco alleato (novembre 1942).
Nel gennaio 1943 le principali forze nazionali marocchine, stimolate anche dalla convinzione, del tutto erronea, che avrebbero trovato appoggio presso gli angloamericani, si organizzarono nel Partito unito dell’indipendenza, Ylstiqlal, che nel 1944 rese pubblico un manifesto politico fieramente indipendentista.
II manifesto affermava: « Considerato che il Marocco è sempre stato uno Stato libero e sovrano e che ha conservato la sua indipendenza finché circostanze particolari non
10 hanno trasformato in un protettorato [...], considerato che il Marocco ha partecipato alla guerra mondiale a fianco degli Alleati [...] decide di chiedere l’indipendenza, nella sua piena integrità territoriale sotto l’egida di sua maestà Sidi Mohammed el Yussef e di sollecitare il sovrano a intraprendere un movimento di riforma che assicuri un regime democratico garante dei diritti di tutte le componenti e classi de[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine indipendentista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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