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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale impressionismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 135Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Vitale Bloch, Fromentin e i suoi «Maitres d'autrefois» in KBD-Periodici: Paragone. Arte 1950 - 1 - 1 - numero 1

Brano: [...]Italia (salvo la limita del Longhi ne ‘La Voce’ del 1913) e in Inghilter Gerson nella premessa alla recentissima traduzione ingle pare più ragionevole riconoscere che, consciamente oFROMENTIN, COME CRITICO

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come artista e come critico, Fromentin svela più spesso l’ascendente delle vecchie ma sempre correnti idee accademiche e classicistiche, in aperto contrasto col nuovo principio saliente della pittura di ‘pleinair’, in una parola, delFimpressionismo.

Infatti, proprio negli anni che videro le prime esposizioni degli impressionisti, mentre Monet, Sisley, Renoir dipingevano i loro più smaglianti paesaggi, Fromentin poteva scrivere : ’ le pleinair, la lumière diffuse, le vrai soleil, prennent aujourd’hui, dans la peinture et dans toutes les peintures, une importance qu’on ne leur avait jamais reconnue, et que, disonsle franchement, ils ne méritent point d’avoir ’ (p. 263).

La insofferenza dell’impressionismo è, del resto, confermata dalle sue osservazioni sul ‘disegno’ dove non è difficile scorgere addirittura l’ultima traccia degli in[...]

[...]nfatti, proprio negli anni che videro le prime esposizioni degli impressionisti, mentre Monet, Sisley, Renoir dipingevano i loro più smaglianti paesaggi, Fromentin poteva scrivere : ’ le pleinair, la lumière diffuse, le vrai soleil, prennent aujourd’hui, dans la peinture et dans toutes les peintures, une importance qu’on ne leur avait jamais reconnue, et que, disonsle franchement, ils ne méritent point d’avoir ’ (p. 263).

La insofferenza dell’impressionismo è, del resto, confermata dalle sue osservazioni sul ‘disegno’ dove non è difficile scorgere addirittura l’ultima traccia degli insegnamenti di Ingres. Abbastanza eclettico per compiacersi di discutere i più minuti problemi tecnici, egli non è mai abbastanza libero per intendere l’importanza fondamentale del vero critico romantico, Baudelaire. E ci si domanda che giudice mai potesse essere anche di vecchia pittura neerlandese un uomo che partiva su di essa a questo modo: ‘la base de ce style sincère et le premier effet de cette probité, c’est le dessin, le parfait dessin. Tout peintre hollanda[...]



da Roberto Longhi, Proposte per una critica d'arte in KBD-Periodici: Paragone. Arte 1950 - 1 - 1 - numero 1

Brano: [...]sofici quasi sempre ostili? A parte il lamento del supposto capraio ellenico, la ricerca va fatta cà bàtons rompus’ fin dall’antico nei più vari riflessi della polis: dai noti brevetti di gloria e di chiara fama concessi anche ad artisti figurativi, all’accertata esistenza di conoscitori, amatori, collezionisti, e cose simili. Ed è ricerca da tornar utile in ogni epoca. Recentemente, per colmare l’assenza italiana dalla buona critica accanto all’impressionismo, proponevo, senz’ombra d’ironia, di rammentare almeno il gesto della signora Giulia Ramelli che nel 1865, ancora durando il coro d’insulti all’ cOlympia’ di Manet, ne chiedeva per lettera ilPROPOSTE PER UNA CRITICA D’ARTE

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prezzo al pittore. Per tornare all’antico. È significante che, volendo parlare degli artisti figurativi, Plinio sia costretto a includerli in una sua ‘Storia naturale’, come utenti di materiali naturalistici. E, del resto, anche nei tanti autori greci e romani da cui desume, sento che la buona critica si nasconde piuttosto entro la vicenda semantica dei vocaboli, ch[...]

[...]più ingenua, primitiva, qui è il programma di tutto un discorso critico che sia insieme di contatto diretto con l’opera e di evocazione di un gusto circolante attorno ad essa. E si può anche domandarsi se, sulla pittura di Delacroix, sia stato mai scritto di più illuminante che quella quartina.

Già previsto dallo stesso Baudelaire, e non tanto nella deboluccia ‘Lola de Valence’ quanto nelle ‘beautés météorologiques’ avvertite inBoudin, ecco l’impressionismo: ed è significante che, chi ne voglia trovar riflessi naturali e tuttavia invincibilmente critici (come altrimenti chiamarli?), li debba, piuttosto che nei critici ‘attitrés ’, ancora poeticamente impreparati, cercare e trovare nei poeti veri lì come Verlaine e il primissimo Rimbaud; ma queste cose le ha già mostrate, or ora, un giovane critico italiano.

Resto più incerto se a quel fine riuscisse altrettanto il ‘parnassismo ermetico’ di Mallarmé. I suoi foglietti su Manet e la Morisot rendono poco e la sua interpretazione più calzante, in queste nostre parti, è purtroppo quella di un medio[...]



da Paolo Ricci, Una mostra di pittura napoletana in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]e d. valore assolutamente archeologico. Non è la stessa cosa la pittura di Toma, e soprattutto di Michele Cammarano sensibili, tutti e due, ed attenti alle forze vive e progressive del loro tempo. Cammarano, nei confronti della pittura napoletana, ha la stessa posizione di Courbet nella pittura fancese.
Altri pittori invece, vivi ed intelligenti come i fratelli Palizzi (sopratutto Giuseppe e Nicola) e De Nittis, si rifanno dire..amente al primo impressionismo affinando la loro natura napoletana all' esperienza del clima francese, all' avanguardia della vita civile europea, matrice di tutta 1' arte moderna. La pittura francese ha sempre esercitato una salutare influenza sugli artisti napoletani : Migliaro ha potuto esprimere l' amore per Napoli perchè aveva liberato la sud tavolozza dal macchiettismo e questa libertà non sarebbe spiegabile senza Renoir. Anche Ragione, questo denso e concreto nostro artista, vive e si esprime nel clima arroventato dell' impressionismo.
La cosiddetta pittura dialettale napoletana, di cui l' espressione ultima e più [...]

[...]del clima francese, all' avanguardia della vita civile europea, matrice di tutta 1' arte moderna. La pittura francese ha sempre esercitato una salutare influenza sugli artisti napoletani : Migliaro ha potuto esprimere l' amore per Napoli perchè aveva liberato la sud tavolozza dal macchiettismo e questa libertà non sarebbe spiegabile senza Renoir. Anche Ragione, questo denso e concreto nostro artista, vive e si esprime nel clima arroventato dell' impressionismo.
La cosiddetta pittura dialettale napoletana, di cui l' espressione ultima e più evidente è Vincenzo Irolli (considerata in certi ambienti come la nostra pittura più tipica) è il frutto più palese della deformazione del gusto di una borghesia che diede all' arte i solleticamenti più facili al proprio spirito chiuso e sordo alla vita e alla bellezza. La pittura dialettale (Irolli, Volpe. Caprile, Santoro ecc.) è in realtà estranea alla ve.a tradizione napoletana, è, anzi, priva di tutti i caratteri del nostro cl..na storico. A questo clima si rifanno luminosamr.tre due grandi arti"ti : Mancin[...]



da Roberto Longhi, Un disegno per la Grande-Jatte e la cultura formale di Seurat in KBD-Periodici: Paragone. Arte 1950 - 1 - 1 - numero 1

Brano: [...] p. 158): ‘a proposito delle copie degli affreschi di Arezzo eseguite intorno all’ottanta, per incarico di Charles Blanc, dal pittore Loyeux, e che dovrebbero trovarsi ancora nella Chapelle dell’École des BeauxArts, sarebbe molto importante ricercare se su di esse non abbia forse meditato il giovine Seurat che molto frequentò quelle aule d’accademia. Verrebbe così a indicarsi una fonte molto più solenne che non sia Puvis de Chavannes per il « neoimpressionismo » e per il « sintetismo ». Non ne scapiterebbe il genio di Seurat, ma la mediocre Oceania di Gauguin, rischierebbe, com’era da aspettarsi, di ridiventare un cavallaccio di ritorno dal contado aretino5.

La indicazione è stata subito rilevata ed accolta con favore in Inghilterra sia dal recensore del Burlington Magazine che ha persino voluto accertarsi che le copie di Piero sono sempre a rue Bonaparte, sia dal Kenneth Clark che ha pienamente ripreso l’ipotesi nel suo libro affascinante sul ‘Paesaggio nell’arte5 (Londra 1949). Non sembra invece ancora raccolta in Francia e perciò la ripeto qu[...]

[...]ta in Francia e perciò la ripeto qui in una rivista di più facile comunicazione.

Si trattava dunque d’intender meglio quali precisamente fossero i ‘primitifs5 cari a Seurat negli anni della Baignade e della GrandeJatte. Primitivi che lo sovvenivano non soltanto per la metrica formale delle singole figure ma anche per il loro legamento prospettico in una partitura spaziale che, nei due famosi dipinti, è, anch’essa, completamente antitetica all’impressionismo.

E rimane che, fra le molte rievocazioni culturali del primitivismo, care alla pittura francese nell’ultimo ventennio del secolo scorso, quella di Seurat è certamente la più penetrante, sia per la sceltezza dell’antico richiamo, sia per la suprema intelligenza di chi ce l’ha riproposto in forma nuova e personalissima.



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Petronio, Gramsci e la critica letteraria in Studi gramsciani

Brano: [...]
8 L. V. N., p. 53.
Giuseppe Petronio 225
Ma la critica letteraria non consiste soltanto in quel giudicare puntuale e concreto di cui si diceva; che è anzi, questo, come l'ultimo atto, conclusivo, di un lavoro lungo e complesso al quale attendono o collaborano piú specialisti, ognuno con un suo compito preciso. Il giudizio critico presuppone infatti una estetica, cioè una concezione generale dell'arte, senza la quale si cadrebbe nel piú trito impressionismo. Presuppone ancora l'esistenza di un gusto, e non, intendo, di una individuale attitudine del critico a cogliere nell'opera d'arte i motivi o i momenti vivi, isolandoli da ciò che arte non è, ma di un gusto ragionato e diffuso, al quale quel critico coscientemente aderisca e di cui si giovi a interpretare le singole opere d'arte, antiche o recenti. E, per non parlare dell'indagine filologica ed erudita, pur essa necessaria, presuppone uno schema storiografico, della storia letteraria e della storia civile, nel quale inquadrare volta per volta autori ed opere, riportandoli a determinati moment[...]



da Sergio Solmi, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Nota sul comunismo e la pittura in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]ale standardizzazione e collettivizzazione, anzi, per quel rapporta dialettico che dicevamo, inevitabilmente trae forza dalla sua opposizione ad essa.
Nelle sale della mostra sovietica mi venne fatto di pensare che l'arte, di cui mi stavano sott'occhio alcuni esempi, aveva una stretta parentela con quella dei cosiddetti o ottocentisti» nostrani: nome col quale si sogliono comprendere quei pittori che, indifferenti ai movimenti susseguitisi dall'impressionismo fino ad oggi, continuano a dipingere secondo i canoni del verismo, aneddotismo e bozzettismo ottocenteschi. Noi sogliamo obiettare a quegli artisti la loro arretratezza, la loro inattualità: in altre parole, di essere dei passivi ripetitori, non dei creatori. Ciò non toglie il fatto che molti di essi, i cui nomi non compaiono né nelle storie dell'arte con
temporanea, nei cataloghi delle biennali, abbiano ben più larghe clientele, nel pubblico media e piccolo borghese, di quelle che possano vantare gli artisti di più chiara fama fioriti nel periodo
<c fra le due guerre» e ormai pienamente af[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine impressionismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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