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Il segmento testuale imperialisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 387Analitici , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Kabaktceff (delegato dei comunisti bulgari e delegato come membro del Comitato della Terza Internazionale) [traduzione dal francese dell'onorevole Misiano], Discorso Kabaktceff in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]a nazionalista e, malgrado ciò, noi accettiamo completamente le tesi della Internazionale comunista sulle questioni nazionali e coloniali, perché con queste tesi, l'Internazionale comunista non preconizza la unione con la borghesia nazionalista, ma, al contrario, obbliga tutti i Partiti comunisti a lottare contro la politica di conquista della borghesia nazionalista, e a sostenere i popoli soggetti delle colonie nella loro lotta contro i Governi imperialisti. L'unione del proletariato, non già con la borghesia nazionalista, ma con i popoli soggetti e sfruttati: ecco la tattica dell'I.C. sanzionata dalle tesi sulla questione nazionale e coloniale.
Noi comunisti dei Balcani, alla politica nazionalista della borghesia che dissimula i suoi scopi aggressivi sotto la bandiera dell'ideale nazionale, per la liberazione e la unione del popolo, abbiamo posto già dieci anni fa il programma della Repubblica federativa dei Balcani. Dopo la rivoluzione russa, noi abbiamo dichiarato che i popoli balcanici non possono liberarsi che con una rivoluzione vittorios[...]

[...]ali in Asia ed in Africa. In questi paesi la situazione è caratterizzata dal fatto che il capitalismo non è ancora abbastanza sviluppato e che la lotta di classe non si verifica perché i popoli si trovano ancora sotto un regime feudale, dei grandi proprietari feudali. Ma questi paesi, benché ancora all'inizio del capitalismo, si sviluppano già per l'influenza delle leggi economiche del capitalismo: essi si sono trasformati in colonie degli Stati imperialisti. La lotta contro il dominio imperialista straniero è di una immensa importanza per la lotta per la liberazione del proletariato internazionale. Lo sfruttamento dei popoli coloniali è l'ultima sorgente alla quale il capitalismo attinge forza, e con la quale la borghesia sostiene ancora il suo dominio. La liberazione delle colonie significherebbe il crack del piú potente capitalismo, del capitalismo inglese. Il proletariato internazionale che lotta per la sua emancipazione, commetterebbe un delitto verso la propria classe e verso i popoli oppressi che lottano per l'emancipazione nazionale, se n[...]

[...]tariato internazionale che lotta per la sua emancipazione, commetterebbe un delitto verso la propria classe e verso i popoli oppressi che lottano per l'emancipazione nazionale, se non tendesse a questi popoli la sua mano fraterna. L'unione fra il proletariato rivoluzionario ed i popoli oppressi che insorgono e fanno la rivoluzione e la guerra contro l'imperialismo, è una necessità per la vittoria della rivoluzione comunista universale. I Governi imperialisti attaccati dal proletariato nell'interno dei loro paesi e dai popoli oppressi all'esterno, saranno finalmente spazzati via.
Ecco il profondo senso rivoluzionario delle tesi sulla questione nazionale e coloniale accettate dalla I.C. Ma il compagno Serrati non pub
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o non vuole comprendere questo significato, ed accusa l'Internazionale comunista di aver preparato l'unione con le classi dominanti dei paesi coloniali, e perciò di aver tradito le tradizioni rivoluzionarie del socialismo. Ancora una volta il compagno Serrati cade in un profondo errore. Proprio Marx ed Engels furono quelli che co[...]

[...] con la piú grande energia lottarono per la liberazione dei popoli irlandesi e polacchi. L'I.C. continua questa gloriosa tradizione rivoluzionaria dei fondatori del comunismo. Le accuse del compagno Serrati sono dimostrate false dai seguenti brani delle tesi accettate dal primo Congresso dei popoli orientali a Baku:
« La rivoluzione delle masse lavoratrici nei paesi orientali non sarà condotta a termine che con la soppressione del dominio degli imperialisti stranieri... I contadini dei paesi orientali, come cosí i contadini russi, continueranno la loro rivoluzione, fino ad una immensa rivoluzione agraria dei contadini che avrà come risultato il trasferimento del possesso della terra nelle mani delle masse lavoratrici contadine e la soppressione di ogni sfruttamento. Cosí, come i contadini russi hanno compiuto la loro rivoluzione agraria con l'appoggio degli operai dell'industria e sotto la direzione del Partito comunista e, unificati nei Soviety dei contadini, essi difendono la terra e il potere che hanno strappato ai grandi proprietari terrieri[...]

[...]atrici. Il Congresso, invitando le masse lavoratrici turche e di tutto l'Oriente a sostenere il movimento generale, nazionale e rivoluzionario, chiama i contadini e gli operai della Turchia ad unirsi in organizzazioni indipendenti ed essere pronti a continuare la lotta fino all'emancipazione definitiva ».
Come vedete, la I.C., non soltanto ha respinto ogni legame con i capi nazionalisti turchi e del Partito giovane turco, coinvolti nella guerra imperialistica, ma ha condannato i suoi capi ed ha insegnato alle masse lavoratrici turche di essere caute verso la politica nazionalista delle classi dominanti.
No, compagno Serrati, la I.C. non vi chiede di cessare la lotta contro la borghesia nazionalista ed ancor meno di concludere l'unione con essa. Al contrario vi chiede di lottare con un'energia maggiore, con intransigenza e con coraggio contro la politica nazionalista ed imperialista della borghesia italiana; vi chiede di opporvi con tutte le forze alla politica di confisca dell'Italia nei Balcani, in Asia Minore ed in Africa e di tendere la mano[...]

[...] civile » con la borghesia, sia in tema di politica interna, che in tema di politica estera, e che rifiutano di dare il loro appoggio ai popoli coloniali insorti per emanciparsi dalla dominazione borghese e imperialista. Noi calpestiamo energicamente questo tradimento e dichiariamo che gli interessi del proletariato internazionale e dei popoli oppressi dell'impe
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rialismo esigono che essi si uniscano formando un fronte unico contro i Governi imperialisti.
Il compagno Serrati ed i comunisti unitari si sono trovati sullo stesso terreno dei riformisti anche sulla questione sindacale. I dirigenti della C.G.d.L. dilazionano la convocazione del Congresso sindacale da sette anni, perché sanno bene che le masse operaie sono contro di essi. Oggi questi dirigenti sono d'accordo con l'Internazionale sindacale gialla di Amsterdam (interruzioni, rumori), e il compagno Serrati, non soltanto non si sente indignato e non protesta contra questo fatto, ma egli trova un'intesa cordiale con D'Aragona e compagni. Vedete, compagni, in quale situazione é posto ogg[...]

[...]una politica ipocrita verso la Russia dei Soviet. (Applausi).
Voce: Cattive informazioni !
MISIAN0: I comunisti unitari, che si dichiarano contrari alla frazione comunista ed all'I.C. pretendono in pari tempo di essere pure nemici dei riformisti. In altri termini essi formano il centro e non devano protestare quando noi li chiamiamo centristi. Ma il centro ed i
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centristi sostengono la parte piú nefasta nel movimento operaio dopo la guerra imperialistica. I riformisti ed i socialpatrioti, che durante la guerra sono stati apertamente in favore della pace civile con la borghesia, che hanno cioè sostenuto la guerra imperialistica e dopo di essa sono entrati in gran parte nei Governi capitalistici, sono passati apertamente nel campo dei controrivoluzionari ed hanno sparso il sangue di migliaia di operai per schiacciare la rivoluzione comunista (Scheidemann e Noske in Germania, Pastukoff e Sasikoff in Bulgaria), i riformisti ed i socialpatrioti si sono smascherati completamente. Le masse proletarie già li abbandonano. La prova piú eloquente di questo fatto sta nel fallimento della Seconda Internazionale, alla quale essi aderivano. Ma oggi i nemici piú pericolosi della rivoluzione proletaria sono i centristi perché ess[...]

[...] stata educata durante questo periodo, mentre il movimento proletario si limitava alla azione parlamentare e legale, ha aperto le porte del socialismo all'opportunismo, di cui sono usciti dal suo seno gli apostoli. Nelle loro mani l'Internazionale ha cessato di essere l'organizzazione di lotta della classe per l'emancipazione proletaria e nel momento decisivo, nel 1914, è passata apertamente nel campo della borghesia.
L'imperialismo e la guerra imperialistica hanno aperto un'epoca nuova di battaglie e di rivoluzioni. Nonostante il tradimento della 2'
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Internazionale, una parte del proletariato, prima minoranza insignificante, ma in seguito minoranza sempre piú forte, è rimasta fedele alle tradizioni rivoluzionarie del marxismo. Sotto la bandiera del marxismo ha vinto il proletariato russo, sotto la sua bandiera oggi si radunanonell'Internazionale comunista milioni di operai. La nuova epoca rivoluzionaria esige metodi di lotta e di organizzazione rivoluzionaria. Chi non é capace di comprendere e di adottare questi metodi sarà schiacciato e re[...]

[...] un solo paese europeo in cui non sia stato organizzato un corpo speciale di mercenari, in cui non sia stata organizzata una guardia bianca, in cui non si organizzino eccidi proletari. In Germania, in Ungheria, in CecoSlovacchia, in Ita lia, in Irlanda, in Ispagna, nei Balcani, dappertutto la borghesia fa scorrere il sangue delle classi oppresse che lottano per la loro emancipazione. Per schiacciare l'insurrezione dei paesi coloniali, i Governi imperialisti continuano d'altra parte la guerra nell'Asia Minore ed in altre colonie.
Le potenze dell'Intesa poi, nonostante la crisi e la miseria delle masse popolari, continuano ad accrescere loro eserciti e le loro flotte. Ci troviamo in un periodo di rivalità e di armamenti inauditi degli Stati capitalisti. Gli antagonismi ed i conflitti fra gli Stati Uniti da una parte e l'Inghilterra ed il Giappone dall'altra, quelli che sussistono ancora tra l'Inghilterra e la Francia, in Europa ed in Asia, e cosí via, questi antagonismi e questi conflitti spingono inevitabilmente verso una nuova guerra imperialis[...]

[...]e masse popolari, continuano ad accrescere loro eserciti e le loro flotte. Ci troviamo in un periodo di rivalità e di armamenti inauditi degli Stati capitalisti. Gli antagonismi ed i conflitti fra gli Stati Uniti da una parte e l'Inghilterra ed il Giappone dall'altra, quelli che sussistono ancora tra l'Inghilterra e la Francia, in Europa ed in Asia, e cosí via, questi antagonismi e questi conflitti spingono inevitabilmente verso una nuova guerra imperialistica per la conquista dei paesi dell'Oceano Pacifico, dell'Asia centrale ed orientale e per il dominio del mercato internazionale. Se la rivoluzione proletaria universale non impedisce ai Governi imperialisti di realizzare i loro scopi sanguinari, i popoli saranno presto condotti ad un nuovo macella, ad una rovina, ad una catastrofe ancora piú orribile. Per soffocare il focolare della rivoluzione internazionale, la Russia sovietista, i Governi capitalistici hanno fatto tutto cid che era loro possibile. Ma non vi sono riusciti. Il popolo rivoluzionario russo ha respinto eroicamente tutti gli attacchi, ed oggi la grande Repubblica sovietista è piú forte che mai, tanto che se sarà spinto contra di essa qualcun altro degli Stati vassalli dell'Intesa, essa ha forze sufficienti non solo per respingere l[...]

[...]ilia sono inevitabili perché quella gente, pur con la piú grande onestà, ha sempre fatto perdere con i suoi dubbi la causa della rivoluzione in tutti i paesi e in tutti i tempi... Le masse operaie e sfruttate dell'Italia andranno con il proletariato rivoluzionario e la vittoria finale sarà loro, perché la loro causa é quella degli operai del mondo intiero, perché non vi é altra via di uscita e di. salvezza, dalle nuove guerre già preparate dagli imperialisti, dagli orrori della schiavitú e dell'oppressione capitalistica, che la Repubblica operaia dei Soviety.
Coloro che non hanno fede nella rivoluzione insistono sul pericolo a cui essa esporrebbe il proletariato. Essi disegnano a colori neri la situazione delle masse operaie della Russia dei Soviety e dicono che la ,condizione del proletariato italiano nella rivoluzione sarebbe anche piú
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difficile perché l'Italia sarebbe subito bloccata ed attaccata dall'Inghilterra e dalla Francia. Sí, compagni, il proletariato russo ha sopportata privazioni e sofferenze terribili. Ancora oggi, quantunque [...]

[...]a situazione sia considerevolmente migliorata, esso è esposto a privazioni ed a sofferenze. Ma io vi chiedo: forse che la condizione delle masse operaie nei paesi del mondo capitalistico, esposte al continuo aumento del prezzo della vita, all'aumento delle imposte indirette ed alla disoccupazione sempre piú crescente, è migliore? Ma io vi domando ancora: forse che il pericolo di una tirannide borghese, la quale rende inevitabile una nuova guerra imperialistica ancora piú disastrosa e che minaccia di ricacciare il proletariato in una condizione ancora piú terribile di sfruttamento e di oppressione, in una schiavitú piú dura, nella degenerazione e nella morte, forse che questi pericoli sono inferiori ai pericoli ed alle vittime che il proletariato dovrebbe affrontare nella rivoluzione? (Applausi).
Mille volte no. Le vittime che gli operai ed i contadini russi hanno dato, durante tre anni di rivoluzione e di guerra civile, sono centinaia di volte meno numerose di quelle che essi hanno dato durante tre anni di guerra imperialistica.
Se il proletari[...]

[...]amento e di oppressione, in una schiavitú piú dura, nella degenerazione e nella morte, forse che questi pericoli sono inferiori ai pericoli ed alle vittime che il proletariato dovrebbe affrontare nella rivoluzione? (Applausi).
Mille volte no. Le vittime che gli operai ed i contadini russi hanno dato, durante tre anni di rivoluzione e di guerra civile, sono centinaia di volte meno numerose di quelle che essi hanno dato durante tre anni di guerra imperialistica.
Se il proletariato russo con tale eroismo affronta la miseria, i dolori e le vittime che la rivoluzione impone, esso fa ciò per conquistare e garantire la sua emancipazione. L'Internazionale comunista invita il proletariato internazionale ed i popoli oppressi del mondo intero a non piú sopportare la miseria e le vittime imposte loro dalla tirannide della borghesia. Se è necessario sacrificare delle vittime, si sacrifichino, ma non per sostenere questa tirannide, bensí per spezzare le catene della schiavitú capitalistica e per emanciparsi da essa definitivamente. (Ap plausi).
Il pericolo [...]



da g. s., Il nemico di Cipro è la politica inglese [sopratitolo: Intervista con il deputato dell'EKEL Demetriades] in KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 3 - 7 - numero 10

Brano: [...] aprire la via alla partizione. E' in questo senso che i leaders reazionari della minoranza turca si muovono, come dimostrano abbondantemente i documenti in nostro possesso ».
« E' dunque possibile per le due comunità vivere pacificamente assieme » abbiamo concluso. « Certo che è possibile — afferma l'on. Demetriades — ed è tanto possibile che la cosa è già avvenuta per secoli in passato. Se non esiste una minaccia di intervento esterno, se gli imperialisti ed i colonialisti cesseranno di trattare Cipro come una cosa loro, come una pedina in un gioco strategico in cui il popolo cipriota non vuole in nessun modo entrare, la possibilità per le due comunità di vivere tranquillamente nelle loro città miste si tradurrà ben presto in realtà. Il governo di Cipro è pronto a garantire alla minoranza turca tutta quella ragionevole autonomia cui la sua presenza sull'isola le dà diritto. Ma non devono essere diritti esorbitanti e inaccettabili e soprattutto la minoranza turca deve essere liberata dalla sua condizione di massa di manovra in mano agli sciovin[...]

[...]re, la possibilità per le due comunità di vivere tranquillamente nelle loro città miste si tradurrà ben presto in realtà. Il governo di Cipro è pronto a garantire alla minoranza turca tutta quella ragionevole autonomia cui la sua presenza sull'isola le dà diritto. Ma non devono essere diritti esorbitanti e inaccettabili e soprattutto la minoranza turca deve essere liberata dalla sua condizione di massa di manovra in mano agli sciovinisti ed agli imperialisti stranieri. L'unione del resto era un fatto già realizzato nel sindacato maggioritario di Cipro ove lavoratori greci e turchi difendevano assieme le loro condizioni di vita. E' stata soltanto l'opera sobillatrice dei leaders sciovinisti e nazionalisti turchi che ha prodotto una separazione ed ha costretto i lavoratori turchi ad abbandonare progressivamente il sindacato unitario per tema di rappresaglie che sono arrivate fino all'assassinio ».
« La lotta oggi a Cipro — conc/ude il parlamentare dell'EKEL — non" e fra greci e turchi ma al di là del terrorismo, degli attentati e del tragico bagno[...]

[...]vinisti e nazionalisti turchi che ha prodotto una separazione ed ha costretto i lavoratori turchi ad abbandonare progressivamente il sindacato unitario per tema di rappresaglie che sono arrivate fino all'assassinio ».
« La lotta oggi a Cipro — conc/ude il parlamentare dell'EKEL — non" e fra greci e turchi ma al di là del terrorismo, degli attentati e del tragico bagno di sangue di cui l'isola è teatro, è una lotta dèl popolo di Cipro contro gli imperialisti. Cipro, con le sue basi militari britanniche in cui sono depositate anche armi nucleari, è prigioniera della politica di accerchiamento dell'URSS e di difesa degli interessi coloniali e petroliferi di Londra nel Medio Oriente. Questo è il vero, questo é l'unico nemico del popolo cipriota ».
g. s.
del



da Gian Carlo Pajetta, Rivoluzione e nazionalità nei paesi arabi [sopratitolo: Dopo l'incontro di Palermo fra le forze della sinistra italiana e le delegazioni di otto paesi arabi mediterranei]] in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 12 - 5 - numero 48

Brano: [...]bi.
Il risorgimento arabo, col suo procedere attraverso contrasti e difficoltà, che ne hanno messo più d'una volta in pericolo e possono metterne in pericolo ancora anche conquiste già acquisite, è uno dei momenti essenziali della storia del nostro tempo. E' reso certo più complesso e per certi aspetti viene persino caratterizzato dal suo scontro con la politica sionista, dal giuoco intrecciato oramai da decenni su questa questione, prima dagli imperialisti britannici, poi da quelli americani. Sarebbe però un errore coglierne solo questi aspetti, anche se spesso sono stati essi a fare della questione araba un momento discriminante e persino esplosivo della politica mondiale. Anche il tentativo di colonizzazione prima, le guerre che si sono succedute, la situazione attuale di guerriglia e al tempo stesso di armistizio di fatto, agiscono come fattori condizionanti o di accelerazione di un processo autonomo, che ha visto in mezzo secolo riapparire sulla scena della storia popoli che sembravano esserne stati esclusi dalla do minazione turca, dal col[...]

[...] di petrolio; il Kuwait, con meno di mezzo milione di abitanti, ne ha prodotto l'anno scorso 115 milioni di tonnellate; l'Irak, che ha cominciato per primo, produce oggi altre 60 milioni di tonnellate. L'Algeria, con 40 milioni di tonnellate di petrolio e con riserve che sembrano infinite di gas, traccia partendo da questa base i piani della sua rivoluzione industriale. Il petrolio non è così soltanto una materia prima oggetto di con'orrenza fra imperialisti e di profitto e di utilizzazione per le loro industrie. Possiamo ben dire che la produzione del petrolio è anch'essa una categoria storica.
Questo mezzo secolo ha visto infatti i paesi arabi passare dalla produzione e dall'esportazione in esclusiva da parte dei monopoli imperialisti, all'epoca delle royalties e dei compro messi con i governi succubi e profittatori, a quella della trasformazione in loco della nazionalizzazione, della industria petrolchimica e dell'energetica come forze traenti di un progresso tecnico e sociale generale. Per cer ti aspetti, il risorgimento &rabo è stato non soltanto nuovo, ma si è presentato improvviso, con una forza dirompente. L'Egitto moderno, che fa risalire la sua storia alla spedizione napoleonica, aveva impiegato un secolo e mezzo per liberarsi degli inglesi, dopo aver cessato di essere dei turchi.
Ancora dopo la prima guerra mondi[...]



da Francesco Cataluccio, Il Congo Belga nel nazionalismo africano in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]o territorio congolese, la cui popolazione é oggi inferiore ai 12 milioni, mentre nel 1900 era di 20 milioni. I1 regime belga é costato al popolo congolese 58 milioni di vite umane. Le retoriche dichiarazioni del Belgio sulla sua missione civilizzatrice nel Congo si sono volatilizzate come bolle di sapone nelle strade di Leopoldville, immerse nel sangue durante il recente passato. La coscienza del mondo é offesa da questo mostruoso crimine degli imperialisti belgi. ...Gli imperialisti belgi inviano una commissione per aprire una inchiesta sulle circostanze del massacro. Lo scopo di questo provvedimento é di giustificare il massacro e non accontenterà quindi i popoli dei paesi asiatici e africani. Noi chiediamo che una commissione internazionale sia autorizzata a svolgere una minuziosa inchiesta sull'inumano episodio di Leopoldville. Esprimiamo la nostra solidarietà con il movimento di liberazione del popolo congolese e chiediamo il riconoscimento dell'indipendenza del Congo e l'immediato ritiro dei belgi da questo paese che essi hanno rovinato e saccheggiato senza scrupoli[...]



da Saverio Tutino, La commossa ricostruzione di Castro della vita e degli ultimi giorni del glorioso capo rivoluzionario. Guevara assassinato dai sicari di Barrientos. Come i dirigenti cubani hanno raggiunto la convinzione che le notizie erano vere - Domani una grande cerimonia nella piazza della Rivoluzione all'Avana. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - ottobre - 17

Brano: La commossa ricostruzione di Castro della vita e degli ultimi giorni del glorioso capo rivoluzionario
Guevara assassinato dai sicari di Barrientos
Come i dirigenti cubani hanno raggiunto la convinzione che le notizie erano vere — Domani una grande cerimonia nella Piazza della Rivoluzione all'Avana
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, 16.
«Soltanto agli imperialisti, i quali sanno di sicuro che “Che” Guerara è morto, può interessare che si diffonda il dubbio che egli sia ancora in vita. Solo il nemico può avere interesse a diluire in mesi o in anni di mistero, fra il dubbio e la speranza, l'urto emotivo dell'esempio che proviene dalla condotta di “Che” Guevara. Perciò non si deve perdere tempo né lasciare che l'avversario assuma l'offensiva psicologica. I rivoluzionari credono nel valore dell'esempio e un esempio come quello di Guevara nessuno lo potrà mai eliminare».
Con queste lucide conclusioni, dette con tono semplice, del tutto privo di retorica, Fi[...]



da Vincenzo La Rocca, Il marxismo e la nostra lotta per la democrazia in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: [...]o un ricorso alla pressione dall' alto, è dell' anarchismo : 2°) che il
principio secondo il quale il partito della classe operaia non potrebbe partecipare in alcun caso a
un governo provvisorio, e questa partecipazione costituirebbe un tradimento verso la classe operaia, non è un principio marxista, ma del confusionismo anarchico.
Quando Millerand e Jaurès, pretendendo salvare la repubblica, si alleavano a questo scopo con i partiti borghesi imperialisti, deformavano e rinnegavano il marxismo. A quel tempo la repubblica, in Francia, era un fatto ; nessun pericolo serie, la minacciava, e il proletariato aveva la piena possibilità di sviluppare la sua organizzazione_ politica indipendente ; se mai, influenzato dagli esercizi parlamentari e dall'opportunismo dei capi, essc. non sapeva profittare abbastanza dt questa possihilt.
Nella Russia del 1905, a. una svolta della storia, e in un periodo di ascesa del movimento operaio, i bolscevichi volevano istituire e difendere la democrazia e la repubblica, alleandosi a questo scopo con la borghesia ri[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]zione consente di dire. Se ieri per le condanne non furono chieste prove perché non sarebbero state date, oggi non si chiedono le controprove che sarebbero date volentieri, perché ciò comporterebbe una fatica inutile. È certo per tutti che la verità é la seconda.
Non è il caso di insistere troppo su questo argomento: vorremmo solo aggiungere che come ieri non credemmo, oggi non crediamo, se non ci saranno date incontrovertibili prove, che « gli imperialisti riponevano particolari speranze nel loro vecchio agente Beria, che si era perfidamente insinuato nei posti dirigenti del partito e dello Stato » (Relaz. Krusciov, pag. 16465), né, in ogni caso, che la sua eliminazione ed il modo di essa sia « una grande vittoria del Partito, una vittoria della sua direzione collegiale ». Al contrario. Pensiamo che Beria può aver commesso determinati errori politici, od anche colpe, ma dubitiamo di quella per cui sarebbe stato da sempre agente dell'imperialismo se, per tutta la guerra mondiale, egli fu il responsabile della sicurezza interna dell'URSS e, nell'[...]



da Massimo Robersi, Patto islamico: una sfida imperialista ai popoli arabi [sopratitolo: I "pellegrinaggi diplomatici" del monarca saudita all'insegna dell'attacco contro le forze del progresso] in KBD-Periodici: Rinascita 1966 - 10 - 1 - numero 39

Brano: [...]ace e a questo incupirsi dell'orizzonte non possono non far riscontro appelli alla vigilanza e misure adeguate. Così, commentando le recenti sentenze del Cairo contro i membri dell'organizzazione clericale e terroristica della « Fratellanza musulmana », il giornale egiziano alMassa ha inquadrato in questo modo la situazione: « Non c'è bisogno di fare molti sforzi per stabilire una collusione tra le deviazioni dei Fratelli musulmani; i complotti imperialistisionisti nella regione e l'azione di re Feisal in vista della creazione d'una alleanza che si qualifica islamica, ma che non è suscettibile di servire che gli interessi della reazione, dell'opportunismo e del colonialismo ».
A questo punto, proprio perchè appare un poco il bandolo della matassa che egli stesso sta intrecciando, diventa utile tornare a seguire da vicino le mosse di re Feisal. Dopo aver visitato Iran e Pakistan, Turchia e Marocco, Sudan e Somalia, egli intende recarsi in Tunisia, nel Mali e nella Guinea; scopo di queste visite è promuovere un grande incontro di capi islamici
e[...]



da Jacques Howlett, I comunisti e la lotta contro il colonialismo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]a e associare quei popoli alle forme superiori dell'economia; bisognerà infine, organizzare la collaborazione economica tra i lavoratori delle nazioni arretrate e quelli delle nazioni progredite (11). Nel 1925, Stalin lancia la parola d'ordine : « Bisogna proletarizzare le regioni coloniali », cioè svilupparne l'industria, creatrice d'un proletariato forte e cosciente, capace di trascinare le masse. Nelle zone d'influenza capitalista, gli stessi imperialisti sono condotti a sviluppare l'industria dei paesi da essi dominati, avviando così la liquidazione delle antiche strutture sociali e aiutando, loro malgrado, l'ascesa del proletariato. Così la crisi rivoluzionaria guadagna terreno nelle colonie.
Quali che siano i processi che hanno condotto a queste crisi nei vari paesi colonizzati, non si pub dire che, dal 1925 in poi, gli avvenimenti abbiano smentito i dottrinari della rivoluzione comunista. Attualmente, nei paesi colonizzati (sia d'Africa che d'Asia), noi stiamo infatti assistendo non già soltanto a un risveglio dei nazionalismi, ma alla lo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine imperialisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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