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Il segmento testuale immobilismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 606Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 205

Brano: Azione, Partito d’

ciali generali e delle gerarchie superiori, ai ' ricercati dalle polizie tedesche e fasciste, ai vecchi antifascisti più in vista, agli ebrei, uomini, vecchi e donne. Il clima di immobilismo si sprigionava da questi ambienti. E dal centro del cristianesimo, naturalmente, si tendeva ad allargare ogni possibilità di atmosfera « neutrale ».

Alla fine del settembre 1943 il Partito d'Azione aveva già creato a Roma un centro per i collegamenti. In primo luogo aveva fatto arrivare nel Sud un proprio emissario, attraverso le linee tedesche; in seguito a questa missione, potè usufruire di due aviolanci, di cui uno solo riuscito, di materiale bellico, per altro assai scarso, da parte dei servizi alleati. Potè quindi collegarsi con Leo Valiani (v.), Renato Pierleoni e Aldo Garoscì, « gie[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 58

Brano: [...]argamento del suffragio elettorale,

12) * Disarmo generale e progressivo.

Colpisce profondamente il fatto che su questo stesso schema del 1899, in dodici punti, siano stati rimodellati anche i programmi del Partito popolare del 1919 e della rinata Democrazia cristiana del 1943, senza differenze di rilievo, se pure con gli aggiornamenti e i ritocchi resi indispensabili dal procedere degli eventi. In questa coerenza ideologica, che rasenta l’immobilismo, vanno visti i pregi, ma anche i limiti storici e politici del movimento, che in mezzo secolo di sviluppo non ha visto sostanzialmente progredire le sue posizioni.

A parte le rivendicazioni che potevano essere fatte proprie da qualsiasi governo (riforma tributaria, repressione dell’usura, diffusione dell’istruzione popolare, tutela degli interessi agricoli, industriali e commerciali, ecc.), sul terreno strettamente politico sin dal 1899 si chiedeva la rappresentanza proporzionale alle elezioni politiche, un largo decentramento amministrativo (che nel 1919 avrebbe trovato anche i primi acce[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 66

Brano: [...]l loro coerente sviluppo e perfezionamento: subordinazione della società allo Stato [statalismo), autoritarismo, elitarismo gerarchico, culto della individualità dell'uomo politico come capo illuminato. Lo sviluppo e il perfezionamento di tali tendenze maturano nella misura in cui si aggrava e diviene cronica la crisi del regime parlamentare, vale a dire il contrasto fra le aspettative della maggioranza (popolare) degli elettori e il sostanziale immobilismo sociale del parlamentarismo. Inserendosi appunto in questa crisi di fiducia tra elettori ed eletti, il fascismo attacca, con il regime parlamentare, l’intera vita politica, vale a dire ogni collegamento fra la vita statale e la volontà popolare, e annuncia — con la distruzione delle organizzazioni politiche e sociali (partiti, sindacati, ecc.) — la « restaurazione » della autorità dello Stato nonché il ripristino della « pace sociale » (cioè il divieto delle lotte e agitazioni operaie e contadine, degli scioperi ecc.), guadagnando consensi anche fra strati popolari sfiduciati e stremati. Quan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 227

Brano: [...] 1929 Mussolini lasciò i tre ministeri militari (la Guerra nelle mani del generale Pietro Gazzera, la Marina in quelle deN’ammiraglio Giuseppe Sirianni, l’Aviazione a Ita

lo Balbo) e da quel momento i sia pur limitati tentativi di svecchiamento degli ordinamenti e degli organici militari furono compiuti solo per la Marina e per l’Aviazione.

Per quanto riguarda l’Esercito, la politica militare del fascismo fu caratterizzata dal più completo immobilismo, risultato non soltanto dei riflessi della crisi economica generale che imponeva una certa cautela nella spesa, e nemmeno della mediocrità del ministro Gazzera (al quale 0. Armellini attribuisce un sia pur « tardivo » proposito di attuare misure di riorganizzazione dell’organico). Più gravida di conseguenze negative per la situazione dell’Esercito fu infatti in quegli anni l’aperta fascistizzazione delle alte gerarchie che agivano in base a criteri di immediato tornaconto personale. Esemplare a questo proposito è il caso di Badoglio: promosso maresciallo nel giugno 1926, trovò modo di farsi n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 303

Brano: [...]enti più sensibili, motivata da strutture superate e che paiono immobili sulla progettata strada federalista. Quantunque i trattati delle varie Comunità (C.E.C.A., art. 21; C.E.E., art. 108) prevedano l'elezione di un « parlamento europeo » a suffragio universale e diretto, ben poco si è fatto lungo questa strada.

Si scontrano su questo terreno proposte radicali (per tutte, quelle dello Spinelli) con altre, di una gradualità che in sostanza è immobilismo. Afferma lo Spinelli: « L'assemblea eletta dal popolo ha il mandato di redigere e di votare entro sei mesi la costituzione degli Stati Uniti d’Europa ». Controbatte Brugmans, rettore del Collegio d’Europa: « Cominciamo modestamente, avendo in mente l’insieme del nostro programma. Un'assemblea eletta può diventare

Manifestazione di giovani contro il Patto atlantico (Roma, 1968)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 399

Brano: [...]sità chiederò istruzioni al Comando supremo ».

La discussione terminò con un nulla di fatto. Il generale dimostrava soprattutto interesse a conoscere a quale partito appartenessero i comandanti partigiani.

Il commissario politico fece ritorno a Forlì. Dopo il suo rapporto vennero convocati tutti i comandanti di distaccamento. Questi, valutati gli elementi della situazione, decisero aH'unanimità di insorgere e liberare la città nonostante l’immobilismo degli Alleati. Alle ore 23 dell'8 novembre tutti i partigiani armati erano pronti nei loro rifugi. Secondo un piano minutamente elaborato, alle ore 2 del 9 novembre, da quaranta basi di partenza, le squadre dei vari distaccamenti scattarono, ognuna puntando sull’obiettivo preventivamente assegnato. Colti di sorpresa aN’interno delle loro caserme, i tedeschi tentarono di imbastire una difesa, ma dopo alcune ore di furioso combattimento strada per strada, furono costretti a ritirarsi in disordine. Forlì era finalmente libera.

Nella stessa mattina dei 9, la Giun

ta designata dal C.L.N. si [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 52

Brano: [...]da un gruppo di moderati unitari facenti capo a Bettino Rica soli, « La Nazione » (la cui tiratura salì, dal 1861

a fine secolo, da 3.000 a 7.000 copie) mantenne l’impronta moderata, pur con qualche oscillazione di segno fortemente conservatore, fino alla Prima guerra mondiale. La paura di qualsiasi cambiamento politico portava inevitabilmente il giornale, che era l’espressione più genuina del blocco agrarioindustriale toscano, ad auspicare l’immobilismo istituzionale e la repressione di qualsiasi movimento che cercasse di modificare gli equilibri sociali o economici.

Contro GioJitti

Infatti, nel 1902, in seguito all’ascesa di Giovanni Giolitti al governo e dopo l’enunciazione del programma di riforme sociali proposto dal

lo statista piemontese, che avrebbe dovuto coinvolgere anche l’ala riformista del P.S.I., « La Nazione » si fece promotrice di un Comitato di Salute Pubblica, di cui entrarono a far parte gli esponenti più autorevoli del blocco agrarioindustriale della regione: presidente onorario era il CambraiDignyi presidente eff[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 556

Brano: [...]del popolo. La resistei za si concentrò nel popoloso quartiere Cantarana dove, dopo la devastazione della cooperativa di via Taverna e l’uccisione da parte dei fascisti del giovane comunista Gaetano Lupi (19.3.1922), si sviluppò una lotta armata simile a quella dell’OItretorrente parmense, sebbene minore per durata e intensità. Ma fu una lotta senza speranza. Essa dovette fare i conti, da una parte, con la sfiducia, la stanchezza delle masse e l’immobilismo della dirigenza socialista; dall’altra, con la virulenza dello squadrismo barbielliniano, apertamente sostenuto dalle istituzioni statali e dalla polizia.

Lotta antifascista

Con la presa del potere da parte del fascismo si aprì un lungo periodo di persecuzione contro gli antifascisti. Piegati e dispersi dalla violenza fascista, i lavoratori furono costretti a iscriversi nelle organizzazioni di regime. Molti dei dirigenti più esposti dovettero riparare all’estero (Mazzoni in Svizzera, Faggi e Canzi in Francia), altri finirono con l’aderire al fascismo. A rappresentare l'opposizione antif[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 585

Brano: [...]servato e gelosamente custodito dalla sua popolazione. Nel corso dei secoli, sino quasi alle soglie dell’era attuale, Pienza è però vissuta all'ombra delle grandi famiglie nobiliari: i Piccolomini, i Forteguerri, i Bologna, gli Origo; quindi la sua vita e le sue attività sono state modellate dal potere delia grande proprietà terriera.

Movimento socialista

Solo la diffusione delle idee socialiste, agli albori del 1900, cominciò a scuotere l’immobilismo del potere

agrario e a dare speranza ai mezzadri più poveri, ai braccianti, agli artigiani.

Subito dopo la Prima guerra mondiale sorsero le sezioni socialiste a Pienza e a Monticchiello, le leghe operaie e contadine che assunsero presto uno sviluppo notevole. Nelle elezioni provinciali del 1920 e in quelle comunali del 1921 i socialisti conquistarono tutti i seggi in palio. I mezzadri, gli operai, i coltivatori diretti e gli artigiani si schierarono in stragrande maggioranza a sinistra: i socialisti ottennero 701 voti e i conservatori 207. Per mancanza di collegamenti con i centri opera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 611

Brano: [...] una vera e propria « cittadella operaia », dove affluiva dalle campagne circostanti la mano d’opera in cerca di lavoro. A documentare questo rapido processo di urbanizzazione, basti pensare che dal 1901 al 1911 la popolazione del comune passò da 8.309 unità a 19.660. Col mutare della situazione economica si verificarono profonde modificazioni nell’assetto politico e sociale: la vecchia classe dirigente terriera, che aveva caratterizzato col suo immobilismo la vita amministrativa, venne progressivamente emarginata, lasciando il posto alla borghesia industriale, contro la quale ben presto si levarono le prime organizzazioni della classe operaia. All’inizio degli anni ’90 sorsero associazioni di indirizzo socialista e anarchico, nel 1896 fu costituita la prima Sezione del P.S.I., nel novembre 1899 si ebbe alla Magona il primo sciopero degli operai siderurgici piombinesi. Nell'età giolittiana lo scontro tra borghesia imprenditoriale e classe operaia si fece acuto, mentre l’industria locale subiva un processo di ristrutturazione che avrebbe portato [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine immobilismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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