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Il segmento testuale gramsciani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 225Analitici , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Gli interventi] Gastone Manacorda in Studi gramsciani

Brano: [...]siamo, oggi, in una fase tale di studi su Gramsci che ci occorre innanzitutto uscire dal generico e cominciare a proporci, direi, due serie di studi: 1’una — ed è quella sulla quale vorrei brevemente soffermarmi — che ci serva a chiarire la posizione storica del pensiero di Gramsci per quello che riguarda determinati problemi, quelli appunto che sono oggetto della relazione testé tenuta; l’altra, invece, che verifichi nella ricerca alcuni spunti gramsciani e li porti avanti autonomamente. Qualche cosa, in questa seconda direzione, è stato già fatto in questi anni, e bisogna dire che in realtà si è già constatata la vitalità, l’attualità delle interpretazione storiche e dei suggerimenti storiografici che si trovano nell’opera politica di Gramsci. Ma nonostante questo — anzi forse proprio per questo — recentemente si è aperta una polemica sul valore storiografico degli scritti di Gramsci; una polemica, che nel corso del 1956 ha toccato il suo apice ed il suo momento più interessante in seguito ad uno scritto di un giovane storico liberale, Rosari[...]

[...]ppena iniziata, l’esame più profondo del sistema giolittiano e delle alleanze di classe sulle quali esso poggia, come è delineato nelle Note sulla questione meridionale e ripreso in parte nei Quaderni.

Il discorso, invece, che si deve fare sui temi più strettamente legati al Risorgimento è un po’ diverso. La recente discussione suscitata dallo scritto di Romeo ha messo in luce che la realtà, la fondatezza, la concretezza storica di certi temi gramsciani non può più essere disconosciuta. Vorrei soltanto aggiungere, a questo proposito, per l’esatto intendimento del pensiero gramsciano, che il problema contadino del Risorgimento in Gramsci è solo un aspetto del problema più generale che Gramsci imposta, che è quello della direzione politica e delle forze rivoluzionarie sulle quali potevano fare assegnamento i partiti del Risorgimento. Dico questo, perché isolando il problema contadino e mostrandolo come centrale nel pensiero di Gramsci si rischia di dimenticare la complessità ed anche l’ampiezza della sua visione storica. Ad esempio, io ho lett[...]

[...]ine cronologico di comGastone Manacorda

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posizione dei Quaderni, per quanto è possibile, e [rispetti la collocazione che i singoli frammenti hanno in ciascun Quaderno; e non entro in particolari, perché so che la questione presenta anche varie difficoltà, (frammenti scritti due volte in Quaderni diversi, ecc.). Io mi limito a sottoporre all’attenzione del Convegno questa questione che ritengo pregiudiziale aUapprofondimento degli studi gramsciani.



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Seroni, La distinzione fra «critica d'arte» (estetica) e «critica politica» in Gramsci, il concetto di «lotta culturale» e le indicazioni metodiche per un nuovo storicismo critico in Studi gramsciani

Brano: [...] con coraggio e talora
1 L. V. N., p. 7.
2 L. V. N., pp. 1921.
3 L. V. N., p. 20.
Adriano Seroni 263
intelligenza; quel che non si è fatto, troppo spesso, è stata la sperimentazione del giudizio estetico, ragion per cui si è dato patenti di « opere d'arte » anche ad opere che interessavano soltanto per la loro tendenza culturale).
Gioverà ora introdurre alcune serie di esempi, positivi e negativi, per saggiare, nel corpo vivo degli scritti gramsciani, la consistenza della problematica critica che abbiamo accennato.
Esempi positivi all'interno della esperienza graniciana.
a) la notazione, estremamente importante, su Dante, « ammirazione » e « amore », e conseguentemente il consiglio di leggere i classici con distacco 1. Mi è già avvenuto, in un recente articolo pubblicato sugli Studi danteschi 2 di notare che, in una posizione del genere, Gramsci si trova d'accordo con uno studioso di ben diversa formazione e tendenza qual è lo Spitzer;
b) la profonda e fondamentale intuizione della posizione storica della poesia di Leopardi 3: il poeta[...]

[...]a meglio, se pensiamo a due ordini di fatti: che, intanto, Gramsci non poté aver visione diretta e sufficiente dei testi letterari presi in esame, e che subí inoltre l'influsso di una nota posizione crociana, quando il filosofo dei « distinti », impaurito delle conseguenze di alcuni punti della sua prima estetica, sviluppò un'azione polemica indistinta nei confronti di quella letteratura. È innegabile anche il fatto che l'apparizione dei giudizi gramsciani quando già si era giunti ad una certa precisazione dei valori di quella letteratura ha reso piú dannoso l'errore: troppo spesso giovani critici seguaci di Gramsci, trascurando le premesse di carattere generale, si sono rifatti a quest'esempio negativo, riproponendo, in guisa di schema cristallizzato, il brescianesimo e l'antibrescianesimo.
Chiusa qui l'esemplificazione, ci sia consentita un'ultima annotazione, che, riallacciandosi a quanto dicevamo all'inizio, può avviare una prima parziale conclusione sul tema che ci interessa: i modi di quella possibile fusione fra critica estetica e lotta[...]



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]e.

1 O. N., pp. 78.406

Le relazioni

«protesta del divenire storico contro ogni irrigidimento e ogni impaludamento del dinamismo sociale ». E prosegue : « la critica marxista alla economia liberale è la critica al concetto di perpetuità degli istituti umani economici e politici; è la ridiuzione a storicità e contingenza di ogni fatto, è una lezione di realismo agli astrattisti pseudoscienziati».

Non è facile staccarsi da questi testi gramsciani, cosi limpidi e precisi, sul processo storico come effettiva conquista di libertà, contro ogni mistificazione del socialismo, contro ogni esperantismo pseudomarxista che non tenga conto della vita reale di un popolo1. Tutti gli articoli del 19 andrebbero sottolineati con quelle loro dichiarazioni nettissime: « l’esperienza liberale non è vana, e non può essere superata se non dopo averla fatta » ; « la creazione dello Stato proletario non è... un atto taumaturgico : è... un da farsi, è un processo di sviluppo ». L’urto contro le cristallizzazioni in nome del processo di liberazione umana prod[...]

[...]elaborazione della filosofia della prassi fa corpo con una storia d’Italia, dei suoi gruppi intellettuali, non isolati nelle loro idee o nei loro scritti, ma visti in rapporto con le forze reali operanti, e con quei popolani la cui voce solo di rado sembra affiorare o essere ascoltata e conservata, ma che pure hanno espresso lungo i secoli artisti e contadini, artigiani, e ciompi, e soldati. Non è difficile « schedare » il materiale dei Quaderni gramsciani lungo queste linee, e ordinarlo per argomenti ad esse riconducibili. D’altra parte questa « storia » doveva sempre legarsi criticamente alle « altre storie » : a quelle più valide per intima solidità, esprimenti efficacemente forze e temi di rilievo; cosi come a quelle dominanti e trionfanti sul piano politico italiano. Uno dei segni del carattere non velleitario della critica gramsciana dei Quaderni sta proprio nel suo rapporto costante con Croce da un lato, e con le più vistose e rilevanti manifestazioni delle correnti cattoliche e idealistiche dall’altro.

Il fatto che cosi spesso l’oper[...]



da Ranuccio Bianchi Bandinelli (Presidente Istituto Gramsci), Premessa [segue organigramma comitato d'onore e comitato direttivo Istituto Gramsci] in Studi gramsciani

Brano: Nei giorni 1113 gennaio 1958 si è svolto a Roma, organizzato dell'Istituto Gramsci, il I Convegno di studi gramsciani, i cui Atti vengono pubblicati nel presente volume.
Il Convegno si proponeva di portare un sostanziale contributo alla conoscenza, alla discussione dei principali nuclei del pensiero e dell'azione di Antonio Gramsci, all'approfondimento di tutta la vasta tematica intorno alla quale si dispiegò la sua appassionata indagine sia negli anni di accese lotte politiche che precedettero l'arresto, sia negli anni di tormentosa riflessione trascorsi nel carcere e stroncata dalla morte.
Lo studio del pensiero e dell'azione di Gramsci non si esaurisce negli studi che vengono qui pubblicati; essi costit[...]

[...]osti, in modo che la relazione costituisce piú che una elaborazione dello schema, un sostanziale ampliamento della sua tematica; le comunicazioni distribuite all'inizio dei lavori; le relazioni; gli interventi nel corso del dibattito; fra questi sono stati riportati quegli interventi in commissione che avessero carattere integrativo e non riassuntivo delle comunicazioni scritte e degli interventi in seduta plenaria.
A questo I Convegno di studi gramsciani, altri ne seguiranno su temi
VI
piú delimitati, specifici, che restringendo il quadro della indagine ne favoriscano un ulteriore approfondimento.
A nome del Comitato direttivo dell'Istituto Gramsci ringrazio vivamente quanti hanno contribuito alla realizzazione del Convegno; in primo luogo i relatori che hanno dato la impostazione ai lavori, gli autori delle comunicazioni, quanti sono intervenuti nel dibattito; gli studiosi italiani e stranieri che hanno partecipato ai nostri lavori; i collaboratori dell'Istituto Gramsci e tra questi il dott. Franco Ferri che ha curato la preparazione, l'o[...]



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]osegue Gramsci — che ogni nuova teoria studiata con ' eroico furore ' (cioè... non per mera curiosità esteriore ma per un profondo interesse) per un certo tempo, specialmente se si è giovani, attira di per se stessa, si impadronisce di tutta la personalità, e viene limitata dalla teoria successivamente studiata,
(*) Per concessione dell'Istituto Gramsci e degli Editori Riuniti pubblichiamo due delle quattro relazioni tenute al Convegno di Studi Gramsciani (svoltosi in Roma nel gennaio 1958) i cui atti sono in corso di pubblicazione.
** Le abbreviazioni per i riferimenti ai volumi delle opere sono quelle adottate per l'indice generale posto in fondo al vol. VII. Il vol. IX è indicato con l'abbrevazione O. N. Si è inoltre usata, soprattutto per le pp. 20233, l'Antologia popolare, Roma 1957, a cura di C. Salinaci e M. Spinella; per altri scritti non raccolti in volume ci si é serviti delle riproduzioni in a Rinascita », vol. 14, 1957, pp. 14658. De La città futura si é usata una riproduzione fotografica del giugno 1952; per Id Grido del Popolo l[...]

[...]mente, per usare ancora un'espressione gramsciana, « la protesta del divenire storico contro ogni irrigidimento e ogni impaludamento del dinamismo sociale ». E prosegue: « la critica marxista all'economia liberale é la critica del concetto di perpetuità degli istituti economici e politici; é la riduzione a storicità e contingenza di ogni fatto, é una lezione di realismo agli astrattisti pseudoscienziati ».
Non é facile staccarsi da questi testi gramsciani, così limpidi e precisi, sul processo storico come effettiva conquista di libertà, contro ogni mistificazione del socialismo, contro ogni esperantismo pseudomarxista che non tenga conto della vita reale di un popolo (20). Tutti gli articoli del '19 andrebbero sottolineati con quelle loro dichiarazioni nettissime: « l'esperienza liberale non é vana, e non può essere superata se non dopo averla fatta »; « la creazione dello stato proletario non é... un atto tumaturgico: é... un farsi, é un processo di sviluppo ». L'urto contro le cristallizzazioni in nome del processo di liberazione umana produ[...]

[...]orazione della filosofia della prassi fa corpo con una storia d'Italia, dei suoi gruppi intellettuali, non isolati nelle loro idee o nei loro scritti, ma visti in rapporto con le forze reali operanti, e con quei popolani la cui voce solo di rado sembra affiorare o essere ascoltata e conservata, ma che pure hanno espresso lungo i secoli artisti e contadini, artigiani, e ciompi, e soldati. Non è difficile « schedare » il materiale dei « quaderni » gramsciani lungo queste linee, e ordinarlo per argomenti ad esse riconducibili. D'altra parte questa « storia » doveva sempre le
(28) P. 34, 63, 131.
(29) M.S. 21 sgg., 25, 75 sgg. (per la distinzione forze materialiideologiecontenuto forma, distinzione « meramente didascalica », cfr. M.S., 49).
172 EUGENIO GARIN
garsi criticamente alle « altre storie »: a quelle più valide per intima solidità, esprimenti efficacemente forze e temi di rilievo; così come a quelle dominanti e trionfanti sul piano politico italiano. Uno dei segni del carattere non velleitario della critica gramsciana dei « quaderni » s[...]



da Enrica Lauzi, Studi gramsciani in KBD-Periodici: Calendario del Popolo 1969 - numero 302 - dicembre

Brano: Studi gramsciani
di Enrica Lauzi
Gli atti del Convegno internazionale di studi gramsciani, tenutosi a Cagliari dal 23 al 27 aprile del. 1967 in occasione del trentesimo anniversario della morte di Gramsci, e che sono stati ora raccolti nel volume Gramsci e la cultura contemporanea, (Roma, Editori Riuniti Istituto Gramsci 1969, pagg. 558, L. 3.800), rappresentano un utile tentativo di dare un quadro della persona e dell'opera di Gramsci non più limitato alla sola cultura italiana contemporanea ma esteso a quella internazionale; inoltre cercano di impostare i nuovi problemi derivanti dalla messa a fuoco di alcuni temi rimasti tutt'ora poco conosciuti, e che quindi richiedono un ult[...]



da [Gli interventi] Paolo Spriano in Studi gramsciani

Brano: [...]che parte, a fare a sue spese su alcune proposizioni assunte come espressione di affermazioni generali di dottrina, valide universalmente.

Brevemente intendo ricordare che ce un angolo visuale illuminante sulla questione : quello della esperienza stessa della alasse operaia torinese nel primo ventennio del nostro secolo, soprattutto nel decennio giolittiano e .prima della guerra mondiale. Varrà 'la pena di ricordare, infatti, che gli articoli gramsciani dell’Ordine Nuovo, stesi nel fuoco della lotta, in una situazione quale quella del ’19’20, che non ho qui bisogno di richiamare (anche dopo quanto è stato detto da alcuni relatori e da alcuni intervenuti nella discussione), erano rivolti precisamente a quegli operai538

Gli interventi

torinesi, « in carne ed ossa », per usare una famosa espressione gramsciana, scritti per loro, sulla base della loro esperienza vissuta.

Uno studio sul periodo in cui un proletariato moderino si forma a Torino ed assume via via, con esemplare linearità, i suoi caratteri tipici di proletariato particolar[...]

[...] in un ambiente socialmente molto più avanzato e complesso di quello del Mezzogiorno.Paolo Spriano

539

Lo stesso sindacalismo rivoluzionario rivelerà, allia prova dei fatti, un distacco non minore di queHo dei riformisti dalla vita di fabbrica, dalla spinta autonoma della classe operaia, rivelerà sostanziallmente il suo carattere piccoloborghese ed intellettualistico.

È ,a questa stregua che acquistano una luce particolare gli scritti gramsciani del 1919, in cui costante è la duplice polemica contro il riformismo e contro iil sindacalismo. Tale polemica, mentre è resa indilazionabile par la situazione estremamente delicata ed urgente, per la chiarificazione che deve sollevare in mezzo .alile masse, si mostra capace di mordere niella reale esperienza, nella psicologia stessa delle masse operaie torinesi. Non è casuale — in proposito — che contro il sindacalismo si muova la più veemente polemica di Gramsci, in questo periodo1 dell’Ordine Nuovo. Si guardi infatti quanta acutezza di giudizio, quanto equilibrio storico, pur nel fuoco di u[...]



da [Gli interventi] Eric Hobsbawm in Studi gramsciani

Brano: [...]icolo degno di rilievo apparso nel Marxist Quarterly, e senza dubbio vasta eco avrà la prima scelta degli scritti di Gramsci che finalmente siamo riusciti a pubblicare in traduzione inglese. Questa edizione, malgrado le critiche, e molte, che ad essa possono essere mossee costituisce senza dubbio un passo avanti, perché dà la possibilità di leggere in lingua inglese una serie di scritti di Gramsci.

Fino ad ora, dunque, il bilancio degli studi gramsciani e dell’influenza di Gramsci in Inghilterra è abbastanza modesto. Fatto inevitabile perché solo i rari inglesi in grado di leggere in italiano e, fra loro, soprattutto i marxisti, hanno diffuso le sue idee; fatto che trova una spiegazione anche nella peculiarità, e se mi permettete, l’italianità di Gramsci.

Tutto in Gramsci, il suo idioma, il suo stile, le sue allusioni, la sua

35.536

Gli interventi

formazione culturale e intellettuaile, tutto presuppone una conoscenza precisa della vita italiana, delle tradizioni e della storia italiana; e bisogna pur riconoscere che queste tradi[...]



da [Gli interventi] Roberto Battaglia in Studi gramsciani

Brano: [...]a capacità di esercitare stabilmente la sua egemonia.

Ricordo su questo punto una delle sue citazioni più rapide ed illuminanti, allorché egli afferma che nel periodo del dopoguerra « l’apparato egemonico si sgretola e l’esercizio deU’egemonia da parte della borghesia diviene permanentemente difficile ed aleatorio. Il fenomeno viene presentato e trattato con vari nomi ed in vari aspetti secondari e derivati ». C’è qui la traduzione in termini gramsciani del concetto leninista del capitalismo morente, traduzione che nasce daH’interno stesso deH’esperienza pratica di Gramsci. Egli ha letto infatti gli scritti leninisti suirimperialismo quando già la sua coscienza di militante della classe operala era matura e disposta ad accoglierli, ricavando poi dagli stessi scritti l’impulso per una elaborazione ulteriore, per un successivo passo in avanti compiuto a contatto della realità in continuo sviluppo. Si veda a questo proposito l’acuta e puntuale analisi ch’egli fa dello Stato fascista, ponendo attenzione innanzi tutto a quella compenetrazione fra[...]



da [Gli interventi] Giorgio Candeloro in Studi gramsciani

Brano: [...]i appartengono a vari momenti e furono stesi in rapporto a problemi molto diversi.

Comunque è chiaro che Gramsci si rese perfettamente conto della complessità deHopera del Gioberti, politica e filosofica, e comprese che il Gioberti non può essere considerato semplicemente come un rappresentante del moderatismo, poiché presenta degli aspetti radicalmente innovatori accanto a spunti conservatori e quasi reazionari.

Ho indicato questi giudizi gramsciani su uomini del Risorgimento come esempi di problemi che meriterebbero di essere affrontati in modo nuovo allo scopo di raggiungere una più chiara conoscenza del Risorgimento e in generale di tutta la storia d’Italia. Quegli studiosi di storia, che non si appagano del problemismo minuto o delle interpretazioni tradizionali o dell’astratto ideologismo, possono trovare neiropera di Gramsci un insegnamento di grande valore per condurre una ricerca storica animata da uno spirito rigorosamente scientifico e al tempo stesso da una chiara prospettiva di rinnovamento e di progresso politico e sociale.


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine gramsciani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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