Brano: [...]Comandi italiani, disorientati anche dalla mancanza di ordini da Roma e che, per contro, respingevano i ripetuti tentativi compiuti dai comitati antifascisti locali per volgere le armi contro l’invasore: una « diplomazia » rivelatasi disastrosa, in quanto tutti gli accordi con i tedeschi furono da questi violati subito dopo la firma.
Assai più difficile per i tedeschi si rivelò il compito di impadronirsi del retroterra delle città (specie del Goriziano) e di mantenere il controllo di vitali linee di comunicazione da Gorizia a Trieste, da Trieste a Lubiana, da Trieste a Fiume.
La combattività delle formazioni partigiane slovene e croate, unitamente all’insurrezione delle popolazioni croate, esplosa in Istria in concomitanza con l’armistizio e col crollo dell’odiato apparato poliziesco e militare italiano, misero in seria difficoltà i tedeschi, isolandoli nelle città occupate, cioè a Gorizia (v.), presa il 12 settembre (come Udine) e a Trieste (caduta il 9, quasi senza colpo ferire).
Dal 12 settembre avrà effettivo inizio quella « batta[...]
[...]igi Mauro, Olga Camolese, Ondina Peteani, Romano Spartaco, i fratelli Sfiligoi, Giuseppe Petean, Giuseppe Vrech, Angelo Sclaunich, Costante Dreos, Renato Valenti, Spartaco Padovan, Edy Stocher, Angelo Cornar, Giuseppe Sponton, i fratelli Adriana e Argo Tambarin, Milan Tercon, Mario Visintin, Romano e Antonio Fumis, Toni Lonzar, Silvio Marcuzzi (creatore dell'intendenza partigiana « Montes »). Pochi erano i militari e, fra questi, il sottotenente goriziano Giuseppe Petroni che divenne comandante di un battaglione e cadrà in combattimento. Tutto ciò diede alla Brigata Proletaria, in maggioranza composta da italiani ma con un robusto nucleo di operai sloveni del Cantiere, un’ impronta sociale e ideologica di sinistra, nella quale emergevano le tradizioni di classe del comuniSmo
792