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Il segmento testuale giolittiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Gli interventi] Paolo Spriano in Studi gramsciani

Brano: [...]lopera di sollecitazione arbitraria dei testi che proprio Gramsci ripudiava e che si tende, da qualche parte, a fare a sue spese su alcune proposizioni assunte come espressione di affermazioni generali di dottrina, valide universalmente.

Brevemente intendo ricordare che ce un angolo visuale illuminante sulla questione : quello della esperienza stessa della alasse operaia torinese nel primo ventennio del nostro secolo, soprattutto nel decennio giolittiano e .prima della guerra mondiale. Varrà 'la pena di ricordare, infatti, che gli articoli gramsciani dell’Ordine Nuovo, stesi nel fuoco della lotta, in una situazione quale quella del ’19’20, che non ho qui bisogno di richiamare (anche dopo quanto è stato detto da alcuni relatori e da alcuni intervenuti nella discussione), erano rivolti precisamente a quegli operai538

Gli interventi

torinesi, « in carne ed ossa », per usare una famosa espressione gramsciana, scritti per loro, sulla base della loro esperienza vissuta.

Uno studio sul periodo in cui un proletariato moderino si forma a Tor[...]

[...]enti sintomatici. Fra tutti — a parer mio — forse il più significativo è quello di un mancato incontro profondo, rivoluzionario, tra le idee socialiste (e l'organizzazione del Partito) da un lato, ed il moto spontaneo che nasce spesso prepotentemente dal seno stesso delle fabbriche, dall’altro. E non solo e non tanto, per i limiti generali ideologici e politici del riformismo italiano, della corrente dominante nel socialismo italiano nel periodo giolittiano, ma, più precisamente, più pertinentemente, per le caratteristiche della sezione socialista locale. Essa era dominata da un riformismo che, assai più che altrove, si rivelava quasi esclusivamente a carattere elettoralistico e parlamentar istico {il che non escludeva un notevole grado di spirito settario nella pratica), si manifestava più di ogni altro distaccato dal movimento reale delle masse. E le masse 'erano in movimento. Già all’inizio del periodo di grande sviluppo delle forze produttive, già dal 1901 fimo ai grandi scioperi del 1906 e poi dell’11, del ’12, del ’13, la vivacità della lo[...]

[...] di essi può esercitare ‘l’operaio organizzato, tutta La massa operaia, quasi anticipando cosi quei temi sul rapporto tra operai ed intellettuali organici e tradizionali, che svilupperà in seguito, prima indite tesi sulla questione meridionale e poi nei Quaderni.

L’educazione teorica: essa, secondo me, viene anche ad assumere un valore molto importante da un altro punto di vista. La concezione che era apparsa tipica del riformismo nel periodo giolittiano, e anche del sindacalismo, al suo punto di approdo, era stata una concezione che intendeva il sistema capitalistico come destinato ad una naturale evoluzione: gli uni — i riformisti — insistevano suH’evoluzione per appoggiare la tesi gradualista dell’inserimento del movimento operaio nello sviluppo della società borghese; gli altri — i sindacalisti — la concepivano come elemento preparatore, nell’attesa messianica di una soluzione catastrofica. Al fondo, cera un punto comune tra le due concezioni, un corollario pratico: l’inutilità, o peggio, il danno per il movimento operaio di inserirsi in [...]



da [Gli interventi] Gastone Manacorda in Studi gramsciani

Brano: [...]io politico di tipo polemico che non si può trasferire sul piano storico. Mi pare che qui Gramsci non intenda a fondo il valore della lotta politica che si svolse all'interno della borghesia, (ma anche con la partecipazione, per la prima volta sul piano della politica nazionale, delle forze proletarie) alla fine del secolo XIX. Viceversa, mi sembra che resista all’analisi storica, che del resto è appena iniziata, l’esame più profondo del sistema giolittiano e delle alleanze di classe sulle quali esso poggia, come è delineato nelle Note sulla questione meridionale e ripreso in parte nei Quaderni.

Il discorso, invece, che si deve fare sui temi più strettamente legati al Risorgimento è un po’ diverso. La recente discussione suscitata dallo scritto di Romeo ha messo in luce che la realtà, la fondatezza, la concretezza storica di certi temi gramsciani non può più essere disconosciuta. Vorrei soltanto aggiungere, a questo proposito, per l’esatto intendimento del pensiero gramsciano, che il problema contadino del Risorgimento in Gramsci è solo un as[...]



da Guido Dorso (lettera di) e redazione (risposta di), Per il risanamento politico del Mezzogiorno in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]o meccanismo di cui si servivano, e nega ogni valore al virtuosismo di cui per tanto tempo si compiacquero. La stessa gioventù trasformista è oggi più semplicista e ai avvale di schemi mentali più elementari. Le basta iscriversi ad un partito che sembra possa vincere, e non pensa alla raffinatezza di tenersi fuori da tutti i gruppi politici per tentare di trovarsi al traguardo insieme al vincitore.
Il capolavoro meridionale, il vecchio deputato giolittiano, calandrino, sonniniano e mussoliniano, sempre pronto a giustificate, in nome dei supremi ideali nazionali, tutte le politiche, è oggi all' estremo delle forze, e non bisogna dargli l'appiglio per riaversi.
E vero che la politica interna dell'A.M.G. sembra sia stata
LA RINASCITA 15
svolta apposta per incoraggiare una ripresa trasformistica, ma a chi esamini attentamente la ragione intima delle cose, non potrà non apparire che sostanzialmente essa ne agevola l'esaurimento, poichè il rapido susseguirsi dei comandanti militari locali finisce per accentuare l'insicurezza dell'avvenire. È perci[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine giolittiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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