Brano: [...]fermavano tutti i movimenti di avanguardia che reclamavano la rottura delle solidarietà e il massimo di impegno centrifugo. Da questa contraddizione derivò la tentazione calligrafica che tanto affascinò figure, per altro suggestive, come Vicen$ Sole de Sojo, Carles Sindreu, o Àngel Planells e Carles Claveria. Ma di lì nacque anche il timore per ogni uso edonistico del linguaggio, un timore che condusse il valenciano Carles Salvador a una sintesi futuristanazionalista tanto moderata che alcuni dei suoi « opositors, com Duran de València, manejaren, anava a dir sense ànim de paradoxa, més motius d’Avantguarda que no Salvador » (p. 65). Si trattava di una reticenza direttamente legata alla condizione linguistica: c’è una frecciata polemica in uno dei manifesti di C. Salvador rivolto al gruppo de « L’Amic de les Arts », giornale su cui si davano appuntamento tutti i surrealisti catalani tra il 1926 e il 1930, in cui si fa sintomaticamente riferimento all’occitanismo come nota ideologica di fondo del gruppo stesso. E forse non è un caso che quello [...]
[...]rtizione quantitativa. In vero tutti, o quasi tutti i gruppi e i gruppetti catalani hanno finito per rendere omaggio, più o meno sentito, alla simbologia di questo o quel movimento d’avanguardia, persino gli oppositori più accaniti, come il pittorescrittore Santiago Russinyol, modernista, localista e colorista. C’è una sua bella tavola parolibera, ad esempio, nel giornale satirico « L’Equella della Torratxa » del 13.4.1917 che si intitola Retrat futurista', in essa le parole, disposte secondo la tecnica calligrammatica, disegnano il volto di un uomorobot. È il fantoccio filo tedesco contro il quale si rivolge lo strale satiricogrottesco del poeta, del pittore e del polemista politico. D’altra parte, in termini generali, proprio il capitolo della poesia visiva per l’ampiezza dell’arco temporale occupato, il numero degli autori che ne sono stati suggestionati, l’ecumenismo delle tecniche impiegate, risulta quello che maggior consistenza dimostra. Può servire, a questo punto, ricordare la ricca tradizione metametrica catalana del barocco, espress[...]
[...]ro dei meriti del libro di J. Molas. A SalvatPapasseit si devono infatti alcune delle più belle tavole del futurismo (una di esse è tradotta in italiano: Poesia sperimentale in Catalogna, « Carte segrete», 36, 1977, pp. 3879). Ma la sua maggiore originalità è nel tentativo di costruire un vero e proprio poemetto neoclassico, una forma che Salvat riprende da Joan Maragall, integrandovi le innovazioni metricotipografiche e i contenuti della poesia futurista: è lo straordinario Poema de la rosa als llavis del 1924.
Foix è autore di una delle più belle composizioni dada (il Poema de Sitges); è l’inventore del realismo magico (Gertrudis, 1927 e KTRU, 1932), che egli introduce separandolo dalla scrittura automatica surrealista (per un confronto si vedano le prose di Dall e Planellas riprodotte da Molas); è il solo poeta d’avanguardia in Europa che riesca a mettere insieme nei sonetti di Sol, i de dol (1936) il sessismo postfreudiano, il medievalismo alla Maurras e il neoumanesimo della poesia pura postsimbolista. La sua influenza sulla letteratur[...]
[...] del realismo magico (Gertrudis, 1927 e KTRU, 1932), che egli introduce separandolo dalla scrittura automatica surrealista (per un confronto si vedano le prose di Dall e Planellas riprodotte da Molas); è il solo poeta d’avanguardia in Europa che riesca a mettere insieme nei sonetti di Sol, i de dol (1936) il sessismo postfreudiano, il medievalismo alla Maurras e il neoumanesimo della poesia pura postsimbolista. La sua influenza sulla letteratura futurista, dada o surrealista, è stata nulla, ma il prezzo pagato per il mancato successo internazionale gli è valso il bottino più ricco in patria. Dal gruppo di Sabadell, che fu la sola 4 avanguardia ’ autoctona e stravagante (Molas ne parla alle pp. 9899), emerge la prosa narrativa di un Francese Trabai, o di un Cesar August Jordana, che già nei primi anni Trenta rendevano il giusto tributo al realismo foixano: più tardi verranno Calders e Perucho e gli epigoni. Intanto tutta la poesia catalana postribiana è sotto il segno, diretto o indiretto, di Foix: da Pere Quart a Ferrater, da Brossa a Gimferre[...]
[...]anguardia spagnola e ispanoamericana, con l’eccezione ovviamente del Brasile. Cosi come mi pare giusto che insista sugli aspetti generali nel definire l’apporto specifico alla storia dell’avanguardia europea (pp. 1517 e 1921), tenendo in minor conto i dati singoli. Tra questi tuttavia meritano un cenno l’invenzione del termine futurismo da parte del maiorchino Gabriel Alomar nel 1904, invenzione ripresa qualche anno dopo da Marinetti; la sintesi futuristadadaMaurras di Carbonell e Foix; il futurismo di sinistra di Salvat, con una netta e inedita impronta libertaria. Ovviamente un ruolo di primo piano è assegnato a Dall e alla sua invenzione del metodo paranoicocritico, mentre un rilievo forse eccessivo ottiene il cosiddetto gruppo Massoliver. Che è poi il gruppetto fascisteggiante degli anni Trenta. Quanta distanza li separò da Céline e Drieu La Rochelle! Per quanti sforzi essi poterono fare, dapprima in catalano poi in spagnolo, da soli o in combutta con altri, alla fine non poterono mettere insieme nulla di presentabile, come con rammarico d[...]