Il segmento testuale formalismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 544Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 139
Brano: [...]rdinanze del giudice istruttore, sembra di poter dedurre che le discordanze tra inquirenti e giudicanti fossero maggiori soprattutto a livello di reati d’opi
I giudici del Tribunale speciale in (partenza da Roma per Pola, dove il 16.10.1929 condanneranno a morte Vladimiro Gortan (v.). Al centro, il presidente Guido Cristini (con il bastone) e il vicepresidente A. Tringali Casanuova (con il cappotto)
nione: non rari i casi in cui un estremo formalismo giuridico e un credito fuori dalla norma dato alle discolpe del l’imputato portarono all’assoluzione.
Bisogna però considerare che i reati di cui si occupava il giudice istruttore comportavano pene detentive relativamente brevi che l’inquisito finiva per scontare, come carcere preventivo, anche nei frequenti casi di assoluzione. Si può immaginare che la repressione a questo livello consistesse soprattutto nel l‘incutere paura in una fascia di oppositori generici o giovani. In più c’era l’esigenza di non riempire le prigioni di detenuti politici per una questione di prestigio interno e inte[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 402
Brano: [...]dei comitati civili nelle retrovie del fronte, ma non andava oltre.
Nel mareggiare dei problemi del dopoguerra, la monarchia rischiava così di trovarsi fuori gioco. Nella nuova situazione internazionale, dominata all'orizzonte dalla caduta di molte teste coronate, si accentuò in Vittorio Emanuele l’ostilità verso le lotte civili, i partiti popolari, una classe di governo senza equilibrio stabile e divisa in diverse fazioni ideologiche; il suo formalismo costituzionale si ridusse a un semplice ferro del mestiere, buono a tutti gli usi, e la sua diffidenza nei confronti di una politica troppo estrosa o passionale si tradusse in un sordo fastidio, in seguito sempre più spiccato, per i politici impegnati sul filo della democrazia.
Con il 28 ottobre del 1922 venne la sua giornata: rientrato precipitosamente a Roma per fronteggiare la crisi di governo che si accompagnava alla mobilitazione delle squadre fasciste, il re si trovò di fronte l'iniziativa del presidente uscente Luigi Facta (v.) che gli sottopose
la proposta di proclamare lo stato[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 147
Brano: [...]ceva etica perché non poteva dire politica. L’opposizione era, più o meno dichiarata, contro il « pericolo di cristallizzarsi di un'arte borghese » (Badodi), contro «la chiusura artificiale delle frontiere per tutti gli intellettuali che, per la loro stessa fisionomia di intellettuali, erano considerati pericolosi », come scriverà in seguito Raffaele De Grada. Un’opposizione in cui, per dirla ancora con De Grada, si andava « precisando contro il formalismo trionfante una speciale attenzione ai contenuti ». Si ritrovarono in « Corrente » tutti i pittori di ideali antifascisti e antinovecentisti, da Badodi a Cassinari, da Guttuso a Migneco, da Morlotti a Sassu, da Treccani a Valenti, da Vedova a Birolli, il quale appunto riassumerà nel 1946 il valore del movimento dicendo: « Si trattò, secondo una necessaria prudenza "clandestina ”, di affermare la libertà dell'artista contro la pseudoeticità delle dottrine reazionarie, lo svincolamento dei valori pittorici da certi postulati tendenti a isolare il fatto estetico dalla vita. Fu quella di " Corrent[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 721
Brano: [...]uppo di opere detto Gott mit Uns (v.), nel quale vengono descritti i massacri delle Fosse Ardeatine (v.) e tutti gli altri in cui si concluse l’atroce episodio della guerra nazista (v. Arte e Resistenza).
Aderì al P.C.I. nel 1944. Alla Liberazione di Roma, intorno a lui si organizzò la mostra Arte contro la barbarie, che fu in un primo momento ostacolata dal governo Bonomi, e in cui — per la prima volta — gli artisti si schierarono, fuori dal formalismo che pretendeva la divisione dell’arte dalla politica, apertamente per la lotta popolare.
Il « Nuovo Realismo »
Era l’inizio del Nuovo Realismo che, dopo il diplomatico episodio del Fronte Nuovo delle Arti, in cui si pretendeva di presentare l’« Arte Nuova » soltanto come assestamento dei migliori pittori italiani sulle consunte esperienze eurofrancesi, seguì il migliore momento dell’arte italiana fino al 1956.
Fu proprio in quegli anni che la matita, la penna e il pennello di Guttuso documentarono le lotte per la terra (il ciclo deU’Occupazione delle terre), la realtà dei solfatari e[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 70
Brano: [...]ià gravemente ammalato.
« Nuovo corso »
Il XII Congresso del P.C.U.S. era stato dominato dal proseguimento della N.E.P. (Nuova politica economica) . AI termine di esso Stalin, che era già segretario generale del partito, acquisì posizioni preponderanti in seno al Comitato centrale e alTUfficio politico. Alcuni mesi più tardi Leone Trotskij (v.), in un opuscolo intitolato « Nuovo corso » e pubblicato alla fine del 1923, mise sotto accusa il formalismo e il burocratismo del partito che paralizzavano l’applicazione del Gosplan, vero centro pianificatore dell’economia sovietica. La critica di Trotskij era rivolta soprattutto alla situazione disastrosa in cui si trovavano le campagne e rivendicava la messa in atto di un piano economico per ristabilire l’equilibrio tra industria e agricoltura. La corrente del partito che fece proprie le posizioni di Trotskij organizzò una « opposizione critica » a Stalin, accusandolo di voler « liquidare la rivoluzione mondiale » in nome di una sedicente « costruzione del socialismo in un solo paese ».
Quest[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 342
Brano: [...]ranca, per la D.C.; Vittorio Santoli per il P.L.I.; e Alberto Al bertoni, per il P.S.I.U.P.
Eletto senatore nel 1963 come indipendente nelle liste del P.C.I., fu rieletto nelle due successive legislature.
Produzione artistica
Tra i più attivi nelle battaglie culturali del dopoguèrra, era noto sia come pittore che in campo letterario.
Le sue opere esprimono un preciso impegno politico. Caratteristica della sua pittura è la reazione al formalismo novecentista e il suo riallacciarsi alla tradizione dell’impressionismo e del postimpressionismo. Tra i suoi quadri più noti si ricordano L'eroe cinese (1929), il ritratto di Filippo Turati (1929) e quello di Carlo Rosselli (1932), Campo di concentramento (194041) e La revolution nationale (Pétain al potere) (1941). Tra le opere del dopoguerra: Italia 1961, con la dominante figura della Morte di Rocco Scotellaro. Per la sua opera pittorica si veda anche la voce Arte e Resistenza, in questa Enciclopedia, nonché il libro Arte della Resistenza (La Pietra, 1970).
Tra i suoi libri, risonanza in[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 395
Brano: [...]rincipessa martire, Milano, 1955; W.L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Torino, 1962; R. Barbeschi, Frau Von Weber. Vita e morte di Mafalda di Savoia a Buchenwald, Milano, 1983.
E.Tor.
Savoia, Margherita di
N. a Torino il 20.11.1851, m. a Bordighera (Imperia) il 4.1.1926; prima regina d’Italia.
Figlia di Ferdinando duca di Genova (fratello di Vittorio Emanuele II) e di Elisabetta di Sassonia, la sua prima educazione fu influenzata dal formalismo bigotto della contessa Clelia Monticelli di Casal rosso; più tardi passò sotto le cure di Rosa Arbesser, un’austriaca di buona famiglia che le diede una certa apertura culturale.
Ma, secondo Carlo Casalegno, Margherita « non fu in alcun campo più di una dilettante, e non rivelò mai la profondità appassionata e l’originalità di gusto che si riscontrano, per esempio, nell'imperatrice Elisabetta d'Austria ».
Sposata al cugino principe ereditario Umberto di Savoia (il matrimonio fu celebrato a Torino il 21.4. 1868), fin dai primi momenti Margherita seppe ben interpretare quel ruolo di depos[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine formalismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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