Brano: [...]ubirono notevoli perdite: si calcola che siano stati messi fuori combattimento, catturati o dispersi tanti militari da co
stituire gli effettivi di un intero battaglione.
Importanti scontri con l’invasore si ebbero ad Alberona, Carlantino, Vieste, Celenza Vaiforte, Candela. In quelle azioni caddero, con le afmi in pugno o uccisi dai cannoneggiamenti di rappresaglia eseguiti dai nazisti, 61 abitanti della provincia. Ma la partecipazione dei foggiani alla Resistenza non si limitò alla difesa della loro terra: si può dire che in Grecia, in Jugoslavia, in Italia, dovunque agissero forze della Resistenza, i lavoratori e gli intellettuali della provincia di Foggia furono sempre presenti.
Tra i fucilati della gloriosa Divisione « Acqui » (v.) a Cefalonia si ricordano i foggiani Tisi, Moresi, Russo, Ciociola, La Forgia, De Cristofaro, Bucci, G ad aletà, D'Adamo. In scontri a fuoco con i nazisti caddero: in Tessaglia, Alfonso Costantino; a Rodi, Leonardo Coco, Andrea Giuliani e Domenico Cursio, mentre Antonio Barnabotto, catturato, fu immediatamente passato per le armi.
Nell’isola di Scarpanto il sottotenente Aldo Patruno (decorato di medaglia d’argento al valor militare alla memoria), alla testa di una formazione partigiana di gióvani greci e di militari italiani compì coraggiose azioni di guerra contro i tedeschi. Durante un grande rastrellamento e benché ferito,[...]
[...]ito, Patruno riuscì a evitare la cattura.
I tedeschi presero allora alcune centinaia di ostaggi e annunciarono che li avrebbero fucilati qualora non fossero stati messi in grado di catturare nella giornata stessa il noto comandante partigiano. Saputo ciò, Patruno si presentò volontariamente in, paese. Immediatamente passato per le armi (5.11. 1943), con il suo sacrificio salvò centinaia di inermi cittadini.
In Jugoslavia, numerosi militari foggiani entrarono nelle formazioni partigiane. Di questi, 13 caddero in combattimento. A Simi (Spalato), il capitano Ettore Valente venne fucilato dai tedeschi per essere stato l’organizzatore della resistenza nella zona.
Altri foggiani caddero combattendo in Italia contro i nazifascisti o fucilati: fra questi, si ricordano i fratelli Biondi, Vincenzo (20 anni), e Luigi (17 anni), figli di una delle famiglie più povere della città e membri della formazione partigiana « Bande di Colle San Marco », morti in combattimento in provincia di Ascoli Piceno il 6.10.1943. Complessivamente, con le armi in pugno
o fucilati, diedero la loro vita per la libertà 1Ò5 foggiani, mentre altri
18 non facero più ritorno dai lager tedeschi. Questo fu il contributo di sangue pagato dai braccianti e dagli altri lavoratori della provincia, per la costruzione di una nuova società, più giusta e umana. Tale cospicuo contributo e le lotte, nella loro ininterrotta continuità, hanno fatto sì che dopo la Liberazione Foggia fosse una delle province di più avanzata coscienza democratica, la più « rossa » dell’Italia meridionale.
L Co.
Lotta antifascista a Cerignola
Importante centro agricolo di 50.000 abitanti e con salde tradizioni socialiste, Cerignola fu all’avanguar[...]