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Il segmento testuale economismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 72Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]iberazione che è nell'articolo scritto da Gramsci il 5 gennaio 1918 e che ha un titolo, senza dubbio errato, ma assai significativo: La rivoluzione contro il « Capitale », e intendeva dire non contro i fondamentali insegnamenti del marxismo che sono la lotta di classe e la necessità morfologica della rivoluzione proletaria, ma contro la degenerazione delle interpretazioni positivistiche del Capitale di Carlo Marx e del marxismo, contro il piatto economismo, contro la pedanteria dei riformisti, e contro le gherminelle ideologiche degli avversari.
Ciò che Lenin fece con la sua dottrina della rivoluzione, fu la restaurazione della dialettica rivoluzionaria, contro l'astratto argomentare formalistico dei pedanti, degli sciocchi e degli sviati. Non soltanto egli ne derivò la possibilità della vittoria della rivoluzione e della costruzione socialista in un paese non ancora giunto al piú alto livello dello sviluppo capitalistico; ma dette un solido fondamento alla ricerca e lotta che può e deve essere condotta per inserire nelle contraddizioni del re[...]

[...]ordata, a questo proposito, in Gramsci, la polemica contro « la dottrina per cui lo svolgimento economico e storico viene fatto dipendere immediatamente da mutamenti di un qualche elemento importante della produzione, la scoperta di una nuova materia prima, di un nuovo combustibile, ecc., che portano con sé l'applicazione di nuovi metodi nella costruzione e nell'azionamento delle macchine » j. In questi casi dal materialismo storico si passa all'economismo storico, che non è piú la nostra dottrina.
Fanno parte, quindi, della grande corrente del pensiero politico leninista, da un lato la insistente polemica di Gramsci contro l'economismo e Ì interpretazioni economistiche del marxismo, (essa è permanente in tutti i Quaderni), dall'altro lato la complessa indagine che fa scaturire le prospettive politiche e rivoluzionarie dalla analisi della struttura economica e dei reciproci suoi rapporti con la sovrastruttura ideale, sociale, politica. La guida delle conclusioni leniniste sulla natura dell'imperialismo fa superare a Gramsci il panto morto cui era giunta, all'inizio del secolo, l'indagine politica di Antonio Labriola e alla quale aveva corrisposto, in sostanza, la impossibilità del movimento operaio italiano di liberarsi sia [...]

[...]la critica, non da un'azione di successo nazionale. Ma quello era allora il solo partito, cioè la sola organizzazione politica nazionale, che la classe operaia avesse a sua disposizione. Per questo il movimento torinese si concluse con
30 I documenti del convegno
l'affermazione della necessità che venisse creato un nuovo partito d'avanguardia del proletariato: il partito comunista.
La permanente polemica dei Quaderni contro qualsiasi forma di economismo dà il colpo di grazia alle errate interpretazioni o volute contraffazioni del pensiero di Gramsci circa il rapporto tra la posizione che la classe operaia ha nel processo della produzione e la sua azione politica. Anche nell'esame dei rapporti strutturali e dei rapporti di produzione, si devono introdurre le necessarie distinzioni. La forza di produzione, la tecnica, il lavoro sono concetti differenti e la differenza sta nella maggiore o minore presenza di elementi che già provengono dalla sovrastruttura. La classe, come tale, si ha ad. un livello .piú elevato, e una politica di classe non si[...]



da [Le relazioni] R. Cessi, Lo storicismo e i problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]prassi,, non può essere schematizzata; essa è la storia stessa nella sua infinita varietà e molteplicità, il cui studio può dar luogo alla nascita della filosofia come metodo dell’erudizione nell’accertamento dei fatti particolari ed alla nascita della filosofia intesa come metodologia generale della storia.

In questa prospettiva lo storicismo marxista — secondo il pensiero del Gramsci — non poteva essere circoscritto nell’ambito di un rigido economismo del vecchio materialismo, del materialismo volgare, del materialismo empirico — egli soggiungeva — e confuso con lo storicismo eticopolitico dell’idealismo speculativo e neppure con il dogmatismo storicogiuridico tedesco (al quale il Gramsci fa soltanto qualche fuggevole accenno) che ebbe tanta fortuna in Germania.

Critico del materialismo empirico e del positivismo come dell’idealismo speculativo, considerati forme deteriori della dialettica materialista e di quella hegeliana confluite nella filosofia della prassi, dalle quali eranoRoberto Cessi

Alò

derivati i valori negativi, negl[...]

[...]organi dirigenti e burocrazia.

Il partito, opponendosi all’ordine consuetudinario e muovendo da posizioni subalterne, tende ad assumere una posizione determinante, oppure si muove nell’ambito stesso del gruppo dominante, sia pure come elemento subalterno, non per fondare ed organizzare una nuova società politica, od un nuovo tipo di società civile, ma per attuare una rotazione di frazioni con mutamento di dirigenti.

Tale è la funzione dell’economismo liberale, e del sindacalismo teorico, ovvero dei partiti dei grandi industriali e degli agrari, che si configurano almeno in una organizzazione permanente o in una serie di organizzazioni diverse, ma convogliate verso il medesimo fine.

La critica storica di Gramsci

Orbene, è su questi elementi fondamentali che il Gramsci impostava (egli non ha mai preteso di scoprire la storia) la sua indagine, la sua ricerca storiografica e gli apprezzamenti, che egli veniva mano a mano progressivamente registrando, annotando, in presenza di letture, direi quasi, estemporanee; è dal vaglio di questi el[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]min de la révolution, nella rivista diretta da Pierre Naville n. Bordiga vi esalta la polemica leniniana contro le correnti gradualistiche, le falsificazioni del programma rivoluzionario tentate dai partiti opportunisti.
La restaurazione dei fondamenti della dottrina marxista si deve compiere, in Russia e nelle cittadelle avanzate del capitalismo europeo, sui due fronti della critica radicale al « marxismo » borghese dei socialdemocratici e all'economismo, che distoglie il proletariato dai compiti di organizzazione della propria forza per confinarne l'iniziativa nell'ambito del rivendicazionismo settoriale e frammentario, lasciando alla borghesia l'egemonia del movimento che abbatterà l'autocrazia zarista e instaurerà, con le libertà politiche, le condizioni di un democratico scontro fra i partiti. Lenin incarna la negazione di tutto questo: « non è la classe operaia — osserva Bordiga — che servirà per la rivoluzione dei borghesi: ma è la rivoluzione che sarà fatta in Russia dalla classe operaia, e per se stessa »14. In tale prospettiva la gui[...]



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]é vero, una scissione, che é di tutti: gruppi contro gruppi, l'uomo contro se stesso; ma « lo scisma del genere umano non può durare a lungo. L'umanità tende all'unificazione interiore ed esteriore, tende ad organarsi in un sistema di convivenza pacifica che permetta la ricostruzione del mondo ». Gramsci combatte senza posa per un marxismo che sia davvero, com'egli dice, umanismo integrale: e proprio per questo non esita a ribellarsi contro ogni economismo e ogni determinismo assoluto: « La pretesa — ribadisce — presentata come postulato essenziale del materialismo storico, di esporre ogni fluttuazione della politica e dell'ideologia come un'espressione immediata della struttura, deve
(20) O.N. 45, 9, 15 18. A proposito dell' esperantismo é interessante l'articolo La lingua unica e l'esperanto, « Il grido del popolo m, 16 febbraio 1918 (con le iniziali A. G.): «Quale atteggiamento devono prendere i socialisti in confronto dei banditori di lingue uniche...?... combattere quelli che vorrebbero che il partito si faccia sostenitore e propagatore d[...]

[...]rapporto d'interesse generale, rende cieche e torbide le coscienze. Il lucro singolo finisce sempre col trionfare di ogni buon proposito, di ogni idealità superiore, di ogni programma morale; per guadagnare centomila lire si affama una città; per guadagnare un miliardo si distruggono venti milioni di vite umane e duemila miliardi di ricchezza. La vita degli uomini, le conquiste della civiltà, il presente, l'avvenire sono in continuo pericolo ».
Economismo, determinismo cieco e meccanico, astrattismo teologizzante — ecco le accuse che l'umanismo di Gramsci rivolge nel '19, con vigore di argomenti, dalle colonne dell'edizione piemontese dell'Avanti!, a Einaudi (21). L'economia « studia i ' fatti' e trascura gli ' uomini'; i processi storici sono visti come regolati da leggi perpetuamente simili, immanenti alla realtà dell'economia che é concepita avulsa dal processo storico generale ». Il meccanismo economico si pone come autonomo: «può venir ' urtato' dagli uomini, ma non ne é determinato e vivificato »; é « uno schema, un piano prestabilito, u[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] E. Garin, Antonio Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]ipendente da ogni altra corrente filosofica, è autosufficiente, è il solo che abbia cercato di costruire scientificamente la filosofia della prassi » 1), e la sua polemica condotta su due fronti: da un lato contro la « rinascita » idealistica, e dall'altro contro il positivismo del primo Novecento. E
1 M. S., p. 79.
Eugenio Garin 13
se contro quest'ultimo, contro il suo modo di fraintendere Marx e contro tutti gli atteggiamenti di deteriore « economismo » e « meccanicismo fatalista », Gramsci si vale spesso delle armi dei neohegeliani, contro il loro « revisionismo » e le loro nostalgie teologiche e speculative (« Lo storicismo idealistico crociano rimane ancora nella fase teologicospeculativa » 1) riprende le armi di Hegel (di un Hegel non « teologo » o non solo « teologo » — « la filosofia della prassi è una riforma e uno sviluppo dello hegelismo ») e di Marx, e in questo senso elabora il suo umanismo integrale (« il comunismo è umanismo integrale: studia, nella storia, tanto le forze economiche che le forze spirituali ecc. » 2), il suo in[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Cessi, Problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]re l'impostazione e la validità storiografica del Gramsci è necessario tener presente i limiti della sua concezione.
L'interpretazione storicistica della concezione del mondo non si traduce in un dogmatismo astratto e pregiudiziale: sia pure che, aderendo ai principi engelsiani della evoluzione umana, si distacchi dallo storicismo idealista e da quello positivista, o dal vecchio materialismo empirico.
Né lo storicismo gramsciano si riduce a un economismo puro e grossolanamente materialista. La storia, nel pensiero del Gramsci, si identifica in concomitanza con la politica e la filosofia, nella vita stessa, sia che si consideri come accadimento del passato, ovvero attuazione del presente, o previsione del futuro, e non si dissolve in una logica formale, propria dell'idealismo, o in un « fatalismo » naturalistico, che considera l'uomo come agente biologico o un astratto « homo oeconomicus »; ma si realizza in una serie di rapporti, che in vario grado di sviluppo e di intreccio costituiscono il tessuto della vita, sul quale operano gli aggruppam[...]



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...] vero, una scissione, che è di tutti : gruppi contro gruppi, l’uomo contro se stesso; ma « lo scisma del genere umano non può durare a lungo. L’umanità tende all’unificazione interiore ed esteriore, tende ad organarsi in un sistema di convivenza pacifica che permetta la ricostruzione del mondo ». Gramsci combatte senza posa per un marxismo che sia davvero, com’egli dice, umanismo integrale: e proprio per questo non esita a ribellarsi contro ogni economismo e ogni determinismo assoluto: « La pretesa — ribadisce — presentata come postulato essenziale del materialismo storico, di esporre ogni fluttuazione della politica e dell’ideologia come un’espressione immediata della struttura, deve essere combattuta teoricamente come infantilismo primitivo ». E in un testo dell’Ordine Nuovo aveva ben precisato cosa fosse il suo umanismo integrale: « studia, nella storia, tanto le forze economiche che le forze spirituali, le studia nelle interferenze reciproche, nella dialettica che si sprigiona dai cozzi inevitabili tra la classe capitalista, essenzialmente [...]

[...]pporto d’interesse generale, rende cieche e torbide le coscienze. Il lucro singolo finisce sempre col trionfare di ogni buon proposito, di ogni idealità superiore, di ogni programma morale; per guadagnare centomila lire si affama una città; per guadagnare un miliardo si distruggono venti milioni di vite umane e duemila miliardi di ricchezza. La vita degli uomini, le conquiste della civiltà, il presente, l’avvenire sono in continuo pericolo ».

Economismo, determinismo cieco e meccanico, astrattismo teologizzante: ecco le accuse che l’umanesimo di Gramsci rivolge nel ’19, con vigore di argomenti, dalle colonne dell’edizione piemontese àeìY Avanti!, a Einaudi1. L’economia « studia i 44 fatti ” e trascura gl* 46 uomini ”; i processi storici sono visti come regolati da leggi perpetuamente simili, immanenti alla realtà dell’economia che è concepita avulsa dal processo storico generale ». Il meccanismo economico si pone come autonomo : « può venir 44 turbato ” dagli uomini, ma non ne è determinato e vivificato » ; è « uno schema, un piano prestabil[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine economismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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