Il segmento testuale determinismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 288Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 668
Brano: [...]o terzinternazionalista giustificava la propria infrazione disciplinare: « La ribellione all'equivoco — vi si leggeva — è nostro diritto. La lotta contro il collaborazionismo e le sofisticazioni dell’intransigenza sono il nostro dovere [...]. Fra riformisti e rivoluzionari ondeggia un gruppo d'incerti, nelle cui persone si assorbono le volontà prevalenti nella direzione del partito. Questo gruppo professa un fatalismo politico che si gabella per determinismo; esso predice i pericoli del fare, la necessità di lasciar passare la bufera, quasi che i partiti di masse possano accontentarsi di assistere rassegnati agli spettacoli di una storia, nella quale il nemico agisce impla
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 181
Brano: [...]to di una revisione critica delle correnti riformiste in Italia, appare attendibile pur nella sua sintesi. « Il suo apporto teorico e pratico — ha scritto Carlo Cartiglia —, dato per circa quarant’anni, ha molto pesato; ed è anche attraverso la sua influenza che il socialismo italiano ha assunto quella impronta così caratteristica e unica: nominalmente marxista, viciino all'ultimo Engels, sovente eclettico e possibilista, intriso di positivismo, determinismo sociale e antivolontarismo, legato ad alcuni valori della democrazia borghese visti come irrinunciabili, quasi sempre incapace di dotare la classe di una concezione alternativa di potere e degli strumenti politici per difendere le conquiste, fiducioso nella “probabilità democratica dei governanti”, sfuggente di fronte al nodo fondamentale del potere politico e del controllo dei mezzi di produzione, cosciente di doversi misurare con una situazione politica e sociale ancora “guelfa”, oscurantista e retriva ».
Gli anni del giolittismo
Se negli anni Novanta Turati aveva contribuito in modo [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 126
Brano: [...]repubblicano di tendenze socialisteggianti.
Quando, nel 1892, entrò nel nascente Partito socialista, il marxismo era ancora per Treves oggetto di meditazione ed elementi premarxisti di idealismo e volontarismo mazziniani permarranno in lui, come dimostrano alcune discussioni sulla “Critica Sociale” e sull’“Avanti!” alle quali partecipa. Per esempio, la polemica sulla « teoria delle braccia incrociate », in cui egli si oppone a certo meccanico determinismo economico: se l'avverarsi del socialismo è necessario e fatale e si realizzerà per naturale evoluzione economica, perché non incrociare le braccia? Occorre, dice lui, che la propaganda socialista si faccia morale, attui la rivoluzione delle coscienze la quale —nel quadro della proprietà collettiva dei mezzi di produzione — genererà un nuovo senso sociale capace di superare I individualismo e l’egoismo del bellum omnium contra omnes, instaurando i valori della solidarietà e della fratellanza. La lotta dei socialisti come via per far crollare, assieme al capitalismo, la sua moralità belluina.
[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 230
Brano: [...]ra situazione rivoluzionaria e possibilità rivoluzionaria, fra potenzialità rivoluzionaria e momento rivoluzionario, non ancora maturo, da cogliere. Nell'interpretazione massimalista dominante, la borghesia aveva perduto il mandato dal cielo, cioè quel potere assoluto per diritto, quindi ogni autorità e capacità di governo. Inevitabilmente sarebbe crollata. In questa visione palingenetica, in cui si mescolavano il tradizionale catastrofismo e il determinismo tipico della Seconda Internazionale, stava il generale orientamento socialista e il suo particolare comportamento romano. Sfuggiva, ad esempio, l’esplosivo potenziale rappresentato dagli ex combattenti. L'Unione socialista romana e la Camera del lavoro lo
consideravano solo un frammento del più generale problema operaio. Nel febbraio 1919 si costituì la sezione romana di una lega proletaria dei mutilati e reduci, con 14.000 aderenti. Si rivolsero appelli alle forze dell'ordine in occasione del Primo Maggio (« Se un giorno dovessimo scendere in piazza, non sparateci contro. Noi lottiamo per[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 148
Brano: [...] gli altri, di Karl J. Kautsky (v.) e di Rosa Luxemburg (v.), ha portato all’individuazione e definizione della teoria di Bernstein come revisionismo classico, esempio storico fondamentale di prima revisione del marxismo.
Bernstein infatti sosteneva la necessità di revisionare gli elementi teorici di previsione di crisi (v.) crescente del capitalismo, di crescente miseria delle classi lavoratrici e di scomparsa del ceto medio, attribuendo al “determinismo economico” di Marx la responsabilità degli errori teorici. Conseguenze politiche della revisione bernsteiniana erano la critica della soluzione rivoluzionaria e la proposta di fare della socialdemocrazia tedesca il grande partito delle riforme sociali che doveva fondare la propria azione, senza riserve, « sulla teoria della democrazia, cioè sul suffragio universale, con tutte le conseguenze tattiche che ne derivano ».
Nonostante la condanna ufficiale del revisionismo emessa dai congressi socialdemocratici di Hannover (1899), Lubecca (1901) e Dresda (1903), nonché dal Congresso di Amsterdam[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 702
Brano: [...]’America Latina, nella crisi e nelle difficoltà che lo investono: debolezze e carenze legate sovente a inattuali strategie di lotta, al ritardo, se non all’assenza dell’analisi. Un movimento, in breve, che nel 1968 faceva ancora fatica a inserirsi autorevolmente in una condizione oggettiva densa di contraddizioni esplosive e di ricche potenzialità rivoluzionarie.
In un mondo politico prigioniero sovente di una falsa oggettività, al limite del determinismo (la « impossibilità » del fare, il « realisrm » che giustifica l’inazione, cessando così di essere realismo), Che Guevara ha più d’ogni altro portato il soffio rinnovatore
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine determinismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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