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Il segmento testuale demolaburisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 602

Brano: Comitato di liberazione nazionale

partiti antifascisti « ufficiali » (comunisti, socialisti — derivanti dalla fusione fra Partito socialista italiano e Movimento per l'unità proletaria —, azionisti, democratici del lavoro — detti anche demolaburisti—, democristiani, liberali).

Nella Italia del Centro e del Nord mancano per lo più i demolaburisti (a Genova, al loro posto, si trovano i repubblicani); inoltre la partecipazione « spontanea » alla Resistenza introduce nei C.L.N., sia pure in misura assai minore che nelle bande armate, uomini nuovi alla lotta antifascista. Non sembra dubbio tuttavia che in generale i C.L.N., mentre conservano anche dopo l’armistizio il carattere di organi politici dirigenti la lotta di liberazione, continuino ad essere dominati dal vecchi militanti dell’antifascismo, ai quali tocca in larghissima misura, non di suscitare la ribellione, ma certo di coordinarla e incanalarla verso più consapevoli fini politi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 54

Brano: [...]unta militare del C.L.N. stesso.

Nel gennaio 1944 la Democrazia del lavoro fu rappresentata al Congresso dei C.L.N. di Bari (v.) da Francesco Cerabona, Vincenzo Rinaldi,

Domenico Tripepi, Mario Montessori, Pietro Massari, Nicola Lombardi, Silvio Danza, Andrea Galdo, Giuseppe Patruno. A rappresentare il partito in seno alla Giunta esecutiva venne designato Francesco Cerabona.

Nella Guerra di liberazione

Durante l’occupazione tedesca i demolaburisti curarono la diffusione dei periodici clandestini Ricostruzione, « Democrazia del Lavoro » e L'azione democratica.

Un certo numero di bande armate fu capeggiato da uomini influenzati dalla Democrazia del lavoro o comunque collegati a questa forza politica, come nel caso del colonnello De Rubeis Mondovì.

Il 27.6.1944, nella Capitale liberata, « Ricostruzione » fornì un elenco di caduti nella Resistenza romana appartenenti alla Democrazia del lavoro: Giovanni Rampulla, Paolo Frasca, Gaetano Forte, Gaetano Butera, Giovanni Senesi, Alberto Giacchini, Arturo D'Aspro, Candido Manca, Antonio Ro[...]

[...]erso esplicite proposte, ma anche ricorrendo a manovre, rinvìi di riunioni e di decisioni, le forze di maggioranza riuscirono a far prevalere posizioni attesiste anche riguardo alla insurrezione di Roma: «Là liberazione è prossima, gli Alleati stanno p^r arrivare; è inutile rischiare, conviene attendere, è questione di settimane o di giorni. Pensiamo piuttosto a cosa dovremo fare dopo ».

Questa posizione prevalse in seno al C.L.N. centrale. I demolaburisti pensavano al domani. Il titolo stesso del loro periodico (« Ricostruzione ») esprimeva tutto il loro

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 56

Brano: [...]un brevetto e monopolio di idee. Sorgendo abbiamo detto di voler essere un germe e l'avanguardia di un partito del lavoro, che sorgerà, quando ne giunga il momento, su basi più ampie, con la confluenza di altre correnti e partiti di oggi, dopo libera discussione tra gli aderenti ».

Nei diversi ministeri alternatisi dal 1944 al 1946 (gabinetti Badoglio, Bonomi, Parri e primo governo De Gasperi) furono chiamati ad assolvere compiti di governo i demolaburisti Meuccio Ruini, Francesco Cerabona, Mario Cevolotto, Dante Veroni, Luigi Gasparotto, Carlo Scialoja.

All’Assemblea Costituente il gruppo demolaburista risultò costituito da Enrico Molé (presidente), Giovanni Persico (vicepresidente), Costantino Preziosi (segretario), Guido Basile, Carlo Bassano, Mario Cevolotto, Luigi Gasparotto, Virgilio Nasi, Alessandro Scotti e Pasqualino Vassallo. Quasi tutti gli appartenenti al gruppo erano stati però eletti in liste presentate da altre formazioni, e principalmente nella lista delTUnione democratica nazionale (coalizione di liberali, democratici e demo[...]

[...]burista risultò costituito da Enrico Molé (presidente), Giovanni Persico (vicepresidente), Costantino Preziosi (segretario), Guido Basile, Carlo Bassano, Mario Cevolotto, Luigi Gasparotto, Virgilio Nasi, Alessandro Scotti e Pasqualino Vassallo. Quasi tutti gli appartenenti al gruppo erano stati però eletti in liste presentate da altre formazioni, e principalmente nella lista delTUnione democratica nazionale (coalizione di liberali, democratici e demolaburisti) che aveva ottenuto complessivamente 1.559.417 voti (6,8 per cento) e l’elezione d.

7 candidati.

Dal 1946 il Partito democratico del lavoro, privo di una rete organizzativa nazionale e forte soltanto di una clientela elettoralistica nel Mezzogiorno, andò disgregandosi. Bonomi e Ruini se n’erano già staccati prima delle elezioni politiche del 1946; altri se ne andarono in seguito. Gli aderenti confluirono in altre formazioni politiche. Dal 1947 in poi molti degli esponenti si presentarono nelle elezioni amministrative e politiche come « indipendenti » nelle liste del Partito socialista, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 79

Brano: [...]ssociazione Nazionale Partigiani d'Italia (A.N.P.I.) è la prima e più importante associazione degli ex combattenti per la libertà sorta in Italia su basi nazionali. La sua costituzione risale infatti all’ottobre del 1944, ma già il 6 giugno di quell’anno, appena pochi giorni dopo la liberazione di Roma, i rappresentanti di tutti i principali raggruppamenti partigiani dell'Italia fino a quel momento liberata — azionisti, comunisti, democristiani, demolaburisti, socialisti, liberali, militari — avevano raggiunto un accordo per la sua creazione. Con decreto legge n. 224 del 5.4.1944, l’A.N.P.I. fu eretta in ente morale e venne così a rappresentare, anche ai fini assistenziali, l’associazione ufficiale della Resistenza. Alla sua costituzione, in Roma, cooperarono anche la Giunta militare del Comitato di liberazione nazionale e il Comando generale del Corpo volontari della libertà (C.V.L.).

I compiti che fin d’allora si posero all'associazione non erano soltanto quelli legati alla lotta di liberazione, per la quale il movimento partigiano si accinge[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 109

Brano: [...]à del 12° Corpo d’armata al comando del generale Zingales) fu praticamente abbandonata al suo destino non appena gli Alleati misero piede sulle coste meridionali dell’isola (10 luglio); venne quindi occupata senza colpo ferire dalle truppe americane pochi giorni dopo la caduta di Palermo (22.10.1943).

La ripresa democratica, fin dal 1943, si ebbe sostanzialmente nel segno della ricostituzione del vecchio quadro politico: socialisti, liberali, demolaburisti (in quest’ultimo partito confluirono i seguaci dell’on. Nasi). Rinnovati però furono i partiti comunista e cattolico dall’apporto delle nuove generazioni politiche (azionisti e separatisti) che reclutarono nelle prime elezioni amministrative del 1946 notevoli consensi.

Il referendum costituzionale del 2.6. 1946 diede nel Trapanese la prevalenza alla Repubblica (52,87 per cento dei suffragi) a conferma delle forti radici democratiche di una provincia che, in quella circostanza, fu la sola in tutta l’Italia meridionale a registrare una maggioranza repubblicana. Le stesse rivalse neofasciste,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 773

Brano: [...] fedeltà monarchica.

AH’approssimarsi della scadenza del referendum istituzionale del 2.6.1946 il P.D.I. confluì quindi nel Blocco nazionale della libertà, sorta di cartello elettorale nel quale, oltre al partito di Falcone Lucifero, comparivano i gruppi monarchici costituiti da Alberto Bergamini, dal generale Roberto Bencivenga e da Tullio Benedetti. Il 13.4.1946 il Blocco fu presentato pubblicamente. Sulla sponda liberale, con l’apporto dei demolaburisti, il 2.4.1946 vi era però stata la fondazione della Unione democratica nazionale, schieramento che a sua volta si apprestava ad affrontare la consultazione politica del 2 giugno per la Costituente e per il referendum, mettendo in cima alle proprie liste i nomi di B. Croce, Francesco Saverio Nitti, V. E. Orlando, I. Bonomi, richiami di grande effetto per i patiti della monarchia. Dalle elezioni politiche del 2 giugno, il Blocco riportò così soltanto 636.493 voti, ottenendo 16 seggi alla Costituente; contro 1.559.417 voti e 41 seggi toccati all’Unione democratica nazionale e 1.209.918 voti andat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 350

Brano: [...]essi in votazione, a chiusura del dibattito, tre ordini del giorno sulla questione istituzionale: il primo (agnostico), firmato da Croce e da Giovanni Cassandro, ottenne 121 voti; il secondo (repubblicano), firmato da Brosio; ne ebbe 261; mentre quello monarchico di Lupinacci, Sogno e PerroneCapano, raggiunse la maggioranza con 412 voti. Croce fu eletto presidente del partito.

Alle elezioni politiche del 2.6.1946 il P.L.I. ottenne, assieme ai demolaburisti coi quali si era presentato alla consultazione sotto l’etichetta de\V Unione Democratica Nazionale,

1.559.417 voti.

Rimasti fuori dal secondo gabinetto De Gasperi, insediatosi il 16.7.1946 e nel quale erano nuovamente pre

senti comunisti e socialisti, i liberali rientrarono al governo nel quarto ministero costituito dallo statista trentino nel maggio 1947; ministero che, si può dire, sancì la definitiva rottura dell’unità dei partiti di massa che avevano collaborato col C.L.N. e inaugurò la « svolta » verso la strategia del « centrismo », con il sostegno del P.L.I. e dell’ala scissio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 330

Brano: [...]l’unità delle sinistre, e agevolò il gioco di Bonomi, il quale mirava a trattare con i singoli partiti anche per rendere più celere

10 sfaldamento della coalizione unitaria. Riproposta la candidatura Bonomi alla presidenza del Consiglio,

11 Partito d'Azione ed il Partito socialista vi si opposero con decisione, trovandosi però isolati da una maggioranza favorevole ad accoglierla e che comprendeva, accanto ai liberali, ai democristiani e ai demolaburisti, il Partito comunista, venuto nella determinazione di partecipare a un governo anche senza gli altri due partiti della sinistra, purché tale governo nascesse « nel quadro del C.L.N. ».

L'8 dicembre Bonomi ricevette ufficialmente dal luogotenente il reincarico per formare il suo secondo gabinetto, che sanciva la sostanziale frattura del C.L.N. e restituiva alla monarchia e alle destre molte possibilità di manovra politica. L’unità delja coalizione antifascista era mantenuta formalmente intorno ai problemi della condotta di guerra, avendo il Partito d’Azione ed

il Partito socialista confe[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine demolaburisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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