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Il segmento testuale dell'Associazione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 234Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Paolo Alatri, La goccia di Sakharov in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: 220 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
LA GOCCIA DI SAKHAROV
Per nove anni, dal 1961 al 1970, ho ricoperto la carica di Segretario Generale dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica (tra parentesi: nella storia ormai trentacinquennale dell'ItaliauRs s sono stato il Segretario Generale che è rimasto in carica piú a lungo). Ho poi fatto parte per tre anni della Presidenza, quindi sono stato eletto nel Comitato Direttivo. Da esso ho dato le dimissioni il 28 gennaio con questa lettera indirizzata all'attuale Segretario Generale on. Vincenzo Corghi:
Caro Corghi,
le ultime iniziative assunte dalle autorità dell'Unione Sovietica (e non mi riferisco neppure tanto a quelle attinenti alla politica estera, con l'invasione d[...]

[...]tà, in spregio all'opinione pubblica mondiale, assumono, proprio nel campo della cultura e tra gli uomini di cultura, provvedimenti cosí illiberali e repressivi come quelli che sono da ultimo culminati nell'ostracismo e nel confino comminato a uno scienziato e a un intellettuale del valore e del prestigio dell'Accademico Sakharov?
Ti prego pertanto di accogliere — in segno di vibrata protesta — le mie dimissioni da membro del Comitato Direttivo dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica.
È questa una decisione che prendo dopo matura riflessione e, naturalmente, con senso di pena, tanto piú che per i ben nove anni in cui ho tenuto la carica di Segretario Generale dell'Associazione, negli anni seguenti in cui ho fatto parte della sua Presidenza e poi del suo Comitato Direttivo, mi sono sempre battuto come ho potuto, sia pure con spirito di moderazione, per far trionfare quel rispetto dei valori di libertà che è inseparabile da ogni beninteso rapporto culturale.
Ti prego di dare comunicazione di questa mia lettera ai membri della Presidenza dell'Associazione ItaliauRss, nonché, alla prima occasione, agli stessi colleghi del Comitato Direttivo.
Molto cordialmente
PAOLO ALATRI
Vorrei innanzi tutto spiegare una frase della mia lettera che a prima vista può sembrare strana o poco comprensibile: la frase, cioè, in cui dico che a determinarmi nella mia decisione non hanno agito tanto le misure sovietiche attinenti alla politica estera, con l'invasione dell'Afghanistan, quanto cuelle di repressione interna nei confronti degli intellettuali. Ciò significa forse che io considero di
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poco conto iniziative di politica estera [...]

[...]o che a determinarmi nella mia decisione non hanno agito tanto le misure sovietiche attinenti alla politica estera, con l'invasione dell'Afghanistan, quanto cuelle di repressione interna nei confronti degli intellettuali. Ciò significa forse che io considero di
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poco conto iniziative di politica estera quali l'invasione di un paese indipendente come l'Afghanistan? No davvero. Soltanto che è sempre stato nello spirito dell'Associazione Italiauxss, intesa a promuovere gli scambi e i rapporti culturali, lo sforzo di prescindere dalle congiunture strettamente politiche. Sia nell'arena mondiale, sia nei rapporti bilaterali italosovietici, vi sono state fasi di tensione
e di distensione, momenti di difficoltà e periodi di riavvicinamento. Scopo di un organismo come l'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica è sempre stato — come del resto dichiara la sua stessa denominazione — proprio quello di gettare un ponte al di sopra della politica per salvaguardare, promuovere e . sviluppare il dialogo cultur[...]

[...] lasciare indifferenti. Non sono un uomo politico, non ho ambizioni politiche, e
ritengo che per un libero intellettuale (l'essere iscritto al Pci non mi fa sentire minimamente diminuita la mia libertà) l'appello della coscienza debba passare, al di là di un certo limite, avanti ad ogni considerazione di opportunità politica. Tuttavia credo di non essere tanto privo di senso politico da non comprendere che l'essere membro del Comitato Direttivo dell'Associazione Italiauxss, lungi da suggerirmi il silenzio, m'imponeva di prendere posizione e d'incoraggiare altri a prendere posizione.
Non che mi faccia, in proposito, troppe illusioni. Nel momento in cui scrivo questa nota, mi risulta che è stato convocato per la prossima settimana il Consiglio di Presidenza dell'Associazione (anche se è sintomatico che non ne sia stato convocato al tempo stesso il Comitato Direttivo). Dalle dichiarazioni dell'on. Gorghi e del sen. Bufalini è facile concepire il timore che l'Associazione, attraverso la propria Presidenza, cerchi di limitarsi a concedere ai suoi singoli membri di pensarla come ciascuno di essi vorrà, senza però assumere una posizione in quanto Associazione; o, se sarà proprio costretta ad assumerla, si sforzi di farlo in termini cosí asettici da corrispondere al nulla. Mi stupirei tuttavia se da tutti fosse accettata una soluzione di questo genere, dal momento che [...]

[...]dalle reazioni che vi sono state alle mie dimissioni e di cui ho avuto tante e tante testimonianze personali e pubbliche, posso affermare con sicurezza che il mio gesto non ha trovato che consensi. Parlo, si badi, di consensi ricevuti dall'area alla quale appartengo: l'area cioè del Pci al quale mi onoro di essere iscritto da oltre trent'anni, l'area della sinistra socialista e comunista. Parlo perfino di persone che da anni lavorano nell'ambito dell'Associazione Italiauxss e che proprio per questo ben conoscono, per cosí dire, dall'interno, tutti quei meccanismi tutelatori, censori e repressivi che le autorità sovietiche mettono sistematicamente in atto nei confronti dei loro intellettuali. E credo che in generale il fatto che proprio l'Associazione Italiauxss assuma posizioni chiare in proposito, aiuti il mondo della cultura sovietica nella lotta che esso quotidianamente sostiene per emanciparsi dalla pesante tutela che le autorità gli impongono.
È vero che, sollecitato dallo stesso Lucio Caracciolo a commentare su « La Repubblica » le mie dimissio[...]

[...] rompere i rapporti culturali ed economici con l'URSS. Ora, questo non è giusto. Non è la linea di Schmidt, né di Giscard, di Indira Gandhi, dello stesso pontefice, delle socialdemocrazie europee. È la linea della signora Thatcher ».
Troppo onore, caro amico e compagno Bufalini, paragonarmi niente di meno che al Primo Ministro della Gran Bretagna! Ma, a parte ogni scherzo, un paio di osservazioni. Innanzi tutto non credo si possa dire che scopo dell'Associazione ItaliauRss è di « organizzare e sviluppare » (oltre che i rapporti culturali) « i rapporti economici e commerciali con l'URSS ». Ci mancherebbe altro! La denominazione completa e precisa dell'ItaliauRss è: Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica. Ciò che riguarda i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi può anche cadere sotto l'attenzione dell'Associazione ItaliauRss, ma soltanto sotto il profilo culturale: come studio, cioè, delle condizioni nelle quali si verificano e possono svilupparsi i rapporti economici e commerciali, come raccolta di dati statistici e scientifici; ma non oltre. È alquanto pretestuoso sostenere che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss sul « caso Sahkarov » e sul modo in cui sono trattati gli intellettuali sovietici minaccerebbe i rapporti economici e commerciali tra l'Italia e l'Unione Sovietica! Lasciamo che ognuno faccia il suo mestiere: i governi, la Fiat, la Montecatini si occupino di affari, l'Associazione ItaliauRs s si occupi della cultura e degli intellettuali.
Ma ho un'altra osservazione da fare alla dichiarazione di Bufalini. Ed è che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss, in quanto tale, su ciò che concerne direttamente il suo campo di attività, che è quello della cultura, non potrebbe [...]

[...]liauRss sul « caso Sahkarov » e sul modo in cui sono trattati gli intellettuali sovietici minaccerebbe i rapporti economici e commerciali tra l'Italia e l'Unione Sovietica! Lasciamo che ognuno faccia il suo mestiere: i governi, la Fiat, la Montecatini si occupino di affari, l'Associazione ItaliauRs s si occupi della cultura e degli intellettuali.
Ma ho un'altra osservazione da fare alla dichiarazione di Bufalini. Ed è che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss, in quanto tale, su ciò che concerne direttamente il suo campo di attività, che è quello della cultura, non potrebbe che giovare alla chiarezza, alla sincerità e alla lealtà di tali rapporti: i quali, al di fuori della chiarezza, della sincerità e della lealtà, non hanno, in definitiva, molta ragione di essere coltivati. Come può un organismo quale l'ItaliaURS S restare silenzioso e indifferente di fronte a provvedimenti come il confino comminato a Sakharov, una misura che istituzionalmente non credo sia neppure prevista dalla stessa legislazione sovietica, che è certamente contrar[...]

[...]dirizzato al governo sovietico dal Comitato nazionale per le scienze fisiche del CNR, sia l'analogo documento firmato da oltre 50 docenti dell'Università di Roma, in massima parte comunisti). Non credo infatti che il mio gesto sia giudicato unanimamente, in seno al Pci, nello stesso modo in cui lo giudica Bufalini. Mi pare anzi evidente il contrario.
Non posso non dichiarare, in proposito, che nei nove anni in cui sono stato Segretario Generale dell'Associazione, ho sempre avuto l'appoggio del mio partito nel braccio di ferro che sempre si è esercitato tra italiani e sovietici nel concepire la natura e le funzioni delle due Associazioni consorelle, l'ItaliauRss, e l'uRssItalia. Il braccio di ferro consisteva nel contrasto tra la tendenza sovietica a concepire le Associazioni come casse di risonanza propagandistiche e la tendenza italiana a designarle invece come luoghi deputati per un franco confronto di posizioni e di opinioni. Forse il maggiore attrito fu raggiunto verso il termine del mio mandato di Segretario Generale, al convegno italosovietico [...]

[...] però dare minimamente conto dei molti arbitri che, al di là di quelle norme, venivano e vengono compiuti da parte dell'autorità, della mancanza di reali garanzie dei diritti civili, e tanto meno si prestassero a un'analisi accettabile di tutto ciò che di ben piú grave era accaduto durante il lungo periodo del dominio staliniano. L'articolo che, per illustrare lo svolgimento e i risultati di quel convegno, Umberto Cerroni, allora Vice Segretario dell'Associazione ItaliauRs s, pubblicò nel febbraio 1969 sulla rivista « Realtà Sovietica », metteva in rilievo, sia pure con molto garbo diplomatico, le difficoltà che il dialogo aveva incontrato
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nel confronto tra gli studiosi italiani e quelli sovietici; e terminava con queste parole: « Il convegno ha rilevato la necessità e l'utilità di continuare un discorso comune necessariamente lungo e ha formulato l'auspicio che un nuovo incontro possa avvenire presto, stavolta in Unione Sovietica ». Ma non è privo di significato che quell'auspicio sia poi rimasto tale e che il dialogo e [...]

[...]vato la necessità e l'utilità di continuare un discorso comune necessariamente lungo e ha formulato l'auspicio che un nuovo incontro possa avvenire presto, stavolta in Unione Sovietica ». Ma non è privo di significato che quell'auspicio sia poi rimasto tale e che il dialogo e il confronto, sul tema dei diritti civili, non siano piú stati ripresi.
Ma per tornare adesso alla questione dell'appoggio che nella mia gestione della Segreteria Generale dell'Associazione ho sempre avuto dal PcI, vorrei ricordare in modo particolare l'episodio piú significativo. Avendo organizzato e guidato a Mosca una delegazione di cineasti italiani (critici, autori, attori) per un incontroconvegno con i cineasti sovietici, c'imbattemmo in una concezione ufficiale della cultura come veicolo privilegiato di propaganda che m'indusse a intervenire nel dibattito. Sostenni allora che in base all'argomentazioneprincipe dei rappresentanti ufficiali della cinematografia sovietica (che non si possa propinare al pubblico niente che il pubblico non sia preparato ad accogliere, esaltand[...]

[...]onvegno cinematografico di Mosca non furono pochi i cineasti e gli intellettuali sovietici che molto riservatamente vennero a congratularsi con me, dicendo che prese di posizione, come quella da me fatta, li aiutavano nella loro battaglia per la propria libertà di espressione.
All'amico e compagno Paolo Bufalini, cui mi legano vincoli di grande affetto, tengo comunque a esprimere il riconoscimento che egli, che è uno dei membri della Presidenza dell'Associazione Italiauxss in rappresentanza del pci, non poteva probabilmente, in un momento come questo e di fronte al « caso » suscitato dalle mie dimissioni, commentarle diversamente da come ha fatto. Per
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un uomo politico investito delle sue alte responsabilità, è naturale e legittimo che valga il motto: politique d'abord! A me sia però concesso di essere un po' meno politico, o di esserlo nel modo che piú credo convenga a un intellettuale libero da dirette responsabilità politiche.
3 febbraio 1980
PAOLO ALATRI
POSTSCRIPTUM. Martedí 5 febbraio si è poi riunito il Consigli[...]

[...]mente da come ha fatto. Per
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un uomo politico investito delle sue alte responsabilità, è naturale e legittimo che valga il motto: politique d'abord! A me sia però concesso di essere un po' meno politico, o di esserlo nel modo che piú credo convenga a un intellettuale libero da dirette responsabilità politiche.
3 febbraio 1980
PAOLO ALATRI
POSTSCRIPTUM. Martedí 5 febbraio si è poi riunito il Consiglio di Presidenza dell'Associazione ItaliauRs s, il quale ha approvato all'unanimità (all'unanimità dei dieci intervenuti alla riunione sui venticinque suoi componenti) un comunicato in cui, dopo aver riaffermato « la funzione dell'Associazione che non riguarda la politica interna e internazionale dei due paesi, ma vuole promuovere la conoscenza reciproca e lo sviluppo degli scambi scientifici e culturali, in un quadro di distensione e di pace, nello spirito degli accordi di Helsinki » (e quest'ultimo accenno non è privo di significato), cosí prosegue: « La Presidenza ritiene suo dovere farsi interprete del sentimento, che condivide, di deplorazione e grave turbamento per l'intervento in Afghanistan e, per quanto piú direttamente attiene al campo specifico di attività dell'Associazione, per i provvedimenti repressivi presi nei confr[...]

[...]vere la conoscenza reciproca e lo sviluppo degli scambi scientifici e culturali, in un quadro di distensione e di pace, nello spirito degli accordi di Helsinki » (e quest'ultimo accenno non è privo di significato), cosí prosegue: « La Presidenza ritiene suo dovere farsi interprete del sentimento, che condivide, di deplorazione e grave turbamento per l'intervento in Afghanistan e, per quanto piú direttamente attiene al campo specifico di attività dell'Associazione, per i provvedimenti repressivi presi nei confronti dell'accademico Sakharov. La Presidenza dell'Associazione ItaliauRss rileva che si è creata cosí una situazione che determina nel paese e tra le forze politiche democratiche, pur nella varietà di opinioni e di atteggiamenti, una comune preoccupazione. L'Associazione, fedele al proprio compito dimostratosi positivo per un trentennio, anche nei momenti piú difficili, di salvaguardare e sviluppare i rapporti culturali, sociali ed economici tra i due paesi, vuole esprimere in tale senso la convinzione che questi atti rendono arduo un lavoro proficuo e si ripercuotono negativamente su larghi strati dell'opinione pubblica italiana, che hanno sempre consid[...]



da Giovanni Pirelli e Piero Malvezzi (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza europea in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]i riesce bene. A me il lavoro dá alla testa come il profumo dei lillà.
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 15
21 novembre 1943
Marusja, Rumjanco, zio Kolo, mamma, Stefano, Vladko, papà, arrivederci, oggi mi fucilano. Vi amo, siate forti. Vi bacia il vostro
Vanío
NICOLA NISOV OPOV
Bulgaro, nato il 7 novembre 1912 a Salonicco (Macedonia), assistente in uno stabilimento di cioccolato a Sofia. Prima della guerra è Segretario dell'Associazione degli operai dell'industria dolciaria. Durante la clandestinità organizza gruppi di resistenza facendoli figurare come organizzazioni sportive e prende parte all'attività di gruppi di sabotaggio. Ferito e catturato il 27 settembre 1941, il 18 ottobre viene condannato a morte ed il 15 novembre impiccato. (Lettera tratta dalla raccolta u Poslednata im Duma », Edizioni del Partito Comunista Bulgaro, Sofia, 1952)
12/XI/1941
Non penso alla morte, penso a te e ai bambini. Beka, tu devi vivere, per i bambini e per te stessa. Botuscev mi ha mostrata la fotografia dei suoi figlioli: come li ama! E i[...]

[...]ESISTENZA EUROPEA 23
Papà e mamma, vi prego di cuore, non abbattetevi, non abbandonatevi a pensieri malinconici. Non dimenticate che avete ancora altri figli i quali hanno diritta alle vostre cure. Io sin dall'inizio ho posto tutto nelle mani di Dio. E se Egli ora mi chiede questa fine, ebbene, la sua volontà sia fatta! Arrivederci lassù, dal Padre della Luce!
Il vostro felice
Hermann.
FItAN'Z MAGER
Austriaco, nato nel 1895, tramviere, capo dell'Associazione dei tramvieri di Vienna e, nella clandestinità, Segretario dell'Associazione dei trasportatori. Arrestato a Vienna e condannato il 23 novembre 1942, è suppliziato il 26 febbraio 1943. (Lettera tratta dall'opuscolo a Unsterbliche Opfer », Kommunistische Partei Oesterreichs, Vienna)
Vienna, Carcere Dipartimentale, cella 120
Con spaventosa velocità sta trascorrendo il breve tempo che mi é concesso come cosiddetto « periodo di grazia » prima che la sentenza venga eseguita. Non c'é da contare sulla grazia e, secondo le esperienze fatte sinora, non c'é nemmeno da contare su di una revisione del giudizio, devo concludere la mia vita e su questi fogli vòglio dirti i miei ul[...]



da Alfonso Paolella, Varietà e documenti. Semiologia, narratologia e retorica. Una rassegna bibliografica 1975-1979 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]avori e di studi che testimoniano la fecondità di questo metodo di analisi. Non é possibile quindi, il lettore mi perdonerà, esaurire nel breve spazio di una bibliografia ragionata tutta la ricchezza di una pratica in continua espansione.
ALFONSO PAOLELLA
BIBLIOGRAFIA
AA.VV. 1966: Analyse du récit, «Communications» 8 (1966). Tr. it. AA.VV. L'analisi del discorso, Milano, Bompiani, 1969; AA.vv. 1975: Intorno al «Codice ». Atti del III Convegno dell'Associazione Italiana di Studi Semiotici, Pavia, 1975. Firenze, La Nuova Italia, 1976; AA.VV. 1976: Aspetti dell'iconismo. Atti del iv Convegno dell'Associazione Italiana di Studi Semiotici. Pavia, Litografato, 1977; AA.VV. 1978: Il modello della cultura e i codici. Semiotica e scuola. Atti del VI Congresso di Studi Semiotici. Firenze, 1978; AA.VV. 1973: Attualità della retorica. Atti del I Convegno italotedesco, Bressanone, 1973. Padova, Liviana, 1975; AA.VV. 1974: Retorica e politica. Atti del II Convegno italotedesco, Bressanone, 1974. Padova, Liviana, 1977; AA.VV. 1975: Retorica e poetica. Atti del in Convegno italotedesco, Bressanone, 1975. Padova, Liviana, 1979; AA.VV. 1976: Retorica e scienze del linguaggio. Atti del x Congresso internazionale [...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]e I e II, Gallimard, Paris 1965 e 1968. Cfr. anche MIGUEL ABENSOUR, Pour lire Marx, in « Revue française de science politique », n. 4, 1970, pp. 772788 ed il compterendu di LOUIS JANovER in « Cahiers internationaux de sociologie », XLVII, 1969, pp. 175177.
280 BRUNO BONGIOVANNI
salariato e capitale (1849), l'Introduzione del 1857 alla Critica dell'economia politica, Per la critica dell'economia politica (1859), l'Indirizzo inaugurale e statuti dell'Associazione internazionale dei lavoratori (1864), Salario prezzo e profitto (1865), il libro de Il Capitale (1867), la Critica del programma di Gotha (1875), pubblicata, quest'ultima, solo nel 1891 sulla « Neue Zeit » di Kautsky e ripubblicata nel 1921 su « Die Gesellschaft » da Boris Nikolaevskij con le espressioni censurate, perché ritenute eccessive, da Friedrich Engels.
Nel primo volume delle Oeuvres vi sono inoltre altri scritti e documenti, lettere, risoluzioni e prefazioni. Vi sono anche tre pagine del curatore, Maximilien Rubel, sotto il titolo Avertissement: sempre opera del curatore sono un'am[...]

[...]e e la passione divorante per lo studio: Marx accumula statistiche, affronta la questione russa e si mette a studiare il russo, segue con inalterata passione le grandi vicende della politica internazionale, si appassiona alla storia naturale ed ai primi passi del darvinismo, si getta con competenza sull'antropologia e sull'etnologia ed in piú è parte in causa, attiva e fattiva, della storia del movimento operaio inter nazionale ed in particolare dell'Associazione internazionale dei lavoratori. C'è da stupirsi se Marx non ha potuto condurre a termine che una parte dell'immenso lavoro progettato? Per quel che riguarda la critica della politica e dello Stato dobbiamo soprattutto accontentarci delle opere giova nili, precedenti all'elaborazione della concezione materialistica della storia (Marx mai parlò di « materialismo storico » e tantomeno di « materialismo dialettico », assi portanti del Diamat stalinosovietico). Maximilien Rubel non ha comunque dubbi sul fatto che nella quarta sezione della sua Critica progettata e mai conclusa, quella dedicata allo[...]



da redazionale, Sciopero dei giudici oggi e domani a Roma [sopratitolo: Dure critiche contro il governo] [sottotitolo: Sconcerto e proteste per la mancata assegnazione di una scorta al magistrato ucciso - Interrogazione del PCI] in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1980 - - giugno - 24

Brano: [...]re sollecitano il ministro della giustizia a pronunciarsi sulla « situazione divenuta ormai insostenibile » della Procura di Roma.
Per «Magistratura democratica» è «estremamente grave la mancata predisposizione di ogni forma di tutela» nei confronti di Mario Amato, che era uno dei magistrati più esposti nella lotta al terrorismo. La corrente di «Unità per la Costituzione» denuncia le «gravi e continue inadempienze del governo», mentre la giunta dell'Associazione Nazionale Magistrati chiede che «siano accertate tutte le eventuali responsabilità» per la mancata protezione del sostituto procuratore. Stamattina una delegazione del Consiglio Superiore della magistratura sarà ricevuta dal presidente Pertini. Lo stesso Pertini, e il presidente della Camera, Nilde Jotti, ieri hanno inviato telegrammi di cordoglio ai familiari del magistrato. Ieri pomeriggio sul luogo del feroce agguato il sindaco di Roma, Petroselli, ha partecipato ad una manifestazione contro il terrorismo, alla quale erano presenti molti colleghi commossi del magistrato ucciso.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dell'Associazione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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