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Il segmento testuale dell'Ordine è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 144Analitici , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da relazione di Costantino Lazzari sotto presidenza Azimonti, Discorso Lazzari in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]ato di fronte al gruppo dei. compagni torinesi, pieni di sapienza, di attività e di giovinezza, mi sono ricordato quando quaranta anni or sono abbiamo cominciato col Fascio operaio. Anche noi allora eravamo inesauribili di fecondità, nel gettare continuamente legna nel nostro vulcano intellettuale, nell'eccitare e gettare fuori continuamente il prodotto della nostra passione, il fremito delle nostre osservazioni. Bene; benissimo fanno i compagni dell'Ordine Nuovo. Ma ho osservato continuamente una specie di difetto nelle loro manifestazioni ed è una deficenza nel sentimento, in quel sentimento che ci deve guidare continuamente attraverso la nostra azione ed in rapporto al sentimento della fraternità e dell'uguaglianza fra di noi. (Approvazioni).
Guardate cosa mi capita di leggere in questo giornale. Vi si pubblica il programma del Partito comunista il quale viene a dire che il Partito comunista, riunendo in sé la parte piú avanzata e cosciente del proletariato... Modestia a parte, i compagni nostri di Torino si credono la parte piú avanzata e p[...]

[...]ti quei poveri individui, elementi della umanità, che vivono di lavoro e di salario, continuamente, che non hanno proprietà, non hanno ricchezze, e sono proletari, basta che essi si uniscano nella concezione della loro situazione, della loro situazione personale e della loro situazione di classe. Questo é necessario per avere in mano la leva che deve muovere il mondo.
Ecco perché il nostro compagno Carlo Marx concludeva in quel modo. I compagni dell'Ordine Nuovo credo dovrebbero capire molto dalla precisione di linguaggio di Carlo Marx. (Approvazioni). Io non ho la possibilità e non ho i mezzi intellettuali, ma ricordo che parlando una sera in casa di Engels appunto commentando la precisione di linguaggio di Carlo Marx, Engels ripeteva e spiegava la esattezza meticolosa del compagno Marx, il quale pensava che ogni parola vuole dire qualche cosa, specialmente nella pratica. Allora io dico a voi: Considerate la precisione di quella esposizione, di quella espressione. Al compagno che stava scrivendo su quella tela quelle parole io dicevo: Guardate[...]

[...]iodo noi affretteremo in tutti i modi. L'azione compiuta dalla Confederazione Generale del Lavoro ha dimostrato come realmente anche questi uomini, che nel campo politico vogliono distinguersi con la preferenza verso un modo piú dolce di condurre la nostra politica, sanno compiere realmente la loro funzione di socialisti, massime nell'organizzazione del proletariato. (Approvazioni). Perché attraverso tutte le critiche che possono fare i torinesi dell'Ordine Nuovo, nessuno ha, poi, potuto rilevare da parte di loro un qualche abuso di potere...
Voce: Il controllo delle fabbriche !
LAZZARI: Appunto: il controllo delle fabbriche. I compagni dell'Ordine Nuovo nelle continue critiche fatte alle deficenze del nostro Partito — che riconosciamo anche noi, ma che non si accomodano con la scissione presentata — hanno accennato anche a questo. Ma avete voi visto un recente fenomeno comunista? Avete sentito come il Partito comunista boemo si sia staccato dall'Internazionale? Esso oggi ha dichiarato di staccarsi dalla Terza Internazionale: come si vede il rimedio è trapassato in un altro campo. I nostri compagni vanno rilevando come, dopo Caporetto, il discorso di Filippo Turati fu nocivo alla politica socialista. I compagni dell'Ordine Nuovo avrebbe[...]

[...] con la scissione presentata — hanno accennato anche a questo. Ma avete voi visto un recente fenomeno comunista? Avete sentito come il Partito comunista boemo si sia staccato dall'Internazionale? Esso oggi ha dichiarato di staccarsi dalla Terza Internazionale: come si vede il rimedio è trapassato in un altro campo. I nostri compagni vanno rilevando come, dopo Caporetto, il discorso di Filippo Turati fu nocivo alla politica socialista. I compagni dell'Ordine Nuovo avrebbero fatto bene a
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ricordare come dopo la rotta di Asiago il compagno Turati ha investito Salandra ed ha schiacciato il Governo italiano. (Approvazioni).
Voce: Rifare l'Italia ! (Tumulto).
LAZZARI: Cosí tutto va a risolversi in uno spirito di egemonia in questi uomini che hanno la superbia di credersi la parte piú avanzata, piú cosciente, che sentono quindi la volontà di diventare i dittatori del movimento del Partito. (Approvazioni, applausi della maggioranza).
Questo spirito di egemonia è quello che ha servito l'anno scorso per venirmi addosso al Congresso di Bologna. Ma [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Trevisani, Gramsci e il teatro italiano in Studi gramsciani

Brano: Giulio Trevisani
GRAMSCI E IL TEATRO ITALIANO.
L'attività del giovane Gramsci come critico teatrale comincia il 16 gennaio 1916 quando l'Avanti! inizia nell'edizione piemontese la pagina di cronaca di Torino, e finisce il 16 dicembre 1920, quindici giorni prima dell'apparizione dell'Ordine Nuovo quotidiano. Dal suo ventiseiesimo al suo trentesimo anno — l'intenso quinquennio della segreteria della sezione socialista, dell'Ordine Nuovo rivista e della latta per la fondazione del partito comunista — Gramsci riesce ad intercalare una costante attività giornalistica, alternando ai caustici commenti della rubrica « Sotto la mole » la critica teatrale. Gobetti, che si compiacque di posizioni paradossali contro la critica teatrale, scrisse: « Si può compiere con utilità anche l'esperienza di critico teatrale; ma se la si smette presto » : e Gramsci, infatti, sotto il peso, d'altronde, di ben piú gravi responsabilità, sembra aver dato ragione a Gobetti, lasciando la rubrica dell'Ordine Nuovo, ed affidandola a lui. Il contrib[...]

[...]e una costante attività giornalistica, alternando ai caustici commenti della rubrica « Sotto la mole » la critica teatrale. Gobetti, che si compiacque di posizioni paradossali contro la critica teatrale, scrisse: « Si può compiere con utilità anche l'esperienza di critico teatrale; ma se la si smette presto » : e Gramsci, infatti, sotto il peso, d'altronde, di ben piú gravi responsabilità, sembra aver dato ragione a Gobetti, lasciando la rubrica dell'Ordine Nuovo, ed affidandola a lui. Il contributo, comunque, che Gramsci dette al teatro italiano dal 1916 al 1920 fu di importanza notevole, non tanto, crediamo, per la validità critica, pur notevole, delle singole recensioni — quelle note che nascono nelle ore piccole della notte, da una frettolosa fusione fra critica e cronaca — quanto per la visione completa che, in quelle recensioni ed in vari articoli, egli mostrò di avere del fenomeno teatrale, considerato sia sotto l'aspetto artistico, sia sotto quello economico.
Quale era la particolare fisionomia del teatro europeo e, in ispecie, del teat[...]



da [Gli interventi] Alberto Caracciolo in Studi gramsciani

Brano: [...]me per esempio dell’apporto fisico degli operai alla direzione delle fabbriche, che per una serie di ragioni inerenti alla maniera di sviluppo della Rivoluzione era assai meno imponente di quello che Gramsci, in alcuni suoi passi, mostrasse di ritenere. Ho portato anche alcuni elementi che mi hanno indotto a concludere che, a proposito di iniziativa e di gestione operaia, vi siano alcune importanti originalità nel pensiero di Gramsci e negazione dell'Ordine Nuovo e di Gramsci stesso, rispetto a quella sovietica. Sarà da vedere quanto in questo vi sia di residuo delle iniziali teorie sindacaliste o volontaristiche, delle cui letture Gramsci era particolarmente preso, si potrà anche esaminare se non vi sia qui una certa particolare sensibilità verso la concezione marxiana dello Stato comunista, come Stato dei produttori, come palestra di autogoverno, come luogo che rivaluta e torna a far riemergere progressivamente dalla società politica la società civile.

Si tratta comunque, mi pare, di una inclinazione inconfondibile del pensiero gramsciano, [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Tamburrano, Gramsci e l'egemonia del proletariato in Studi gramsciani

Brano: [...] e materialistiche ». A pagina 32 di M. S. afferma l'identità tra filosofia e politica, tra pensiero ed azione e soggiunge: « la teorizzazione e la realizzazione dell'egemonia fatta da Ilici è stato anche un grande avvenimento metafisico » .
Sul piano piú strettamente politico, cioè strategico, Gramsci aderisce alle tesi leniniste negli anni successivi alle conferenze di Zimmerwald e Kienthal. Tutta la sua azione politica, tutto il suo pensiero dell'Ordine
Giuseppe Tamburrano 279
Nuovo è ispirato profondamente alla strategia leninista dl preparazione della rivoluzione per la conquista violenta del potere. Egli sosteneva che la situazione italiana era analoga a quella della Russia di Kerenski (Avanti! di Torino, 26 giugno 1919), che bisognava organizzare l'avanguardia rivolùzionaria del proletariato, sviluppare l'azione nel seno della società capitalistica, delle sue istituzioni economiche (la fabbrica) e politiche (Par lamento, comuni ecc.) per farne scoppiare le contraddizioni, costringerla ad « interrorire le grandi masse, a colpirle ciecam[...]

[...]e leggi, dai giudici e dalla forza mili tare, si intende anche un certo modo di vivere e di pensare, una Weltanschauung, una concezione del mondo diffusa nella società e sulla quale si fondano le preferenze, i gusti, la morale, il costume, il buon senso, folclore ed i principi filosofici e religiosi della maggioranza degli uomini viventi in quella società. Questo modo di essere e di agire degli uomini, dei governati, è il puntello piú importante dell'ordine costituito; la forza materiale è una forza di riserva per i momenti eccezionali di crisi. Di norma il dominio della classe dominante si fonda su quelle forze che possiamo chiamare « spirituali », cioè su una adesione dei governati al tipo di società in cui vivono, al modo di vita di quell'ordine di vita sociale, cioè sul consenso. È questo consenso che interessa Gramsci, che egli cerca di definire, analizzare e spiegare.
Da ciò le sue note sul buon senso, il folclore, gli intellettuali. Nella nota « Connessione tra il senso comune, la religione e la filosofia » 1 egli parte dalla premessa ch[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] U. Cerroni, Gramsci e il superamento della separazione tra società e Stato in Studi gramsciani

Brano: [...]preme piuttosto verificare sul piano teorico l'essenzialità di quel « riassorbimento » ai fini già accennati di una ricostruzione unitaria della società umana e della coscienza sociale.
A tal fine appare utile ricordare una acuta polemica di Lenin con Struve circa la natura dello Stato 3. Affermava Struve che la critica marxista dello Stato sarebbe stata «unilaterale » giacché, trascurando il fatto che « lo Stato è prima di tutto organizzazione dell'ordine » , avrebbe pro
dotto all'estremo la critica dello Stato postulandone la fine — e dimen
ticato cosí che la sua criticabilità è esclusivamente condizionata dalla struttura economica della società. Sicché — concludeva Struve — essendo tratto caratteristico dello Stato soltanto il potere coercitivo, una volta mutata (rivoluzionata) la struttura economica della società, nulla si oppone.
M. S., pp. 133, 159.
2 Mach., p. 94. Nello stesso vol. vedi anche pp. 128, 130 e 132.
3 Vedi V. I. LENIN, Il contenuto economico del populismo in Opere, Roma, 1954, vol. I, pp. 431432.
108 I documenti del co[...]

[...]plificato con Engels a proposito della nascita di un « potere pubblico » in seno alla società gentilizia (nascita che appunto intaccò sostanzialmente la specificità di tale società), concludeva affermando che « la caratteristica dello Stato è l'esistenza di una particolare classe di persone nelle cui mani si concentra il potere ». E specificava ulteriormente: « Nessuno, naturalmente, potrebbe chiamare Stato una comunità in cui " l'organizzazione dell'ordine " sia diretta a turno da tutti i suoi membri ».
Questa citazione di Lenin serve a precisare come e perché nel pensiero marxista la critica dello Stato (inteso non come potere coercitivo, ma come separazione della « organizzazione dell'ordine » dalla totalità del popolo, dalla società) assuma posto essenziale. E serve altresí a documentare come Gramsci, anche a questo proposito, sia strettamente coerente alla impostazione di Marx e Lenin. Come Marx e Lenin, infatti, Gramsci avverte che « solo il gruppo sociale che pone la fine dello Stato e di se stesso come fine da raggiungere, può creare uno Stato etico, tendente a porre fine alle divisioni interne di dominanti e dominati ecc., e a creare un organismo sociale unitario tecnicomorale » 2. Di piú: soltanto partendo dalla precisazione di Lenin circa la natura dello Stato se ne può i[...]

[...]l'amministrazione del paese e all'opera socialista di costruzione ». Di piú. Si ripete in Gramsci una prospettiva che Marx stesso aveva appena accennato quando nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico affermava che « in uno Stato razionale conviene piuttosto far l'esame per diventare calzolaio che funzionario esecutivo dello Stato », che cioè si deve ridurre la funzione politica a funzione sociale. Ora, in una bellissima nota dell'Ordine Nuovo Gramsci, sia pure di passaggio soltanto, vede lucidamente lo stesso problema quando rileva (a proposito della censura) che nella società odierna « l'impiegato dello Stato è un mezzo, non è un'attività... È una satrapia, non è una funzione » 1. E si tratta invece proprio di ridurre il mezzo ad attività, la carica a funzione. E ancora: « A differenza dello Stato borghese che è tanto piú forte all'interno e all'esterno quanto meno i cittadini controllano e seguono l'attività dei poteri, lo Stato socialista domanda la partecipazione attiva e permanente dei compagni alla vita delle sue istit[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Caracciolo, A proposito di Gramsci, la Russia e il movimento bolscevico in Studi gramsciani

Brano: [...]itutto da alcune circostanze che valgono per ogni studio gramsciano, ma che pensiamo doveroso segnalare nuovamente in questa sede. In primo luogo sta quella di possedere ancora una edizione assai parziale degli scritti anteriori al carcere. Gli scritti del 191718, ripubblicati su Rinascita quest'anno, lasciano ancora desiderare altri articoli dello stesso periodo che solo adesso, a dodici anni dalla Liberazione, sono in corso di ristampa. Quelli dell'Ordine Nuovo, benché raccolti in volume, contengono omissioni che ognuno di noi ha potuto rilevare. Un vuoto completo vi è poi per la parte che inizia col 1921, benché naturalmente sia sempre possibile supplirvi con una minuta ricerca sui giornali del tempo. Tutte deficienze, queste, che ci inducono ad unirci alla diffusa richiesta di una edizione completa e criticamente valida dell'opera gramsciana, e a sollecitare anzi la facoltà ai singoli studiosi di accedere alla consultazione dei « quaderni » manoscritti che l'Istituto Gramsci ha in consegna e che devono considerarsi patrimonio di nessun altro[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]n paio di anni dopo, non si ha notizia di scritti di Lenin tradotti o anche solo pervenuti in Italia nella loro integrità. Cominciarono invece a essere conosciuti estratti di suoi scritti nei corso del 1917, soprattutto per il tramite di riviste e giornali in lingua francese e di una rivista americana (il Liberator, diretto da Max Eastman). Da questa venne tratto e pubblicato nel 1919, a cura di Gramsci, un ampio studio su Lenin quale « Statista dell'ordine nuovo ». Il profilo di Lenin quale pensatore e uomo politico, che risulta da questo studio, è però parziale. I momenti piú importanti del pensiero, relativi all'analisi dell'imperialismo e quindi alla definizione del periodo storico e delle sue prospettive, sono trascurati, mentre l'attenzione è concentrata sulle caratteristiche originali del sistema sovietico e sul fondamento che esso ha nella sfera della produzione. Lo scritto infatti non è altro che riproduzione e commento di alcuni lavori di Lenin dedicati, dopo la rivoluzione e nei primi anni del potere sovietico, a sottolineare la decis[...]

[...]olineare la decisiva importanza della costruzione economica e dello sviluppo della produzione per il consolidamento del potere dei Soviet. Nella capacità di affrontare e risolvere in modo nuovo, con la iniziativa delle masse, i problemi della economia è vista la superiorità e originalità del regime sovietico. Si ha qui senza dubbio un punto di riferimento di alcuni sviluppi ulteriori del pensiero
e dell'azione di G. nel periodo che si suol dire dell'Ordine Nuovo.
I documenti del convegno
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Solo dal 1918 Lenin cominciò a essere conosciuto, tradotto, pubblicato, letto ampiamente, in Italia. Con prevalenza, però, degli scritti dedicati alla lotta immediata di quegli anni, contro il socialsciovinismo e il centrismo, per la creazione di partiti comunisti in tutti i paesi, per la fondazione e l'organizzazione della Internazionale comunista. Dei grandi lavori teorici, vengono allora conosciuti l'Imperialismo, Stato e rivoluzione, la Ripoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, le relazioni e le tesi per il I e per il II Congresso dell'Inter[...]



da La barbarie prussiana nel giudizio di Marx ed Engels in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: [...]K. MARX, Note cronologiche,
philosophiques, .peg. 113.
Ernst, 5 giugno 1890.
Germania.
Russia.
Quaderno primo.
12 LA RINASCITA
rono di estendere la loro espansione verso la Russia, fino a che, nel 1242, per opera di S. Alessandro Nievskii c questi mascalzoni vennero respinti al di là della frontiera russa ) (Marx), e in seguito, nel secolo XV, . schiacciati dai popoli slavi e dai lituani a Grünwald.
In seguito a queste sconfitte storiche dell'Ordine teutonico la Prussia' diventò Stato vassallo della Polonia ; i principi del Brandeburgo prestarono giuramento di fedeltà ai re polacchi, preparando però in pari tempo il distacco della Prussia per annetterla ai domini degli Hohenzollern. c E, unicamente corrompendo dei polacchi traditori della loro patria, sfruttando i favori di re polacchi e in qualità di rassalli della repubblica polacca a cui avevano prestato giuramento di vassallaggio che i principi del Brandeburgo hanno potuto impadronirsi del ducato di Prussia. In questo modo è nato il feudo BrandeburgoPrussia ! ,.In uno scritto inedito[...]



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]e vorrebbero che il partito si faccia sostenitore e propagatore dell'Esperanto a. E prosegue: « non c'é nella storia, nella vita sociale, niente di fisso, di irrigidito, di definitivo. E non ci sarà mai. Nuove verità accrescono il patrimonio della sapienza, nuovi bisogni, nuove curiosità intellettuali e morali pungono lo spirito... a.
GRAMSCI NELLA CULTURA ITALIANA 167
essere combattuta teoricamente come infantilismo primitivo ». E in un testo dell'Ordine Nuovo aveva ben precisato cosa fosse il suo umanesimo integrale: «studia, nella storia, tanto le forze economiche che le forze spirituali, le studia nelle interferenze reciproche, nella dialettica ' che si sprigiona dai cozzi inevitabili tra la classe capitalista, essenzialmente economica, e la classe proletaria, essenzialmente spirituale, tra la conservazione e la rivoluzione. La demagogia, l'illusione, la menzogna, la corruzione della società capitalistica non sono accidenti secondari della sua struttura; sono inerenti al disordine, alla scatenamento delle brute passioni, alla feroce concor[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dell'Ordine, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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