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Il segmento testuale dell'Iran è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 72Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Tibor Mende, Note sull'Iran in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: NOTE SULL'IRAN
Lo Scià dell'Iran dichiarava recentemente, a Londra, ad un gruppo di giornalisti, che una rivolta nel suo paese era assolutamente impossibile. Ma lo scetticismo generale che accolse questa affermazione mostrava chiaramente che la diagnosi degli osservatori professionali era diversa da quella del Capo del paese.
Vero é che a Teheran non si nota, oggi, atmosfera di crisi. Nonostante gli attacchi delle stazioni radio sovietiche contro i dirigenti iraniani, e nonostante le voci che corrono a proposito di una oscura macchinazione diretta a provocare un sollevamento dei Kurdi, si nota oggi, dopo i recenti accordi d[...]

[...] interessi strategici occidentali. A questa politica si accompagna un pre
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ciso sforzo per indebolire l'Occidente spogliandolo a poco a poco delle sue posizioni strategiche e dei suoi atouts economici. L'Iran ha scelto il deciso allineamento con l'Occidente nel momento stesso in cui quei due grandi obbiettivi sovietici lo rendevano particolarmente vulnerabile. Dopo i cambiamenti verificatisi nell'Irak, la defezione strategica dell'Iran darebbe un gravissimo colpo a tutto lo schieramento occidentale fra la Turchia e l'India. E la perdita dei petroli iraniani toglierebbe all'Occidente la fonte più a buon mercato, dopo quella di Kuwait, di questa fondamentale materia prima.
Durante più di un secolo, la sicurezza iraniana è stata fondata su una formula aritmetica semplice. La potenza occidentale (soprattutto britannica) di là dai mari, meno la distanza, più l'esercito angloindiano in prossimità, era uguale alla potenza russa alle frontiere. Questa formula aritmetica, tuttavia, ha cessato di essere esatta quando i primi sputnik[...]

[...] loro contributo oscilla fra i cinquanta e i cento franchi al giorno. Per quanto mo desto, questo contributo li mette al coperto da una applicazione troppo rigorosa della legge.
Quanto al resto del paese, che é grande circa tre volte la Francia, esso é in ritardo di un secolo o più rispetto alla capitale. Spesso é difficile distinguere il tracciato delle strade dal terreno in cui si
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svolgono, e buona parte dei 40 mila villaggi dell'Iran sono praticamente isolati dal mondo. I loro pochi contatti col mondo sono rappresentati dagli intendenti dei proprietari, dall'esattore delle imposte e dai gendarmi. Il contadino persiano ha una espressione comune per indicarli tutti: li chiama « i crudeli ». Su questa specie di non santissima trinità riposa quello che é probabilmente uno dei sistemi agrari più iniqui dell'Asia.
Nonostante la sua estensione, soltanto un terzo del territorio dell'Iran è utile ai suoi abitanti. Una metà circa della terra utilizzabile é tenuta a pastura e fa vivere circa cinque milioni di nomadi, ossia un quarto della popolazione del paese. L'altra meta, che costituisce forse il quindici per cento della superficie totale, è formata di terreno coltivabile. Una parte modestissma di questa é coltivata da piccoli proprietari. Una parte assai maggiore appartiene alla famiglia reale, allo Stato o agli enti religiosi. La rimanente parte, più precisamente il 56% della terra coltivabile é concentrata nelle mani di meno dell'uno per cento dei proprietari. Queste poche[...]

[...]rando queste scoraggianti costanti della vita quotidiana, i piani settennali dovevano introdurre una nota di speranza e lanciare il mito del progresso.
Il primo piano settennale era stato inaugurato nel 1949, ma venne sepolto senza cerimonie nel corso della crisi petrolifera, senza lasciare tracce visibili della propria esistenza. Il piano attuale, il secondo, ha avuto inizio nel 1955: ad esso é destinato il 60% dei cospicui redditi petroliferi dell'Iran. I suoi progetti sono grandiosi. Fino al momento attuale, tuttavia, la parte più spettacolosa della sua realizzazione consiste nell'immenso e suntuoso edificio che i servizi del piano hanno fatto costruire per la propria sede. E costato tre miliardi di franchi, e ospita una buona aliquota dei trecento mila
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funzionari iraniani (i cui salari assorbono i quattro quinti del bilancio statale).
L'organizzazione del piano é una proverbiale miniera d'oro per le società consulenti straniere. Gli iraniani cinici parlano con amara ironia dei suoi « progetti preliminari » che già co[...]



da Massimo Robersi, Patto islamico: una sfida imperialista ai popoli arabi [sopratitolo: I "pellegrinaggi diplomatici" del monarca saudita all'insegna dell'attacco contro le forze del progresso] in KBD-Periodici: Rinascita 1966 - 10 - 1 - numero 39

Brano: [...]isti, quanto verso i popoli delle colonie in fermento. Nel Medio Oriente tale progetto si concretizzò nell'alleanza « difensiva » tra Irak, Turchia, Iran, Pakistan e Gran Bretagna (con gli americani dietro le quinte) : il Patto di Bagdad, appunto. Troppo complesso sarebbe esaminare i motivi specifici che spinsero ciascuno di questi Stati all'adesione: vale la pena di dire che essa fu però avversata violentemente dalle masse popolari, che lo Scià dell'Iran, ad esempio, si affrettò a sottoscriverla perchè appena uscito dal tentativo di democrazia avanzata di Mossadegh, che in Irak la monarchia era traballante (cadde infatti nel 1958), che in Giordania, re Hussein, per la pressione popolare dovette rinunciare al proposito di inserire il suo paese nella combinazione.
Tuttavia questa rapida rievocazione delle vicissitudini del Patto di Bagdad, che doveva melanconicamente trasformarsi nel semimorto patto della CENTO, non intende per nulla essere una sorta di meccanico auspicio o previsione circa il futuro del patto islamico in gestazione. La storia[...]

[...]ordo con l'Occidente.
Tenuto conto allora dell'importanza strategica del settore, della ricchezza delle risorse petrolifere, dei fermenti indipendentistici che agitano i piccoli Stati della penisola arabica (fermenti che mettono in pericolo tanto le basi strategiche, quanto il controllo delle ricchezze minerarie), il Compito che Feisal s'è assunto diviene perfettamente logico, così come del tutto comprensibili sono i motivi che spingono lo Scià dell'Iran ed il re di Giordania a Simpatizzare per lui, e coerenti gli sforzi per aggirare e diffamare, piuttosto che aggredire frontalmente, i movimenti anticolonialisti più impegnati. Non si tratta più, cioè, d'una congiura reazionaria pura
e semplice, ma d'un piano per nascondere intenzioni di mera conservazione sia sotto il mantello della fraseologia religiosa, sia sotto il paravento del mito dell'efficienza economica, della modernizzazione tecnica e persino della pianificazione.
Volendo un poco schematizzare il senso di questa « sfida » reazionaria, ci pare di poter precisare che essa si articol[...]



da Goffredo Linder, Dietro Barzani adesso c'è lo scià [sopratitolo: La guerriglia kurda aumenta la tensione in Medio Oriente] [sottotitolo: Precedenti storici di una rivendicazione nazionale e democratica. Come il regime progressista di Bagdad ha risolto il problema dell'autonomia del Kurdistan. La casta dominante kurda, di fronte a profonde riforme strutturali, passa dalla parte dell'Iran. Un disegno pericoloso e articolato dell'imperialismo americano. Ma questa volta la maggioranza del popolo kurdo non s... in KBD-Periodici: Rinascita 1974 - 5 - 17 - numero 20

Brano: La guerriglia kurda aumenta la tensione in Medio Oriente
Dietro Barzani
atlesso c'è lo scià
Precedenti storici di una rivendicazione nazionale e democratica. Come il regime progressista di Bagdad ha risolto il problema dell'autonomia del Kurdistan. La casta dominante kurda, di fronte a profonde riforme strutturali, passa dalla parte dell'Iran. Un disegno pericoloso e articolato dell'imperialismo americano. Ma questa volta la maggioranza del popolo kurdo non segue i vecchi capi
Mer Caspienne
di Goffredo Linder
E' una guerra segreta, ma non tanto. Può apparire come uno dei non pochi conflitti di minoranze etniche che riaffiorano qua e là nel mondo, ma non è così. Parliamo del brusco risveglio della guerriglia (ma per le sue proporzioni è una guerra) kurda che si è avuto nelle ultime settimane in Iraq. Il fatto è in sé grave e non marginale per il contesto in cui si svolge (la crisi mediorientale), per le tendenze che conferma del[...]

[...]e basi e mezzi. Il patto tra il leader kurdo e lo scià di Persia a questo punto è esplicito: l'agitazione nazionalista non si propagherà tra i kurdi iraniani, la guerriglia dovrà minare il regime pro gressista di Bagdad o almeno corroderlo fino a una crisi insostenibile, e in cambio si potrebbe arrivare a un Kurdistan indipendente, come una marca sotto la protezione dell'impero iraniano per impedire che divenga un centro di aggregazione di kurdi dell'Iran e della Turchia. Ma questo è da vedersi e in ogni caso lo scià dispone di forze sufficienti per impedire questa prospettiva. Per ora si procede di conserva: i kurdi riprendono la guerriglia mentre l'esercito iraniano moltiplica gli incidenti di frontiera con gli iracheni, in un comune lavoro volto a provocare la instabilità del regime di Bagdad. Il tutto nel quadro di una mira più alta che ha condotto lo scià a intervenire militarmente nell'Oman, per garantire la « stabilità» in un altro punto della regione decisivo per la strategia imperialista e percorso da forti movimenti antimperialisti. [...]



da Andrea Binazzi, Raffaele Pettazzoni in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]ti e studi in una prospettiva internazionale], xiv (1983), pp. 5458. A questo appassionato studioso del Pettazzoni va il mio ringraziamento per il molto materiale che mi ha generosamente fornito e che ha agevolato il mio lavoro.

Per la bibliografia, ci si deve riferire anche a quella che completa il libro di Ugo Casalegno citato nel testo.

La religione primitiva in Sardegna, Piacenza 1912; La religione di Zarathustra nella storia religiosa dell'Iran, Bologna 1920; La religione nella Grecia antica fino ad Alessandro, Bologna 1921 (n ed., Torino 1953); Dio: formazione e sviluppo del monoteismo nella storia delle religioni, voi. i: L’essere celeste nelle credenze dei popoli primitivi, Roma 1922; I misteri: saggi di una teoria storicoreligiosa, Bologna 1924; Svolgimento e carattere della storia delle religioni, Bari 1924; La confessione dei peccati, Bologna 192936; Religione e politica religiosa nel Giappone moderno, Roma 1934; Saggi di storia delle religioni e di mitologia, Roma 1946; Divinità del paganesimo degli antichi popoli europei. Le[...]



da Massimo Robersi, Il "buon vicinato" fra URSS e Turchia. [sopratitolo: Obiettivi della visita di Gromiko a Ankara] [sottotitolo: La presenza del ministro degli Esteri sovietico ad Ankara ha costituito una prova tanto dell'erosione del prestigio americano quanto dell'interesse che i paesi che intendono sganciarsi dalla opprimente ingerenza della NATO attribuiscono sempre più al miglioramento dei rapporti con l'URSS] in KBD-Periodici: Rinascita 1965 - 6 - 5 - numero 23

Brano: [...]i critica l'America è comunista, chi vuole aumentare gli scambi con l'URSS è comunista; si tratta invece d'avere ben chiaro che la democrazia esiste o non esiste.
Ci paiono, questi, discorsi coraggiosi, che indicano un maturare delle coscienze, un prendere consapevolezza dei problemi di fondo del paese, ed è fin troppo facile, a questo punto, rammentare la delicatezza d'una situazione che sempre più si tingerà dei colori assunti o dalla vicenda dell'Iran nel 1953 o da quella egiziana del 1956. La Turchia si muove, dunque; anche per questo il buon vicinato con l'URSS costituisce e costituirà un fattore positivo per il suo futuro.
Massimo Robersi
Libri di testo
Si dice, ad esempio, che " Hitler era il capo della Germania e il solo che si era mostrato amico dell'Italia" e che " il fascismo era una dittatura, ma ha compiuto bonifiche, ha conquistato t'impero e l'Abissinia e ha fatto la Conciliazione" (dal Giorno).



da senza firma, Per chi ha combattuto Israele in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 6 - 30 - numero 26

Brano: [...] una via di comunicazione vitale per il commercio e per le linee di trasporto mondiali. La stessa cosa è vera oggi per un'altra vitale forma di trasporto: le comunicazioni aeree.
All'estremità orientale del Mediterraneo sta la Turchia, bastione orientale della NATO, organizzazione creata appunto per contenere l'aggressione sovietica. Le strade che collegano l'Unione Sovietica con il Medio Oriente passano attraverso i territori e gli spazi aerei dell'Iran e della Turchia. Si tratta di paesi che gli Stati Uniti hanno rifornito di massicci aiuti militari e d'altro genere, ed ai quali la Russia sta adesso strizzando l'occhio. In particolare è necessario che la Turchia sostenga il fianco destro della NATO, e che ii Mediterraneo sostenga l'intero fianco meridionale della NATO: l'Italia, la Grecia e la Turchia.
Se mai i sovietici riusciranno in un modo o in un altro a conquistare una posizione dominante in questa parte del mondo, attraverso i loro satelliti nel Medio Oriente o attraverso basi aeree, navali e forse anche terrestri in questa zona, qu[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dell'Iran, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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