Brano: NOTE SULL'IRAN
Lo Scià dell'Iran dichiarava recentemente, a Londra, ad un gruppo di giornalisti, che una rivolta nel suo paese era assolutamente impossibile. Ma lo scetticismo generale che accolse questa affermazione mostrava chiaramente che la diagnosi degli osservatori professionali era diversa da quella del Capo del paese.
Vero é che a Teheran non si nota, oggi, atmosfera di crisi. Nonostante gli attacchi delle stazioni radio sovietiche contro i dirigenti iraniani, e nonostante le voci che corrono a proposito di una oscura macchinazione diretta a provocare un sollevamento dei Kurdi, si nota oggi, dopo i recenti accordi d[...]
[...] interessi strategici occidentali. A questa politica si accompagna un pre
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ciso sforzo per indebolire l'Occidente spogliandolo a poco a poco delle sue posizioni strategiche e dei suoi atouts economici. L'Iran ha scelto il deciso allineamento con l'Occidente nel momento stesso in cui quei due grandi obbiettivi sovietici lo rendevano particolarmente vulnerabile. Dopo i cambiamenti verificatisi nell'Irak, la defezione strategica dell'Iran darebbe un gravissimo colpo a tutto lo schieramento occidentale fra la Turchia e l'India. E la perdita dei petroli iraniani toglierebbe all'Occidente la fonte più a buon mercato, dopo quella di Kuwait, di questa fondamentale materia prima.
Durante più di un secolo, la sicurezza iraniana è stata fondata su una formula aritmetica semplice. La potenza occidentale (soprattutto britannica) di là dai mari, meno la distanza, più l'esercito angloindiano in prossimità, era uguale alla potenza russa alle frontiere. Questa formula aritmetica, tuttavia, ha cessato di essere esatta quando i primi sputnik[...]
[...] loro contributo oscilla fra i cinquanta e i cento franchi al giorno. Per quanto mo desto, questo contributo li mette al coperto da una applicazione troppo rigorosa della legge.
Quanto al resto del paese, che é grande circa tre volte la Francia, esso é in ritardo di un secolo o più rispetto alla capitale. Spesso é difficile distinguere il tracciato delle strade dal terreno in cui si
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svolgono, e buona parte dei 40 mila villaggi dell'Iran sono praticamente isolati dal mondo. I loro pochi contatti col mondo sono rappresentati dagli intendenti dei proprietari, dall'esattore delle imposte e dai gendarmi. Il contadino persiano ha una espressione comune per indicarli tutti: li chiama « i crudeli ». Su questa specie di non santissima trinità riposa quello che é probabilmente uno dei sistemi agrari più iniqui dell'Asia.
Nonostante la sua estensione, soltanto un terzo del territorio dell'Iran è utile ai suoi abitanti. Una metà circa della terra utilizzabile é tenuta a pastura e fa vivere circa cinque milioni di nomadi, ossia un quarto della popolazione del paese. L'altra meta, che costituisce forse il quindici per cento della superficie totale, è formata di terreno coltivabile. Una parte modestissma di questa é coltivata da piccoli proprietari. Una parte assai maggiore appartiene alla famiglia reale, allo Stato o agli enti religiosi. La rimanente parte, più precisamente il 56% della terra coltivabile é concentrata nelle mani di meno dell'uno per cento dei proprietari. Queste poche[...]
[...]rando queste scoraggianti costanti della vita quotidiana, i piani settennali dovevano introdurre una nota di speranza e lanciare il mito del progresso.
Il primo piano settennale era stato inaugurato nel 1949, ma venne sepolto senza cerimonie nel corso della crisi petrolifera, senza lasciare tracce visibili della propria esistenza. Il piano attuale, il secondo, ha avuto inizio nel 1955: ad esso é destinato il 60% dei cospicui redditi petroliferi dell'Iran. I suoi progetti sono grandiosi. Fino al momento attuale, tuttavia, la parte più spettacolosa della sua realizzazione consiste nell'immenso e suntuoso edificio che i servizi del piano hanno fatto costruire per la propria sede. E costato tre miliardi di franchi, e ospita una buona aliquota dei trecento mila
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funzionari iraniani (i cui salari assorbono i quattro quinti del bilancio statale).
L'organizzazione del piano é una proverbiale miniera d'oro per le società consulenti straniere. Gli iraniani cinici parlano con amara ironia dei suoi « progetti preliminari » che già co[...]