Brano: [...] scrisse mio padre a lui, se emigrando a Marsiglia, potesse trovare lavoro. La risposta fu favorevole, e se non erro, verso la fine dell'anno, pare nell'agosto 1888 (sono in questo momento un poco smemorato), mio padre partí per Marsiglia, ove fu accolto da questo zio, fratello di Sabino suo cognato, molto fraternamente; scrisse a noi che aveva fatto buon viaggio, e che aveva trovato lavoro presso una raffineria di zucchero, situata Gran Chaimen d'Aix (2) guadagnando lire 2,60 al giorno, portando da un punto all'altro molti sacchi sulle spalle (lavoro che non aveva mai fatto) e spesso faceva dello straordinario, e cosí la sua mercede si arrotondava a lire 3 e anche 3,30 al giorno. Pagava 1,20 di pensione presso una buona famiglia sarda, il di cui titolare era chef (ossia capo del reparto in cui lavorava) che prese tanto a ben volere il mio povero padre, che gli cambiò adibendolo ad un lavoro piú leggier°. E mio padre buono, ma molto buono (e lo dico fino alla noia) scriveva, 'o meglio faceva scrivere delle lettere pieno di entusiasmo, espr[...]
[...]abine, e cioè sopra coverta, per terra). Mia madre aveva provveduto di tutto: pane, vino, salame, formaggio, frittate di maccheroni, uova sode, frutta della stagione, limoni, insomma provvista per due giorni, che il vapore per cattivo tempo ne impiegò tre.
Partimmo da Napoli alle ore diciassette, e la prima notte non fu tanto cattiva, tanto piú che avevamo fatto amicizia con diverse donne
(1) hiel ms. : «anche se non inocui«.
(2) Grand chemin d'Aix.
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atripaldesi, che come noi raggiungevano i loro cari. Erano passate circa venti ore che stavamo a bordo e nessuno aveva toccato cibo. Facevamo a gara, a chi piú rovesciava (per il mal di mare) non abituati, e credo che a stento rimasero gl'intestini: i limoni furono la nostra salvezza, e ci trovammo una buona provvista, perché quel parente Martino ce lo aveva consigliato. Sopravvenne la notte, e verso le ventuno arrivammo al golfo di Genova, golfo pericoloso, come diceva il personale del vapore. Fu tale una tempesta, che tutti credevamo fosse vicino la nostra fine. Le gri[...]
[...]o somarello, che avevamo venduto in Italia. A piedi, seguendo il carretto, e facendo buona guardia alle masserizie, feci circa quattro chilometri. La distanza, e la fame sopraggiunta, pareva quella strada che non finiva mai. Mio padre aveva avuto cura di fittare una bella casetta di due stanze e una bella cucina al primo piano, senza balconi, con due finestre, e propriamente in una traversa, sul Gran
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Chaimin d'Aix, Rue Pherafins n. 6, poco lontano, dalla casa dello zio; e cosí, dopo averci pulito alla meglio, ci recammo a pranzo da questo zio. Mio padre ebbe cura di comprare una gallina per farci un ottima tazza di brodo (tanto necessaria a mettere a posto il nostro intestino rimasto privo di alimento per quattro giorni) malgrado la mancanza di suppellettili, che man mano venivano comprati, con qualche piccolo risparmio: tantoppiú che mio padre, per il suo carattere buono, e per la sua onestà e attaccamento al lavoro, dal Capo reparto, (che Doi divenne nostro compare, perché un figlio suo fu tenuto a b[...]