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Il segmento testuale crociane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Petronio, Gramsci e la critica letteraria in Studi gramsciani

Brano: [...]La ragione degli altri, Come prima, meglio di prima, per avvertire invece la sostanza poetica di Liolà, su cui scriverà una magnifica pagina'. Mentre, piú tardi, ormai maturo, pur trascurando l'opera narrativa di Pirandello (ma tutti, allora, erano abbarbagliati dal luccichio del teatro!), pose con sicurezza alcuni problemi di metodo e chiari dialetticamente il significato storicoculturale di quell'opera, in pagine nelle quali l'istanza viva del crocianesimo
— la ricerca della poetica o no del teatro pirandelliano — si arricchisce di altre istanze tipicamente gramsciane, ed il giudizio estetico
poesia o non poesia — si inquadra in un sistema piú largo di giudizi storicoculturali: « il Pirandello si è fatta una concezione della vita e dell'uomo, ma essa è " individuale ", incapace di diffusione nazionalepopolare, che però ha avuto una grande importanza " critica ", di corrosione di un vecchio costume teatrale » 5; e ancora: « il suo teatro vive esteticamente in maggior parte se " rappresentato " teatralmente,
e se rappresentato teatralment[...]

[...]ine sue tra le piú mature; ma ha notato giustamente il Garin, richiamandosi proprio a Gramsci, che ciò che conta, nella definizione di un pensiero, non sono le affermazioni momentanee, i passi singoli che possono essere anche contraddittori tra loro, quanto lo spirito dell'opera, il suo senso ultimo, le direzioni costanti nelle quali essa è rivolta, pure tra scarti o deviazioni del momento. E — cito dal riassunto della relazione del Garin — « il crocianesimo di Gramsci — a parte una prima simpatia iniziale con siste nello avere combattuto sistematicamente Croce, considerandolo la voce piú importante (e piú " pericolosa ") della vita italiana » : un'affermazione che mi pare esattissima, ma che va dimostrata, almeno per quanto concerne la critica letteraria.
Merito precipuo di Gramsci fu lo sforzo, riuscito, di storicizzare il marxismo, non accettandolo e ripetendolo come un sistema pietrificato di dogmi, ma neppure dissolvendolo in un revisionismo eversore, sibbene svolgendolo alla luce dei progressi della cultura europea, arricchendolo e ri[...]

[...]; ma vi è anche la lezione fruttuosa del De Sanctis, e vi è lo spirito del piú serio marxismo che, con Marx ed Engels, aveva anch'esso continuamente messo in guardia dal sociologismo, dalla confusione tra contenuto e forma, dal passaggio meccanico dal giudizio storico al giudizio estetico'.
Però le stesse frasi che ho citate, e altre consimili che si potrebbero spigolare, lette nel loro contesto, che è il solo modo di leggerle, non sono affatto crociane, e sono, anzi, della concezione crociana dell'arte e della critica un superamento radicale. Tanto che, proprio in quelle note è il passo tante volte citato in questi anni, e certo di fondamentale importanza ad intendere Gramsci: « Insomma, il tipo di critica letteraria propria della filosofia della prassi è offerto dal De Sanctis, non dal Croce o da chiunque altro (meno che mai dal Carducci) » 2; un passo riassuntivo e incisivo, in cui la coscienza del proprio distacco da Croce si esprime in termini netti, anche se, almeno nelle righe riportate qua su, ancora negativi piuttosto che positivi. [...]

[...] energica e icastica: « La letteratura non genera letteratura ecc., cioè le ideologie non creano ideologie, le superstrutture non generano superstrutture altro che come eredità di inerzia e di passività: esse sono generate non per " partenogenesi ", ma per l'intervento dell'elemento " maschile ", la storia, l'attività rivoluzionaria che crea iI " nuovo uomo ", cioè nuovi rapporti sociali » 2: dopo di che cianci, chi se la sente, di sopravvivenze crociane!
Dopo di che può essere chiaro invece che cosa significhi per Gramsci contrapporre alla critica letteraria di tipo crociano quella di tipo desanctisiano: la critica letteraria — egli afferma continuando il passo già citato — « deve fondere la lotta per una nuova cultura, cioè per un nuovo umanesimo, la critica del costume, dei sentimenti e delle concezioni del mondo, con la critica estetica o puramente artistica nel fervore appassionato, sia pure nella forma del sarcasmo » 3. La critica letteraria, diciamo noi, dev'essere tutta politica, critica dei contenuti e delle forme, critica di battag[...]

[...] di Gramsci servono ideologie progressive; ma, intanto, per servire ognuna la propria ideologia, l'una diviene critica della pura forma, della distinzione netta tra poesia e nonpoesia, tra struttura e poesia, e via dicendo, le altre si atteggiano come critiche dei contenuti e delle forme tutt'insieme, e tendono a fondere struttura e poesia in un tutto organico. Ecco, dunque, perché dicevamo assurdo affermare che per Gramsci si possano conciliare crocianesimo (o neoidealismo) e marxismo; il problema di Gramsci è
invece quello di giungere ad una fase ulteriore e nuova storicamente
aggiornata — del marxismo, che riassotira in sé, in una sintesi superiore, il neoidealismo. In una pagina di Estremo interesse egli si chiese una volta quale dovesse essere l'atteggiamento della filosofia della prassi di fronte a Croce e a Gentile, e concluse: « in realtà si riproduce ancora la posizione reciprocamente unilaterale e criticata nella prima tesi su Feuerbach, tra materialismo e idealismo e come allora, sebbene in un momento superiore, è necessaria la s[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] E. Garin, Antonio Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...] necessaria ma solo la meccanica esteriorità » 5. In realtà unità e sistematicità consistono « nell'intima coerenza e feconda comprensività di ogni soluzione particolare » 6.
2. Gramsci e Croce.
L'elaborazione continua a cui Gramsci sottopone concetti e metodi si precisa dunque lungo linee di sviluppo ben definite. Se in un articolo dell'Avanti! del 21 agosto 1916 troviamo l'uso aperto — sul terreno della critica teatrale — delle « categorie » crociane (e un tendenziale
1 P., p. 7
2 L. C., p. 41.
3 M. S., pp. 1712.
4 M. S., pp. 17980.
5 M. S., p. 131.
s M. S., p. 180.
7 L. V., p. 247.
Eugenio Garin 7
orientamente crociano degli anni di preparazione riconoscerà egli stesso piú tardi, esplicitamente 1), assistiamo poi a un progressivo costante lavoro di determinazione della portata « speculativa » del « revisionismo » crociano, e della sua funzione pratica (« la piú potente macchina "per conformare" le forze nuove italiane agli interessi del gruppo dominante » ), mentre d'altra parte, viene precisata l'importanza del contributo posit[...]

[...]adizione speculativa e dialettica, non già positivistica e classificatoria, l'ampia visione della storia, l'unione dell'erudizione col filosofare, il senso vivissimo della poesia e dell'arte nel loro carattere originale ». Croce avrebbe potuto continuare, toccando del punto fondamentale di contatto: una cultura sdegnosa di « anime belle » e di « mani pure », ma militante, politicamente combattente, e poco importa, qui, se in campi opposti.
I1 « crocianesimo » di Gramsci — a parte una prima simpatia iniziale — consiste nell'avere « combattuto » sistematicamente Croce, considerandolo la voce piú importante (e piú « pericolosa ») della vita italiana (il sostenitore, diceva Gobetti, di un « conservatorismo illuminato e trepido, onesto, moderatamente liberale, capace di salvare le forme e la pace »). In tal senso soltanto, Gramsci è costantemente « condizionato » da Croce — e dalla situazione determinatasi intorno a Croce — pro e contro. E questo significa unicamente che la forma della discussione, proprio per essere non velleitaria, ma calata ne[...]

[...]ende a svelare i limiti — e la validità — di una tradizione culturale italiana (di quella tradizione culturale italiana), ma dall'altro indica accanto ad essa i fremiti e le possibilità di un'altra cultura: giacobina, popolarenazionale, non aulica, non distaccata. E la distanza CroceGramsci, pur in tanta vicinanza, non si misura forse mai cosí bene come quando si rifletta sull'osservazione gramsciana 2 a proposito delle due grandi opere storiche crociane, la Storia d'Italia e la Storia d'Europa: in entrambe lo storico presuppone il momento della latta, « del ferro e del fuoco », del rinnovamento, della
rivoluzione » ; studia il momento dell'equilibrio, della riunificazione (Gramsci, è noto, ammette la possibilità di una storia eticopolitica come storia del momento « egemonico », ma per domandarsi subito se quella di Croce sia veramente storia eticopolitica, o non, piuttosto, solo « speculativa » 3).
Impegnarsi puntualmente sul suo medesimo terreno a discutere quella che era la piú chiara e diffusa posizione culturale, esaminando in ogni sfu[...]

[...]toria o storicità o a puro umanesimo » 5), o, in una parola, la sua « traduzione » in italiano dell'eredità valida di Marx. E quel che ipiú colpisce e, appunto, questa traduzione 6 cosí attenta alla storia italiana e degli « intellettuali » italiani, e alla reale situazione, quale si era venuta esprimendo nelle forme piú avanzate del suo tempo. Le innumerevoli note, gli appunti, che costituiscono spesso il costante contraddittorio di quelle note crociane che egli non a torto riteneva la parte piú efficace della produzione del Croce, si possono facilmente considerare una presenza costante nella vita italiana, intorno a cui è possibile alimentare un dibattito su tutti i fatti di rilievo della vita nazionale.
E qui si definisce anche quella cosí originale, e cosí nostra « filosofia della prassi», che si colloca come posizione di primo piano fra le elaborazioni di pensiero di questo secolo, di fronte alla crociana « filosofia dello spirito », ma autonoma e nettamente caratterizzata. Ove proprio i
1 M. S., p. 191.
2 0.N., p. 234.
3 L. C., p. 2[...]



da a.n.[Anna Nozzoli], scheda sintetica di «Società» (1945-1961) in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]». D'orientamento dichiaratamente marxista, la rivista indirizzò la sua attività nell'ambito dell'elaborazione teoricoculturale, operando per il superamento dell'impostazione crociana e per la costruzione di una cultura alternativa, da realizzarsi mediante un rapporto critico e dialettico con la concezione idealisticoborghese, e non attraverso un rifiuto acritico. Proprio nel definire la funzione dell'intellettuale (rovesciamento delle posizioni crociane ed elaborazione di una cultura autonoma)
e il suo rapporto « organico » con le masse, il periodico veniva mostrando una impostazione metodologica, che potremmo definire rigorosamente gramsciana, se il termine non risultasse arbitrario rispetto ai tempi di diffusione del pensiero di Gramsci in Italia (nei primi anni della rivista, infatti, le opere del pensatore erano quasi sconosciute). Di stampo gramsciano era, del resto, anche il tentativo di realizzare, in un'unica testata, l'interdipendenza di molteplici discipline, secondo le linee indicate da R. B. Bandinelli nel
« Saluto agli intelle[...]

[...] l'area dei suoi collaboratori ad intellettuali iscritti al partito comunista o simpatizzanti per esso (si veda l'editoriale « Nuova serie », dove appaiono chiarite le ragioni di tale mutamento). Parallelamente sul periodico si nota un tentativo di maggiore sistematicità, soprattutto negli studi storici, filosofici, politici che acquistano un posto di preminenza sulle pagine di Società, ora più che mai impegnata nel rovesciamento delle posizioni crociane e nell'approfondimento di nuove linee culturali scaturite dalle indicazioni contenute negli scritti di Gramsci (nel 1949 il periodico anticipò alcuni degli scritti dal carcere, in corso di pubblicazione presso l'editore Einaudi). Anche sul terreno della ricerca letteraria, prima assai confusa ed eterogenea, viene operata una riorganizzazione metodologica ai fini di adeguare le posizioni critiche all'orientamento politicoculturale sostenuto dalla rivista (modelli proposti, in questo settore, i sovietici Eisenstein, Biock, Esenin, Majakovskij) e i premarxisti Bielinskij, Cernisveskij) .
Dal 19[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Seroni, La distinzione fra «critica d'arte» (estetica) e «critica politica» in Gramsci, il concetto di «lotta culturale» e le indicazioni metodiche per un nuovo storicismo critico in Studi gramsciani

Brano: [...]a poesia tradizionale.
Nei casi citati, Gramsci ha saputo impostare lo studio di importanti questioni, fornendo lo spunto per una interpretazione critica basata sulla relazione fra gli elementi di fondo del metodo critico all'inizio accennata. La giustezza di queste impostazioni gramsciane si pub chiaramente sperimentare: nel caso di Dante, ad esempio, la notazione gramsciana conforta la tesi degli studiosi moderni che, contro le argomentazioni crociane (e in parte contro la stessa distinzione desanctisiana), affermano la sostanziale unità e organicità del mondo dantesco e della poesia della Commedia. Quanto a Leopardi, basterebbe indicare tre ordini di fatti: il riacquisto alla piú alta poesia leopardiana del canto La ginestra tutt'inrero contro le distinzioni fra strofe poetiche e strofe didascaliche; l'atten
1 L. V. N., p. 125.
2 VOI. XXXIII, fasc. 2, p. 180.
3 L. C., p. 205.
18.
264 I documenti del convegno
zione della moderna critica leopardiana ad opere come I paralipomeni o la satira I nuovi credenti (contro dunque la concezione[...]



da Recensione di Franco Martina a Daniela Coli, Croce, Laterza e la cultura europea in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]lte che comunque venivano operate: perché un certo Meinecke o un certo Fueter? perché Freud e Dewey e nonRECENSIONI

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Mann o Russell? Emerge anche dai materiali dell’archivio Laterza la piena consapevolezza crociana d’essere parte integrante e non riflesso del dibattito europeo. Ciò che fa della diffusione in Italia di alcune grandi opere europee l’espressione non di un astratto spirito illuministico, ma un’articolazione delle posizioni crociane. Se per un verso le traduzioni furono lo strumento per una più ampia circolazione delle idee, per altro verso furono anche un importante momento di confronto e di sostegno della specifica prospettiva crociana. Lo ha mostrato bene la Coli rilevando il legame esistente tra alcune traduzioni e particolari aspetti del dibattito interno. È il caso, per fare un solo esempio, della traduzione del libro di Simmel su Schopenhauer und Nietzsche voluto anche per contrastare il nietzschianesimo dannunziano. Tuttavia il confronto era tutt’altro che ristretto. Soprattutto con il trionfo del fascismo la cas[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine crociane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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