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Il segmento testuale collettivismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 105Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 205

Brano: [...]to privo per dieci anni ».

Negli anni Trenta, come rappresentante di un calzaturificio, potè compiere frequenti viaggi in Francia e in Inghilterra. AM’estero, quantunque venisse guardato con diffidenza dai comunisti italiani esuli che continuavano a considerarlo un provocatore, ebbe modo di partecipare a riunioni di circoli della Quarta Internazionale e di conoscere le idee e le pubblicazioni trotzkiste, venendone in parte influenzato.

li “collettivismo burocratico"

Privo di qualsivoglia preparazione accademica, ma spinto da un inesauribile spirito critico e di ricerca, l'autodidatta Bruno Rizzi seppe elaborare negli anni Trenta una analisi della società sovietica che, al di là di un inevitabile e rozzo empirismo, anticipava punti di vista e tesi che la sinistra e gli stessi comunisti avrebbero finito con il far propri solo molto più tardi. Nel 1937 egli pubblicò in Italia un libro dal titolo Dove va l'U.R.S.S.? (Ediz. La Prora, Milano, 1937), nel quale individuava alcune analogie tra i regimi totalitari esistenti in Russia, in Germania e[...]

[...]

alla sua professione di rappresentante di commercio, senza svolgere alcuna attività politica.

Nei decenni successivi diede tuttavia alle stampe, sempre a proprie spese, una serie di opuscoli nei quali cercava di interpretare a modo suo alcuni temi del marxismo: Il socialismo dalla religione alla scienza (in 6 volumetti) ; La lezione dello stalinismo; La Rovina Antica e l’Età feudale. Nel 1967 pubblicò presso l'Editrice Galeati di Imola II collettivismo burocratico, contenente le linee essenziali del suo lavoro e una cronaca delle polemiche sostenute suH’argomento.

Dalla fine degli anni Cinquanta era stato invitato a collaborare a riviste socialiste. Quando morì, il suo singolare caso fornì materia di articoli ad alcuni massmedia italiani, ma venne rigorosamente ignorato dalla sinistra ufficiale.

A.Per.

Rizzi, Riccardo

N. a Bologna il 5.1.1912, m. I’1.4. 1982.

Studente universitario a Bologna, nel 1937 venne arrestato per attività comunista clandestina svolta nell’ambiente dell'Università. Deferito al Tribunale speciale, il 22[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 319

Brano: [...] fu tratto alla lotta politica da un vago umanitarismo e da una spiccata ambizione. Radicale moderato, fu eletto deputato nel 1886, anno in cui difese davanti all’Assise di Venezia i contadini mantovani accusati di aver partecipato alle agitazioni note come « la boje ». Al Congresso socialista di Reggio Emilia (1893) passò nelle file di questo partito, attestandosi su posizioni riformiste: in tale occasione, pur proclamando la propria fede nel « collettivismo » e nella « lotta di classe », sostenne insieme ad Andrea Costa l’utilità dell'« affinismo », cioè

dell’alleanza con i partiti borghesi democratici.

Nella lotta politica all’interno del partito, che vedeva contrapporsi l’ala intransigente a quella riformista, fin dal 1896 il Ferri assunse una posizione mediana. Nella tattica elettorale sostenne la transigenza nei ballottaggi politici e amministrativi.

Nel congresso socialista di Imola, pur votando l’ordine del giorno di Arturo Labriola, (ispirato a un'assoluta intransigenza) si dichiarò convinto che « programma massimo e programma mi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 691

Brano: [...]llo, democratico ed egualitario, ipotizzato negli anni precedenti. Invano l’economista Bertolino era venuto dispiegando il suo disegno riformatore, irriducibilmente critico del capitalismo « puro », non corretto da elementi programmatori. I suoi scritti, assai numerosi nelle prime annate della rivista, ispirati a una rigida difesa della dignità del lavoratore e dell’individuo sociale, non trovarono grande eco in un’età che vedeva guerreggiare il collettivismo del movimento operaio organizzato e la pratica « selvaggia » dell’iniziativa imprenditoriale, favorita dal liberismo einaudiano,

Patto Atlantico e « leggetruffa »

Nel 1949 un numero speciale della rivista dovette essere dedicato alla « crisi » della Resistenza, Nello stesso anno, inoltre, Calamandrei pronunciava in Parlamento (e pubbli

cava sul « Ponte ») la dichiarazione di voto contro l’ingresso dell’Italia nel Patto Atlantico, indicando con grande lucidità il significato di svolta regressiva che la sottomissione agli U.S.A. avrebbe avuto, e prevedendo le ripercussioni negative che[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 772

Brano: [...]lonizzazione), che la stampa fascista riportò con grande risalto, nel quale approvava senza riserva l’impresa bellica (P.d.l., n. 1, 1.1.1936).

Scarso interesse venne invece dedicato alla guerra di Spagna, di fronte alla quale la rivista osservò che, comunque fosse finita, sarebbe servita a scardinare il vecchio sistema feudale. (Spagna falangista, P.d.l., n. 11, 1.11.1938).

Per quanto la rivista fosse formalmente contraria ai principi del collettivismo, non mancò di esaltare nei primi anni di esistenza l’Unione Sovietica e le realizzazioni dello stalinismo, paragonate per arditezza a quelle fasciste (Dieci anni di regime comunista, P.d.l., n. 8, 1.11. 1927; L'economia bolscevica, P.d.l. n. 8, 1.8.1930). Comunque sottolineò che il comuniSmo non era merce da esportare in Occidente, ma peculiare di quel vasto e arretrato paese. Successivamente, con l’evolversi della politica estera fascista, la rivista assunse un tono sempre più antisovietico, fino a identificare nel « mito » russo uno dei più brutali imperialismi mondiali. [Gli « imperi » gra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 541

Brano: [...]itica di potenza e alla stessa guerra in nome dei principili dell'internazionalismo e dell’europeismo. Terzo: si elabora la distinzione tra I cosiddetti piani (religioso e temporale) fino allora sovrapposti e confusi, per ricuperare ai cattolici della nuova generazione l’autonomia politica. Quarto infine: si pone l’accento sulla difesa della “povera gente”, nella ricerca di un ordine sociale antimoderato egualmente distante dal capitalismo e dal collettivismo in direzione di una economia mista.

Secondo dopoguerra

A queste e ad altre premesse, elaborate nella segretezza feconda di coscienze sofferenti dell’indirizzo ufficiale cattolico, si collegheranno poi le “correnti” di sinistra all’interno della Democrazia cristiana (v.) degasperiana, daM’aclismo al dossettismo. Esse però non rientrano propriamente nella sinistra cristiana, qual’è stata qui precisata, mancando in generale fra l'altro del connotato della “disobbedienza”, nonostante qualche screzio con l’autorità ecclesiastica per quanto riguarda le A.C.L.I..

Vi rientreranno invece, a p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 117

Brano: [...]elle due esigenze primarie non ispirata al pragmatismo politico che Carlo Rosselli, allora alla guida di "Giustizia e Libertà”, tendeva a preferire, ma trovata sul terreno stesso della teoria politica dal quale prendesse poi la via l’applicazione pratica.

Norberto Bobbio, nel profilo di Silvio Trentin tracciato in un saggio del suo libro Italia civile, nota che « il suo pensiero si moveva ormai in due direzioni: sul terreno economico verso il collettivismo; sul terreno politico verso lo Stato pluralistico. L'un concetto rappresentava l’antidoto all’altro ».

L'intuizione de/l'autonomia

In questo senso si muoveva certamente il nuovo libro di Trentin, La crise du droit et de l'Etat, nel quale il pericolo per la libertà, non più nel regime fascista, ma in qualunque regime, in quello democratico

come in quello autoritario e in quel

lo collettivistico, è individuato in una concezione accentrata del potere statale che lo separi da coloro sui quali o anche per i quali viene esercitato. Di qui l’intuizione d’un terzo elemento primario: l’aut[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 170

Brano: [...]smo nordamericano: Max Schachtman e James Burnham, seguiti da un certo numero di compagni, lasciarono il Socialist Workers Party (trotzkista) ritenendo insufficiente ed errata l’analisi di Trotzkij relativa allo stalinismo. Analogamente a quanto sosteneva l’italiano Bruno Rizzi (v.) essi rilevavano che la Russia di Stalin non aveva alcunché di socialista o di “operaio”, ma rappresentava un modello sociale assolutamente nuovo, che essi definivano collettivismo burocratico. Ciò portava ovviamente a comportarsi, sul piano strategico e tattico nei confronti dell’U.R.S.S., e di conseguenza nell’azione politica, in modo diverso da come indicava Trotzkij.

La discussione sulla natura sociale dell’U.R.S.S. proseguirà nella seconda metà degli anni Quaranta, causando scissioni più o meno cospicue nelle sezioni spagnola (Munis), francese (Pennetier), inglese [Cliff) e italiana [Mangano). Tutti i rappresentanti di queste correnti si dissociereranno dal trotzkismo, sostenendo che la Russia era da considerarsi uno Stato capitalista, con un meccanismo di accum[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine collettivismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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