Brano: [...]e 1.25 per sera, e lire 2 al giorno per mangiare. In queste 2 lire erano comprese le sigarette e qualche divertimento. Saltavo il pasto di mezzogiorno, rimpiazzandolo con una pizza (calzone) imbottita di ricotta, qualche soldo di frutta, ed alla sera dopo la chiusura della cassa sotto l'orologio esterno della ferrovia, andavamo al pranzo dalla trattoria della Fortuna (tutt'ora esistente) alle spalle della statua di Garibaldi, ove spendevamo 8590 centesimi, massimo 1 lira. I miei compagni, per lo stesso servizio, erano tre: Cioffi Gaetano, calzolaio di Solofra, Fiumara Pietro, esercente una trattoria di Salerno, e Saturno
ANGELO MUSCETTA
Antonio di Cassino. Era la seconda sera che stavo in loro compagnia, dopo di aver mangiato, facemmo una passeggiata a piedi dalla ferrovia alla Galleria. Lessi un manifesto che al S. Carlo si rappresentava La Forza del Destino, con dopo il Ballo Excielsior, e al loggione di quinta fila (non numerato a quei tempi) si pagava lire 1.25 a persona. Proposi ai miei amici di andare: tutti profani di opere liriche. M[...]
[...]on grande soddisfazione dei parenti tutti, e specie dello zio Canonico, che vedevano dissipate quelle voci messe in giro da invidiosi, i. quali avrebbero visto con piacere andare in fumo questo matrimonio. La cena fini alle tre e mezzo del mattino, e dopo di aver bevuto due tazze di caffè miscelato con la cicoria (surrogato in voga e che costava due soldi il pacchetto, e il caffè puro costava, bello e tostato, 4 soldi l'oncia: come dire 3 lire e centesimi il chilo), presi commiato dal mio tesoro, distacco doloroso, ma necessario, perché ho conosciuto da che ero piccolo solo il senso del dovere, e poi eventualmente il senso (se pure) del diritto, e in compagnia dell'alba che si schiudeva mi incaminai a piedi (perché in quell'epoca non si aveva neanche lontanamente l'idea dell'automobile) e raggiunsi la stazione di Prata: che dopo pochi minuti arrivò i!1 primo treno da Benevento, e giunsi puntualmente alle sette del mattino, giusto come avevo promesso a mio zio. Ero felice, ogni frainteso era scomparso, lavoravo notte e giorno, e vedevo avvicina[...]
[...]era di due ore su di un materasso messo sopra un tavolo, in quella piccola stanzetta umida, che a quarant'anni fu la causa della perdita di tutti i miei denti. Però di contro a tanto lavoro e tanti sagrifizii, vi era l'incoraggiamento del guadagno. Io facevo il fattorino accaparratore di albergo, io il f acchino, io il cameriere, io il padrone: mi trasformavo a secondo del bisogno. Ti guadagno era soddisfacente, perché mentre noi si lavorava con centesimi, questi immigranti pagavano con dollari, che in quell'epoca i'l dollaro quotava lire 4,20 italiane. Il bello era, portavo le valigie internamente dalla stazione al buffet e mi regalavano; li servivo a tavola, ed avevo la mancia; li accompagnavo in camera (portando le valigie), ed avevo altre regalie. e mia zia Angelarosa, mia moglie Vincenzina, mio zio Sabino in cucina ridevano a crepapelle, per tante mie trovate, per tante mie barzellette. Una sera arrivarono trentadue immigranti, che dal loro vestire avevano l'apparenza di essere molto ricchi (sempre cafoni). Tutti allegri mangiarono e beve[...]
[...]nano, famoso per esportatore in America in quell'epoca, ed ottenni l'esclusività per Avellino e provincia ordinando q.li 20 per volta, ed ottenendo non solo la medesima qualità per esportazione che Avellino non aveva mai mangiato, ma anche delle piccole cassettine per famiglie assortite di kg. 10. Mi portai a Napoli e feci la prima grande commissione e cioè di kg. 5 di caffè per ogni qualità al prezzo di lire 2.40, a 2.70 il chilo, zucchero a 68 centesimi, riso a 22 centesimi, e altri articoli.
Iniziai la vendita della pasta esportazione di Gragnano a 48 centesimi al chilo, quasi a prezzo di costo, e fu tale un successone che tutti i giorni affluivano dalla città diecine e diecine di carrozzelle
MEMORIE DEL CAV. ANGELO MUSCETTA 99
(che allora si pagava cent. 50 la corsa) e caricava ogni famiglia pasta zucchero, riso, olio, liquori, cioccolato, biscotti, sapone, ecct. Le mie previsioni, come sempre, furono superiori ad ogni mia aspettativa, non ho mai dimenticato il famoso motto Volere è Potere.
L'appetito viene mangiando, pensai di diventare grossista, mi nauseava la vendita a minuta, e mi riuscí, come in seguito vi descriverò.
Dopo 18 mesi circa d[...]
[...] conosceva le pregiate qualità.
Nolleggiammo una carozza e ci recammo a . Pratola, Tufo, e Altavilla, ma rimase poco soddisfatto per le qualità, perché voleva un tipo piú leggiero, allora gli consigliai di andare nel Nolano. Il giorno dopo ci recammo a Nola dirigendosi dal comm.re Giugliano mio amico,
e dopo l'assaggio di diversi campioni, mi disse sottovoce che era ottimo. Prima di stringere l'affare mi riservai dal compratore e dal venditore centesimi 50 per quintale per ciascuno (in quell'epoca la mediazione era di soli 25 centesimi). Conclusero il contratto alla presenza di un avvocato per 5 mila quintali di vino al prezzo di lire 12.50 per q.le, messo in una stazione della Campania in serbatoi
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del compratore. Feci inserire nel contratto la mia spettanza e la gioia di aver guadagnato in tre giorni lire 5.000 mi fece dimenticare di far inserire nel contratto che tale mediazione mi doveva essere corrisposto per tutta la merce . che oltre i 5 mila quintali avrebbe caricato. Seppi dal capostazione di Nola amico mio, che in 19 mesi questo francese aveva caricato circa 70 mila q.li di vino. Certo per tre[...]