Brano: [...]mente o diminuire gli avversari per illudersi di averne ragione. Nel ribattere alle osservazioni polemiche di N. Bucharin, che accusava la sinistra italiana di fare il gioco della destra e tacciava i « sinistri » italiani di antimarxisti, piccoloborghesi, pseudomarxisti, pseudoanarchici, e altrettali epiteti, Bordiga ri
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leva che tale maniera di discutere non è degna d'una Internazionale rivoluzionaria IS
4. La genesi del bordighismo e l'opposizione della sinistra italiana alla bolscevizzazione. — È coniato in questo periodo il termine di bordighismo riguardato quale deviazione di sinistra dalla linea teorica ufficiale e dalle scelte praticate nel Komintern, e come tale destinato a calamitare accuse violente quanto prive di fondamento. Nell'agosto del 1925, quando lo scontro con la sinistra italiana è entrato in una fase acuta, A. Chiarini (alias Cain Haller) pubblica nell'organo del Comitato esecutivo dell'Internazionale una dura requisitoria contro il bordighismo, rilevando come dopo il v Congresso mondiale, malgrado le dichiarazioni sulla disciplina e sul centralismo, Bordiga si discosti piú marcatamente dalla tattica dell'Internazionale. Per il dirigente comunista italiano, anzi, è l'intera tattica dell'Internazionale a divenire errata; ed egli accentua la propria posizione critica e di rifiuto:
All'interno del partito comunista, egli si rafforza sempre piú nella sua posizione « astensionista » e rifiuta di applicare le direttive dell'Ic. Quando il partito gli affida un mandato di deputato al Parlamento, lo respinge; cosí quando il partito gli rivo[...]
[...]osservare unicamente la disciplina ufficiale, diventeremo uno scheletro ufficiale, non una Internazionale vivente » (cfr. « La Correspondance Internationale », Vienne, 4e a., n. 40, 3 juillet 1924, p. 420).
PARTITO E PROSPETTIVA DELLA RIVOLUZIONE COMUNISTA IN BORDIGA 277
La polemica vede schierati in prima fila i dirigenti comunisti italiani fino al 1924 vicini a Bordiga. Ercoli approfondisce con acribía il tema delle « basi idealistiche » del bordighismo, giudicato incapace di fare propria la concezione di un vero partito di massa. Bordiga, secondo Togliatti, difetta d'una visione integrale della realtà e si muove al di fuori del campo della dialettica marxista, mentre della concretezza e della molteplicità dei fenomeni egli « non vede che i punti che coincidono per caso con il piano immutabile dello schema astratto che si sforza di imporre alla realtà ». In conclusione, Bordiga « opera fuori del campo della dialettica materialista, che è il fondamento del marxismo; è imprigionato nelle sue concezioni filosofiche idealistiche, e si sperde in [...]
[...]omunisti, meritano a Bordiga l'attenta considerazione di quanti ricercano origini e cause della degenerazione burocratica della autonoma iniziativa delle masse proletarie.
Dopo le condanne settarie caratteristiche del passato stalinista del movimento comunista italiano, ci si va convincendo, sia pure con lentezza e tra contraddizioni politicoideologiche irrisolte, dell'impossibilità di dare una seria valutazione del complesso fenomeno che fu il bordighismo, se non si risalga alla formazione del socialista napoletano e non si riesamini il tipo di azione e di strumenti propagandistici e organizzativi con cui Bordiga diffonde principi di rigore classista e di netta differenziazione rispetto alle demagogiche enunciazioni del socialismo tradeunionista. Si tratta ora di verificare alla luce di questo approccio il significato e i limiti dell'esperienza bordighiana, al confronto con le contemporanee vicende del movimento rivoluzionario comunista internazionale e con l'elaborazione bolscevica leniniana.
GIANCARLO BERGAMI