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Il segmento testuale bordighismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 62Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 334

Brano: [...] al proletariato il sangue in difesa degli interessi della borghesia ».

Attualmente Bordiga continua a svolgere la sua professione ed è presidente del collegio degli ingegneri di Napoli. Ha abbandonato da tempo la politica militante e si limita a ispirare pubblicazioni di estrema sinistra, scrivendo egli stesso dei volumi a sostegno delle sue mai abbandonate posizioni ideologiche, condivise oggi soltanto da gruppetti isolati.

P.Se.

Il « bordighismo »

Con questo nome è stata chiamata la corrente di estrema sinistra che aveva il suo principale esponente in Amadeo Bordiga, certamente una delle personalità più eminenti e più discusse dei primi anni di vita del movimento comunista italiano. Gramsci, Togliatti, Terracini, Scoccimarro, hanno parlato e scritto di lui come di « una vigorosa personalità politica » e quel giudizio venne, sino al 192425, in una certa misura condiviso anche dall'Internazionale comunista, malgrado le critiche e le riserve che l'Internazionale stessa ebbe su lui. Che Bordiga sia stato una « vigorosa personalità pol[...]

[...]le critiche e le riserve che l'Internazionale stessa ebbe su lui. Che Bordiga sia stato una « vigorosa personalità politica », malgrado tanti concordi e autorevoli pareri a noi francamente non sembra. Era un uomo di ingegno, dotato di capacità organizzative e soprattutto di grandi capacità di lavoro, ma era un dottrinario dogmatico e sterile. Non era quindi e non poteva essere un grande dirigente politico. La sua dottrina, che venne poi chiamata bordighismo, era basata su una concezione meccanica e, in fondo, utopistica dello sviluppo della lotta di classe in lotta rivoluzionaria per il socialismo. La politica, qualunque partito la svolga, è sempre un’arte volta a ottenere certi determinati risultati nel presente, sia pure collegandoli a certe affinità ultime che si perseguono e che ci si propone di raggiungere nel futuro. Per Bordiga; invece — lo scrive egli stesso nella Storia della sinistra comunista, a pag. 41 — la politica è la « fabbrica del futuro ». Se così è, che cosa questa fabbrica del futuro ha fabbricato nel corso di cinquan

tann[...]

[...]ndò creando — con caratteristiche distinte e proprie — un movimento politico particolare che esprimeva un dottrinarismo estremistico in forme spurie, talvolta apparentate con l’anarcosindacalismo, così come pure fu il caso del cosiddetto Partito comunista operaio tedesco (K.A.P.D.) ; talvolta come movimento di un puritanismo politico astratto, così come fu il caso della cosiddetta scuola marxista olandese che faceva capo a Gorter e Pannekoek. Il bordighismo agli inizi (quando Bordiga era il capo della frazione comunista astensionista) fu abbastanza vicino a questi quacqueri del marxismo, e difatti, non senza profondo motivo, nel suo libretto suH’estremismo come malattia infantile del comuniSmo Lenin allineò Bordiga in questa categoria, anche se obbiettivamente bisogna dire che — fra tutti i movimenti di questo tipo — quello italiano si distingueva per una maggiore concretezza e per un più stretto legame con le masse operaie. Tra questi estremisti, nel movimento operaio internazionale vi furono quelli che si rinchiusero nel proprio guscio e non p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 5Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: Benvenuti Silvano S.Be.

Monfalcone.

Bergonzini Luciano L.Be.

Bologna.

Bernieri Antonio A.Bern.

Massa Carrara.

Berti Giuseppe G.Be.

in Bordiga Amadeo: Il “bordighismo".

Bertini Antonio A.Ber.

Cinema e Resistenza.

Bertolo Gian Franco G.F.Be.

Macerata; Pesaro; Riccardi, Raffaello; Visso.

Bevere Antonio A.Be.

Ordine pubblico; Oviglio, Aldo; Rocco, Alfredo.

Biagianti Ivo I.Bi.

Nencetti, Lido; Partina, Eccidio di; Passalacqua, Luigi; Perillo, Gaetano; Perrone Compagni, Dino; Pieraccini, Famiglia; Pio Borri, Brigata; Poggioni, Banda; Poppi; Pratomagno; Protocolli di Sion; Quattordici luglio (1948); Ricapito, Angelo; Rosseti, Siro.

Bianchini Stefano S.Bi.

Guerra mondiale, Prima; Patto a quattro; Patto di non aggressione russotedesco;[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 554

Brano: [...] Sui temi della direzione e dell'orientamento del movimento di massa prevalsero quelli legati alla scissione e alla costituzione del partito rivoluzionario, la cui esistenza veniva comunemente scambiata con la garanzia del successo della rivoluzione. In sostanza avanzava la leadership di Bordiga, mentre tutte le questioni di indirizzo programmatico e di alleanze sociali, sollevate dal gruppo torinese, rimanevano sullo sfondo. Questa avanzata del bordighismo si registrò anche all’interno del movimento giovanile, pur con quei caratteri già ricordati di maggiore unità e confronto dialettico, che ne facevano in definitiva una cosa diversa rispetto alla frazione astensionista del partito “adulto”. Salvo qualche dissidenza isolata, la Federazione giovanile si mosse compattamente sulla linea « consigli di fabbrica più epurazione del partito », che rappresentava una più ampia base di mediazione fra comunisti di tutte le tendenze.

La maggiore unità interna poneva la F.G.S.I. nelle condizioni migliori per incidere sulla battaglia di correnti in seno al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 538

Brano: [...]fra Troina e Castrogiovanni si affermava un movimento di piccola borghesia conservatrice intorno al nome dell’on. Graziano, battistrada del fascismo.

In diversi comuni si ebbero scontri tra lavoratori organizzati nel P.C. d’I. o nel P.S.I. e squadristi che compirono violenze gravissime a Leonforte (roccaforte dei “rossi”), a Ravanusa e in altre località, ma

l organizzazione comunista ebbe in quest’area una modesta consistenza, anche per il bordighismo estremista che, per influsso dell’avv. Albanese, la caratterizzava a Catania (v.) e nelle aree contermini.

A Enna, nel 1926, venne arrestato in treno Giovanni Tresso, emissario del P.C.d’I. incaricato di collegare clandestinamente i gruppi comunisti della Sicilia, della Calabria e della Basilicata.

Nel 1927 (anno di costituzione della nuova provincia) la polizia fascista inferse un duro colpo ai superstiti esponenti dell’opposizione, tra cui erano Calogero Minacapelli di Piazza Armerina (poi condannato a 4 anni e 4 mesi dal Tribunale speciale) e Giuseppe Militello di Agira, Gaetano Buzz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 537

Brano: [...] comportamento alla necessità di salvare il partito (per poter continuare la lotta contro il fascismo ecc.) non deve lasciare in ombra un'altra verità storica: non si può in

Dante Corneli con la moglie e [a destra) Clementina Perone a Igarka (Siberia) nel 1956

fatti dimenticare che, come l’equazione « trotzkista = nemico del popolo » fu usata da Stalin per spianarsi la strada alla dittatura, così l'analoga e non meno arbitraria equazione « bordighismo = trotzkismo » venne largamente e ripetutamente usata dal gruppo dirigente del P.C.I. per controbattere ogni tentativo di dissidenza interna, anche quando la sopravvivenza del P.C.I. come tale non era più in pericolo. Si continuò a parlare di « putrido sinistrismo italiano », di « canaglie troschiste » e di « sinistribordighiani » nel maggio 1944 in Italia, durante la Guerra di liberazione, per bollare gruppi di comunisti che non si erano prontamente allineati alle direttive della Direzione (Cfr. La Nostra lotta Organo del Partito Comunista Italiano, Anno II, n. 78, aprile 1944, pag. 22). In[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 301

Brano: [...]i farlo so

lo per disciplina; per molti mesi non condussero una vera e propria politica e, in parte a causa delle condizioni in cui si trovarono a dover lottare e anche per reazione al verbalismo massimalista, si preoccuparono quasi solo della lotta armata contro il fascismo ».

Ricorda Giuseppe Ossola (v.): « Fin dal suo sorgere il nostro partito sempre nella vecchia provincia di Como, era fortemente ammalato del male del momento e cioè di bordighismo e la maggior parte del tempo era stata sciupata non nel consolidamento dell’organizzazione del partito ed in un’opera di chiarificazione politica fra la base, bensì a delle lotte tra elementi dirigenti, senza giungere a conclusioni sostanziali ».

II 27.2.1921, al primo congresso provinciale dei giovani comunisti della allora provincia di Como erano presenti i rappresentanti di 39 sezioni,

10 delle quali erano del Varesotto.

11 6.3.1921, al primo congresso provinciale del partito, le sezioni erano 28, di cui 12 varesine; il totale degli iscritti era di 826.

il 12.2.1922, al secondo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 245

Brano: [...]a a scendere nelle piazze per mobilitare le masse lavoratrici; i comunisti giunsero fino a proclamare da soli uno sciopero generale che, grazie alla diffusione del giornale, coinvolse 270.000 lavoratori, più di quanti cioè avevano votato la lista proletaria nelle precedenti elezioni.

Il quotidiano svolse una notevole funzione anche sul piano ideologico, sia nella polemica contro il massimalismo e il riformismo socialista sia nei confronti del bordighismo; nel lungo dibattito che precedette il Congresso di Lione (gennaio 1926) l’“Unità” fece proprie le posizioni delTInternazionale comunista portate avanti da Gramsci. Nella polemica contro i socialisti, nel 192425 intervenne con vari articoli anche Paimiro Togliatti.

Va ricordato anche il contributo dato dall’“Unità” alla campagna internazionale in favore di Sacco e Vanzetti (v.); ancor più significativa fu la raccolta di fondi per sostenere i minatori inglesi nel loro lungo sciopero del 1926.

Ma il tratto che più distingueva l’“Unità” da ogni altro giornale dell’epoca fu certamente, fin [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 455

Brano: [...]se dei comitati operai e contadini ». A tale obiettivo, sancito nelle tesi gramsciane di Lione, essi opponevano quello del « Governo operaio e contadino », cioè della dittatura del proletariato.

Il documento più importante della posizione della F.G.C.I. fu la lettera che il segretario Longo indirizzò il 20.10.1927 all'Ufficio Politico del partito; lettera alla quale Togliatti e Tasca replicarono con accuse di « estremismo di sinistra » e di « bordighismo » (Istituto Giangiacomo Feltrinelli, “Annali”, a. Vili, 1966, pp. 368 sgg.). È certo che Secchia, che fu chiamato in novembre a discutere dei punti di dissenso presso il Centro estero, solidarizzò totalmente con Longo. Altro motivo della polemica dei giovani nei confronti del partito era la limitazione dell’attività illegale sul piano della nonviolenza; questo divenne anzi per Secchia un leitmotiv, al quale egli non ha mai rinunciato neppure in sede storiografica.

Alla conferenza di Basilea (v.) del gennaio 1928, convocata dal centro estero per condannare le posizioni dei giovani, Secchia [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 797

Brano: [...]. Comunista italiano, Partito) . Questa era stata fondata a Pantin (Parigi) nell’aprile 1928 da un gruppo guidato dal comunista Ottorino Perrone (v.), i cui membri, esuli in Francia e in Belgio, si proponevano di continuare la politica svolta dal Partito comunista d’Italia nei suoi primi anni di vita. Essi si richiamavano ai programmi del II Congresso della Terza Internazionale (v.) e del II Congresso del P.C.d’l. (Tesi di Roma).

Rapporti col bordighismo

Questa corrente è stata sempre definita « bordighista », ma occorre precisare che, quantunque essa si richiamasse ad Amadeo Bordiga (v.), quest’ultimo in realtà non svolgeva in quegli anni alcun ruolo politico tra l’emigrazione di sinistra, essendo confinato a Ponza fino al 1929 ed essendosi poi ritirato dalla vita politica per dedicarsi a Napoli alla sua professione di ingegnere (nonché a studi teorici), al punto da rifiutare l’espatrio quando questo gli fu chiesto, sia dal Partito che dai suoi seguaci emigrati. Intorno all’abruzzese Ottorino Perrone (che dirigeva la corrente col nome di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 637

Brano: [...]ccolai e Buccelli, si vide la necessità di organizzare a Pistoia un convegno per verificare le forze presenti nel circondario. A questo convegno, svoltosi nella campagna vicino al capoluogo, parteciparono 25 delegati, un numero rilevante se si tiene conto delle condizioni di semiclandestinità in cui doveva operare il partito.

Durante il convegno furono messi in minoranza i bordighiani, capeggiati dal deputato Onorato Damen. Alla sconfitta del bordighismo contribuì soprattutto l’ordinovista Ugo Trinci: fu questo il suo ultimo importante contributo alla costruzione del partito perché, successivamente, Trinci venne colpito da dure persecuzioni poliziesche che ne fiaccarono il fisico, anche se non riuscirono mai a piegarlo moralmente.

Nel novembre 1925, al Congresso circondariale del P.C.d’l., presieduto da Mauro Scoccimarro, Carobbi potè comunicare che gli iscritti al partito erano aumentati di 15. Il successivo Congresso interregionale, presieduto da Egidio Gennari, confermò l’indirizzo antibordighiano con una maggioranza schiacciante del 98[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine bordighismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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