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Il segmento testuale bonapartismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 18Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]oria, come la sociologia critica, come la critica dell'economia politica, è il metodo d'analisi delle leggi della società, di quelle leggi che soffocano il Gemeinwesen, che ne impediscono la libera affermazione. Il Gemeinwesen è la sostanza del comunismo, ciò che ne rende possibile la realizzazione: il comunismo, a sua volta, è il movimento reale che fa emergere il Gemeinwesen, è l'azione sociale che affossa la troppo lunga preistoria umana.
4. Bonapartismo e stalinismo. — Nel 1917 David Rjazanov aveva pubblicato a Stoccarda gli scritti di Marx, prevalentemente a carattere giornalistico, del periodo che va dal 1852 al 1856 41: secondo il progetto iniziale, la pubblicazione doveva proseguire sino a comprendere gli scritti tra il 1856 ed il 1862. La rivoluzione russa ed il ritorno dello studioso in patria tra le file del bolscevismo, interruppero questo lavoro: in seguito Rjazanov si mise a progettare la MEGA, che avrebbe evidentemente compreso anche gli scritti marxiani non pubblicati in quella precedente occasione. Come abbiamo visto nel paragra[...]

[...]gels 18521862, Dietz, Stuttgart 1917.
MAXIMILIEN RUBEL 295
dire, dunque, che gli scritti meno noti di Marx, negli anni Cinquanta del nostro secolo, fossero proprio quelli del decennio cui aveva lavorato Rjazanov prima del febbraio 1917, tra i quali spiccano, per quantità e varietà, gli articoli sul « New York Daily Tribune ». Avendo presente questa situazione Maximilien Rubel, nel 1960, pubblica uno studio sull'atteggiamento di Marx davanti al bonapartismo 42, un po' per affrontare i temi del periodo in questione (soprattutto a partire dal 1856, anno in cui si arresta la pubblicazione curata da Rjazanov), un po' perché l'analisi del sistema di potere bonapartista, pur dispersa in un pulviscolo inevitabilmente disorganico di resoconti giornalistici, è centrale per cogliere la continuità della critica della politica nel pensiero di Marx.
In questo studio, che percorre gli scritti marxiani oltre il progetto editoriale del Rjazanov pre1917, sino al crollo del secondo Impero ed alla Comune, Rubel tratteggia l'evoluzione della storia francese nell'i[...]

[...], sino al crollo del secondo Impero ed alla Comune, Rubel tratteggia l'evoluzione della storia francese nell'interpretazione marxiana, il confronto sempre istituito tra Napoleone I e Napoleone III, le valutazioni sulla guerra di Crimea e sul sistema europeo di alleanze con tutti i connessi problemi di storia diplomatica, sul regime pretoriano e sul « socialismo » imperialmilitare del Bonaparte minor, sui rapporti francorussi e sulle affinità tra bonapartismo e zarismo (modello, quest'ultimo, di ogni dispotismo integrale), sulle avventure messicane, sulla fatale guerra francoprussiana. Particolarmente interessanti le pagine che commentano la guerre d'Italie, dove si mette in luce come, di contro a Lassalle, prevalesse in Marx ed Engels l'ipoteca antibonapartista sull'esigenza « nazionale » dell'unificazione italiana 43
L'interesse particolare che il bonapartismo suscita deriva però dall'essere esso da Marx identificato come il momento di supremo antagonismo tra lo Stato e la società: il bonapartismo non è tanto il comitato d'affari della borghesia, l'espressione di una classe dominante, è un fenomeno politico particolare grazie al quale si può osservare l'astrazione dello Stato dalla società civile che raggiunge il suo culmine. Marx definisce lo Stato bonapartista una macchina da guerra del capitale contro il lavoro, ma, articolando in modo apparentemente contraddittorio il giudizio, sostiene anche che la classe che tale Stato meglio rappresenta è quella con
42 Karl Marx devant le bonapartisme, Mouton, Paris 1960.
43 Cfr. ivi, pp. 6777. In Italia gli scritti di Marx ed Engels sul 18596[...]

[...]retazione marxiana dei fascismi contemporanei , dall'altra lo Stato bonapartista sembra potenziare quegli strumenti di dominiocontrollo sulla società civile che lo sottraggono ad una connotazione di classe valida una volta per tutte: come il capitale, liberatosi dalle pastoie della proprietà privata borghese, nelle forme moderne che Marx già aveva descritto, tende a diventare il capital sans phrases, cosí, secondo Rubel, sembra che a partire dal bonapartismo, si possa parlare di un Etat sans phrases, in cui la classe dominante progressivamente si confonde con l'apparato dello Stato, sino a che emerge l'oggettività complessa della macchina burocratica di dominio che, ereditata dal passato e messa a punto per l'avvenire, regola l'organismo politico e sociale nel suo complesso: secondò Rubel, il bonapartismo, cosí lucidamente analizzato da Marx, è il destino del mondo moderno. Sotto il segno del bonapartismo, inteso insieme come modernizzazione oppressivototalitaria e come demagogico populismo di Stato che compie le rivoluzioni dall'alto, si sono formate le grandi unità nazionali ed i grandi sistemi industriali, o, meglio, questi fenomeni macrostorici, paralleli alla formazione delle grandi masse proletarie urbane, hanno condotto a strutture di dominio che non pochi punti di contatto hanno con il « bonapartismo » ancora primitivo ed inefficiente di Napoleone le petit".
Non è possibile continuare un'analisi serrata degli scritti di Marx senza, prima o poi, porsi il problema della natura sociale di quello Stato e di quella società che, ufficialmente, al pensiero di Marx si richiamano:.. lo Stato e la società dell'uRs S. Rubel, nel 1957, comincia una riflessione che proseguirà negli anni successivi 46 e che condurrà in piena armonia con i risultati delle sue analisi marxologiche. Rubel comincia con il ricordare che Lenin, a proposito della Russia sovietica, parlava di capitalismo di Stato sorvegliato [...]

[...]to, si è avvicinata alla realizzazione di quel capital sans phrases, privo di ostacoli borghesi, che Marx aveva intravisto ed il suo Stato teocratico, fondato sul doppio terrorismo ideologico e poli
47 Cfr. BRUNO BONGIOVANNI, Introduzione a F. ENGELS, La politica estera degli zar, La Salamandra, Milano 1978, pp. 936.
298 BRUNO BONGIOVANNI
tico, ha perfezionato quell'Etat sans phrases che Rubel ha creduto di ravvisare nell'analisi marxiana del bonapartismo.
Ritornano in parte, come si vede, le suggestioni dell'immediato dopoguerra: a proposito dell'uRs s Rubel parla di capitalisme directorial e ricorda che nel libro iii de Il Capitale Marx aveva usato il termine managers, modificato poi da Engels 48. A differenza dei teorici del collettivismo burocratico 49 — ed invece piú vicino alle analisi condotte da Castoriadis su « Socialisme ou barbarie » — Rubel non ritiene che l'uRss abbia superato lo stadio capitalistico e si situi all'interno di un modo di produzione di tipo nuovo, non previsto da Marx e contrassegnato dall'oppressione della nuova c[...]



da Vincenzo La Rocca, Il marxismo e la nostra lotta per la democrazia in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: [...]ne stessa del fascismo e il suo sviluppo spingono a considerare più attentamente la tesi schiettamente marxista che c'è democrazia e democrazia, allo stesso modo che c'è rivoluzione borghese e rivoluzione borghese, come hanno mostrato Marx ed Engels, paragonando la rivoluzione francese del 1789, condotta sino in fondo, alla rivoluzione tedesca del 1848, rimasta incompiuta. Dal seno di una democrazia reazionaria è sorto in Fr ; ncia due volte, il bonapartismo. Nelle viscere di un falso regime democratico si è formato in Italia, e anche in Germania, il fascismo.
L' importante oggi è non soltanto difendere dalla brutale offensiva fascista gli istituti democratici, di restaurarli là dove essi sono stati distrutti, ma di impedire ad ogni costo il rinnovarsi delle condizioni che permisero, ieri, la marcia su Roma,
e che potrebbero consentire, domani, un nuovo assalto della reazione, che non è morta e non disarma, e che, perciò, è necessario spazzare presto, in
Mal

LA RINASCITA
8

tegralmente e per sempre, dalla vita del pae[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine bonapartismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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