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Il segmento testuale bolscevismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 252Analitici , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...] del potere. La vittoria dei bolscevichi non è per lui un evento in grado di modificare di per sé o integrare l'autentica lezione del marxismo, in cui sono contenuti gli strumenti di analisi della realtà capitalistica e l'orizzonte speculativo invariante per ogni comunista. Il pensiero di Marx offre la bussola per orientarsi nella lotta anticapitalistica, al punto che basta accoglierne le indicazioni per guidare il proletariato alla vittoria. Il bolscevismo russo, che non rappresenta alcuna novità dal punto di vista teorico, conferma le previsioni sulla crisi irreversibile del capitalismo e la verità — da Bordiga acquisita fin dalla discussione del 1912 con Angelo Tasca al congresso di Bologna della Federazione giovanile socialista italiana — che il principale dovere dei rivoluzionari è quello di non perdere tempo con le fantasticherie revisionistiche e le divagazioni interessate dei filosofi e giornalisti della borghesia.
Ma bisogna notare del pari la rivendicazione, dichiarata davanti ai protagonisti della rivoluzione d'Ottobre, di uno spazio[...]

[...]ella Federazione giovanile socialista italiana — che il principale dovere dei rivoluzionari è quello di non perdere tempo con le fantasticherie revisionistiche e le divagazioni interessate dei filosofi e giornalisti della borghesia.
Ma bisogna notare del pari la rivendicazione, dichiarata davanti ai protagonisti della rivoluzione d'Ottobre, di uno spazio autonomo per i singoli partiti comunisti all'interno della tradizione e dell'esperienza del bolscevismo, di una non conformistica né addomesticabile loro presenza nell'Internazionale. Al II Congresso del Komintern Bordiga insiste sugli elementi differenzianti della situazione russa e sulla non trasferibilità di quel modello rivoluzionario ai paesi democratici dell'Europa occidentale e dell'America:
Ma le condizioni storiche nelle quali la rivoluzione russa si è sviluppata non rassomigliano alle condizioni nelle quali la rivoluzione proletaria si svilupperà nei paesi democratici dell'Europa occidentale e dell'America. La situazione russa ricorda piuttosto quella della Germania nel 1848, poiché [...]

[...]oluzione russa non può essere trasportata integralmente negli altri paesi, nei quali la democrazia borghese funziona da lungo tempo e dove la crisi rivoluzionaria non sarà che il passaggio diretto da questo regime politico alla dittatura del proletariato (Sulla questione del Parlamentarismo, « Rassegna Comunista », Roma, i, n. 8, 15 agosto 1921, p. 367).
Può sorprendere la relativa duttilità di queste affermazioni di Bordiga, il cui accordo col bolscevismo si limita tuttavia alla concezione dello stato borghese da rovesciare con la violenza delle masse, e alla necessità della rottura con le correnti socialriformistiche, anche di quelle che si richiamano alle peculiarità del movimento operaio come si è venuto evolvendo nei diversi paesi. Restano in questo contesto valide le ragioni che avevano ispirato la tattica astensionistica, da Lenin giudicata semplicistica e infantile. In appendice a L'« Estremismo », malattia infantile del comunismo (aprilemaggio 1920), Lenin condanna la puerilità della negazione, tipica degli asten
272 GIANCARLO BERGAMI[...]

[...]se operaia, le tesi forniscono pretesti dottrinali intesi a provare che il problema non è cosí urgente. Vi è in questo un grave pericolo, di cui l'Esecutivo, senza indietreggiare davanti ad alcun mezzo, avvertirà il partito 12.
La natura della divergenza dall'indirizzo dell'Internazionale non potrebbe essere espressa piú nettamente, anche se i ragionamenti sopra riferiti rendono solo in parte l'originalità della posizione bordighiana davanti al bolscevismo. Un episodio rivelatore, per fare il punto sul rapporto con l'opera di Lenin e con il leninismo, è costituito dalla conferenza Lenin nel cammino della rivoluzione, pronunciata da Bordiga per mandato del partito comunista il 24 febbraio 1924 alla Casa del popolo di Roma. Essa segna, per la sua impostazione generale e per taluni giudizi che vi sono contenuti sulla figura e le tesi di Trotsky, un avvicinamento all'Opposizione russa che negli stessi mesi subiva l'attacco della maggioranza capeggiata nel partito bolscevico da Stalin; e in questo spirito la conferenza sarà letta e pubblicata nel 19[...]

[...]otati di maggiore coerenza, sia per i contenuti e il terreno di scontro prescelto, sia per la rivendicazione all'indisciplina. Ciò non impediva di realizzare un collegamento con le tesi trotskyste nel giudizio sulla genesi della crisi attuale del Komintern. Bordiga individua nei vizi di fondo inerenti ai metodi di direzione del comunismo mondiale, e nelle incrinature interne al partito russo, i motivi della propria indisponibilità a scorgere nel bolscevismo la via maestra ed esclusiva della rivoluzione proletaria:
La conclusione piú importante che emerge, a nostro parere, dalla efficace analisi cui Trotsky sottopone la preparazione e la effettuazione della lotta di ottobre in Russia, è che la riluttanza della destra non si presenta solo come un errore nella valutazione delle forze e nella scelta del momento dell'azione, ma come una vera incomprensione di principio del processo storico rivoluzionario e come la proposta che questo prenda uno sbocco diverso da quello della dittatura del proletariato per la costruzione del socialismo (La quistione [...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]risse nel 193941 avevano avuto scarsissima eco e per molti il « marxismo » era un sistema compiuto depositato nei manuali di partito o, nel migliore dei casi, nel Manifesto e ne Il Capitale. Vi erano naturalmente numerosi studiosi e numerosi lettori che non si accontentavano di questo stato di cose, ma la interruzione della grande MEGA e la confusione delle lingue succeduta alla rottura « scientifica », oltre che politica, tra socialdemocrazia e bolscevismo staliniano, non giovavano ad una comprensione critica del fenomeno: soprattutto mancava un inventario aggiornato e scrupoloso del lascito intellettuale di Marx. A disposizione del lettore sino a quel momento vi era solo la vecchia bibliografia di Ernst Drahn, sommaria, lacunosa e costruita con criteri scientifici estremamente labili 32. Nel 1956 Maximilien Rubel porta a termine la prima fase del suo lavoro dando alle stampe la prima bibliografia attrezzata scientificamente delle opere di Marx, con in appendice un repertorio delle opere di Friedrich Engels 33. La bibliografia è divisa in quatt[...]

[...] l'azione sociale che affossa la troppo lunga preistoria umana.
4. Bonapartismo e stalinismo. — Nel 1917 David Rjazanov aveva pubblicato a Stoccarda gli scritti di Marx, prevalentemente a carattere giornalistico, del periodo che va dal 1852 al 1856 41: secondo il progetto iniziale, la pubblicazione doveva proseguire sino a comprendere gli scritti tra il 1856 ed il 1862. La rivoluzione russa ed il ritorno dello studioso in patria tra le file del bolscevismo, interruppero questo lavoro: in seguito Rjazanov si mise a progettare la MEGA, che avrebbe evidentemente compreso anche gli scritti marxiani non pubblicati in quella precedente occasione. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, l'attività di Rjazanov e la MEGA, in tempi diversi, vennero bruscamente troncate. Si può
39 Cfr. Karl Marx et Flora Tristan, in « La Nef », genn. 1946.
40 Cfr. Karl Marx. Essai d'une biographie intellectuelle, cit., p. 67. Anche questa tematica venne ripresa da JACQUES CAMATTE in Il Capitale totale, cit. e in Verso la comunità umana, cit.
41 Cfr. Gesammelte Sch[...]

[...]ne russa, per ammissione del suo massimo artefice, vengono dunque adottati, dopo un primo periodo in cui i Soviet avevano espresso la volontà anticapitalistica di vasti strati dei lavoratori, metodi e sistemi che rappresentano la vocazione del capitalismo a darsi una struttura il piú possibile omogenea e concentrata. Secondo Rubel, però, l'aspetto socialista della rivoluzione, la natura proletaria del potere politico, non è altro che un mito: il bolscevismo si è servito del pensiero di Marx per fare accettare alle masse operaie esigue del 1917 ed a quelle ben piú cospicue dei decenni successivi una corsa alla concentrazione del capitale di una rapidità e di una violenza superiori a quelle della rivoluzione industriale nei paesi occidentali. Marx, secondo Rubel, ha concepito, in pagine profetiche, un sistema capitalistico allo stato puro che è stato realizzato dalla società sovietica, la quale ha fatto di necessità virtú ed è riuscita a mettere in moto un'accumulazione capitalistica di grandi dimensioni senza fare ricorso ai tradizionali uffici d[...]

[...]ermedio purgatorio capitalistico: ma già negli ultimi anni di vita questa possibilità gli appariva remota. Ed ancora piú remota apparve ad Engels, negli anni successivi alla morte di Marx. In ogni caso, la rivoluzione russa avrebbe dovuto essere di tipo costituzionaldemocratico: non c'è alcun dubbio, restando fedeli alla lettera dell'ultimo Engels, che l'ipotesi menscevica fosse quella « ortodossa » e la bolscevica quella « revisionista » 47. Il bolscevismo, secondo Rubel, ha svolto il ruolo giacobino di una borghesia impari al suo compito storico, senza liberalismo e senza regime costituzionaldemocratico, definendo, in forza dell'ideologia « marxista », accumulazione socialista quella che era la consueta e brutale accumulazione capitalistica. Gli studi di Marx sulla genesi storica e sulla crescita del capitalismo sono stati trasformati, soprattutto con l'avvento di Stalin, in ricette economiche per l'edificazione del socialismo: è cosí che lo Stato sovietico, capitalismo d'imitazione per quel che riguarda il materiale tecnologico impiegato, ha [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Zanardo, Il «manuale» di Bukharin visto dai comunisti tedeschi e da Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]blemi di primo piano del movimento comunista tedesco.

Ciò a cui l’esame delle recensioni che abbiamo detto ci permette di arrivare non sono tanto delle indicazioni su questi fatti generali e nep
1 Der proletarische Sozialismus, Jena, 1924, I, p. 127.

2 É chiaro che da parte socialdemocratica (per es. BERNSTEIN, Der Sozialismus eifist und jetzt, Berlin, 1923, p. 125, ma anche Bauer, Kautsky...) si preferisce sottolineare l’eterogeneità del bolscevismo rispetto al marxismo, presentarlo come qualcosa di squisitamente russo o asiatico e risolubile nel blanquismo, nel sindacalismo, nell’anarchismo ecc.

23.344

I documenti del convegno

pure sul fatto, anch’esso generale e per noi significativo, che i quadri politici e intellettuali autonomi e di tipo occidentale del comuniSmo tedesco non durarono a lungo. Ce soltanto la possibilità di fissare alcuni aspetti del problema: sono riusciti i quadri intellettuali di questi primi anni ad elaborare sul piano filosofico qualcosa di solido? quale era la prospettiva di sviluppo del marxismo filos[...]

[...]n seno alla Terza Internazionale, e finirono nelle Università americane o a Londra o a Mosca ad occuparsi di problemi letterari nella Internationale Literatur. Il processo di cristallizzazione che iniziò verso il ’31, non solo prese le mosse da una situazione ideologica in cui in genere non influiscono più intellettuali di questo tipo, ma iniziò proprio con una rottura violenta col centro e la sinistra politica della socialdemocrazia tedesca. Il bolscevismo, il comuniSmo, anche per il periodo precedente al ’14, fu definito un fatto essenzialmente russo (lettera

1 In Geschichte und Klassenbewusstsein. È del 1920. Su Kommunismus ne usci solo una parte nei numeri 14 e 15 dell’apr. 1920.

2 Ancora in Geschichte und Klassenbewusstsein.

3 Lenin, Studie ùber den Zusammenhang seiner Gedanken, Wien, 1924.Aldo Zanardo

351

di Stalin del ’31 alla Rivoluzione proletaria). I filosofi ne trassero le conclusioni e nelle nuove esposizioni sistematiche, anche in Germania, si riservò un capitolo alla critica del materialismo meccanicistico di Mehrin[...]

[...]di stretto contatto. È chiara infine la presenza della concezione, tipica della Seconda Internazionale, del socialismo come coronamento di un’opera di civiltà. Ma questa civiltà non è concepita come un alto grado di sviluppo economico o come un lontano punto

1 Si veda in particolare la lettera a Gorki del 7 febbr. 1908 {Opere, Roma, voi. 34, 1955, p. 295) : « Si può, si deve legare la filosofia con l'orientamento del lavoro di partito? con il bolscevismo? Penso che ora questo non si possa fare. Lasciamo che i nostri filosofi di partito lavorino ancora per un certo tempo sulla teoria, che discutano e... arrivino a mettersi d’accordo. Per ora propenderei a tenere queste discussioni filosofiche fra materialisti e “ empirio99 lontane dal vero lavoro di partito ».

2 M. S., p. 18.

3 Meno chiaro mi sembra è il nesso fra l’autonomia 'filosofica del marxismo (intesa certo con tutta l’ampiezza che si sa) e il marxismo che ha per obiettivo di « vivificare una integrale organizzazione pratica della società, ... diventare una totale, integrale civ[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]are confermi una osservazione che già parecchi di noi formulavano molti anni or sono: non potersi parlare genericamente di tutti i totalitarismi, ma doversi distinguere quelli di vera origine rivoluzionaria (nel significato che il termine ha in Europa da quasi due secoli), da altri di origine, magari popolare, ma di diverso colore (controrivoluzionario: la storia francese spagnola italiana conosce numerosi moti popolari controrivoluzionari). Nel bolscevismo vedevamo un moto suscettibile di evolvere, così come aveva avuto evoluzioni molteplici, con azioni e reazioni, ondeggiamenti, sacrifici di capi, la rivoluzione francese che pure, vista da lontano, appare moto organico e con una sua unità. Nel fascismo, nel franchismo, nel salazarismo, vedevamo movimenti con possibilità di durare magari a lungo, ma non di avere sensibili evoluzioni.
2. Teoricamente é possibile una volontà popolare che non dia luogo a partiti, in un clima di generale consenso (un unico ovile); in pratica non ci è possibile concepire, presso popoli che abbiano raggiunto una qua[...]

[...]n sensibile mutamento nei rapporti con l'occidente.
Questi rapporti sono segnati: da uno spirito di proselitismo che indubbiamente il comunismo ha e contro cui l'occidente non comunista è deciso a difendersi con ogni mezzo; dalla profonda fede che l'America nutre nella iniziativa privata, nella economia della impresa privata, ch'essa idealizza ed in cui crede di scorgere la base delle libertà.
Chi guarda spassionatamente sa che l'avversione al bolscevismo qual é stato fin qui: in un piccolo numero di occidentali é legata al senso della libertà e cadrebbe il giorno in cui la Russia divenisse un Paese liberale; in un numero maggiore, é connessa all'avversione per la filosofia deteriore, per il materialismo, per la irreligiosità che sono nella concezione generale propria al bolscevismo; e verrebbe meno il giorno in cui questo staccasse programma politico ed economico da quella filosofia. Ma in un numero infinitamente maggiore é connessa alla sua struttura ed alla sua politica economica; il giorno che i Paesi comunisti aprissero le porte agl'investimenti del capitale privato occidentale, concordassera con esso distribuzioni di mercati, entrassero a fare parte di trusts mondiali, anche se fossero governati da dittatori più duri di quelli che fin qui sono apparsi, non 'resterebbe irremissibilmente ostile che il modesto stuolo degli spiriti religiosi e degli spiriti liberali.
[...]



da Romano Ledda (a cura di), Dossier NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 5 - 9 - numero 19

Brano: [...]a NATO, e si stabilisse tra NATO e Germania un gioco di influenze e di ricatti reciproci densi di tragiché conseguenze per la
p. 16 Rinascita n. 19 9 maggio 1969 Dossier NATO
Europa. Nota acutamente lo storico Enzo Collotti che la ambizione di Adenauer di fare della RFT « la potenza destinata ad assumere la leadership di una Europa irrevocabilmente legata alla politica statunitense » e nel contempo l'avamposto « dell'Europa cristiana contro il bolscevismo... non avrebbe potuto procedere se non si fosse incontrata con la volontà degli Stati Uniti di rivalutare il potenziale europeo e soprattutto tedesco in funzione antisovietica. Senza la politica di Truman e di Foster Dulles, senza la conquista economica (da parte degli USA) dell'Europa, senza il Piano Marshall
e il Patto Atlantico, senza la politica di forza, il roll back
e la teoria della liberazione dei paesi dell'Europa orientale, il fanatismo anticomunista
e antisovietico di Adenauer sarebbe rimasto isolato ». Ne venne invece l'esaltazione di un ruolo primario e preminente della German[...]



da [Gli interventi] Giorgio Candeloro in Studi gramsciani

Brano: [...] potere in Francia, in Inghilterra o in altri paesi, serve appunto a fissare le caratteristiche dello sviluppo storico che portò in Italia alla formazione di un determinato Stato e di una determinata situazione politicosociale.

D’altra parte, per ritornare al concetto di giacobinismo, mi pare che Gramsci, se da un lato fu probabilmente stimolato alla definizione comprensiva di questo fenomeno storico prima citata dallesempio contemporaneo del bolscevismo e dalla dottrina leninista del partito comunista, dall’altro volle anche affermare che un certo tipo di azione giacobina, o cosidetta giacobina, tendente ad esaurirsi in una prassiGiorgio Candeloro

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insurrezionale, è tipico della rivoluzione borghese e non di quella proletaria. Vi sono nei Quaderni alcuni accenni interessanti, che meriterebbero di essere studiati, sull’origine di quei principi di strategia e di tattica rivoluzionaria, che poi furono teorizzati da Trotzki nella dottrina della « rivoluzione permanente», nella fase storica che va dal 1789 al 1848 e sul loro esaurirsi n[...]



da A.R., Iniziativa politica e adesione popolare in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]ollo del fronte russo nel 1917. Qui, come oggi si è ripetuto in Italia, non soltanto le masse sentivano ormai definitivamente liquidati i loro rapporti con il regime che per tanti anni le aveva oppresse e sfruttate, ma avevano coscienza della loro funzione sociale e quindi della loro forza, entravano nella lotta politica ormai per sempre emancipate. Libere del loro destino, le masse gccoglievano ed appoggiavano una grande iniziativa politica, il bolscevismo, che era finalmente la concreta metodologia rivoluzionaria del marxismo.
Questa esperienza dei rapporti tra iniziativa politica e volontà popolare, indispensabili l' una e l' altra come forze solidali che si integrano e si compenetrano, è valida a chiarire ancora un altro problema, essenziale alla comprensione della lotta politica oggi. Un partito che non sia di wassa, che non interpreti fedelmente la volontà popolare e non si lasci guidare permanentemente da quella, che non sia sostenuto nelle sue iniziative dal volere unanime di chi lavora e produce, potrà essere tutt' al più un movimento [...]



da Federico Sanguineti, Varietà e documenti. Caterina Sforza nel "mito" Gramsciano in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]131917), a cura di S. Caprioglio, Einaudi, Torino 1980, pp. 3978.
7 P. TOGLIATTI, Il capo della classe operaia italiana, in Gramsci, a cura di E. Ragionieri, Editori Riuniti, Roma 1967, p. 20: « Sin dall'epoca dei convegni di Zimmerwald e di Kienthal, una delle maggiori preoccupazioni di Gramsci era stata quella di riuscire a conoscere e a prendere contatto con le correnti rivoluzionarie del movimento operaio internazionale e in primo luogo del bolscevismo ». Cfr. anche P. Spriano, Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci, Einaudi, Torino 1958, p. 355.
VARIETA E DOCUMENTI 709
lo stesso procedimento per cui il Principe di Machiavelli è innalzato nei Quaderni del carcere a simbolo della volontà collettiva nazionalepopolare. Dal punto di vista formale non esiste quindi una differenza fra l'utilizzazione giovanile di Machiavelli e l'utilizzazione che Gramsci farà di Machiavelli in carcere. Ma il rapporto fra il « mito » giovanile di Caterina Sforza e il piú noto « mito » gramsciano del moderno Principe non si riduce a un'anal[...]



da Vasco Pratolini, Firenze, marzo del ventuno in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]eti e difendere la nostra,
delle rivoluzioni, ci dissero: Tornate a casa, non è ancora l'ora ».
« Spartaco era calmo, ma si capiva avrebbe dato la testa nel
muro ».
<c Disse: questo ci ridimostra chi sono i socialisti, bisognerà
crescere e togliere di mezzo anche loro ».
« E siccome noi siamo con queste idee e non ci si può mutare ».
« Ci si muta la faccia? ».
« Ci si muta il cognome? ».
« Ci si possono tagliare i coglioni ? ».
c< E il bolscevismo è come il sangue che esce se sei ferito ».
r
18 VASCO PRATOLINI
« Se stasera tornano, stasera non passino il ponte perché ci
trovano vestiti ».
« E la sera che le pagano tutte ».
«
E la sera che si mandano noi all'ospedale ».
« Finora ci siamo sempre difesi male ».
« Siamo troppo dolci ».
«Ci hanno preso sempre alla sprovvista ».
« Ma stasera, che non passino il ponte stasera ».
Quei garofani e quei gerani ci stavano per figura, ai davanzali. Di fronte ai loro occhi, ma lontano, di lá dal ponte su cui si fissavano i loro sguardi, il gran verde delle Cascine, avvolto nell'incendio[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine bolscevismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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