Brano: [...]« liberazione ». Si può dire che il problema del paese di fronte allo Stato, dal 1880 ad oggi, sia stato
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sempre, essenzialmente, il problema di una liberazione « nazionale » o, più esattamente « paesana », e di una liberazione « sociale » dall'oppressione che si approfondisce sempre piú. Le forme di « ribellione » dal 1880 al 1943 (e si potrebbero dire anche di « rivolta coloniale ») si configurano, dapprima, intrecciate al banditismo. Il banditismo del 18801900, ed il banditismo della « disamistade » (19051926) possono considerarsi, in modo proprio, anche una specie di « ribellione » di rivolta coloniale. Attori di questa ribellione sono i « banditi »: coloro che, senza distinzione di classe, ricchi e poveri, « meres » e «terraccos », vendicano il paese dalla crescente oppressione dello Stato. E il momento della «liberazione» indistinta, torbida, terrorista, individuale.
Dal 1943, con la comparsa di un proletariato pastorale la storia dei tentativi di questa liberazione si modifica profondamente.
II proletariato pastorale risente dell'oppressione « paesana » come o[...]
[...]eStato. È interessante notare che l'antico « Partito » Sardo d'Azione — basato su
clientele — subisce un processo di disgregazione, cosí che la parte con
servatrice si orienta verso la d. c. e la parte popolare verso il p. c. La frattura si acuisce. Ma per la prima volta la vecchia vita del paese, la
lotta tra le classi, la lotta paeseStato, abbandona il terreno, individuale del terrorismo che, come abbiamo visto, é quello della vendetta, del banditismo, per passare al terreno della lotta civile, del dibattito delle idee, della organizzazione in partiti. Nobilitati, elevati nella vita di moderni partiti, gli interessi locali — i vecchi « partiti », se così si può dire — sono spinti ad abbandonare ogni legame col sangue. È questa la prima grande vittoria, la « rivoluzione » iniziata dal proletariato pastorale, dai suoi «intellettuali », che ha imposto a tutto il paese, amici ed avversari questo terreno di lotta. Il comunismo, come nessuno per secoli, sembra aprire la via della civiltà moderna in Orgosolo; sembra essere il fenomeno che può int[...]
[...]n il loro dolore, con la loro dura fermezza eli fare sono il segno profondo di un mondo nuovo che si affaccia.
Dallo scambio, dal contatto reciproco nel paese — non solo dei 400
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comunisti locali e delle loro famiglie — ma di tutto il paese é sorta una nuova vita associativa politica, moderna. Ne rimangono fuori solo pochi studenti, impiegati, signorotti. I problemi della pace di Orgosolo, dell'abbandono del terrorismo, del banditismo; i problemi della trasformazione del paese, della fine della disoccupazione, del lavoro; i problemi della cultura individuale, della diffusione della cultura, sono i problemi di ogni giorno per cui si battono con tenacia infinita.
Indicherò qui soltanto alcuni frammenti esemplari e singolari di questa vita. La sua ricchezza ed il suo movimento sono tali che per conoscerla bisogna andare di persona, a vedere, a sentire.
Grande, forte (nei limiti delle possibilità del paese) lo sforzo allo studio individuale e allo studio collettivo. Si comincia, per la prima volta, a leggere giornali, libri,[...]
[...]roprio lotto famigliare, secondo un sistema diffuso in tutta la Sardegna, l'antico sistema del « paberile e vidazzone » e, a raccolto avvenuto, ciascuno paga in grano o in denaro (col ricavato della vendita) la sua quota per le spese del trattore, proporzionali al lotto. Il name del trattore è « L'amico di tutti ».
Altro importante episodio, anche nel 1953, la costituzione del comitato paesano « di pacificazione » per por fine alle vendette, al banditismo. La sua storia si può leggere, ancora, nell'autobiografia di Peppino Marotto.
Questa vita associativa politica, moderna, ha un aspetto singolare, interessante, nelle « nuove » feste popolari che si tengono in Orgosolo.
Sono feste di pace, di « liberazione » che ricordano per es. in ambiente ben diverso, naturalmente — le feste « nuove » del popolo cinese. Qui le più antiche manifestazioni « di tribù » si innestano coi significati più moderni. La festa dell'Unità in Orgosolo, per es., — che coincide con la millenaria festa stagionale del 15 agosto — vede spiegarsi un mondo antico e un mondo [...]
[...]— canzoni sociali — tra un'ecatombe di agnelli e di pecore squartate, cotte li, all'aperto, tra barili di vino e di birra che non restano mai pieni.
Lo sviluppo del comunismo in Orgosolo, come si vede, acquista forme specialissime : tipicamente « coloniali », non riscontrabili, almeno per intensità, in ogni altro paese d'Italia.
Rimane qui da sottolineare un aspetto fondamentale che riguarda l'atteggiamento « nuovo » del paese nei riguardi del banditismo, cioè del problema più grave, piú immediatamente grave del paese.
L'attività sociale di « liberazione » dei comunisti pare la sola forma volta profondamente alla pace, allo sviluppo della cultura, alla lotta per il lavoro : la sola che non porti al sangue ma combatta il sangue, che combatta la ribellione individuale, il banditismo.
Riporto qui, ad es., due documenti importanti per la storia del paese : l'intervento del calzolaio Giovanni Menneas fatto al congresso della sezione comunista di Orgosolo nell'aprile 1953 ed una lettera del pastore Peppino Marotto, inviata al Maresciallo dei carabinieri di Orgosolo dal confino di Ustica :
1) « Cari compagni, molti di voi sono qui intervenuti sulla necessità di lottare per i pascoli, per un piano di opere pubbliche, per una trasformazione di Orgosolo ecc. Ma una lotta ancora piú importante noi comunisti di Orgosolo dobbiamo condurla nel campo ideologico, e pratico, contro c[...]
[...]nell'aprile 1953 ed una lettera del pastore Peppino Marotto, inviata al Maresciallo dei carabinieri di Orgosolo dal confino di Ustica :
1) « Cari compagni, molti di voi sono qui intervenuti sulla necessità di lottare per i pascoli, per un piano di opere pubbliche, per una trasformazione di Orgosolo ecc. Ma una lotta ancora piú importante noi comunisti di Orgosolo dobbiamo condurla nel campo ideologico, e pratico, contro chi non comprende che il banditismo é una via del tutto ingiusta, radicalmente sbagliata, che proviene da una ideologia e da una pratica che noi condanniamo : l'anarchia. Col fucile e coI mitra del bandito non si risolve niente e ci procuriamo tutti sofferenze, galera, confino e umiliazioni. Dobbiamo trasformare la lotta da individuale e sanguinosa in latta civile, pacifica e collettiva. Bisogna che comincino i giovani ad abbandonare qualsiasi spirito di avventura e gli uomini a non cercare nella ribellione individuale la soluzione. La lotta politica è certo più difficile perché non richiede soltanto coraggio ma intelligenza, s[...]
[...]lera, confino e umiliazioni. Dobbiamo trasformare la lotta da individuale e sanguinosa in latta civile, pacifica e collettiva. Bisogna che comincino i giovani ad abbandonare qualsiasi spirito di avventura e gli uomini a non cercare nella ribellione individuale la soluzione. La lotta politica è certo più difficile perché non richiede soltanto coraggio ma intelligenza, studio, preparazione, lettura; richiede che noi facciamo respingere da tutti il banditismo e unire tutti invece per la rinascita economica, per la libertà di lottare contro la politica dei veri e grandi banditi della nostra isola e della nostra nazione, per costringerli
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ad attuare il piano di rinascita, per rispettare l'autonomia, per applicare la legge uguale per tutti. Il banditismo provoca sofferenze terribili a tutti e noi siamo contra queste sofferenze. Non è la rivolta anarchica, individuale ma l'applicazione di una politica giusta che ci può salvare. Con i banditi Orgosolo ha pochi amici e molti che ci odiano; con una politica giusta Orgosolo ha milioni di fratelli dalla Fiat ai feudi siciliani, dalla Cina a Berlino. Allora si che potremo vincere la nostra battaglia per la civiltà ».
Ustica
« Egregio Signor Maresciallo,
La prego di scusarmi se con la presente oso disturbarlo. Ma data la sua condizione di Comandante la Stazione di Orgosolo quindi membro di Alta Au[...]
[...] Allora si che potremo vincere la nostra battaglia per la civiltà ».
Ustica
« Egregio Signor Maresciallo,
La prego di scusarmi se con la presente oso disturbarlo. Ma data la sua condizione di Comandante la Stazione di Orgosolo quindi membro di Alta Autorità sento il dovere di fargli la presente dichiarazione. Pregandolo di impegnarsi a revocare l'imposto provvedimento sulla mia persona se vuole avere la fama e l'onore di redimere l'orrore del banditismo. Non solo deve riscattare la mia persona dall'ozio, per vivere, come ho fatto sempre, nel lavoro. Per la mia famiglia. Ma deve anche appoggiare le mie sincere propagazioni di fratellanza umana, di pace, e soprattutto di civile progresso in quella arretrata terra. Si persuada che l'arretratezza civile e morale è la fonte del mal costume ivi esistente. Nessun altra lotta diversa dalla mia servirà a sterminarlo. Lasci il mitra ad arrugginire.
Fiducioso dell'osservanza e ansioso di favorevole esito
con reverenza.
Giuseppe Marotto ».
Eppure contro questi uomini, contro i « comunisti » di Orgos[...]
[...]unisti » di Orgosolo
seppure in forma non aperta — lo Stato ha incominciato a svolgere — come nelle colonie — una politica di repressione, di persecuzione. Si cerca di colpire « i capi », gli « intellettuali », i « dirigenti proprio coloro che dovrebbero cioè essere piuttosto incoraggiati, assistiti, se non altro perché sono i soli, in luogo dello Stato, che si battano e facciano qualche cosa per eliminare nel paese la mentalità « propensa » al banditismo, per introdurre praticamente un progresso reale.
L'istituto del confino è lo strumento attraverso il quale sì sviluppa questa politica (ricompare la vera natura « politica », fascista del con
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fino). Di volta in volta col pretesto del « favoreggiamento » di banditi, senza prove, contro tutte le prove, si colpiscono uomini ostili al banditismo che lottano notoriamente contro il banditismo: ad es. Francesco Murgia, segretario della sezione comunista di Orgosolo o Peppino Marotto, segretario della C. d. L. di Orgosolo. E quel che é peggio é che l'azione dello Stato non avviene immediatamente, direttamente per iniziativa di autorità statali : avviene attraverso i nemici « politici » dei paese che inviano denunzie anonime, che organizzano e concordano testimonianze false per coprire il più delle volte la loro abitudine all'antica pratica di banditi, per lasciare il campo aperto al banditismo. Prestandosi a questo gli organi dello Stato italiano si rendono involontari complici del [...]
[...]ne comunista di Orgosolo o Peppino Marotto, segretario della C. d. L. di Orgosolo. E quel che é peggio é che l'azione dello Stato non avviene immediatamente, direttamente per iniziativa di autorità statali : avviene attraverso i nemici « politici » dei paese che inviano denunzie anonime, che organizzano e concordano testimonianze false per coprire il più delle volte la loro abitudine all'antica pratica di banditi, per lasciare il campo aperto al banditismo. Prestandosi a questo gli organi dello Stato italiano si rendono involontari complici del banditismo : combattono l'unica forza che in paese in teoria ed in pratica abbia una aperta, decisa, coraggiosa posizione contro il banditismo.
Non vi é stato un solo discorso di parlamentari e di dirigenti della Federazione di Nuoro ed un solo discorso di dirigenti della sezione comunista di Orgosolo in cui non si sia direttamente criticato e condannato il banditismo: critica e condanna al metodo, al sistema e non declamazione, infierire contro individui singoli sciagurati « banditi », che sono vittime della situazione. In privato e in pubblico, sempre hanno chiarito che la ribellione individuale e sanguinosa non solo non risolve niente ma incancrenisce la situazione. Chiunque si rende conto che i comunisti orgolesi sono oggi i veri nemici della pratica da banditi.
Dó qui di seguito la biografia di un « dirigente » nuovo, Peppin° Marotto che più di ogni altro documento mette in luce questo aspetto « nuovo » della situazione di Orgosolo.
Peppino Marotto,[...]
[...]mitologci greci e latini (Totefagia, Proserpina, Agenorea, Agerona, Anaideia Antirtide ecc.).
6) Brani di mitologia (Fabulino = dio della parola; Fecondità = aver figli; ecc.).
7) Leopardi. Canto del pastore errante per l'Asia.
8) Poesia sarda di Pittanu Moretti contro i preti.
9) Pagine di diario sulla morte di sua madre.
10) Poesia sarda (« Lettera ad un amico ossia un compagno scritta dall'esilio »).
11) Appello dall'esilio al paese del banditismo. «Uomini e donne, vecchi e giovani e famiglie, voi che avete visto e tuttora vedete il fiore della gioventù vilmente assassinato, nella via illegale e trascorrere nel più sciagurato tetro della galera, voi che vivete sotto l'incubo di una fratricida guerra perpetua, non destatevi più genuflessi davanti alla Sovrana Potenza. Per liberare i vostri figli dall'esilio e dalla galera — per raggiungere tutti la soppressa meta della libertà, del benessere umano, della pace, voi invoco perché non posso più invocare la mia Mamma che per pena e per dolore mi é morta, mi richiamo alle altre madri, sorell[...]