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Il segmento testuale banditismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 200Entità Multimediali , di cui in selezione 23 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 274

Brano: [...]no di tiro e affrontò scontri con la polizia, impedì che si desse corso al nuovo progetto.

Qualcosa sembrò cambiare nell 'atteggiamento delle forze politiche a partire dal 1972, quando vennero pubblicate le relazioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni di criminalità in Sardegna. Nelle conclusioni si proponeva un programma di trasformazione deH’economia pastorale barbaricina come l’unico intervento capace di eliminare il « banditismo », ammettendo che questo fenomeno era dovuto anzitutto a!

mancato sviluppo economico della zona e all’atteggiamento repressivo, di tipo coloniale, sempre assunto dallo Stato. Sta di fatto però che, a distanza di anni, Sa conduzione dell’azienda pastorale non ha subito in Barbagia trasformazioni rilevanti e il banditismo è ricomparso nella forma dei sequestri di persona. E ciò, nonostante che dai primi anni Settanta sia stato insediato a Ottana un grande complesso petrolchimico, con una classe operaia vivace e combattiva che si è posta alla testa della volontà di riscatto popolare.

Bibliografia: F. Cagnetta, Banditi a Orgoso

lo, RiminiFirenze, 1975; G. Cabitza, Sardegna: rivolta contro la colonizzazione, Milano, 1968; M. Brigaglia, Sardegna perché banditi, Roma, 1970; L. Podda, Dall'ergastolo, Ed. La Pietra, Milano, 1976.

S.Se.

O.R.I.

Organizzazione per la Resistenza l taliana. Complesso serviz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 273

Brano: [...]anio dello Stato, per poi venderli ai proprietari, le donne di Orgosolo assaltarono il Municipio, ne cacciarono il podestà fascista e bloccarono daH'interno il portone con ferri di cavallo, tenendo così occupato l’edificio per tre giorni e tre notti.

Nel 1928 fu sparsa la notizia che, in uno scontro a fuoco con i carabinieri, era stato ucciso il latitante Samuele Stocchino. Il capo del governo Mussolini, che si era fatto vanto di debellare il banditismo, in tale circostanza telegrafò al prefetto di Nuoro: « Il Regime mantiene le sue promesse ». In realtà, secondo la ricostruzione dell'episodio fatta nel dopoguerra da

F. Cagnetta (« Inchiesta a Orgosolo », apparsa sulla rivista Nuovi Argomenti, n. 10) la morte di Stocchino era avvenuta in seguito a polmonite e lo scontro era stato una messa in scena.

Nel 1929, alla morte di Onorato Succu, un altro orgolese latitante da anni, il regime celebrò il fatto come un proprio trionfo, mentre un poeta dialettale cantò la morte del « bandito » come quella di un uomo che, non avendo trasgredito la [...]

[...]orgolesi l’invio al soggiorno obbligato di pastori e contadini sospettati di favoreggiamento nei confronti dei latitanti.

La lotta per la rinascita

Dal 1966 al 1968 si sviluppò a Orgosolo un forte movimento di lotta per chiedere interventi finanziari della Regione sarda che permettessero di far uscire il paese dall'isolamento e di risolvere il problema dell'occupazione, affrontando nei giusti termini politici ed economici il problema del « banditismo ». Nondimeno, l'unico intervento prospettato dalle forze di governo fu quello di creare il cosiddetto Parco Nazionale del Gennargentu che in realtà, impoverendo la già misera economia locale, avrebbe sottratto alla popolazione buona parte dei terreni residui destinati a pascolo. Obiettivo del progetto non era infatti dì andare incontro alle necessità di esistenza e di lavoro della popolazione, bensì quello di ridurre ulteriormente la pastorizia, considerata

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 465

Brano: [...]taggio, compreso il « brigante buono » che toglie al ricco per dare al povero e protegge il debole contro il prepotente. Le storie popolari siciliane ricordano, a tale riguardo, la letteratura d’appendice dell’Ottocento e del primo Novecento.

Soprattutto dopo l’Unità d’Italia, il brigantaggio ebbe in Sicilia, come in altre regioni meridionali, una matrice sociale e politica. Dopo la Prima guerra mondiale si manifestarono anche qui fenomeni di banditismo alimentato soprattutto dai disertori; e negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale molti sbandati si dettero all’intrallazzo, al piccolo furto, infine al delitto come avvenne nel caso di Salvatore Giuliano e altri. Forme di banditismo che la mafia ha sempre utilizzato per operazioni rischiose ed efferate, come per esempio la strage di Portella della Ginestra del 1° Maggio 1947, per poi consegnare i banditi vivi o morti alla polizia, rendendo a questa un servizio destinato a essere ripagato con la concessione di ulteriori spazi all’attività mafiosa. La mafia si presenta così come forza d’« ordine », come potenza che tratta con altre potenze.

Uno « Stato nello Stato », dirà compiaciuto il giurista Santi Romano, mentre Guido Lo Schiavo, un altissimo magistrato presidente di sezione della Corte di Cassazione, ebbe a dire ch[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 181

Brano: Nuoro

da carbonari toscani, compromise l’equilibrio ecologico della zona, e infine il banditismo.

Disagi ancora maggiori vennero alla provincia dal protezionismo e dalla conseguente guerra delle tariffe con la Francia che colpì gli esportatori di bestiame, nonché dal fallimento di alcuni istituti di credito sardi. Ebbe così inizio anche in Sardegna una forte corrente di emigrazione.

Gii intellettuali

4In corrispondenza delle agitazioni sociali che durarono fino agli ultimi anni del secolo, si formò a Nuoro un gruppo di intellettuali e artisti sensibili alle miserie e alle ingiustizie subite dalle classi subalterne. Ispirandosi a un’ideologia vagamente socialista, essi intendevan[...]

[...]ista fu il poeta carducciano Sebastiano Satta che, nelle sue opere, si ispirò spesso al dramma della sua terra. La Deledda, il Satta e lo scultore Francesco Ciusa rievocarono le lotte del popolo sardo contro i feudatari e, studiando il folklore sardo, intesero anche rivendicare le tradizioni dell’isola.

Alla fine del secolo, dal disagio sociale e dal conflitto tra leggi del

lo Stato e tradizioni della Barbagia ebbe origine l’inasprirsi del banditismo. Vi furono allora vari tentativi di stroncarlo con azioni di forza e « caccia grossa » da parte del governo Pelioux, ma mai un’indagine sulle sue cause profonde, come chiedevano alcuni intellettuali e uomini politici di parte democratica che analizzarono nei loro scritti i termini della « questione sarda ». Nel periodo giolittiano si cercò di risolvere il problema dell’arretratezza sarda con leggi speciali. Il Nuorese continuava intanto a mandare in Parlamento deputati radicali, mentre a Nuoro operava un gruppo di militanti socialisti che diedero del socialismo un’interpretazione rivoluzionar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 201

Brano: [...]nza per i gravissimi danni materiali e morali che la dominazione esterna comportava, possono considerarsi la sollevazione antibritannica in India del 1857 (detta “rivolta dei cipays”), l’ultima guerra degli Stati Uniti contro gli indiani sioux di Toro Seduto (1876), le rivolte delle tribù africane dei basuto del 1852 e del 1884 contro gli inglesi (nellattuale Leshoto), l’insurrezione nazionalista del Madhi nel Sudan (1881), le azioni armate e di banditismo popolare intorno agli inizi del secolo nella penisola indocinese contro la presenza francese.

Dopo la Prima guerra mondiale

L’accentuarsi dello sfruttamento coloniale in senso imperialistico, il delinearsi di contrasti sempre più aspri tra le maggiori potenze mondiali, contrasti culminati nella guerra 191418, l'affermarsi della rivoluzione sovietica in Russia, con i reiterati appelli alla libertà dei popoli delle colonie, furono altrettante sollecitazioni a una maggiore presa di coscienza delle genti dell'Asia e del

l’Africa, che cominciarono a esprimere avanguardie politiche sempre [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 24

Brano: [...]eani (v.)

contrapponendola a quella slovena e croata, di cui intendeva “valorizzare” strumentalmente il ruolo concorrenziale, utilizzando il collaborazionismo delle oligarchie economiche locali (specie triestine), già primeggianti ai tempi dell’Austria asburgica, e declassando invece il fascismo di Salò a puro strumento poliziesco e repressivo; A tal fine, mobilitò al servizio delle SS i corpi locali italiani e slavi in nome della difesa dal “banditismo” e dal “bolscevismo”, prefigurando una sorta di “mitteleuropa” nazista in tutti i campi, etnico, culturale, economico, amministrativo ecc., per predisporre l’inserimento del territorio nel Terzo Reich.

L’asprezza della lotta condotta con grande tenacia dalle formazioni partigiane italiane, slovene e croate, dal Friuli all’lstria, col sostegno delle popolazioni, indusse Rainer e Globocnik ad applicare i metodi terroristici già collaudati nei territori dell’Est europeo dalla “guerra totale” hitleriana.

Al termine di un’occupazione contrassegnata da deportazioni e stragi, di cui la Risiera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 716

Brano: Portella delle Ginestre

rono momenti di uno stesso piano criminale. E mentre Giuliano ne era stato l’esecutore materiale, responsabili ne risultavano in prima persona capi di forze di polizia e altolocati esponenti del governo (dal quale i comunisti erano già stati allontanati), che utilizzavano l’intreccio di mafiabanditismopolizia per ricacciare indietro il movimento contadino. Non era un caso, come noterà Girolamo Li Causi (v.) nel dibattito parlamentare svoltosi al Senato il 26.10.1951, che ispettore di pubblica sicurezza in Sicilia fosse nel 1947 precisamente quel tale Messana, già tristemente noto come

il « massacratore dei contadini di Riesi nel 1920 ».

G.Ca.

Portogallo

Repubblica parlamentare della penisola iberica, confinante a nord e a est con la Spagna, a sud e a ovest affacciata sull’Oceano Atlantico. Ha una superficie di 91.631 kmq e una popolazione di 9.800.000 abitanti. Fanno parte del t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 442

Brano: [...]ndizionata da una ideologia sicilianista che, nel Varvaro, si legava all’antico costituzionalismo federalista siciliano senza però riuscire a impostare una propria linea realistica di fronte alla disgregazione dello Stato nazionale: fatto che determinava una assoluta incapacità di vedere oltre

10 spazio geografico insulare.

In quella situazione di vuoto avvenne la tradizionale ricomposizione del Blocco agrario e reazionario che utilizzò il banditismo, prima militarizzato nell'E.V.I.S., come strumento di repressione contro le sedi contadine.

11 22.6.1947 il bandito Salvatore Giuliano assaltava le sedi del P.C.I. e delle Camere del lavoro, uccidendo a Partinico i dirigenti comunisti Vincenzo Lo Iacono e Giuseppe Casarrubea. A distanza di circa due mesi dalla strage di Portella della Ginestra (v.), mentre a livello nazionale avveniva l’allontanamento dei comunisti dall’area governativa, con la complicità degli apparati del

lo Stato si consolidava così localmente la repressione armata contro il movimento democratico da parte dei gruppi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 437

Brano: [...]la spietata repressione condotta dall’esercito regolare italiano secondo tutti i canoni della controguerriglia (rastrellamenti, fucilazioni in massa di popolazione, distruzione di intere città « colpevoli » di aver salutato come liberatori i guerriglieri, ecc.) bastano a qualificare quella lotta come « partigiana ». Allorché le province ribelli furono « pacificate » dalla repressione piemontese, ai guerriglieri superstiti non rimase che darsi al banditismo, giustificando la definizione storica di « brigantaggio » per quello .che fu, in realtà, un intreccio fra insurrezioni contadine spontanee e tentativipilotati di restaurazione borbonica.

Guerre partigiane moderne

Innumerevoli guerriglie e guerre partigiane si sono avute, dal secolo scorso, in tutti i continenti. Tra i casi più noti si possono ricordare: la lunga guerriglia dei popoli balcanici contro \ turchi finché durò l'occupazione ottomana;

quella indiana contro i colonialisti britannici; quella seguita ai tentativi di soffocamento della rivoluzione sovietica del 1917; quella ali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 288

Brano: [...]incalzare il nemico reiterando le loro azioni di disturbo. L’1 novembre essi attaccarono di nuovo nella zona detta delle Orse e, il 26, i tedeschi ripresero a rastrellare la montagna circostante, nel vano intento di catturarli. Il rastrellamento fu ripetuto il 6 dicembre nella zona di Viozene, questa volta da una forza di circa 400 uomini: caddero i partigiani Vincenzo Alia e Gian Luigi Martino, più il civile Vittorio Michelis, ma la « piaga del banditismo » non fu eliminata.

Convinti di trovarsi di fronte ad agguerrite formazioni pronte ad attaccarli, 1*1.1.1945 i tedeschi insediarono in Ormea il Comando della loro 34a Divisione « WestfaliaRenania », comandata dal generale von Liebe. La presenza della grande unità tedesca, cui si aggiunse il susseguirsi di bombardamenti e mitragliamenti compiuti dagli angloamericani sull’abitato di Ormea e sulle località circostanti, rallentarono l’azione partigiana, il

20 gennaio la formazione subì la perdita del suo più prestigioso comandante, il sottotenente Merlino: tradito da una spia, il capo parti[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine banditismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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