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Il segmento testuale badogliano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 48Entità Multimediali , di cui in selezione 28 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 235

Brano: [...]mitato delle opposizioni” (v. Comitato nazionale d’azione antifascista) e dopo l’8 settembre Comitato centrale di liberazione nazionale (v.), costituito pariteticamente dai sei maggiori partiti, fu complessivamente favorevole al maresciallo Pietro Badoglio, da cui si attendeva la rottura dell’alleanza con i tedeschi e al cui operato si delegava la soluzione delle questioni pendenti del fascismo.

In tal senso si intese la presenza, nel governo badogliano, di “tecnici” antifascisti (Leopoldo Piccardi alle Corporazioni, Alessandro Brizi all’Agricoltura, Alessandro Severi all'Educazione), quasi una testa di ponte dell’antifascismo in un governo che si presentava con fisionomia di dittatura militare e poco incline a dar peso alle fragili presenze politiche. Attraverso Piccardi, coadiuvato dai commissari antifascisti Bruno Buozzi, Giovanni fìoveda, Alfredo Quarello, Achille Grandi e altri (v. Commissari alle Confederazioni sindacali) si operò il contrastato smantellamento delle Corporazioni fasciste. Fu un’operazione di vertice, motivata dalla nec[...]

[...] di un fascismo più che mai criminale, e fu il terreno sul quale si cercò, attraverso rastrellamenti e retate, di raccogliere uomini per il servizio del lavoro nazista.

Intorno al valoroso colonnello Giuseppe Montezemolo (v.) e ad altri militari filomonarchici che, per non tradire il giuramento fatto al re, si erano rifiutati di servire nell’esercito della repubblica di Salò, andò costituendosi un fronte clandestino legato allo Stato Maggiore badogliano (v. Resistenza romana, Fronte clandestino militare della).

La popolazione romana evitò facilmente, all'inizio, i ripetuti appelli del servizio di lavoro, sfuggendo come poteva alle retate e alle razzie di uomini che, dal 19 ottobre, vennero “legittimate” dalla creazione di un Ispettorato del lavoro. Ma non riuscirono a evitare una tragica sorte di deportazione e di morte gli ebrei romani, catturati nella razzia del 16.10.1943 e avviati ai campi di sterminio (v. Antisemitismo).

Il volto criminale del nazismo si presentò a Roma con le truppe di occupazione del Feldmaresciallo Albert Kesse[...]

[...]e città italiane la Resistenza fu fenomeno di élites, nella Capitale la situazione era complicata anche per la presenza mediatrice e tutelatrice della Santa Sede che, pur assolvendo a un'opera di provvidenza e di aiuto, agì sicuramente da potente freno a una possibile azione di lotta antitedesca, nella difesa formale del ruo

lo di Roma “città aperta”. Nondimeno, l’opposizione antifascista si affermò con forza (anche in polemica con il governo badogliano di Brindisi), negli ordini del giorno del C.C.L.N. del 16 ottobre e del 6.11.

1943, quale unica rappresentante dello Stato e organo dirigente del moto di liberazione. Emanazione dello stesso C.C.L.N. fu la Giunta militare, nel cui Comando paritetico fu rappresentata l'esarchia del Comitato, anche se talune formazioni partigiane esistevano più che altro sulla carta e quelle dei partiti di sinistra si esercitarono in modi diversi, mentre le già ricordate forze esterne (da Bandiera Rossa ai cattolici comunisti) si davano una struttura militare autonoma, intervenendo anch'esse nella lotta arma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 838

Brano: [...]della prossima caduta del fascismo, il M.U.P. svolgeva in quei primi mesi un’intensa attività, attraverso una serie di contatti e addirittura di convegni clandestini (fra i più importanti, quelli di Bologna e di Ferrara) per rafforzare la propria rete organizzativa e far conoscere il suo programma. A Milano ridava vita alla vecchia testata Avanti!, il cui primo numero, preparato in clandestinità, uscirà con la data del 1° agosto, cioè in periodo badogliano, recando il programma del movimento.

Contemporaneamente il M.U.P., nella persona di Lelio Basso, partecipò alle due fondamentali riunioni milanesi del 24 giugno e del 4.7.1943, promosse dal P.C.I. (rappresentato da Concetto Marchesi che espose i! orogramma d’azione del suo partito) e alle quali presero parte pure il P.S.I. (Veratti), il Partito d’Azione (Riccardo Lombardi), la Democrazia Cristiana (Giovanni Gronchi e Pietro Mentasti) e il Partito liberale, rappresentato da Alessandro Casati e Leone Cattani (v. Comitato nazionale d’azione antifascista) .

Nelle due riunioni, che costituir[...]

[...]te)

Lelio Basso nel 1948

perché si ponessero subito in discussione i temi della futura ricostruzione del paese, in modo che le alternative emergessero già con chiarezza aH’interno della nascente coalizione antifascista. Si dichiarò inoltre non disponibile per un governo provvisorio che sorgesse soltanto sulla base generica dell’antifascismo, senza un programma più avanzato di ricostruzione.

Fusione con il P.S.I.

L’avvento del periodo badogliano doveva però segnare la fine del M.U.P.. Nel clima semilegale dei 45 giorni riemersero infatti in ogni città le figure superstiti del socialismo prefascista e il P.S.I., quantunque avesse svolto scarsa attività nel periodo precedente, si trovò di colpo presente in tutta Italia, ovunque raccogliendo una rete di consensi, anche se dovuta ai ricordi del passato, più ai nomi di Filippo Turati o di Giacomo Matteotti che non all’opera recente.

Il M.U.P., che aveva propri gruppi soltanto in alcune delle maggiori città, non era particolarmente forte numericamente fuorché a Milano e a Bologna, e i c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 143

Brano: [...]esumeva a breve scadenza. Una esigua minoranza fu quella che scelse invece di unirsi alla lotta popolare armata e, in alcuni casi, ufficiali di carriera assunsero ruoli di comando (v. Esercito e Resistenza), soprattutto nelle Formazioni Autonome (v.), nelle Fiamme Verdi (v.) e nelle Brigate cattoliche (v.). Le formazioni guidate da questi militari si definivano genericamente “apolitiche”, ma più esattamente erano orientate in senso monarchico o “badogliano”. Ma i più direttamente collegati al governo Badoglio e allo Stato Maggiore monarchico insediatisi a Brindisi furono gli ufficiali che, a Roma, costituirono il Fronte clandestino militare della Resistenza, destinato a svolgere per alcuni mesi un certo ruolo nella Capitale e in altre province dell’Italia centromeridionale.

Costituzione del F.C.M.R.

Iniziatore di questo movimento a Roma fu il colonnello Giuseppe Corderò Lanza di Montezemolo (v.) che, sfuggito alla cattura dei tedeschi nei giorni immediatamente successivi all’8.9.1943, mentre si trovava al ministero della Guerra insieme al[...]

[...] segreto per comunicare con lo Stato Maggiore residente a Brindisi. Attraverso la radio, il 10 ottobre Montezemolo venne ufficialmente incaricato, dal Comando Supremo, di costituire il Fronte clandestino militare e di estenderlo a tutta l’Italia occupata. Nello stesso tempo, gli venivano impartite le direttive cui doveva attenersi.

Il 10.12.1943 le Istruzioni venivano formalizzate dal maresciallo Giovanni Messe (v.), capo dello Stato Maggiore badogliano, attraverso il documento 333/OP « Direttive per

I organizzazione e la condotta della guerriglia ». Il documento, il cui testo si ritiene sia stato proposto dallo stesso Montezemolo, nel suo primo paragrafo diceva: « In Italia, terreno e popolazione poco si prestano alla guerriglia. Tuttavia, in obbedienza all’impegno del Governo di condurre a fondo la guerra al tedesco, è nostro dovere di sviluppare con ogni energia tale forma di guerra in tutto il territorio occupato ».

L’azione del F.C.M.R. si improntò a tali direttive che, rispecchiando anche la tradizionale diffidenza e lo scetticis[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 81

Brano: Il movimento si allarga; a malincuore Badoglio deve scarcerare alcuni detenuti politici. Si trattengono nelle galere e al confino gli antifascisti ritenuti più pericolosi; ma i lavoratori sono in fermento e cominciano a far traballare l'equilibrio politico interno, già gravemente scosso dalVesito della guerra. Anche il “ regime ” badogliano si avvia alla disfatta.

Il capo della polizia, Senise, ai questori, dirigenti zone Ovra, direzioni delle colonie di confino di Ventotene Ponza Tremiti. Roma, 27 luglio 1943, t. ore 13.10

ACS, AG 192045, A5G, fase. 214, s.fasc. “Affari generali 1. Disposizioni” (b. 102). Cfr. 1,6; cfr. doc. 1.11.

Prego disporre subito scarcerazione prevenuti disposizione autorità ps responsabili attività politiche escluse quelle riferentesi comuniSmo et anarchia. Contemporaneamente ss. Il compileranno nella giornata di oggi elenchi tutti condannati aut giudicabili per attività sopra indicate, escluden[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 373

Brano: [...]ndizioni di vita, per il peso con cui la guerra era venuta a gravare sull’economia in generale e sulla classe operaia in particolare, risultarono fattori determinanti nei grandi scioperi del marzo 1943, che si svilupparono nel Veneto in modo del tutto scollegato e spontaneo, al Lanificio Rossi di Schio appena giunta notizia di quelli avvenuti a Torino e Milano.

Il successo più consistente sul piano politico, fra quelli realizzati nel periodo “badogliano”, fu indubbiamente quello della costituzione di comitati interpartitici. La compresenza di vari gruppi di opposizione e di uomini che non erano giunti del tutto impreparati al 25 luglio determinò anche a Vicenza la possibilità di un accordo fra i partiti: una riunione tenutasi nell’abitazione del democristiano Torquato Fraccon, con la partecipazione dei socialisti avv. Segala e Marcello De Maria, dell’azionista Licisco Magagnato e del comunista Dorio, fu addirittura preciellenistica, perché si trattò di una vera e propria assemblea di esponenti di partito che si preparavano a quello che sareb[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 275

Brano: [...], ammaestrati dalla lunga esperienza, cercarono di mantenere nella semiclandestinità i compagni non ancora scoperti. L’8 settembre dunque non li colse di sorpresa. Se, infatti, le grandi manifestazioni popolari del 9 furono spontanee, assai meno lo furono gli scioperi di Colle e di Poggibonsi, mentre certamente organizzata fu l’entrata in azione, il giorno successivo, di alcuni nuclei di militanti a Castelfiorentino, già costituitisi nel periodo badogliano, che liberarono un centinaio di prigionieri di guerra inglesi e americani dai campi di Pillo e di Meleto, impossessandosi delle armi dei depositi. In quegli stessi giorni, nelle varie stazioni lungo la ferrovia EmpoliSiena, si provvide ad assistere gli “sbandati” del dissolto esercito, a ricuperare le armi, a far fuggire i prigionieri destinati ai campi di concentramento in Germania; attive

in quest’opera furono soprattutto le donne, alcune delle quali, le più anziane, non esitarono a nascondere qualche prigioniero perfino sotto le ampie sottane. In quel clima già di attiva resistenza i co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 78

Brano: [...] la strada che si deve battere se si vuole riuscire a sconfiggere per sempre l’idea fascista ». (Opere scelte, cit., pagg. 277280). Al l'indomani del 25.7.1943 Togliatti intensificò gli appelli alla lotta armata, divenuta più che mai attuale anche per il popolo italiano, sempre sottolineandone il significato politico e l’obiettivo strategico che certamente non coincideva con quello degli Alleati occidentali e di Badoglio. A proposito del governo badogliano, ancora il 16.10.1943 Togliatti lo stigmatizzava da Radio Mosca come « influenzato da elementi reazionari e antidemocratici [...] sarebbe un grave errore per i partiti popolari e antifascisti accettare l’invito a entrare in questo governo » [Ivi, pag. 291).

Ma con la “svolta di Salerno” il capo dei comunisti italiani fece propria una impostazione della lotta partigiana che non era più quella guerra di popolo sul modello sovietico esaltata dai microfoni di Radio Mosca. Nella concezione degli angloamericani e dello Stato Maggiore monarchico italiano la guerriglia aveva infatti compiti ben de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 733

Brano: [...]sa dal principio di settembre alla fine di dicembre dell'anno 1943 per interrompere il traffico ferroviario dei tedeschi sulla linea TorinoModane. Questa linea era il tratto più accidentato e più vulnerabile della ferrovia internazionale RomaGenovaTorinoLioneParigi, ma rappresentava allora per i tedeschi la via di comunicazione più rapida e facile fra l'Italia centrosettentrionale e la Francia centroorientale. All’indomani stesso dell’armistizio badogliano dell*8.9.1943 gli Alleati cominciarono infatti a martellare questa ferrovia, accanendosi soprattutto sulla stazione di Modane, sottoponendo la città a ripetuti e violenti bombardamenti aerei, con la inevitabile conseguenza di distruzioni e di vittime civili, ma senza risultati apprezzabili sul piano militare.

Dal canto suo, il Comitato militare del C.L.N. regionale piemontese (v.), appena cominciò a funzionare regolarmente (ossia a partire dal mese di ottobre), tra tutti i problemi che aveva di fronte diede subito una particolare importanza all’interruzione della ferrovia TorinoModane. Il [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 533

Brano: [...]e di proficui contatti e scambi tra i diversi esponenti locali dei partiti.

Fu in tale contesto (non ancora compiutamente definito in tutte le sue componenti e nei reali rapporti di forza) che nel periodo dei quarantacinque giorni del governo Badoglio si precisò una dialettica politica di più lungo periodo.

Resistenza armata

La mattina del 9.9.1943 i rappresentanti del Fronte nazionale d’azione, costituitosi su basi unitarie nel periodo badogliano, presero contatti con le autorità civili e militari di Pesaro per attivare un piano di difesa in vista dell’occupazione tedesca.

Il progetto non trovò tuttavia attuazione, anche per il generale sbandamento intervenuto tra le forze acquartierate nella caserma locale.

I tedeschi occuparono Pesaro il 13 settembre e, da quel momento, il Fronte passò nella clandestinità. Il

4 ottobre, dopo un breve periodo di stasi, si trasformò in Comitato di liberazione nazionale, composto da Armando Lugli (azionista), Giùlio Coli (democratico cristiano), Renato Fastiggi (comunista) e Cesare del Vecchio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 712

Brano: [...]lanesi e soprattutto i

grandi complessi di Sesto San Giovanni vivevano in continuo stato di mobilitazione e non già per i soli temi contingenti e quotidiani della lotta (salari, razionamento, indennità), ma per obiettivi comuni e di fondo quali la pace e la libertà. La occupazione tedesca non fece che rinfocolare con nuove esche la battaglia, sicché gli scioperi si susseguirono quasi senza soluzione di continuità dal periodo fascista a quello badogliano, fino ai giorni dell’occupazione nazista e dell’ondata fascista di ritorno.

La prima avvisaglia che si stava scatenando la battaglia operaia su un fronte più vasto si ebbe tuttavia il 2.11.1943 alla Breda (v.) di Sesto San Giovanni, e ne seguì la lotta del dicembre, quando fra il 13 e il 20 le autorità naziste e fasciste si trovarono alle prese con uno sciopero che era una vera e propria rivolta. Iniziato, oltre che alla Breda, in altre aziende di punta (Innocenti, Magnaghi, Ercole Marelli, Magneti Marelli, Olap, Pirelli, Radaelli, Elettromeccanica Lombarda, Moto Garelli)

lo sciopero si[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine badogliano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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