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Il segmento testuale astensionisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 53Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 159

Brano: [...]presentata, al XVI Congresso di Bologna (5.10.1919), dal gruppo che si raccoglieva attorno al periodico II Soviet, di Napoli, guidato da Amedeo Bordiga (v.). Attaccando l’opportunismo, il parlamentarismo, la tendenza alla collaborazione di classe e al compromesso, Bordiga so

steneva che « solo l’astensione dalle elezioni permette di preparare le masse rivoluzionarie ». La mozione astensionista di Bordiga ottenne 3 mila 359 voti su 66.650. Gli astensionisti erano concentrati soprattutto a Napoli, con alcune diramazioni in altri centri (Torino, Firenze, Roma ecc). Il gruppo si costituì a Napoli in frazione comunista internazionalista del Partito socialista e I'8.5.1920 organizzò a Firenze un convegno degli astensionisti che elesse un Comitato centrale. I timori di Bordiga contro il pericolo del parlamentarismo erano tutt’altro che infondati. Anche Antonio Gramsci, dopo le elezioni del 1919, espresse ripetutamente la preoccupazione che il folto gruppo dei deputati socialisti spostasse l’asse dell’azione dal paese e dai sindacati al Parlamento.

« Il costituirsi di un gruppo di 150 deputati socialisti incomincia con lo spostare dai sindacati al Parlamento l’azione di resistenza delle masse operaie e contadine. I sindacati ne vengono svalutati come strumenti della lotta di classe e quindi perderanno una gran [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 555

Brano: [...]

Commenti pochi, qualche incidente e il canto dell’Internazionale accolgono l'uscita degli unitari, i quali cercano ora in una riunione a Fiesole di rabberciare una loro Federazione.

Dopo l’uscita degli unitari si respira meglio. Il Congresso non è più un campo di lotta, è un convegno di studi e d’intesa fra veri compagni ».

Scomparsi dalla scena'dell’"Andrea del Sarto” i giovani unitari, il congresso continuò con un acceso dibattito fra astensionisti e ordinovisti, che si concluse con una votazione, nella quale si videro fin dà quel momento schierate su sponde opposte le due componenti del comuniSmo italiano: quella gramsciana e quella bordighiana, destinate a scontrarsi negli anni successivi in seno al P.C.d’I..

Intanto i giovani unitari, portatisi in un teatro a Fiesole, aprivano un loro congresso rivendicando il diritto di presentarsi come i veri e unici continuatori della F.G.S.I.. Nonostante la gravissima emorragia subita, l’organizzazione infatti non scomparve, tanto che alla fine del

1921 i giovani rimasti fedeli al P.S.I.
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 553

Brano: [...]e” dell’organizzazione rivoluzionaria. A questa linea si contrappose il gruppo dirigente centrale, raccolto intorno al segretario politico Luigi Polano (v.) che faceva propri gli orientamenti massimalistielezionisti, maggioritari aH’interno della Direzione del P.S.I..
II Congresso nazionale della F.G.S. I., svoltosi a Roma nell’ottobre del 1919, vide tuttavia emergere una forte minoranza (circa 9.000 iscritti su un totale di 25.000) composta da astensionisti e “ordinovisti” (v. Ordine Nuovo), uniti nel criticare l’operato del Comitato centrale (così era stato ribattezzato il Comitato nazionale) e nel chiedere il trasferimento della redazione dell’“Avanguardia” da Roma ad altra sede, dove più forte e radicato risultasse il movimento giovanile. Un ordine del giorno presentato da Umberto Terracini (v.) sull'esperienza torinese dei Consigli di fabbrica raccolse gli applausi di tutti i congressisti.
A partire dunque dall'autunno del 1919 si svilupparono in seno alla F.G.S.I. le influenze convergenti della frazione bordighiana e del gruppo torinese fa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 542

Brano: [...]va: « O nell’lnternazionale Giovanile con il Partito Comunista o contro di essa [...] L’organizzazio

« Avanguardia » n. 13 del 27.3.1921 con un. incita alla guerriglia contro i fascisti

ne socialista rivoluzionaria della Federazione Giovanile Italiana proseguirà Indisturbata come Federazione Giovanile Comunista per la sua chiara strada verso il ComuniSmo ».

Nella primavera del 1921 i giovani comunisti, quantunque fossero in maggioranza “astensionisti”, accettarono di partecipare alla campagna elettorale (« per disciplina internazionale ») in appoggio alle liste del P.C.d’I., ma non nascosero la loro ripulsa verso la « provocazione » rappresentata dalle elezioni stesse.

Dopo l'uscita di questo numero “Avanguardia” fu trasferita a Milano.

Nel numero uscito la settimana stessa del voto (n. 20 del 15.5.1921), “Avanguardia” scriveva: « Oggi, attraverso la lotta elettorale, una nuova provocazione è fatta al proletariato, a cui si chiede di foggiarsi da se stesso le catene della propria oppressione. Per la disciplina internazionale, per ag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 541

Brano: [...]ne giovanile di Reggio Emilia, forte di circa 2.500 iscritti.

I « veri compagni », come si autoqualificarono i giovani comunisti rimasti a congresso a Firenze nei locali della Società di mutuo soccorso “Andrea del Sarto”, rappresentavano il 90%, 53.314 iscritti distribuiti per la massima parte nelle regioni dell’Italia settentrionale. Dopo una vivace discussione fra “ordinovisti” (che si rifacevano al gruppo torinese óeWOrdine Nuovo (v.) ) e “astensionisti” (che si rifacevano al segretario del P.C.d’I. Amadeo Bordiga (v.) e costituivano la mag

gioranza del Congresso), venne eletto un Comitato centrale di 11 membri. Esso risultò composto da Giuseppe Berti (v.), Luigi Longo (v.), Altiero Gorelli (v. Gorelli, Aldo), Luigi Polano (v.), Secondino Tranquilli (v. Silone, Ignazio), Romeo Mangano, Antonio Capitta, Gino De Marchi, Giovanni Beltrametti, Leo Lambertini e Antonino Cassitta (v. Cassitta, Antonio).

Poiché la maggioranza del Comitato centrale era composta di bordighiani, la carica di segretario nazionale della F.G.C.I. venne assunta da B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 231

Brano: [...]ione di consigli di fabbrica e di sindacati d’industria.

I socialisti, privi del cordone ombelicale fra Camera del lavoro e Unione socialista romana, si riorganizzarono in vista delle elezioni del 15.5.1921, mentre riprendevano le aggressioni fasciste contro la sede del P.S.I. e la tipografia delT‘Avanti!”. « Difendiamoci! », fu il drammatico appello del 27 aprile.

Durante la campagna elettorale si fronteggiarono aH’interno del partito gli astensionisti (Zerbini, Pulcini, Russo) e i fautori della partecipazione alle elezioni (Vernocchi, Velia, Bonelli). L’Unione socialista romana scelse l’elettoralismo, che era in maggioranza. Nonostante la eccezionale mobilitazione, con una media di sei comizi al giorno, il P.S.I., isolato di fronte all’Unione nazionale composta da liberali, riformisti, radicali e governativi (alla quale andarono 84.363 voti e 7 eletti), ottenne soltanto 50.635 voti ed ebbe 4 eletti (Monici, Velia, De Angelis, Sardelli). I popolari ottennero 44.712 voti e 3 eletti, i repubblicani 12.743 voti e 1 eletto, i comunisti 8.400 vo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 266

Brano: [...]l processo rivoluzionario in Russia, che in quegli anni erano venuti visitando; da Lenin, Zinoviev, Trotzskij, Rykov, Bucharin, Lunacarskij, Radek, che aggiornavano i lettori sui problemi della costruzione del socialismo, allo « spartachista » Paui Levi.

La sconfitta seguita all’occupazione delle fabbriche approfondì, rendendolo insanabile, il contrasto con le componenti moderate e « unitarie » del P.S.I., che gli ordinovisti, insieme con gli astensionisti di Amadeo Bordiga (v.), accusavano di frenare la volontà « rivoluzionaria » delle masse.

« L’Ordine Nuovo » quotidiano

Alla fine del 1920 il dirigente socialista Giacinto Menotti Serrati, in dissenso con la Terza Internazionale (v.) a causa delle 21 condizioni da essa poste alTingresso del P.S.I. nelle proprie file, colse l’occasione di un articolo di Gramsci apparso sull’« Avanti! » per sconfessare l'edizione torinese di questo quotidiano che, dalla fine della guerra, grazie aH’iniziativa di Ottavio Pastore, aveva dato prova di inconsueta combattività e di eterodossia nei confronti del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 856

Brano: [...]el nome "politico” come un complesso di lotte affaristiche o un riconoscimento dello stato attuale, sia per le tradizioni conservatrici di secoli di decadenza e di servilismo, i cattolici non sono mai voluti entrare in quel campo

restringendosi al concetto semplicemente religioso e sottilizzando sulle parole campo politico e campo sociale. Il Murri vi entra fidente, esaminando le nostre condizioni attuali e la posizione che dobbiamo prendere, astensionisti per obbedienza e per convinzioni e schiettamente democratici, nel campo delle lotte politiche ».

Uno dei meriti precipui del sociologo marchigiano fu indubbiamente quello di aver prospettato alla mentalità dei cattolici l’idea della « società in movimento », dinamicamente viva rispetto all’idea tradizionale che essi avevano della società considerata in genere pietrificata in un « ordine » storico precapitalista e rurale. 1 Giustamente sottolineerà Lorenzo Bedeschi: « ... li ha lanciati fuori dal "particulare" in cui sembravano chiudersi con la difesa degli enti intermedi, dalla famiglia al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 597

Brano: [...]capeggiata da Filippo Turati e per distinguersi dalla sinistra astensionista (v. Astensionismo) che aveva come leader Amadeo Bordiga.

Al Congresso di Bologna i massimalisti si raggrupparono attorno a Giacinto Menotti Serrati e prevalsero, raccogliendo attorno alla loro mozione 48.000 voti contro i 15.000 ottenuti dalla frazione capeggiata da Costantino Lazzari (nella quale confluirono i voti dei riformisti) e i 4.500 andati alla mozione degli astensionisti. Subito dopo aver registrato questo risultato Serrati si pronunciò per l’adesione del P.S.I. alla Terza Internazionale (v.), decisione che fu approvata per acclamazione dalla grande maggioranza dei congressisti. I massimalisti furono poi duramente accusati, da sinistra, di « rivoluzionarismo parolaio e inconcludente », tanto che il termine assunse un significato negativo di estremismo politico incoerente.

Effettivamente nel 1921, al Congresso socialista di Livorno (v.), l’apparente rivoluzionarismo dei massimalisti non resse alla prova dei fatti: quando fu proposto di accettare fino in fon[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 99

Brano: Repubblicano italiano, Partito

tori “astensionisti” veniva svalutata o contestata (un piccolo partito mazziniano astensionista accompagnò per circa mezzo secolo il P.R.I., fin oltre la fondazione della repubblica).

I! punto di svolta rispetto al passato consisteva invece nella tendenziale modernizzazione delle strutture organizzative e propagandistiche ereditate dalla tradizione. Schematicamente può dirsi che il P.R.I. fu un piccolo partito di massa a base prevalentemente regionale; ma anche questa definizione ha bisogno di essere specificata: esistevano e funzionavano più zone di addensamento e di dinamismo repubblicano, ben oltre il clas[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine astensionisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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