Brano: [...]i strumento per poter giudicare effettivamente i fenomeni; e poi, come questo strumento è utilizzato?
Ricordava il Gramsci, che, se si vuole studiare la nascita di una concezione del mondo, che dal suo fondatore non è mai stata esposta sistematicamente, occorreva fare preliminarmente un lavoro filologico minuzioso e condotto con il massimo scrupolo di esattezza, di onestà scientifica, di lealtà intellettuale, di assenza di ogni preconcetto ed apriorismo o partito preso. Occorreva, a suo giusto avviso, ricostruire il processo di sviluppo intellettuale del pensatore valutando criticamente tutti gli elementi stabili e permanenti assunti come pensiero proprio e quelli contingenti desunti da precedenti esperienze in quanto erano altrettanti momenti essenziali del processo di sviluppo.
Nel postulare una questione di metodo, egli manifestava il travaglio spirituale, attraverso il quale era maturato e maturava in lui quel furore eroico, che non era mera curiosità esteriore, ma profondo interesse, capace di stabilire un equilibrio critico nella es[...]
[...]mmanentismo, e non postuli negli effetti un presupposto trascendente e non si trasformi in un’astrazione e diventi anch’esso una mitologia e si affondi nel mito delle categorie, quali ad esempio furono formulate dalla scienza giuridica tedesca sul concetto di « Stato » e dalla scienza politica inglese sul concetto di « Nazione ». E può nascere il dubbio che anche là concezione storicistica del mondo, in definitiva, non scaturisca anch’essa da un apriorismo caratteristico, sul quale si configuri come proprio modello.
Confesso che accolsi non senza perplessità la negazione della oggettività della realtà e del presupposto del soggettivismo della coscienza, come pure talune prospettive sulla validità della scienza. La politicizzazione della scienza, la considerazione cioè della scienza come politica, legittima nella funzione finalistica, diventa restrittiva, se si limita alla funzione di scoperta del trascendente, dell’ignoto, e creazione razionale utile agli uomini(^per allargare il loro concetto di vita.
È legittimo il timore che lo" schema[...]
[...]osofica dello storicismo si identifica nella storia, ed apprezzando la sua stessa validità storicamente, cioè fase transitoria del pensiero filosofico, non come qualche cosa di eterno e di immutabile, ma espressione, come ogni altro sistema filosofico, delle contraddizioni proprie della società in un determinato momento della sua attività, destinata ad essere superata nel mutare dello sviluppo storico, il sospetto che in altre forme rispecchi un apriorismo trascendente e semplicemente speculativo, non sembra possa infirmare i valori di una rappresentazione del mondo che si identifica con la storia stessa del mondo.
L’uomo nella storia del mondo
Secondo la concezione della filosofia della prassi non esiste una astratta natura umana fisica ed immutabile, ma la natura umana è l’insieme dei rapporti storicamente determinati e rilevabili secondo un procedimento critico.
L’uomò, che sta nel centro di questi rapporti, non è un uomo, ma è « l’uomo », non è Yhomo oeconomicus astratto della vecchia concezione economica, ma l’uomo concreto, opera[...]