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Il segmento testuale antimilitarista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 155Entità Multimediali , di cui in selezione 76 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 551

Brano: [...]esi l'analoga divisione avvenuta all’interno del partito “adulto” nel luglio) si verificò sulla base di un ordine del giorno di opposizione dei socialisti al programma apertamente “anarchista” della maggioranza deìl’Unione, aderente al sindacalismo rivoluzionario (v.).

Il nodo centrale della polemica tra giovani socialisti e giovani sindacalisti era rappresentato dalla condanna dell’herveismo, un’ideologia ispirata dal francese Gustave Hervé (antimilitarista, ma poi nazionalista), in quanto « richiamo continuo e insistente a ogni forma di violenza e di indisciplina sia collettiva sia individuale che arresta il lavoro pratico della propaganda, annebbiando il concepimento socialista nei giovani ».

La polemica antiherveista del settimanale dei giovani socialisti, “L’Avanguardia" (v.), si dirigerà soprattutto contro la parola d’ordine dello sciopero generale unilaterale in caso di guerra, ponendo invece l’accento sulla necessità di un coordinamento internazionale della mobilitazione antimilitarista.

Dal 1907 al 1915

Negli anni che precedette[...]

[...]olenza e di indisciplina sia collettiva sia individuale che arresta il lavoro pratico della propaganda, annebbiando il concepimento socialista nei giovani ».

La polemica antiherveista del settimanale dei giovani socialisti, “L’Avanguardia" (v.), si dirigerà soprattutto contro la parola d’ordine dello sciopero generale unilaterale in caso di guerra, ponendo invece l’accento sulla necessità di un coordinamento internazionale della mobilitazione antimilitarista.

Dal 1907 al 1915

Negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale la F.G.S.I. arrivò a organizzare quasi 8.000 iscritti distribuiti in 300 circoli, ma concentrati pressoché esclusivamente nelle regioni del CentroNord. La vita e l’attività di ogni circolo giovanile erano regolate da uno statuto approvato nel 1907, che fissava dai 15 ai 21 anni i limiti di età per l’iscrizione.

Quanto a composizione sociale, i giovani socialisti risultavano in prevalenza operai, artigiani, commessi di negozio, mentre assai pochi erano gli studenti e gli impiegati. Solo nelle Puglie, dove gli iscri[...]

[...]le caserme, per obiettivi immediati e concreti attraverso la creazione di un’organizzazione semiclandesti: na nelle file dell’esercito. La misura più importante in questo senso venne presa nel corso del 1912 con l’istituzione del “soldo al soldato”: un fondo finanziario per l’assistenza ai giovani coscritti, da raccogliere attraverso sottoscrizioni organizzate dalla F.G.S.I. e da devolvere ai soldati in cambio di un loro impegno nella propaganda antimilitarista.

Nel giugno del 1913 il ministero degli Interni comunicava al ministero della Guerra che la propaganda antimilitarista e il “soldo al soldato” « avevano assunto nell’alta e media Italia e in qualche provincia anche dell'Italia meridionale uno sviluppo impressionante ».

Il 25,5,1913 il Comitato nazionale

della Federazione, composto da dodici delegati regionali eletti al congresso dell’anno precedente, deliberò la stampa di un opuscolo intitolato Il soldo al soldato, tirato in 20 mila copie e diffuso in tutto il territorio nazionale. La stesura dell’opuscolo (esaurito nel giro di dieci giorni) venne affidata ad Amadeo Bordiga (v.), dirigente del circolo di Napoli.

Bordiga e Tasca

Il giovane dirigent[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 722

Brano: [...]a di classe e le funzioni di polizia. Mancò però una saldatura tra l’antimilitarismo istintivo delle masse e le dichiarazioni di pochi dirigenti; e la battaglia condotta da\V Avanti! contro l’esercito, come quella più accesa degli anarchici (v.), non riuscì mai ad alimentare un movimento di massa cosciente e organizzato. Fu così che i sindacalisti rivoluzionari e alcuni anarchici, che all’inizio del secolo avevano scatenato una violenta campagna antimilitarista, con la Guerra mondiale si convertirono al patriottismo fascista.

Nel 1914 la crisi della Seconda Internazionale non lasciò indenne il P.S.I. che, dopo aver scisso le proprie responsabilità dalla guerra, non seppe condurre un’opposizione che fosse un punto di riferimento

per le masse; il malcontento vivissimo rimase quindi al livello di gesti individuali di insofferenza, senza che i soldati riuscissero mai a raggiungere forme di opposizione organizzata.

Il dopoguerra vide un'ondata di proteste contro l’avvenuto conflitto e contro lo sfruttamento bestiale che da esso era stato favorit[...]

[...]ponsabilità dalla guerra, non seppe condurre un’opposizione che fosse un punto di riferimento

per le masse; il malcontento vivissimo rimase quindi al livello di gesti individuali di insofferenza, senza che i soldati riuscissero mai a raggiungere forme di opposizione organizzata.

Il dopoguerra vide un'ondata di proteste contro l’avvenuto conflitto e contro lo sfruttamento bestiale che da esso era stato favorito. Nell’estate 1919 la campagna antimilitarista dell’« Avanti! » toccò livelli di durezza e raggiunse un successo di massa senza precedenti mentre, nel paese, bandiere e divise sollevavano la collera e l’indignazione dei reduci, finalmente liberi di manifestare la loro opposizione. Dinanzi al « fronte unico » delle forze borghesi, strette nella difesa della guerra e del regime che l’aveva voluta, il movimento proletario non seppe però esprimere una linea politica chiara; del resto l’urgenza delle battaglie nelle fabbriche e nelle piazze poneva in secondo piano la rivendicazione delle sofferenze patite nel conflitto e l’attacco alle istituz[...]

[...] fornirono al regime miti, modelli, garanzie di potenza e facili conquiste coloniali. La preparazione militare vera e propria (lasciata dal regime nelle mani dei capi delle forze armate) venne del tutto sacrificata alle esigenze di carriera o di prestigio e il distacco tecnologico rispetto agli altri Stati si accentuò. Malgrado il pullulare delle divise, l’Italia fascista non era precisamente un regime militarista, nel

Cartolina di propaganda antimilitarista, riproducente la prima pagina del quotidiano repubblicano L’Italia del Popolo, sequestrato perché contenente un articolo contro il militarismo (Milano, 18.11.1902)

senso che i militari non avevano un peso determinante nelle grandi scelte politiche; era tuttavia un regime gradito ai militari che ne traevano finanziamenti, importanza, attestazioni di stima, vittorie facili e medaglie, senza dover come contropartita lavorare troppo seriamente alla preparazione bellica.

La Seconda guerra mondiale vide così il completo sfacelo delle truppe italiane sui vari campi di battaglia, ma non la cris[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 25

Brano: HumbertDroz, Jules

a Berlino e si laureò infine a Neuchàtel con una tesi su « Socialismo e Cristianesimo », nella quale venivano enucleate le sue convinzioni antimilitaristiche e internazionaliste.

Consacrato pastore nel 1914, svolse la missione ecclesiastica nelle diocesi di Lyon, Lille, Tourcoing e infine a Londra, ma il suo atteggiamento antimilitarista e socialista lo pose in conflitto con le chiese. Nel 1916 divenne redattore del quotidiano socialista di La ChauxdeFonds « La Sentinelle » e nello stesso anno fu condannato a 6 mesi di carcere per renitenza al servizio militare.

Militante socialista e antimilitarista, sostenitore del movimento di Zimmerwald (v.) entrò in contatto con i bolscevichi russi emigrati in Svizzera (Zinoviev, Sokoìnikov, Lunaciarski). Nel 1919 prese posizione nel Partito socialdemocratico svizzero a favore deiradesione alla Terza Internazionale e per questo motivo venne allontanato dalla redazione de « La Sentinelle ».

Delegato della frazione di sinistra del Partito socialdemocratico svizzero al II Congresso dell’lnternazionale Comunista (1920), promosse la scissione aH’interno del suo partito per fondare (1921) il Partito comunista svizzero. Nello stesso anno, su proposta di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 75

Brano: [...].

Quattro risoluzioni contro la guerra, tre delle quali elaborate dalla delegazione francese, vennero poste all’attenzione del Congresso. Le più significative erano quelle presentate da Gustave Hervé e da

F. A. Bebel. Quest’ultima, aderente alla linea tradizionale della II Internazionale, invitava a votare contro i crediti di guerra, a battersi per il mutamento dell’esercito tradizionale in milizia popolare, a svolgere un’attiva propaganda antimilitarista.

Hervé, brillante pubblicista e sindacalista, rappresentava una frazione della delegazione francese e si caratterizzava per la violenza antimilitarista e antipatriottica, sebbene dovesse negli anni successivi farsi anche lui sostenitore della guerra. Nella sua risoluzione si diceva: « Dinnanzi agli intrighi diplomatici che mettono in pericolo la pace europea da ogni parte, il Congresso chiami tutti i compagni a rispondere a ogni dichiarazione di guerra, da qualunque parte essa venga, con lo sciopero generale e con l'insurrezione ».

Lenin intervenne nella discussione. Al pari di Marx, egli non credeva che sarebbe bastato lo sciopero generale per impedire la guerra ma pensava che soltanto la rivoluzione proletaria avrebbe potuto fermarla. D[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 206

Brano: [...]dagli anarchici che, contro la burocratizzazione dei partiti, il verticismo e i compromessi parlamentari, imporranno una linea di lotta impostata sull’azione diretta e sugli scioperi duri. La realtà sociale ed economica dell’Olanda soprattutto ad Amsterdam, con le sue fabbriche, il porto e i cantieri navali, favoriranno d’altra parte questa tattica del sindacalismo rivoluzionario. L’influenza anarchica si farà sentire anche nel campo della lotta antimilitarista: proprio ad Amsterdam venne fondata, nel 1904, la prima Associazione internazionale antimilitarista (I.A.M.V.).

Marxismo radicale

Il piatto riformismo della S.D.A.P. spinse un gruppo di militanti raccoltosi intorno alla rivista Die Tribune a costituire una corrente marxista radicale, i principali esponenti della quale erano D. Wijnkoop (18761941), l’astronomo A. Pan

nekoek (v.) e il ben noto poeta H. Gorter (18641927). Espulsa dalla S.D.A.P, nel 1908, l’anno successivo questa corrente diede vita alla SociaalDemocratische Parti} [S.D.P., Partito socialista democratico) che, nel 1918, si trasformerà in Partito comunista. Tra il 1911 e il 1913 la S.D.A.P. continuò a estendersi, sia co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 226

Brano: [...]l partito di concedere la legalità al movimento delle donne operaie ». Nel 1913 pubblicò Società e maternità, uno studio sulla legislazione assistenziale per la maternità in Europa e Australia. In quegli anni contribuì anche a organizzare scioperi e proteste in Francia, Belgio, Svizzera, Svezia e Inghilterra.

Convinta internazionalista, dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale passò in Svezia e poi in Norvegia per poter svolgere propaganda antimilitarista. Nel giugno del 1915 aderì ufficialmente al Partito bolscevico e iniziò una corrispondenza con Lenin. Nello stesso anno visitò gli Stati Uniti come conferenziere per il movimento « Zimmerwald » contro la guerra. Il suo opuscolo antimilitarista A chi giova la guerra, pubblicato nel 1916, fu subito tradotto in cinque lingue ed ebbe una diffusione vastissima. Nel 1917 fu ancora negli Stati Uniti, dove con Bucharin e Voladarskij diresse il giornale per gli emigrati Novy Mir.

Nella Rivoluzione sovietica

Nel marzo 1917, appena proclamata l’amnistia politica nella nuova Repubblica russa, tornò in patria per

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 499

Brano: [...] Spezia e militante anarchico, partecipò ai moti della Lunigiana (1894) e subito dopo dovette lasciare la città per sfuggire alle ricerche della polizia. Subì ugualmente arresti e anni di confino, finché nel 1907,

rientrato alla Spezia e unitosi a Zelivi ra Peroni, fondò “// Libertario”, settimanale anarchico di rilievo nazionale che, fra molte traversie, sequestri e processi, Binazzi riuscirà a portare avanti fino al 1926. Antinterventista e antimilitarista, dal dicembre 1915 fu confinato a Lipari. Nel dopoguerra riprese la lotta, partecipando all’occupazione delle fabbriche nel 1920 e all’organizzazione degli Arditi del popolo. Nel

1926 fu nuovamente inviato al confino, per due anni, con la sua fedele compagna di lotta.

Trascorse gli anni della dittatura fascista in libertà vigilata, ma dopo la caduta del fascismo, nonostante l'età avanzata fu tra i più attivi a riorganizzare il movimento libertario e formazioni di partigiani anarchici in Lunigiana. Nel corso di questa attività lo colse la morte.

Bobsiar, Stane

N. a Vevce (Lubiana) [...]

[...] della 2a Brigata d’OItremare. Fu commissario politico della 3a Brigata d’Oltremare. Assunse successivamente incarichi politici nei Comandi della IX Divisione e del I Korpus proletario.

Nel dopoguerra è stato insignito del titolo di Eroe del Popolo dal governo della Repubblica jugoslava.

G.Sco.

Bonazzi, Clodoveo

N. a Castel Maggiore (Bologna) il

13.5.1890, m. a Bologna l’8.9.1955; operaio fonditore.

Giovane anarchico e fervente antimilitarista, nel 1912 era fra i dirigenti della Camera del lavoro di Bologna, guidata dai sindacalisti rivoluzionari deiru.S.I. (v.). Dal 1914

In seconda fila, secondo da sinistra: Pasquale Binazzi e la moglie Zelmira Peroni a Lipari (21.3.1927). Tra gli altri confinati, sono riconoscibili Riccardo Momigliano, Gian Battista Canepa, Barbagelata, Jàurés Busoni, Angeloni

499



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 724

Brano: [...]cchiuta ingerenza degli Stati Uniti nella vita italiana, sotto il paravento della N.A.T.O., con intenti di controllo spinti sino alla politica interna e parlamentare.

L’antimilitarismo oggi

Dinanzi a questo blocco di interessi sempre più estranei alle esigenze della difesa del Paese, compatti e ben collegati con le forze politiche ed economiche italiane e straniere, a poco sono giunti sinora gli sforzi delle minoranze impegnate nella lotta antimilitarista. Dopo le grandi battaglie popolari e parlamentari contro la N.A.T.O. durante gli anni Cinquanta, i partiti di sinistra hanno dato la priorità ad altre battaglie (dalle fabbriche alle campagne, dalle amministrazioni locali alla creazione di un’alternativa di governo), sicché i problemi della difesa, l’organizzazione delle forze armate e le sorti dei giovani sono stati trascurati a lungo. Solo piccolissimi gruppi hanno portato coraggiosamente avanti il rifiuto del servizio militare, con scarsa risonanza tra il pubblico. Dal 1968 il clamore suscitato dall’emergere del caso S.I.F.A.R., le

gran[...]

[...]e e le sorti dei giovani sono stati trascurati a lungo. Solo piccolissimi gruppi hanno portato coraggiosamente avanti il rifiuto del servizio militare, con scarsa risonanza tra il pubblico. Dal 1968 il clamore suscitato dall’emergere del caso S.I.F.A.R., le

grandi lotte operaie e studentesche, la crescente politicizzazione dei giovani, hanno progressivamente imposto all’attenzione generale i problemi militari, dando nuova forza alla battaglia antimilitarista. In questa lotta possiamo distinguere attualmente tre correnti principali: le sinistre che chiedono un maggior controllo parlamentare sulle forze armate, una revisione di indirizzo politico (fine di ogni discriminazione a sinistra, contributo alla distensione) e una reale democrazia nelle caserme per dare al servizio di leva dignità ed efficienza. Viene ancora lasciato in ombra il problema di una riforma generale delle forze armate, ma non ce dubbio che un certo tipo di richieste, se portato avanti, potrà far saltare l’attuale struttura repressiva (si pensi al valore eversivo che può avere la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 740

Brano: [...]ò di suicidarsi. Condannato a morte nel

1946 come traditore e criminale di guerra, ebbe poi commutata la pena e, dopo soli 5 anni di reclusione, riacquistò la libertà.

Misefari, Bruno

N. a Palizzi (Reggio Calabria) il 17.1.1892, m. a Roma nel 1936; geologo e dirigente anarchico.

Studente a Reggio Calabria, nel 1911 vi fondò la Federazione giovanile socialista, svolgendo un’attiva propaganda contro la guerra di Libia. Per la sua lotta antimilitarista nel marzo 1912 venne arrestato e condannato a 2 mesi di carcere e a 100 lire di multa, per aver « istigato pubblicamente alla disobbedienza ».

Nell'estate del 1915, iscritto alla Facoltà universitaria di ingegneria, venne chiamato sotto le armi e inviato a Benevento per partecipare al corso allievi ufficiali. Ma egli si rifiutò di indossare la divisa e fu condannato a 4 mesi di reclusione militare. Appena uscito dal carcere fu inviato in licenza a Reggio Calabria dove, pochi giorni dopo, tenne una conferenza antimilitarista presso il locale Circolo dei Ferrovieri. Denunciato per questa man[...]

[...] 100 lire di multa, per aver « istigato pubblicamente alla disobbedienza ».

Nell'estate del 1915, iscritto alla Facoltà universitaria di ingegneria, venne chiamato sotto le armi e inviato a Benevento per partecipare al corso allievi ufficiali. Ma egli si rifiutò di indossare la divisa e fu condannato a 4 mesi di reclusione militare. Appena uscito dal carcere fu inviato in licenza a Reggio Calabria dove, pochi giorni dopo, tenne una conferenza antimilitarista presso il locale Circolo dei Ferrovieri. Denunciato per questa manifestazione, venne processato e condan

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 135

Brano: [...]sse operaia. Dopo il 1906, la direzione riformista del partito fu anzi in grado di dare un più ampio e concreto appoggio a Giolitti (si ricordi che le tendenze riformiste furono sempre forti nel Gruppo parlamentare socialista ed anche nella Confederazione genera* le del lavoro [v.]). Ma proprio in quel periodo cominciò a svilupparsi nel partito, e soprattutto nel movimento giovanile socialista, una nuova sinistra che svolgeva un’intensa polemica antimilitarista ed aveva posizioni intransigenti contro ogni cedimento alle ideologie borghesi.

Guerra libica

Nel 1911 e nel 1913 Giolitti dovette fare due importanti concessioni alle forze che lo combattevano su fronti opposti: la guerra di Libia ed il suffragio universale. Si trattava di due aspetti contrastanti di una stessa politica: in entrambi i casi il Giolitti mirava infatti a togliere l’iniziativa agli avversari, attuando alcuni elementi delle loro rispettive politiche, per conservare intatto il potere nelle proprie mani, o in quelle dei suoi amici.

L'impresa libica, alla quale il Giolitti [...]

[...] dei cattolici nella vita politica italiana avvenne così per ragioni conservatrici e con caratteri moderati. Alle elezioni del 1913

Giolitti riportò la maggioranza assoluta: i socialisti ebbero 52 seggi, ma il gruppo di Bissolati conservò una certa consistenza, con 22 deputati. Il sistema giolittiano era in apparenza ancora assai solido; ma in realtà la crisi era vicina.

« Settimana rossa »

Il 7 giugno 1914 si tenne ad Ancona un comizio antimilitarista organizzato, tra gli altri, dall'anarchico Errico Malatesta (v.). Alla fine del comizio si formò un corteo, contro il quale intervenne la polizia, aprendo il fuoco: 2 dimostranti furono uccisi e molti vennero feriti.

La notizia deH’eccidio spinse la Direzione socialista a proclamare

10 sciopero generale, vincendo le esitazioni della Confederazione generale del lavoro. Allo sciopero partecipò Ì'U.S.I. (Unione sindacale italiana), mentre il Sindacato dei ferrovieri, che pure nei mesi precedenti si era distinto per le sue posizioni intransigenti, aderì con un certo ritardo.

La frantumaz[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine antimilitarista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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