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Il segmento testuale antifascismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 441Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]elli che dicono di essere comunisti e non si sono iscritti perché non vogliono la dittatura del proletariato, ecc. E dove sono finiti? Non nel (e qui una lacuna dattilografica; propongo: «P.d.A. ») nei socialisti nemmeno, ma nei democratici cristiani o nei liberali... Inchieste sui cattivi pittori... Radiografie e biografie sulle case editrici». « Pericolo di `operazione culturale' ovvero menscevismo della situazione d'oggi» «Responsabilità dell'antifascismo militan
te... Incapacità di riconoscere i suoi uomini di cultura ».
Appena cominciò il lavoro redazionale (e poi, durante tutto il primo periodo di vita del Politecnico, che va dalla fine di settembre del 1945 al
CHE COSA É STATO (( IL POLITECNICO )) 183
6 aprile 47, vigilia delle elezioni municipali di Milano) si fecero sentire le voci contraddittorie dei diversi redattori. Era un lavoro appassionante e lo
ricordo con piacere. « Per fare il Politecnico — diceva Vittorini ci vogliono
le fiamme al didietro, come i carabinieri ». Non era l'ardore a mancarci. Ma ci si avvide subito che la[...]

[...]anale subiva influenze difficili a decifrare, contraccolpi dei rapporti personali del direttore e dell'editore col Partito Comunista. Credo, anzi che questa, a me ignota, storia dei rapporti fra la direzione culturale del P. C. e il «settimanale di cultura» sia un'altra storia del periodico. Non ero iscritto al Partito e molto, quindi, mi restava celato.
Il Politecnico, almeno in un primo momento, si propose di rivolgere agli intellettuali dell'antifascismo, alla frazione (( radicale » della borghesia e a quei lavoratori che la Resistenza aveva presentati alla responsabilità politica, un discorso complesso dove l'informazione (e la divulgazione) di tutti i resultati di quella cultura contemporanea «progressista» che il fascismo aveva cetata o stravoltat fosse, per metodo, linguaggio e correlazione di soluzioni e problemi, una proposta o fondazione di « cultura nuova ». L'ambizione del progetto era di interpretare uno stato d'animo allora assai diffuso nell'Italia settentrionale: che esistesse al di sopra delle singole denominazioni politiche una[...]

[...]i, una proposta o fondazione di « cultura nuova ». L'ambizione del progetto era di interpretare uno stato d'animo allora assai diffuso nell'Italia settentrionale: che esistesse al di sopra delle singole denominazioni politiche una tradizione riw. luzkauadaa e progressista del pensiero filosofico e scientifico, storico, letterario e artistico da proporre alle nuove leve culturali; così come esisteva un programma politico comune alle sinistre dell'antifascismo. Si è parlato con ironia di una « cultura da C.L.N. »; e non é esatto, se si considera che l'accento fu posto prevalentemente su formule marxiste. Certo é invece che ii Politecnico non si sottrasse in parte e in quella sua prima fase alla pretesa di presentare come obbligato passaggio alla cultura dei suoi lettori, quelle che erano state le letture, le simpatie, gli itinerari biografici del direttore e dei redattori: di non aver saputo distinguere fra necessario e accessorio.
E che cos'era questa cultura rivoluzionaria? L'articolo di Vittorini sul primo numero della rivista (che per molti, f[...]

[...] ingenua si esprimeva così quella certa unione di pragmatismo e marxismo che sarebbe stato i? tratto più appariscente del secondo Politecnico, quello in forma di rivista. Ma, al tempo stesso, c'era, dichiarata subito, l'assunzione d'una «cultura» genericamente antifascista come possibile punto di partenza: di qui il richiamo, fin dal primo numero, della guerra di Spagna, per il suo grande patetico di rivoluzione tradita dov'era confluito tutto l'antifascismo mondiale. Il romanza di Hemingway sulla guerra di Spagna cominciava ad esser pubblicato a puntate fra le sbarre rosse e nere, come una bandiera di anarchici, del settimanale; però i tagli operati allora nel testo del romanzo, se non valsero a scagionare Vittorini di fronte ai suoi dirigenti di partito dall'accusa di eccessiva amore per quel « decadente » scrittore americano, stanno a dimostrare come non si volesse guardar troppo da vicino a quella guerra di Spagna, che, pur era stata la drammatica prova dell'Intelligenza di sinistra.
Ma subito, al secondo numero, una citazione di Lenin scons[...]



da Giacinto Spagnoletti, Carlo Bernari in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]a come storia di amori impossibili o di difficili convivenze; e altrettanto si potrebbe dire di uno dei romanzi piú politicamente impegnati del nostro tempo, Le radiose giornate, dove prescindendo dal clima di paura e di sospetto creati dal fascismo e dalla guerra, è pur messo in rilievo l'eterno triangolo amoroso, EugenioBiancaAndrea, chiave di volta del romanzo, forse non sufficientemente chiara a chi segua nel libro solo le vicissitudini dell'antifascismo napoletano. Siffatti innesti andrebbero dunque osservati nel loro insieme, tanto nelle opere a carattere piú specificamente politico
CARLO BERNARI 179
quanto in quelle di fondo intimista; e porremmo, come esempio di fusione perfettamente raggiunta, il breve romanzo Amore amaro.
Anche nei romanzi di intonazione neorealistica, Speranzella e Vesuvio e pane, si intravedono soluzioni fantastiche e certe atmosfere narrative vicine alla favola. Sono entrambi libri di difficile collocazione, anche se partono da un puntiglio estremamente realistico, qualche volta documentario, per comprendere le vi[...]

[...]o detto), al colore prestabilito (e Napoli è stata dipinta in modo troppo marcato e folcloristico). A parte tale rapporto con la città natale, lo scarto dai parametri culturali del momento, siano essi ideologici o di tipo moralistico, diventa per Bernari un modo di confrontarsi con il se stesso di ieri; di annunciare quello di domani. E a noi che lo leggiamo resta il modo di riconoscerlo nel disdegno per le verità troppo conclamate (sarà anche l'antifascismo di molti intellettuali del nostro tempo), in generale verso qualunque novità che presuma di essere un approdo a certezze definitive.
Non solo a Bernari non preme affatto condividere « il tema dominante » di un dato momento, ma lo vediamo abbastanza spesso cercare dialetticamente di affermare il contrario, perché il contrario ha sempre per lui qualche non effimera ragion d'essere. Dal tempo di Tre operai — è doveroso riconoscerlo — egli ci appare essenzialmente un autore del nostro dissenso, togliendo a questo termine ogni connotazione politica d'attualità. Tuttavia, al posto del pessimismo c[...]



da j.s.[Jole Soldateschi], scheda sintetica di «Il Contemporaneo» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]pubblico italiano.
A questo scopo nel periodo dal '58 al '65 la rivista ha mantenuto un'impostazione assai articolata, in cui la parte culturaleletteraria ed antologica ha assunto una notevole importanza, senza sottrarre del resto lo spazio necessario agli interventi di natura più strettamente storicopolitica ed economica. Cosi ad inchieste sulla condizione operaia, sul marxismo e le sue implicazioni nella cultura moderna, a numeri dedicati all'antifascismo di ogni tempo, dalla guerra di Spagna alla Resistenza, e alla lotta di liberazione algerina, si sono affiancati contributi critici sui problemi del realismo in Italia, sulla cultura artistica europea, sulla letteratura del ventennio fascista, sulle polemiche letterarie del dopoguerra. Inoltre sono stati pubblicati molti brani di autori italiani e stranieri, scelti sempre in funzione del loro valore umano ed artistico e del
loro impegno politico. Nell'attuale edizione Il Contemporaneo ha ripreso la tendenza originaria ad un intervento più direttamente
politico sulla realtà nazionale. Perciò [...]



da j.s.[Jole Soldateschi], scheda sintetica di «Il Ponte» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...] Al di là di una precisa posizione politica e metodologica (« la nostra non sarà una rivista di partito o di scuola »), nell'affrontare ogni argomento, la rivista si proponeva un preciso programma di ricostruzione civile e morale. Su queste premesse si dedicò subito ad affrontare il problema aperto della nuova Costituzione e l'opera di moralizzazione e democraticizzazione della vita pubblica. Il suo impegno politico si precisò come intransigente antifascismo laico, ugualmente opposto al monopolio della Democrazia cristiana ed alla politica dei blocchi contrapposti. Il ruolo fondamentale nell'azione culturale della rivista veniva svolto da interventi di carattere storiografico, filosofico, pedagogico, politicosociale, mentre l'aspetto propriamente letterario assumeva un andamento meno rigoroso. Tuttavia sia i saggi critici che gli scritti di letteratura creativa, di frequente pubblicati nei primi anni, erano sempre funzionali ad un intervento concreto ed attivo, ad un costante inserimento nella realtà contemporanea. Vi comparvero quindi brani di C[...]



da Enzo Collotti, Luigi Cortesi e l'archivio Secchia ovvero come si monta un «caso» inesistente in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]bbio, qualcosa rimane. Un gioco di simulazione e dissimulazione interno al diletto di Cortesi.
Nelle osservazioni che Cortesi fa sulle lacune relative ai complementi documentari di cui avrebbero dovuto essere corredati i Diari, ossia insisto l'unica parte omogenea dell'Archivio per il periodo posteriore al 1954, richiamandosi anche al metodo seguito da Secchia per i due volumi precedenti degli « Annali » relativi rispettivamente al periodo dell'antifascismo e a quello della Resistenza, Cortesi sottovaluta nettamente la diversa consistenza e la diversa natura del materiale. Sottovaluta ad esempio che la figura di Secchia era insostituibile proprio perché il materiale documentario, che soprattutto nel primo dei volumi degli « Annali » proveniva essenzialmente dall'Archivio Tasca con integrazioni dall'Archivio dell'Istituto Gramsci, era inserito in un tessuto narrativo che è in gran parte un racconto autobiografico di Secchia. Lo stesso si dica per il
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 215
volume sul contributo del PcI alla Resistenza, costruito anch'esso s[...]



da Roberto Guiducci, Pamphlet sul disgelo e sulla cultura di sinistra in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]to avvenuti, irriducibili.
Il loro superamento può essere, a questo punto, solo dialettico, cioè un andare oltre
88 ROBERTO GUIDUCCI
nizzazione della cultura non possono derivare che corrispondenti risultati.
E i risultati sono quelli che sono se dopo dieci anni l'interessantissima e seria inchiesta sulla cultura condotta da Cesarini e Onofri sul Contemporaneo approda a qualificarli quali: « tramonto dell'idealismo filosofico, attualità dell'antifascismo, bisogno di distensione ideologica ». Tre ovvietà, soltanto che si pensi ai tanti anni ormai trascorsi dopo la Resistenza e dopo la pubblicazione di Gramsci.
Le cose erano arrivate al punto in cui la borghesia italiana, che subito dopo il '45 aveva, insieme alle staffe, perso anche la capacità di offrire una propria ideologia, era riuscita a compiere un notevolissimo ricupero per prendere in contropiede il netto passo in avanti della classe operaia e contadina effettuato nel` dopoguerra con un imponente sviluppo quantitativo.
Di fronte al non indifferente bagaglio delle nuove sociologie, de[...]



da Unità Nazionale in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto

Brano: [...]mpegnasse le sue forze in non sappiamo quali stolide avventure. I figli migliori della classe operaia combattono oggi con le armi in pugno contro i tedeschi. Organizzati in solide e numerose formazioni militari, soggetti a una disciplina che essi stessi si sono data, essi hanno liberato e tengono nelle loro mani zone intiere del territorio nazionale, dove fanno sventolare, in attesa dell'avanzata dei vittoriosi eserciti Alleati, la bandiera dell'antifascismo
e della libertà. L'azione loro è monito ed esempio per tutta l'Italia, ed è ad essa che noi ci ispiriamo. A coloro che ricalcando le orme del fascismo diciannovista osano coprire la difesa dei loro privilegi o di quelli dei loro padroni con le campagne per dimostrare che le masse operaie e lavoratrici, con la loro esigenza di totale distruzione del fascismo
e con le loro rivendicazioni di giustizia sociale sarebbero un elemento perturbatore della pubblica quiete, noi additiamo l'eroismo della nostra classe operaia nel Settentrione e diciamo che esso è fino ad ora, insieme colf azione purtro[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine antifascismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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