Brano: [...]sercito e per profonda ostilità alla Francia repubblicana, alla chiusura antipopolare sul piano interno Margherita fece corrispondere l'appoggio al presidente del consiglio Francesco Crispi e l’entusiasmo per l'espansione coloniale in Eritrea, in cui confluivano la tradizione militare e il nazionalismo. Dopo la sconfitta di Adua cercò di convincere il re a proseguire in una politica di forza

e a non abbandonare Crispi, del quale condivideva l'africanismo e le maniere da stato d’assedio.

Intorno al 1894 iniziò per Margherita di Savoia il periodo della grande paura del socialismo e dell'anarchia, nonché dei radicali e repubblicani che, ai suoi occhi, erano solo “sovversivi” senza alcuna rappresentanza sociale, nemici dell'ordine pubblico e della monarchia. Da questo punto di vista si può capire la profonda ostilità che nutrì nei confronti di Giovanni Giolitti, da lei ritenuto troppo tollerante verso il malcontento che saliva dal paese, e il cinico giudizio sui tragici fatti di Milano del 1898. La sua presa di posizione antiparlamentare e ant[...]

Brano: [...]moderati ai quali tendeva ad approdare la spinta democratica, va ricordato che dopo la Prima guerra mondiale un influsso specifico ebbe la rivoluzione russa in Turchia, in Persia e in Afghanistan, confinanti con l’U.R.S.S., società che portarono a compimento rivolgimenti indipendentisti e laicizzanti. Di contro, mentre nell’Africa nera le tendenze anticoloniali erano ancora allo stato iniziale, pur significativamente già orientandosi verso il panafricanismo, stabili risultati non furono ottenuti né dalle iniziative insurrezionali in Marocco (sollevazione di Abd elKrim), in Siria (rivolta dei drusi), in Egitto e in Mesopotamia (Iraq), né dalle agitazioni e proteste contro il dominio olandese in Indonesia né dall’azione di Gandhi in India, che pure stava dando vita a un imponente movimento di massa.

In genere può dirsi che, tra gli anni Venti e Trenta, le divergenze di classe tra le caste egemoni locali (spesso disposte a intendersi con il colonialismo pur di non perdere le proprie posizioni di privilegio) e i nuovi ceti emergenti borghesi e pr[...]

Brano: [...]ntisse la frequenza a uomini di colore. Si trattò per lui di una esperienza importante non solo sul piano intellettuale (vi compì brillantemente studi di filosofia e teologia), ma anche su quello politico, poiché vi conobbe molti futuri quadri del nazionalismo africano e soprattutto perché entrò in contatto con quelle correnti e organizzazioni della gente di colore che avevano preso impulso dall’opera di Marcus Garvey, uno dei padri storici dell’africanismo. Quando, nel 1945, Nkrumah lasciò gli Stati Uniti per rientrare in Inghilterra, era già matu

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