Brano: [...]ente dichiarato — da uno spirito di discrezione: che ogni analista dovrebbe avere (afferma appunto Freud) non soltanto verso i propri pazienti, ma anche verso la propria persona.
694 VARIETÀ E DOCUMENTI
Un legame di tutt'altro genere può invece essere trovato fra Freud e il mondo ebraico, quando si prenda in considerazione quello strano suo libro, da lui a dir la verità poco amato, e pure a mio parere molto importante teoreticamente, che è Der Witz und seine Beziehung zum Umbewussten (Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio). La battuta di spirito nasce per lo piú spontaneamente ed improvvisamente in chi la pronuncia, in seguito ad un processo dinamico interiore che si svolge automaticamente nell'inconscio, per cui si esplicita un impulso prima represso o rimosso. Esso riesce ad estrinsecarsi utilizzando una certa struttura formale, la quale rende il motto compatibile con le norme abituali che regolano i rapporti verbali fra gli uomini: evitando in tal modo di essere una semplice insolenza o una espressione triviale.
Cos[...]
[...]ti rapporti dinamici sono molto interessanti, perché possono essere messi a confronto con i processi del sogno e con quelli della formazione dei sintomi nevrotici.
Freud aveva comunicato a Fliess nel settembre del 1899 (quando la Traumdeutung era già in stampa) che si accingeva a raccogliere una collezione di quelle che vengono indicate come « storielle ebree »: le quali avrebbero dovuto servirgli come materiale dimostrativo per quest'opera sul Witz. E cosi fece effettivamente. Gli esempi utilizzati nel libro sono in gran parte presi da storielle ebree (per lo piú originariamente in yiddisch, o comunque circolanti fra gli ebrei aschenaziti dell'Europa centrale) in parte da racconti di Heine, che (nonostante il battesimo) rimase sempre per mentalità, spirito e genialità, un ebreo tipico.
Queste storielle ebree sono caratterizzate dal fatto di essere non tanto comiche, quanto umoristiche. E, come Freud nota esplicitamente, l'umorismo è una produzione in cui l'autore stesso si offre personalmente, oppure identificandosi con la propria comu[...]
[...] rischiavo di mancare di riguardo verso gente già perseguitata, oltre che di espormi personalmente, giacché mi trovavo io pure in acque agitate. Cercai allora nella produzione umoristica di altre culture, a partire dai classici della letteratura latina, provando a farmi anche aiutare da Concetto Marchesi, il maggiore latinista di allora, col quale avevo quotidiani rapporti all'Università di Padova.
Ma non trovai nulla che mi potesse servire. Il Witz, il motto di spirito ebraico, su cui Freud aveva costruito la sua teoria per questo genere di produzione, mi apparve qualche cosa di pressoché unico, difficilmente ripetibile in letterature e culture diverse. Fui cosí costretto a limitarmi ad esporre nel Trattato la teoria quale Freud l'aveva enunciata, rinunciando a qualsiasi esempio dimostrativo. Questo ovviamente non significa che non vi siano altre forme di spirito. Ma solo che Freud ha potuto scrivere il libro sul Witz unicamente rifacendosi al proprio ambiente di origine, e dimostrando nel modo piú aperto la propria appartenenza alla re[...]
[...]aico, su cui Freud aveva costruito la sua teoria per questo genere di produzione, mi apparve qualche cosa di pressoché unico, difficilmente ripetibile in letterature e culture diverse. Fui cosí costretto a limitarmi ad esporre nel Trattato la teoria quale Freud l'aveva enunciata, rinunciando a qualsiasi esempio dimostrativo. Questo ovviamente non significa che non vi siano altre forme di spirito. Ma solo che Freud ha potuto scrivere il libro sul Witz unicamente rifacendosi al proprio ambiente di origine, e dimostrando nel modo piú aperto la propria appartenenza alla realtà ebraica.
A proposito di questa voluta appartenenza, qualcuno ha sollevato dubbi, citando alcune difficoltà nevrotiche che Freud ebbe, per dare esecuzione, verso la fine dello scorso secolo, al suo vivissimo desiderio di visitare Roma, dove, malgrado vari tentativi, non era mai riuscito ad arrivare. Si è detto cioè che Roma, il centro del cattolicesimo, gli incuteva un particolare rispetto, supponendo perfino che nel corso della sua vita avesse talora pensato di farsi c[...]