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SAGGI E STUDI
PER UNA TEORIA DEL ROMANZO RUSSO
Nel saggio intitolato Il punto di vista russo Virginia Woolf ha esposto alcune riflessioni sul romanzo russo che, a, loro volta, aprono alcuni problemi. Come altri critici e scrittori dell'Europa occidentale, la Woolf esprime il suo senso di stupore e di incanto di fronte a una letteratura cosí diversa come quella di Dostoevskij, Tolstoj e Cechov. Il metro di paragone è, per la Woolf, la letteratura inglese, ma, pur riconoscendo la specificità che questa ha rispetto a ognuna delle letterature europee continentali e rispetto alla letteratura nordamericana, il senso di novità provato da lei di fronte al romanzo russo è piú illuminante, in senso generale,[...]
[...]un Seminario sul populismo russo organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi (Torino, maggio 1978).
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rapporto tra due diverse strutture del mondo medievale e tra due diverse manifestazioni della spiritualità cristiana, ovvero il problema del rapporto tra Oriente e Occidente europei e non solo europei.
Il concetto di « punto di vista » si è dunque fatto piú complicato e complesso rispetto alla formulazione di Virginia Woolf da cui abbiamo preso le mosse. Complessità che vale in generale per tutta la cultura russa moderna intesa come « punto di vista », e che presenta aspetti particolari per il romanzo, come « punto di vista » specifico, provvisto di una sua propria ottica determinata dal «genere», se per «genere letterario » intendiamo non una struttura formale normativa, ma una concreta modalità che la coscienza sociale e individuale ha per aprirsi sul mondo e su se stessa. La prima difficoltà sta proprio nel fatto che mentre nell'Europa occidentale il romanzo ha trovato la sua patria di formazione e si è costi[...]
[...]on solo russo, ma mondiale non vive piú nel presagio di un'epoca nuova o nella delusione di questo presagio, ma nella prospettiva di una lunga fine. E nella ricchezza di un grande passato. Il « punto di vista russo » è ancora un ottimo punto di osservazione romanzesca su Russia e nonRussia, ma si apre su un paesaggio spaziotemporale ormai profondamente mutato, pur nella continuità della sua struttura geologica. Un paesaggio al quale, come faceva Virginia Woolf, possiamo dare il nome desueto ma autentico di « anima ». L'anima di un mondo che cerca e non trova la propria identità.
VITTORIO STRADA
7 A. GLADKOV, Slova, slova, slova..., in « Rossija/Russia », 1974, n. 1, pp. 185
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