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Il segmento testuale Va bene è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 297Analitici , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Lucentini, La porta in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]ndo ebbe finito con me, mia madre se la prese con Adriana.
« E digli a tua sorella » disse, « che finché resterà a casa mia, l'America se la può pure scordare, e la notte deve dormire qui. Qui, hai capito? E i due o tre giorni fuori con l'amica, il viaggetto di dieci giorni a Napoli, il viaggetto a Genova, é finito, basta! Già che non é più figlia mia da un pezzo, ma se vuole stare qui, qui ha da stare e qui deve dormire, e deve aiutare a casa. Va bene? E degli americani, qui, non si deve sentire la puzza. Va bene? I viaggetti, eh? Brutta maledetta impunita! ».
Quello che a mia madre gli scocciava di piú, di tutta la faccenda di Adriana, erano i viaggetti, specialmente per il fatto che quando la figlia stava fuori lei si doveva sfogare da sola. Inoltre sospettava, con fondamento, che da questi viaggetti mia sorella ci ricavasse parecchio, e non si dava pace che a casa non si fosse mai visto un soldo.
«Insomma si può sapere dove sei stata tutto questo mese? » urlò attraverso il tramezzo a mia sorella, che s'era alzata e si sentiva muovere dall'altra parte.
Secondo i calcoli di mia madre, contando tre[...]

[...]
Ci tenevi tanto. Poi, pub essere pure che non sia una scemenza, che
ne so? In ogni modo...».
« In ogni modo » disse mia sorella, « lo sai che per averti a te pian
terei tutto, in qualunque momento ».
LA PORTA 83
Si accorse di avere detto male e si morse le labbra. Batté il bicchiere col cucchiaino per chiamare il cameriere, page,.
« Franco, sei scocciato? » disse.
«Non sono scocciato» dissi, «ma non ne parliamo più. Non è meglio? ».
« Va bene » disse.
« Amore mio » disse.
Pioveva ancora, ma più piano. La casa era poco dopo il Pantheon, ci arrivammo in pochi minuti.
« Non c'è portiere » disse mia sorella. « È uno strazio di meno. La porta sta nel secondo cortile ».
Nel secondo cortile c'era quella porta sola, e i muri erano senza finestre. C'erano solo, uno per piano, dei finestrini che dovevano essere quelli dei cessi.
« L'ho affittata come magazzino » disse, cercando le chiavi nella borsetta. « Ho pagato tutto anticipato. Credi che verranno mai a scocciare? ».
« E che ne sanno che ci stai tu dentro? » dissi.
La porta era d[...]

[...] circa? Tu ci avresti tutto il tempo di stirare le gambe, non ti pare? ».
« Che c'entra » disse. « Puoi sempre mandare qualcuno, avvertire che mi vengano a tirare fuori ».
« Ma non ti mischiare in cose pericolose » disse pure. « Non ti fare più mettere dentro! Ti tocca di stare insieme con quelli che stanno dentro, che non puzzano meno di quelli che stanno fiori, e poi con i questurini, che puzzano ancora di più. Che gusto? Stai attenta! ».
« Va bene » dissi, « ma se per esempio le gambe le stirassi io, prima di potere avvertire qualcuno? Se una di quelle vecchie un giorno gli gira male, mi fa la festa? Sono cose che possono succedere. Uno può sempre crepare all'improvviso. Oppure ti può succedere qualche cosa a te, ti puoi sentire male, qui, senza nessuno. E vorresti crepare qua dentro, vuoi che io ti lascio crepare qua dentro? ».
Stette ad aggiustarsi le giarrettiere, guardando in terra.
« Senti » disse, « se crepo qui a te non ti deve importare; sarò crepata bene. Fuori della... Fuori... Insomma fuori. Se crepi tu... Questo è un affa[...]

[...]e qualche cosa a te, ti puoi sentire male, qui, senza nessuno. E vorresti crepare qua dentro, vuoi che io ti lascio crepare qua dentro? ».
Stette ad aggiustarsi le giarrettiere, guardando in terra.
« Senti » disse, « se crepo qui a te non ti deve importare; sarò crepata bene. Fuori della... Fuori... Insomma fuori. Se crepi tu... Questo è un affare mio, tu non c'entri, non te lo dico per fare una scena... Ma se crepi tu, voglio crepare pure io. Va bene? Almeno questo lo posso fare, senza che ti dò fastidio? Ci hai qualche cosa da dire? ».
Io non ci avevo niente da dire, ma tutta la faccenda mi cominciava a scocciare forte. Dietro a tutti quei discorsi ci cominciavo a sentire una cosa falsa, per niente pulita. Ci avevo esperienza di donne isteriche, no?
« Credo che mi stai cominciando a scocciare » dissi. « Se tutta questa gran cosa la fai per me, senti bene, ti potevi risparmiare la montatura. Questa storia che vuoi stare fuori dal mondo, solo per stare fuori dal mondo, più sta e meno mi convince. Perché proprio tre anni? Che aspetti che [...]

[...]ddìo » si lamentò, « non ti posso spiegare, non te lo so spiegare.
Sono così stanca. Stanotte non ho dormito per niente. Vorrei dormire ».
«Oh! e dormi! » dissi. «Mettiti a letto e fatti una bella dormita.
Dopo discorriamo ».
« Perché vedi» disse, « io credo che lá sotto... ».
(( Niente, niente» dissi, «adesso non voglio sapere niente. Mettiti
a letto e dormi. Ci abbiamo tutto il tempo per discorrere dopo. Va be
ne? Ti metti a letto? ».
«Va bene» sorrise, sollevandosi sui gomiti. «Mi fai alzare? ».
Mi tolsi dal letto perché potesse mettere giù le gambe, l'aiutai ad
alzarsi.
« Come sono stanca! » disse, cominciando a spogliarsi. Sistemò la
giacca e la camicetta sulla sedia, con cura. La sottana e le calze le mise
ripiegate sulla spalliera del letto.
« Mi dài la camicia? » disse. « Sta nell'armadio, in basso ».
Stava per togliersi la biancheria, poi mi guardò. Prese la camicia e
andò dietro la tenda.
92 FRANCO LUCENTINI
La sentivo muovere i barattoli della cipria, della crema per la notte.
Mise fuori un braccio perché le des[...]

[...]
« Ciao » dissi carezzandola. « Dormi ».
« Ciao ».
Per la scala mi accorsi di avere finito i fiammiferi. Tornai indietro
e cercai di ritrovare la cassetta dei « Safety Matches » che avevo visto
prima. Mia sorella pareva che giá dormisse. Presi i fiammiferi e tornai
su, aprii la porta. Attaccata alla chiave della porta c'era un'altra chiave,
che doveva essere quella del portone. La provai nel portone prima di
uscire, perché era chiuso. Andava bene.
« Che, sa una farmacia notturna qui vicino? » chiesi a un tizio.
« A piazza San Silvestro » disse. « Non credo che ce ne sia una più
vicino ».
«Sa che or'è?» dissi.
« Le tre ».
LA PORTA 93
A San Silvestro, quando chiesi gli spazzolini, il farmacista mi guardò strano. Lo sentii parlare piano con la cassiera, mentre uscivo. Presi per il Tritone e arrivai al Caffè Notturno, chiesi un caffè
doppio.
«Corretto? » disse. «Mistrà? ».
In quel momento mi ricordai che mia sorella aveva detto di aspettare qualcuno, e poi aveva detto un'altra cosa. « Perché vedi » aveva detto, « credo che là s[...]

[...]quanto sono stupida. Che sorella stupida che ci hai ».
LA PORTA 95
«Non sei stupida » dissi. « Sei un amore. A tutti gli può succedere
di credersi chi sa che, di volere fare chi sa che, e poi dopo si vede
che non si può fare, che non gli si fa, che é meglio fare come tutti.
Anche a te ti può succedere, hai visto? Queste non sono cose per te...
Tu sei piccola... carina... ».
Si mise a ridere.
« Non sono mica piccola. Sono alta » disse.
« Va bene » dissi, « sei alta. Ma adesso ce ne andiamo via, torniamo
a casa. Tutta questa roba la vendiamo e ti prendi una casetta in cam
pagna. Ti piacerebbe, no? E il sogno di tutte le... di tutte le ragazze
di farsi la casetta in campagna, e tu invece viene qui a farti questi
sognacci ».
Rise e mi carezzò la faccia.
« Che amore che sei! » disse.
« Ma che t'eri sognata? » dissi.
Ricominciò a tremare, ma si calmò subito.
« Ho sognato uno » disse. « Che entrava uno ».
« Ma chi? » dissi.
« Uno...» disse. « Quello che... T'ho detto, prima, che aspettavo
qualcuno... Qualcuno che deve entrare..[...]

[...]ermeria non mi ci vollero più rimandare. Tutto il giorno stavo steso sulla branda e guardavo l'ombra dell'inferriata che camminava sulla parete di sinistra, poi verso le tre passava sulla porta e la sera piano piano, a destra, finiva. La sera, strillava qualcuno dalle finestre dell'altro Braccio: «Scassa, cancelliere », e tutti rispondevano. Poi suonava la campanella e nella cella s'accendeva la lampadina sopra la porta. Quello della truffa piegava bene i calzoni e si metteva a letto. La mattina veniva lo spesino che era ancora buio, apriva lo sportello.
« Giovanotto » chiamava.
Chiamava quell'altro; io, lo sapeva che non ci avevo niente sul libretto.
« Giovanotto » diceva, « c'é la marmellata Cirio, la volete? ».
Quello voleva la marmellata Cirio, la mozzarella, il vino, tutto quello che c'era da comprare. Poi si rimetteva a letto e dormiva fino alla sveglia. Io invece non mi potevo riaddormentare. Poi suonava la sveglia, gli scopini portavano l'acqua, vuotavano i buglioli. Dopo veniva il sottocapo con la guardia che batteva i ferri. U[...]



da Saverio Montalto, Memoriale dal carcere in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...] ? », disse mia sorella tremante.

«Ma no! Questo non sarà mai, perché dove vado vado ti manderò sempre quel che posso mandarti ».

« Ma io non parlo per questo, perché, per il mangiare, non m’importa neanche se muoio di fame! Parlo che rimango sola! Credi che loro si preoccupano di me? Si preoccupano solo quando hanno bisogno. Ormai è tanti anni che ti trovi qui, tutti ti conoscono e ti vogliono bene e dove vai non sai come ti trovi! ».

«Va bene, va bene! Ancora non me ne sono andato! ».

«Ed allora come restiamo; lo fai quest’altro bene?».

«Lo faccio! Ma sempre per te! ».

Dopo alcuni giorni andammo dall’avv. Spagna per pagare e ritirare la cambiale e mi ricordo che mio cognato Giacomo e suo padre pretesero anche una certa ricevuta, una specie di ricatto, per un altro certo imbroglio di altre quattro o cinquemila lire che avevano fra di loro, collo zio don Bruno Zito. Mentre accompagnavo questi verso casa sua ed eravamo rimasti soli, mi disse:

« Mi hanno rovinato e loro non si sono aggiustati! Mi hanno rubato più di quindicimila li[...]

[...]za. Seppi poi ch’era stata la madre a consigliarla, dicendole: «Ma sì! Che cosa pretende quel coniglio di tuo marito, che una bambola come te s’invecchi di colpo per un vecchio rimbambito e miserabile come suo padre ? ».

Si era verso Testate del 1938. Mia sorella era andata ad abitareMEMORIALE DAL CARCERE

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nella casa della suocera, dato che il marito l’aveva accomodata ed ampliata. Lei aveva fatto di tutto per non andare, perché sapeva bene che le sue condizioni sarebbero peggiorate, ma il marito si era imposto senza sentire ragione ed aveva dovuto obbedire. Io ora evitavo di andare allo spesso da lei perché incominciavo a nutrire un sacro terrore per quella gente ed un giorno seppi che stava a letto da vari giorni e che desiderava vedermi. Mi feci coraggio ed andai. La trovai effettivamente a letto con la sua ultima bambina di pochi mesi. A vederla lì, in quel letto, deperita e consunta ed abbandonata, mi strinse

il cuore, ed era forse questa una delle ragioni principali per cui io evitavo anche di andarci allo spesso. Mi se[...]

[...]i ho deciso di andarmene».

« E dove vai? ».

« Non mi perdo! Per il momento andrò da Catuzzella a R... Poi troverò un posto di serva a Palermo o a Catania, perché io so fare tutto, e campo. Purché mi lascino però portare con me la bambina, perché ha bisogno del latte e non ho il coraggio di abbandonarla, diversamente andrò a buttarmi a mare! ».

«Tu non andrai a nessuna parte. Significa che te ne verrai da me! ».

«Da te? Se fossi solo, va bene, perché trovavano la cosa molto comoda; ma dato che c’è la loro figlia, anzitutto non la debbo disturbare e poi ormai lei m’odia più degli altri. Tutti mi odiano! » e si sollevò in mezzo al letto. « Anche le mura, anche l’aria che respiro di questa casa! Ma io perciò non volevo venire ad abitare qua, perché lo sapevo! ».

«Ma che vogliono, insomma?» e mentre parlavo guardavo nella stanza appresso perché avevo paura che arrivasse qualcuno.

« Che vogliono? Ormai lo so che vogliono! Vogliono che io scomparisca, perché ormai son di più! Ma io l’ho detto al mio signor marito! Avevo la proprie[...]

[...]onna elegante! Vuole fare la donna aristocratica ed ammanierata! Ah bagasciona vecchia! Mettetevi a fare il bucato ed a lavare piatti. Ti riesce, che hai trovato a noi, per farti il servo?! ». Son cose, ti assicuro, che tagliano il core dei santi! Ma io voglio fare tutto. Ma come posso fare se con loro non si può stare e solo posso trovare un momento di pace quando sono nel negozio? Ma io ormai li lascio liberi tutti, compreso mio marito! ».

«Va bene! Adesso manderò a chiamare tuo marito!». Mi alzai ed uscii.

Mentre ritornavo a casa mi sentivo avvilito e pensavo : « Ma perché, perché tanta malvagità sulla terra? Che cosa ha fatto per essere trattata così dagli uomini? Adesso se ne vuole andare! E dove andrà? Ed io poi come potrei continuare a vivere con mia moglie? ».

Dopo pranzo mandai a chiamare mio cognato Giacomo. Lo feci sedere nello studio e gli parlai così: «Vi prego, abbiate un po’ di carità per quella donna! Vostra madre lo sapete, è insopportabile con166

SAVERIO MONTALTO

noialtri, immaginate poi con la nuora. Io non[...]

[...]o per la figlia e non certo per miaMEMORIALE DAL CARCERE

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sorella, giacché le bestie feroci annusano anche il pericolo e forse più degli uomini e così intimorita si era decisa a fare la pace.

Io m'intesi restituito al mondo dei vivi, presi mia sorella e la portai in braccio a mia suocera. Ci furono pianti, svenimenti eccetera e così dopo un’ora circa me ne andai a casa mia per informare anche mia moglie. Mi sentivo un pò tranquillo, va bene, ma le umiliazioni subite ed il resto, avevano ancora una volta amareggiato ed avvilito il mio cuore.

Non ricordo più se verso quest’epoca o prima o dopo mia cognata Elena diede dei segni di pazzia perché il suo fidanzato Vincenzino Sofia si era sposato con un’altra, per cui i fratelli ed il padre invece di confortarla e farle dimenticare il passato la bastonavano giornalmente a sangue tanto vero che un giorno che, dietro le insistenze di mia sorella, andai per darle un pò di sollievo, la vidi rilegata nel basso che serviva da ripostiglio e da stanza da letto del padre tutta ammaccata e tr[...]

[...]ora debbo mangiare e se voglio c’è un po’ di pane ed olio!”. Lui allora mi ha risposto: “Ed io ho mangiato carne e pasta! Desiderate cosa?”. Queste cose le ha capite anche don Gennaro — perché allora Gennaro Grandi era fidanzato già con l’Aurora — e va scuotendo le mani ».

Ed io aggiungo che non solo che mia sorella doveva morire di fame, ma per quanto io non potevo mandarle niente altrimenti avrei avuto a che fare con mia moglie; a sua madre va bene, alla sua famiglia sissignori, ma a mia sorella no; la frutta, per esempio, che mandavano gli amici, perdersi sì ma a mia sorella no, e se qualche volta m’imponevo mia moglie a me non mi pigliava a schiaffi, benché me lo facesse capire che l’avrebbe fatto ben volentieri ma la serva che andava senza del suo permesso, quando mancavo io ne buscava poi di santa ragione. Basta dire che se qualche volta volevo dare a mia sorella un po’ di roba di maiale, dovevo portarla io di nascosto, quantunque il maiale delPanno serviva se non tutto buona parte per gli Armoni. Un giorno mentre mi mettevo a tavol[...]

[...]venne in famiglia con un giovanotto suo amico che un tempo abitava a N... Quando

io la sera uscivo con la motocicletta il giovanotto e mio cognato Lorenzo andavano in casa mia a prendere il caffè; non solo, ma avendoli invitati di venire da me quando c’ero io, mi promisero di sì, ma poi non vennero. Io siccome conoscevo bene la moralità di mio cognato Lorenzo, tacevo e mi rodevo dentro. Un giorno che feci presente a mia moglie che ciò non istava bene, lei negò dicendo che durante la mia assenza non era venuto mai nessuno. Io allora tacqui, perché ormai avevo paura non solo di loro, ma principalmente di mia moglie, la quale ormai aveva presa l’abitudine di minacciarmi coi fratelli e col padre, abitudine che mantenne fino alla fine.

In questo frattempo il dott. Castagna smise di frequentare la casa degli Armoni, ma conoscendo chi fossero loro, io rimasi amico. Penso che mia suocera sapendo che Gennaro Grandi aveva una qualche idea per l’Aurora, dato che era rimasto vedovo con vari figli e senza donna di casa, credè prudente allontanarlo [...]

[...]u lo sai il bene che ti volevo! Ormai non mi interesso più neanche di te! ».

«E mi lasci sola, in mezzo a loro? Ti prego, per l’anima della mamma! ». Al nome di mia madre ebbi una trafitta al cuore e non fui capace di vedere ancora soffrire quella donna. Mi calmai un po’ e domandai: «La gente hanno sentito le sue parole?».

« Se non sentito, hanno capito ed hanno detto che ormai hai paura e che forse non verrai più da me per questo! ».

« Va bene, resto! E spero anche col tempo di poter dimenticare! ».

Mia sorella dopo un poco se ne andò ma io non mi calmai e dopo qualche giorno andai dall’amico Sacerdote. Gli raccontai ancora una volta delle mie sventure e gli dissi che ormai volevo separarmi da mia moglie. Egli mi ascoltò, mi consigliò la calma, mi confortò, mi disse che difficilmente nei miei fatti si potevano trovare le determinanti di una separazione e mi consigliò in fine, dato che c’era anche la guerra in vista, di attendere pel momento, che poteva darsi che con la guerra tutti saremmo stati richiamati e quindi poi da cosa p[...]

[...]ella si fosse divisa dalla suocera forse le cose si sarebbero aggiustate e lo feci sapere anche a lei, dato che anche lei aveva capito e s’era già impaurita più di me. Dopo alcune sere vi fu una specie di riconciliazione generale voluta da me, perché sapevo bene che se mia sorella fosse rimasta nemica colla suocera non avrebbe trovata mai la pace; ma la riconciliazione non avvenne lo stesso. Mia suocera dichiarò che momentaneamente acconsentiva, va bene, ad ammettere alla sua presenza me e mia sorella, perché non si dicesse mai che lei doveva essere la causa della distruzione di due famiglie, ma che d’allora in poi non ci avrebbe più voluto vedere e né sentire, e, che, d’allora in poi, ognuno avrebbe dovuto starsene a casa sua per i fatti suoi e che su ciò non transigeva assolutamente. « Anche a voi! », rivolgendosi a me direttamente disse: «Non vi voglio più vedere né sentire, dato che anche voi vi siete permesso di oltraggiare e calunniare una signora come me! ». La calunnia consisteva nel fatto che io avevo detto che non era giusto lascia[...]



da Quinto Martini, Memorie in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]di fronte e gridò:
« Lasciate stare la roba, è mia e mi costa quattrini. Cercate pure mio figlio, ma non rompete la roba, lasciate stare i piatti e i bicchieri ».
II bastone restò fermo in alto un istante e poi fu abbassato con indecisa lentezza. Il nobile uomo, toccandosi il cinturone che aveva affibbiato sopra alla giacchetta borghese, . e al quale teneva appesa la rivoltella, aggrottando le sopracciglia e facendo lo sguardo truce, disse:
« Va bene per la roba, per questi quattro piatti » e portando il suo muso vicino al volto della mamma « vostro figlio la pagherà cara ».
Mia madre con la sua calma di sempre ma con voce più decisa di prima, rispose:
« Mio figlio non ha nulla da pagare. Mio figlio non ha fatto nulla di male e non capisco il perché di tutto quello che sta succedendo ».
« Non capite, vero? Capirete, capirete... ».
« Mio figlio non ha fatto nulla di male, ecco cosa capisco io ».
« Vostro figlio è un delinquente, . è un comunista! ».
« No, mio figlio non è un delinquente, mio figlio non ha fatto del male a nessuno, di[...]

[...]i chiamano così le padrone dei casini dove ci sono le donne che pagando si danno a tutti gli uomini. «E sono grasse?» domandai.
« Quella che conosco io é grassa ».
« E si tingono le labbra? ».
« Si, si tingono. Ma perché mi fai queste domande? »
« Sai la Giulia la chiamano la `metresse'; trovi che assomiglia a quella che conosci te? ».
Lui fece una bella risata e mi disse:
Quando avrai diciotto anni ti porterò in città e te la farò vedere. Va bene? ».
« Nono dire a nessuno quello che ti ho chiesto » risposi.
MEMORIE 137
Quei giorni erano interminabili, in casa mia si viveva con l'animo sospeso e il cuore che ci diventava tutti i giorni più vizzo. La nostra casa dal crepuscolo al mattino era sempre circondata dai carabinieri. Una settimana durò quell'assedio notturno. Erano delle notti bellissime e la luna era piena. Durante la notte, a luce spenta, mi alzavo per vedere attraverso lo spiraglio delle imposte socchiuse, i carabinieri passeggiare nell'orto vicino al fico grande.
Mio fratello cambiò alloggio. Un giovane che io non conos[...]

[...] picchiato e che fu portato quella sera stessa alle prigioni della città vicina. Un po' di calma stava ritornando, e nei paesi non accadevano piú cose bestiali come nei primi tempi, al sorgere del fascismo.
«Quando si accorgeranno che non ha fatto nulla di male lo rilasceranno in libertà » diceva mia madre mentre ad ognuno di noi versava la minestra col rimaiolo bianco e bleu nei nostri piatti. Remo, sempre diffidente e taciturno, disse:
« Si, va bene, non ha fatto nulla di male. Ma la cosa migliore era quella di non farsi prendere. Quando uno é in prigione...».
« Ma in prigione ci tengono chi ha commesso qualcosa contro la legge, e non si può rovinare la vita di un uomo giovane come Aldo per nulla ».
Mentre parlavo tutti mi guardavano. Remo rispose:
« Tu sei troppg giovane e vivi con la testa nelle nuvole. Quando uno l'hanno messo dentro, chi va a levarlo? ».
I1 babbo interruppe dicendo:
« Ci sarà una giustizia; se uno é innocente, perché punirlo? ».
« È la politica che c'é di mezzo e chi comanda ha sempre ragione; quello che tiene [...]

[...] tutti. Ma quelle righe nere nascondevano delle parole che avremmo
MEMORIE 145
voluto sapere cosa dicevano. Si cercò di leggerla contro luce ma non fu possibile capire una sillaba. Remo, prendendomi la lettera, disse: «Brutti maiali, non vogliono neppure che uno scriva quello che gli pare...! ».
Più tardi un'altra lettera ci informava che si poteva andare a trovarlo. I primi ad andare al parlatorio furono il babbo e la mamma. Trovarono che stava bene ed era molto tranquillo e di buon umore com'era stato sempre. La nostra vita divenne meno grigia. Il fatto di recarsi tutte le settimane a fargli visita era come si sentisse ancora far parte materialmente della nostra famiglia. Quando mamma preparava, la sera, il cibo e la biancheria da mandargli la toccavo leggermente. Una volta volevo fare un nodo ad un fazzoletto; la mamma mi disse:
« Nan lo fare, potrebbero crederlo un segnale speciale ed Aldo verrebbe punito ».
Io non comprendevo cosa ci potesse essere di tanto brutto e misterioso in un nodo di un fazzoletto. Più tardi ho capito che an[...]

[...] moglie. Una sera un uomo molto giovane si fece cantare una strofa delle più piccanti per poi ripeterla alla giovane sposa. Quando lo zio poteva cantare liberamente in compagnia di uomini era preso da una specie di insolita frenesia. Un giorno dopo pranzo sentii la zia gridare:
« Canti sempre le stesse cose, ci farai una pazzia ».
«Fai la treccia e rigoverna i piatti, tu. Cosa vuoi sapere di poesia, non é roba per i tuoi denti bacati ».
« Si, va bene; ma potresti cambiare musica qualche volta. Canti ancora le stesse storie di quando venivi a fare all'amore a casa mia ».
« Quando le cose sono belle si possono cantare anche tutta la vita. Saranno sempre belle! ».
« Convinciti che stai invecchiando e che non sei più giovanetto ».
« Perdio! ti dico fin da questo momento che se muoio prima io voglio che tu stessa mi metta nella cassa, sul mio petto « L'Orlando Furioso », e che anche nell'altra vita io possa cantare. Le donne, i cavalier, l'arme; gli amori, le cortesie... ».
n.w
MEMORIE 147
« Non scherzare con la morte, e con l'altra vita[...]



da Alberto Moravia, La ciociara in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]on gli occhi neri picchiettati di sangue e tutta la faccia gialla e come macchiata di briciole di tabacco. Era bilioso, chiuso, sgabato e guai a contraddirlo. Si assentava continuamente dal negozio e io sapevo che andava a trovare qualche donna, ma ci giurerei che le donne non gli davano retta se non quando lui gli dava dei soldi. Coi soldi si sa, si ottiene tutto, persino che una sposina alzi la gonnella. Io capivo subito quando l'amore gli andava bene, perché allora era quasi allegro e perfino gentile. Quando invece non ci aveva donne, diventava cupo, mi rispondeva male e qualche volta persino mi menava. Ma io glielo dissi una volta : « Tu va con le mignotte quanto ti pare, ma non toccarmi perché altrimenti ti lascio e torno a Vallecorsa ». Io non volevo amanti, invece, sebbene molti, come ho già detto, mi stessero dietro; tutta la mia passione la mettevo nella casa, nel negozio e quando mi nacque la bambina, nella mia figlia. Dell'amore non m'importava e anzi, forse forse, per via che non avevo conosciuto se non mio marito così
44 ALBERT[...]

[...]appia fare i conti e magari mettere la firma su una cartolina illustrata, a dire la verità non so leggere bene e i giornali li leggevo soltanto per i delitti della cronaca nera, anzi me li facevo leggere da Rosetta. Tedeschi, inglesi, americani, russi, per me, come dice il proverbio, ammazza ammazza, é tutta una razza. Ai militari che venivano a bottega e dicevano : vinceremo là, andremo qua, diventeremo, faremo, io gli rispondevo : per me tutto va bene finché il negozio va bene, E il negozio andava bene sul serio, benché ci fosse quell'inconveniente delle tessere e Rosa ed io stessimo tutto il giorno con le forbici in mano come se fossimo state sarte e non negozianti. Andava bene il negozio perché io ero brava e sul peso riuscivo sempre a guadagnarci un poco e poi anche perché, siccome c'era il tesseramento, facevamo tutte e due un po' di borsa nera. Rosetta ed io ogni tanto si chiudeva il negozio e si andava al paese, a Vallecorsa oppure in qualche altra località più vicina. Ci andavamo con due grandi valigie di fibra, vuote; e le riportavamo indietro piene di tutto un po': farina, prosciutti, uova, patate. Con la polizia annonaria mi ero messa d'accordo, perché avevano fame anche loro e così era più quello che vendevo sotto banco che quello che vendevo a viso aperto[...]

[...]andi valigie di fibra, vuote; e le riportavamo indietro piene di tutto un po': farina, prosciutti, uova, patate. Con la polizia annonaria mi ero messa d'accordo, perché avevano fame anche loro e così era più quello che vendevo sotto banco che quello che vendevo a viso aperto. Uno della polizia, però un giorno si mise in testa di ricattarmi. Venne e disse che se io non facevo all'amore con lui, mi avrebbe denunziato : Io gli dissi, calma calma: « Va bene... passa più tardi a casa mia ». Lui si fece rosso, come se gli fosse venuto un colpo, e se ne andò senza dir parola. All'ora fissata lui venne, lo feci passare in cucina, aprii un cassetto, presi un
46 ALBERTO MORAVIA
coltello e glielo puntai d'improvviso al collo dicendo: « Tu denunziami, ma io prima ti scanno ». Lui si spaventò e disse in fretta che ero matta e lui aveva fatto per scherzo. Aggiunse: « Ma tu non sei fatta come le altre donne? Non ti piacciono gli uomini? ».
Gli risposi: « Queste sono cose che devi andare a dire alle altre... io sono vedova, ci ho il negozio, e non penso [...]



da Oreste Longobardi, I partigiani in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]strade di accesso a Roma. Ritornano le staffette. Risultato ottimo. Sulla Cassia, sulla , Tuscolana. sull' Aurelia, i soldati hanno accolto con feste i rinforzi civili. Gli ufficiali non si oppongono. A Porta S. Paolo si continua a lavorare. Si scavano due trincee e s' innalza una barricata con le selci divelte tra le rotaie dei tram. Si costruiscono ripari per i mitraglieri troppo esposti al fuoco nemico.
Porta S. Sebastiano : ore quattordici. Va bene. Due giovani che portano un nome glorioso si sono messi c sotto >. Desiderano altre armi, dispongono bene le poche che possiedono. Hanno molti uomini. Sono tutti pieni di entusiasmo. Ore quindici. Ci avviamo verso il nostro settore, Porta S. Paolo. A Piazza Venezia incontriamo degli sbandati. Il cuore ci salta in gola. Che succede? Affrontiamo ufficiali, graduati : che succede ? Altri sbandati a via del Mare, al tempio di Vesta. Al lungotevere quattro autoblinde si dirigono verso il centro. Ritirarsi. Ordini dall' alto: Ufficiali in divisa, facce equivoche in borghese, a piedi, in auto, in mo[...]



da Boris Lavreniev, La vecchia in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]e vogliamo dirvi senza tante cerimonie che vogliamo alleviare la vostra vecchiaia. Prendete questa roba e vivete a lungo e felice. Gettate questi vecchi stracci nell'immondezzaio, oppure conservateli pel giorno in cui ne potremo rivestire quel porco di Hitler per portarlo in giro con una corda al muso... a. Con mani tremanti la vecchia prese da Vinogradov ' l' involto, sembrava che volesse dire qualche cosa, ma invece scappò via singhiozzando. c Va bene, compagni, — osservò il sergente, — qualche lacrima di contentezza la farà stare meglio a. Quando poco dopo apparve con il vestito nuovo, sembrò ai marinai del tutto diversa, più agile, la schiena meno curva, gli occhi, di solito così tristi, illuminati di gratitudine e sulla bocca sdentata un sorriso quasi giovanile.
D' allora in poi la vecchia raddoppiò le sue cure. Un giorno Vinogradov si avviò alla tettoia dietro la capanna, ove i ragazzi avevano costruito una doccia rudimentale con un lavatoio tolto dalle macerie. Dopo aver piazzato dei secchi di acqua calda e fredda a potata di mano, i[...]



da l. r., [recensione a] Il mese. compendio della stampa internazionale. N.1-5 in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...] svolgono 'sulla stampa russa. Inoltre non possiamo fare a meno di ricordare ai redattori che, se è vero che il fascismo fece fare molti passi indietro alla cultura politica italiana, è anche vero che quest ultima; prima del fascismo, si trovava
a un livello abbastanza elevato e ora sta riacquistandolo con una certa rapidità. 11 contenuto della rivista tende invece a deviare verso la informazione di tipo vario, superficialissima, dilettantesca. Va bene come passatempo; ma come aiuto a mantenere il contatto tra il popolo italiano e le correnti del pensiero politico internazionale, non serve molto. Pur mantenendo la forma leggera e accessibile a tutti, si potrebbe fare molto meglio. Anche certi errori di ortografia che ritornano in modo sistematico (l'articolo indeterminato maschile con l'apostrofe, per esempio) dovrebbero essere evitati, sempre per evitère la sgradevole impressione che si tratti dl cul di bicchieri, e non di merce buona, quale è quella che tutti noi vorremmo ricevere.
/. r.



da In risposta all'offensiva del governo Scelba-Saragat. I lavoratori di Montaione in corteo inaugurano la nuova Casa del Popolo in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1954 - - agosto - 12

Brano: [...]vittime della rapina. AggIunsero però che erano disposti a versare al bandito le proprie competenze: 25 mila lire.
L'uomo mascherato parve ri
I `(] L SI NDACI SUCCEDUTISI DAL '44 AD OCCI
Fabian!, La Nra e Pieraccini
celebrano la liberazione di Firenze
Un corteo al quale hanno partecipato il sindaco, le rappresentanze della Resistenza, le autorità militari e civili e numerosi cittadini ha sfilato per la città
flettere a lungo, poi decise: „ Va bene,., mi accontenterò di
duomila lire... Le intascò, poi
si allontanò
La singolare rapina fu denunziata ai carabinieri,
Un nuovo ufficio statale per... snellire la burocrazia
Ai primi di settembre sarà i,t.tuitu un nuovo ufficio statute, con sede a Palazzo Vidoni, denominato Ufficio segnaluziorii della amministrazione pubblua W.S.A.P.) che sarà posto alle dirette dipendenze del tilinistiu Tupini.
11 nuovo apparato amm:nistiativo i:sponde olle direttive a Suu 'empo impartite dall'onoievo!c Scelga per uno snellimeu'o ile11a attività della pubblica amministrazione. Ad esso dovrebbero perveni[...]



da Rutilio Cateni, Quella volta che venne il Federale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]parevano mille. La stanza rimbombava furiosamente. Bucaneve si avvicinò a Mangione. Gli disse:
110 RUTILIO CATENI
« Il rimbombo! » e Mangione alzò gli occhi al cielo e in cuor suo schiacciò un moccolo grosso come una casa. Non c'era niente da fare. I1 rimbombo c'era e ci stava. Quando si fu schiarita la gola, il federale, fece la sua predica. Cominciò a parlare con un tono piuttosto calmo e sottomesso. Allora Bucaneve disse a Quattro Tèmpora: «Va bene. Su questo tono va bene ». E l'altro disse: «Se parli per il timbro di voce, ti avverto che il bello ha da venire. Quando si fa una predica ci vuole il suo periodo di combinazione, di riscaldamento. Se invece vuoi riferirti al fatto che Tarquinio è un meridionale spaccato... ».
Ma il federale esigeva, giustamente, che tutti ascoltassero quello che diceva, cosicché tutti ascoltarono. Compresi Bucaneve e Quattro Tèmpora.
« Non vi farò un discorso — disse il federale. — Vi illuminerò un poco sulla situazione politica attuale. Guerra d'Africa. Santissima guerra d'Africa. Eppoi sono tra voi per un'altra faccenda. Una f[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte prima: I ricordi di Ziu Anzelu Zudeu (Angelo il Giudeo[Angelo Floris]), pastore, cacciatore di tesori in Orgosolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]a. Si trova una nicchia, come una piccola grotta, tonda. Ed, entrati, troviamo al centro di una stanza molto piccola una pietra quadrata: proprio al centro. La solleviamo, e c'era una buca che poteva entrare un uomo: era il tesoro!
_ C'e ?
Non c'é!
Macché! Proprio niente!
Cerchiamo un'ora:
Niente!
Allora abbiamo pensato che, se ricchezza c'era, se l'era già presa qualcuno. E portata chi sa dove. Oppure che il sole non era quello che ci voleva bene, un Padre, e bisognava venire in altro tempo.
INCSUESTA STS ORGOSOLO
Come ho fatto.
Ce ne andiamo e tante volte, ogni tanto, tornavo da solo per anni ed anni. Dopo un giorno di cammino arrivavo a quel Nuraghe. Oggi non esiste quasi più perché io solo l'ho demolito.
E questa storia si conclude così.
Nel paese é cominciato a sapersi che io cercavo i tesori, e trovavo solo pietre. E quasi mi ridevano. Ma io pensavo che non avevano ragione, e che, prima o poi, un tesoro lo avrei trovato. Ci dovevano essere monete di oro e di argento, perle, rubini e diamanti.
Dopo qualche anno (ne avevo ora[...]

[...]e mi prendete e mi date un terzo del tesoro io vi vengo ad aiutare. Porto un campagno con me. E non diremo niente.
Non voleva sapere.
Ogni volta che mi incontrava, da allora, mi fermava. Mi parlava del tesoro.
Un giorno che eravamo soli mi dice: — Beh, ti dó una decima. Se ti accontenti vieni. La Chiesa che é la forza piú luccicante, ed il Santissimo Padre, che é grasso e grande, pigliano su tutto la decima. Perché tu vuoi prendere di piú?
Va bene — dico subito — partiamo, partiamo!
— Silenzio, mi raccomando il silenzio. Chi é il tuo compagno? Gli dico: — È lo scemo del paese.
— Bene!
Di notte tarda, quando tutti dormivano, come ladri andiamo al
prete, scalzi. Ci stava ad aspettare con quella carta, un libro in mano,
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136 FRANCO CAGNETTA
una pelle di bue grossa e vuota per bisaccia del tesoro, tre o quattro lumini per far luce.
Ci mettiamo in cammino e facciamo salita per tutta la notte, tra i sassi. Ogni tanto il prete si voleva riposare.
— Andiamo, andiamo! — dicevo.
— C'è ancora strada?
Lo scemo rideva, gridava.
Siamo[...]

[...] trova il punto, e si mette in ginocchio.
— In ginocchio! — dice — Tre Pater, tre Ave, tre Gloria!
E io e lo scemo, insieme, giuriamo di saperle.
— Adesso — dice il prete — dovete levare gli occhi al cielo e, quando sta per cadere una stella, cominciate a zappare.
Era di giugno. Ma ci avevo paura che la stella non cadesse. Oppure, che, tenendo gli occhi al cielo, il prete, sotto al naso, mi portasse via il tesoro.
— Così dice il libro!
— E va bene!
Lo scemo guarda le stelle ed io il prete. Il prete sempre diceva le sue orazioni di diavolo: — Gú gú, bù bù.
All'improvviso cade una stella ed io ero morto quasi dalla gioia. Cominciamo a zappare, a zappare. E scava e scava: avremo fatta una buca di due metri. Forse piú.
— Forza, forza! — dice il prete — Io faccio le orazioni.
E dice ancora: — Gú gú, bú bú.
Lo scemo pure.
Tutt'a un tratto sento qualche cosa dura. Io grido, il prete grida,
lo scemo più di tutti. Ci siamo abbracciati.
Ora bisognava pensare a tirare il tesoro.
Tiro. E c'era una certa forza.
Tiro ancora. E viene fuori [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Va bene, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---siano <---Storia <---Così <---Dico <---La sera <---Andiamo <---Diritto <---Già <---Ma mi <---Però <---Più <---italiano <---Certo <---Come <---Del resto <---Dio <---Gli <---Hai <---Macché <---Perché <---Sei <---Sulla <---Vado <---Viene <---fascismo <---fascisti <---Ah <---Basta <---Buona <---Cominciò <---Davanti <---Ditemi <---Ecco <---Entrò <---Fuori <---Giunti <---Guardò <---La casa <---La notte <---Mi pare <---Molta <---Niente <---Non lo so <--- <---Passò <---Perchè <---Piazza Venezia <---Potete <---Qui <---Senti <---Sospirò <---Tornò <---Tua <---Vai <---Vinci <---Voglio <---autista <---centesimi <---comunisti <---italiani <---lista <---mangiano <---mutismo <---pigliano <---A San Silvestro <---Accendi <---Accettò <---Adesso <---Ahi <---Ahé <---Aiutai <---Alberto Carocci Iscrizione <---Allargò <---Allineàti <---Allontanatosi <---Allò <---Almeno <---Alpi <---Alzi <---Amore mio <---Anche <---Anchiano <---Andate <---Andiamo Libero <---Angela Chiaravalle <---Angelo Chiarenza <---Angelo Saba <---Angelo Spurio <---Anguria <---Anime <---Antonio Spataro <---Anzi Quattro Témpora <---Appena <---Appòggiati <---Aprì <---Arciprete <---Armando Romeo <---Armoni <---Army Ration <---Army Ration C <---Arrivò <---Artiglieria <---Arturo Calabrese <---Aspettaci <---Aspettiamo <---Aspetto <---Aspettò <---Astronomia <---Attenzione Marco <---Audino <---Audino Pasquale <---Avete <---Babbo <---Babbu <---Baranti <---Barbugliò <---Baronia <---Battista Dejana <---Batté <---Bertozzi <---Bice <---Bitti <---Bologna <---Borino <---Bradamante <---Bravo Libero <---Brulli <---Bruno Zito <---Brutta <---Bucaneve <---Bunnone <--- <---C.T.L.N. <---Caffè Notturno <---Cagliari <---Calmati <---Caltanissetta <---Cambio <---Campidano <---Capirai <---Capodanno <---Cara Adriana <---Casa del Popolo <---Casa del Popolo di Certaldo <---Casa del Popolo di Montaione <---Casentino <---Caso <---Castagna <---Catuzzella <---Cecchino <---Certaldo <---Certe <---Certissimamente <---Chiacchierò <---Chiamò 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