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Il segmento testuale Urbanistica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 1054Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 117

Brano: [...]ta. Facevano parte del « Gruppo Organizzazione » del Comitato militare di Grosseto ed erano stati catturati durante un rastrellamento all’alba di quello stesso giorno, sul Monte Bottigli.

I giovani erano: Mario Becucci, Rino Ciattini, Silvano Guidoni, Altiero Grazi, Corrado Matteini, Emanuele Matteini, Alcide Mignarri, Alvaro Minucci, Alfonso Passananti, Attilio Sforzi. Essi furono tutti condannati a morte e fucilati.

Istituto Nazionale di Urbanistica

l.N.U. Costituito in Italia nel 1929, raccoglie architetti e ingegneri italiani che, spesso più con studi che con progetti pratici, si occupano di urbanistica nel tentativo di aggiornare la cultura e la pratica degli uffici tecnici comunali nel contatto polemico con la cultura europea.

Obiettivo fondamentale dell’istituto è la propaganda per la formulazione di una legge urbanistica nazionale, ancora inesistente in Italia, salvo alcune disposizioni che risalgono ai primi decenni dopo l’unità nazionale.

Durante il fascismo

Negli anni del regime questo impegno venne sistematicamente rifiutato e perfino irriso dalla classe dirigente italiana (lo stesso Mussolini, in una posizione di scoperta difesa della speculazione fondiaria, fece pubblicare sulla rivista della proprietà edilizia alcune sue frasi di scherno nei confronti della pianificazione urbanistica), e la legge urbanistica venne promulgata solo

nel 1942, in piena guerra, in sordina e quando non poteva immedi[...]

[...]stente in Italia, salvo alcune disposizioni che risalgono ai primi decenni dopo l’unità nazionale.

Durante il fascismo

Negli anni del regime questo impegno venne sistematicamente rifiutato e perfino irriso dalla classe dirigente italiana (lo stesso Mussolini, in una posizione di scoperta difesa della speculazione fondiaria, fece pubblicare sulla rivista della proprietà edilizia alcune sue frasi di scherno nei confronti della pianificazione urbanistica), e la legge urbanistica venne promulgata solo

nel 1942, in piena guerra, in sordina e quando non poteva immediatamente incidere sugli interessi dei proprietari delle aree fabbricabili. L’attività dell’istituto è in grande misura documentata dal suo organo ufficiale Urbanistica, pubblicato regolarmente dal 1932.

Si veda anche la voce Architettura e fascismo.

Impossibile trovare, sulle pagine della rivista, qualche accenno polemico sulla disastrosa politica urbanistica del fascismo e sugli sventramenti delle più nobili città italiane. L’intero testo di « Urbanistica » è dedicato a presentazioni acritiche di ogni intervento edilizio o alla propaganda di alcune modeste quanto demagogiche realizzazioni: le fondazioni delle « città » di Sabaudia e di Littoria (in quegli anni sulla copertina della rivista apparirà permanentemente una frase significativa: « Si fondano le città di Mussolini »).

Nessuno studio venne mai pubblicato sulla proprietà edilizia e sulla speculazione imperante. L’unica polemica tollerata dai regime fu quella più significatamente « culturale »: sarà la polemica architettonica, e negli ultimi anni anche urbanistica, che Edoardo Persico[...]

[...]iche realizzazioni: le fondazioni delle « città » di Sabaudia e di Littoria (in quegli anni sulla copertina della rivista apparirà permanentemente una frase significativa: « Si fondano le città di Mussolini »).

Nessuno studio venne mai pubblicato sulla proprietà edilizia e sulla speculazione imperante. L’unica polemica tollerata dai regime fu quella più significatamente « culturale »: sarà la polemica architettonica, e negli ultimi anni anche urbanistica, che Edoardo Persico e Giuseppe Pagano (dopo la morte di Persico, il solo Pagano) condurranno sulle pagine di Casabella.

V.Ve.

Istria

Regione geografica costituita da una penisola di circa 4.000 kmq, sul mare Adriatico, fra il golfo di Trieste e il Quarnaro, con circa

350.000 abitanti di origine in parte italiana e in parte slovenocroata. Interamente annessa all’Italia dal

1918 fino al termine della seconda guerra mondiale, nel 1946 fu assegnata alla Jugoslavia, salvo un piccolo territorio limitrofo a Trieste.

Cenni storici

Dopo essere stata soggetta dal secolo XV al XVII[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 31Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]i.

Valsesia William W.Va.

Sala Biellese; Scrivia, Valle.

Vangelista Orfeo O.Va.

Garemi, Gruppo divisioni.

Vargas Valentina Fernàndez V.F.V.

Spagna, Fascismo in.

Vassalli Giuliano G.Va.

in Matteotti, Brigate: Le “Matteotti" a Roma; Pertini, Alessandro.

Vatteroni Roberto R.Va.

Apuania.

Vercelloni Virgilio V.Ve.

Bauhaus; De Finetti, Giuseppe; Giolli, Raffaello; Giovannoni, Gustavo; Gruppo 7; Istituto Nazionale di Urbanistica; Piacentini, Marcello; Zevi, Bruno.

Vergani Pietro P.Ve.

Aliotta, Angelo.

Verni Giovanni G.Ve.

Firenze; Mari, Marino; Martini, Mario Augusto; Mugello; Niccoli, Nello; Oltrarno; Orsigna; Pancrazi, Valente; Pania, Combattimento della; Pian d'Albero, Eccidio di; Pietrasanta; Pontedera; Potente, Divisione; Pucci, Faliero; Ragghiami, Carlo Ludovico; Reali, Rutilio; Rocchi, Otello; Rosai, Corrado; Rosati, Bruno; Settesoldi, Amleto; Sinigaglia, Alessandro; Villa Triste.

Vidali Vittorio V.Vi.

Madrid, Difesa di; Milizia Popular; Modesto Guilloto, Juan; Piemontese, Giuseppe; Pratolong[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 113

Brano: [...]i no, Patrignani Marino, Romagnoli Pietro, Romagnoli Romolo, Rossi Giuseppe, Rossi Nazzareno, Sargenti Nazzareno, Scipioni Dealdo, Silvi Andrea, Spolettini Gino, Tel ari Pietro, Terzi Umberto, Terzoni Mario, Vannini Edgardo, Venanzoni Tel ari Anna Maria, Venanzoni Enrico, Venturi Elio. Seguono quattro numeri che stanno a indicare altrettanti caduti non identificati.

Architettura e fascismo

La storia dell’architettura, dell 'edilizia e dell’urbanistica italiane, all’indomani della prima guerra mondiale, è caratterizzata, rispetto al resto dell’Europa, dal consistente ritardo che la rivoluzione industriale ebbe in Italia. Questa arretratezza di posizione, evidente tanto nel campo strettamente tecnologico quanto in quello più generalmente culturale, per ciò che ha attinenza coll’architettura è ereditata di peso dalla situazione generale, ed architettonica in particolare, anteriore alla grande guerra; essa può essere registrata, risalendo all’indietro nel tempo, fino al secolo precedente, e si conserverà, sia pure con oscillazioni di questo ma[...]

[...]elle tecniche costruttive e negli indirizzi figurativi ed architettonici. Le distruzioni operate dalla guerra, o comunque l’arresto da essa provocato nell'attività edilizia, in concomitanza colla ripresa demografica, richiedono uno sforzo quantitativamente inedito per la ricostruzione. Lo Stato diventa il committente principale capace di sostenere questo sforzo;

la vastità della scala su cui ci si trova ad operare rende necessaria una visione urbanistica, non più so

lo in senso scenografico, del problema edilizio; l’urgenza della ricostruzione valorizza l’apporto delle nuove tecniche costruttive.

In tutti gli stati europei in cui il discorso sull’architettura di una società industriale era già cominciato prima della guerra, e a maggior ragione negli stati sconfitti, in cui era avvenuto il crollo dei vecchi regimi, vengono quindi alla ribalta naturalmente quelle che nell’anteguerra erano élites d’avanguardia, a porre la propria candidatura di classe dirigente. Laddove già nell'anteguerra era stato impostato il problemachiave di questa ar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 116

Brano: [...]so) nell'arretratezza della situazione economica, sociale e politica dell’Italia, rispetto ad altre nazioni europee, lungo tutta la prima metà del secolo.

Le vicende dell’architettura italiana durante il fascismo non si discostano, sia pure con un costante sfasamento e con accentuazioni quantitative diverse, dalle vicende europee. Questo si rileva ancora meglio passando dalla semplice « storia dell’arte » alla storia della politica edilizia e urbanistica del fascismo, da cui emerge che il regime, sia pure solo quantitativamente o nominalmente, rispettò almeno formalmente molte importanti scadenze che jl progresso tecnologico poneva nel campo dell 'aggiornamento legislativo, della politica delle opere pubbliche, della pianificazione.

Un’ultima riprova del fatto che le ragioni (a loro volta cause) dell’ar

116



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 575

Brano: [...]rovò sempre in polemica, spesso assurda e retriva, nei confronti della cultura proposta dal Movimento Moderno. Tra i fautori del metodo scientifico nel restauro architettonico e uno dei primi studiosi che si occuparono della problematica relativa ai centri storici (Vecchie città ed edilizia nuova, Torino 1931), i suoi studi sulla necessaria conservazione dell'eredità del passato

lo ponevano oggettivamente in contrasto con la sbrigativa prassi urbanistica del regime fascista, basata sugli « sventramenti » operati nelle più importanti città italiane a fini speculativi, nell’assenza voluta di ogni legge urbanistica.

V.Ve.

Giovannucci, Italo

N. a Cappelle sul Tavo (Pescara) il 6.2.1903; avvocato. Socialista e attivo antifascista, negli anni della dittatura fu confinato a Pisticci.

Dopo I ’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza abruzzese, membro del C.L.N. di Pescara in rappresentanza del suo partito.

Alla Liberazione fu nominato sindaco della città.

Gioventù comunista

Rassegna mensile della Federazione Giovanile Comunista d’Italia, pubblicata a Parigi (Edizioni Italiane di Cultura Sociale, Faubourg Saint Denis, 132) dal maggio 1929 a tutto il 193[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 36

Brano: [...]radio clandestino. Dopo la (Liberazione fu tra i dirigenti della Federazione comunista romana, divenendone segretario dal

1946 al 1954 e segretario regionale del Lazio dal 1949. Nel 1948 fu eletto membro del Comitato centrale del P.C.I., riconfermato nei successivi congressi fino al 1969.

Eletto alla Camera dei deputati nel 1948, rieletto nelle quattro successive legislature, si occupò soprattutto di economia industriale, energia nucleare, urbanistica. Nell’ottobre 1969, trovatosi in aperto dissenso con il gruppo dirigente del P.C.I. nel giudizio sulla politica estera sovietica (invasione della Cecoslovacchia) e sulle questioni di democrazia interna, fu radiato dal partito insieme all’intero gruppo de II Manifesto (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor ecc.). Staccatosi successivamente dal gruppo del « Manifesto », si è dedicato prevalentemente a ricerche politiche e storiche, svolgendo attività di pubblicista.

Natta, Alessandro

N. il 7.1.1918 a Imperia; professore di lettere.

Iniziò nel 1936 la sua attività antifascista mentre era a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 214

Brano: [...]ndustriale che imperava negli anni Trenta, diede il via a una politica di espansione sui mercati esteri, consolidando l’immagine aziendale anche attraverso l’assunzione di artisti grafici e architetti. Nel 1937 fondò la rivista Tecnica e Organizzazione dedicata ai problemi tecnici e organizzativi dell’industria moderna, ivi compresi i

Adriano Olivetti

problemi di localizzazione industriale e il rapporto fabbricaterritorio.

I problemi di urbanistica e pianificazione territoriale diventarono in quegli stessi anni uno dei temi centrali dei suoi interessi culturali.

Nel luglio del 1943, in seguito a contatti avuti con autorità americane per verificare la prospettiva di una pace separata con gli Alleati, venne arrestato a Roma e rinchiuso a Regina Coeli. Fu liberato appena in tempo per sfuggire ad un mandato di cattura tedesco; riparò in Svizzera dove rimase nella condizione del fuoruscito sino alla fine.

II Movimento Comunità

Nel 1945 decise di dare alle stampe un libro dal titolo L’ordine politico della Comunità in cui prefigurava[...]

[...]Olivetti diede avvio alla trasformazione del movimento culturale da lui fondato in organizzazione politicoelettorale. Alle elezioni del 25.5.1958 questa si presentò con una lista denominata « Comunità della cultura, degli operai e dei contadini d’Italia » ma ottenne un solo seggio alla Camera dei deputati, che fu attribuito all'Olivetti stesso (18.923 voti preferenziali). Come parlamentare, si impegnò soprattutto nel settore della pianificazione urbanistica, ma dopo un anno e mezzo abbandonò

Il Parlamento, deluso dell’esperienza fatta (5.11.1959).

Politica industriale

Parallelamente all’attività svolta in campo culturale (si ricorda, tra l'altro, la fondazione nel 1946 della Casa editrice Edizioni di Comunità e della rivista Comunità) e politico, rimane ovviamente fondamentale per valutare la figura di A. Olivetti la sua azione di industriale, come presidente deH’omonima azienda. Gli obbiettivi di sviluppo industriale lo porteranno negli anni Cinquanta da un'iato a proseguire sulla strada della ricerca di forme sempre più sofisticate di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 550

Brano: 

Piacentini, Marcello

t to ii*.: Il,m il ni!,

ifthiltt.. |*i. netta ritti In. .

Progetto di ristrutturazione urbanistica del centro di Roma, apparso sulla Illustrazione italiana nel 1926

Le sue opere successive (la trasformazione del Centro Storico di Brescia, 1933; o il Palazzo di giustizia di Milano, 193340) sembravano proseguire gli impegni culturali precedenti, in un intreccio ovvio e in parte organico con la realtà fascista. Ma contemporaneamente egli continuò a manifestare una attenzione qualificata alle nuove esperienze dell’architettura europea e delle prime espressioni del razionalismo (articoli su « Emporium »; direzione della rivista Architettura dal 1922 al 1943, che non propose mai un « linguagg[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 551

Brano: [...]er costituire un vero gruppo operativo, così il « neofuturismo » cercò di presentare, come propri adepti, tecnici di una più generica « modernità » costruttiva (come l'ing. Fiorini„ grazie alle immagini dei suoi grattacieli di tensistruttura), ovvero avallò il dilettantismo spregiudicato di qualche giovane pittore nella sperimentazione progettuale architettonica (Tullio Crali). Nei fatti, ii « neofuturismo » non ebbe alcuna presenza nella realtà urbanistica ed edilizia del tempo, direttamente (mentre forse la sua influenza « figurativa », più globale e di massa, fu assai più con

sistente di quanto è stato riconosciuto dallo stato attuale degli studi).

Il « movimento moderno »

Il « movimento moderno » in architettura si consolidò in Italia agli inizi degli anni Trenta intorno alla rivista Casabella, grazie alle attività dei suoi due direttori: Edoardo Persico (19001936) e Giuseppe Pagano Pogatschnig (v.). li rigore eticomorale del primo, che si tradusse ben presto in originali forme di militanza antinazista (e antifascista), si concluse [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 226

Brano: [...]enza della giunta Nathan non rientra come fotografia proponibile negli album di famiglia. Espressione di un blocco radicalmassonicorepubblicano con un pizzico di socialismo, la figura di Ernesto Nathan è scomoda e la sua illusione di fare Roma la capitale “dei lumi” contro l’oscurantismo clericale sarà considerato nient'altro che un bel progetto di sapore razionalilluministico. Le sue realizzazioni nel campo educativo e sanitario, nella crescita urbanistica pianificata, nella municipalizzazione dei servizi finalizzata a standard ottimali costituirono peraltro l’inizio della Roma moderna.

Il Blocco derivava da uno schieramento composito che faceva perno su una borghesia progressista e trovava forza elettorale nelle vecchie categorie artigiane, di tradizione repubblicana, nonché nella borghesia del pubblico impiego e delle professioni. Era una sorta di centrismo volto a sinistra, in cui il centro dominava e riusciva, con l’appoggio socialista, a eliminare l’influenza

dei gruppi più retrogradi. Ma il collante dell’esperimento (l’anticlericali[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Urbanistica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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