Brano: [...]guerra, più forte risultava ora la lotta contro la crisi economica e la disoccupazione. Già prima che sorgesse l'U.S.l., attraverso il Comitato delazione diretta i sindacalisti rivoluzionari avevano lanciato le parole d’ordine di mobilitazione antimilitarista e antiriformista, anche se non erano mancate nelle loro file teorizzazioni a favore dell’impresa libica, da parte di Arturo Labriola (v.) e di Angelo Oliviero Olivetti.
Costituzione dell’U.S.I.
Con il Congresso di Modena (2225.
11.1912) venne sancita, attraverso la costituzione dell’U.S.I., la frattura definitiva fra riformismo e sindacalismo rivoluzionario, rendendo vani gli sforzi per mantenere l’unità della C.G.L., compiuti da diversi sindacalisti e dalla stessa Direzione del P.S.I. che, dopo il suo 13° Congresso di Reggio Emilia (luglio 1912), era guidata dalla componente rivoluzionaria interna capeggiata da Costantino Lazzari e Benito Mussolini.
Un estremo tentativo per evitare la scissione si ebbe anche a Modena (relazione di Ines Bitelli), ma non servì: ormai si era giunti a incompatibilità strategiche di fondo e >non si trattava solo di “divergenze tattiche” come sos[...]
[...]u “Rapporti colla Confederazione del lavoro”, rispettivamente presentate da Ines Bitelli e Amilcare De Ambris (v.) ; quella su “Federazione e Camere del lavoro”, di Pulvio Zocchi; e l'ultima, su “Le organizzazioni degli addetti ai pubblici servizi”, di Livio Ciardi.
La discussione si incentrò essenzialmente sulle relazioni di Bitelli e De Ambris e fu appunto in seguito al dibattito su queste
che venne infine decisa la costituzione del
l’u.s.i..
Mentre la Bitelli considerava l'unità sindacale di tutto il proletariato condizione inscindibile per le oggettive possibilità di vittoria, De Ambris sottolineò l'insensibilità della C.G.L. alle sollecitazioni rivoluzionarie delle organizzazioni sindacaliste che, peraltro, in molte province si rifiutavano di entrare a far parte della Confederazione.
Il dibattito si concluse con la votazione sulle due relazioni: quella unitaria della Bitelli ottenne 28.856 voti; quella scissionista del De Ambris ne ottenne 42.114; 2.500 furono i voti di astensione.
Nata l’U.S.l., il giornale L'Interna[...]
[...] Riccardo Sacconi (Piombino), Agostino Gregori (Ferrara), Assirto Pacchioni (Genova) ; nonché da Cesare Rossi (Piacenza), Livio Ciardi (Milano) e Vittorio Brogi (Torino), che però si dimisero fin dalla prima riunione del Consiglio generale successiva a! Congresso (1617.12.1912). Dopo un’ampia discussione introdotta da Amilcare De Ambris, il Congresso approvò infine lo statuto del nuovo organismo.
La reazione della C.G.L. alla costituzione deH’U.S.I. fu molto dura, mentre il P.S.I. si mosse con cautela, anche perché consapevole del consenso e della forza che l’U.S.l. andava acquistando nel Paese. Durante la prima riunione del Consiglio generale, Tullio Masotti venne eletto segretario generale e fu inoltre decisa la costituzione di tre sindacati nazionali: quello dei Lavoratori della terra, con sede a Modena e con Amilcare De Ambris segretario; quello metallurgico, con sede in Milano e con Filippo Corridoni segretario; quello delle Costruzioni e deH’ammobigliamento, con sede a Bologna e con Ettore Guzzani segretario.
Fu infine deciso di[...]
[...] con Filippo Corridoni segretario; quello delle Costruzioni e deH’ammobigliamento, con sede a Bologna e con Ettore Guzzani segretario.
Fu infine deciso di lanciare un appello a tutte le organizzazioni per la preparazione di uno sciopero generale a favore delle vittime politiche, di preparare grandi agitazioni antimilitariste e di prendere gli opportuni contatti per sollecitare la costituzione di una Unione sindacale mondiale.
L'azione dell’U.S.I.
Durante il 1913 e nella prima metà
del 1914, l'U.S.l. promosse, organizzò e diresse le più incisive lotte sindacali, rafforzando le proprie Camere del lavoro e costituendone di nuove, dimostrando perciò la propria capacità di penetrazione, oltreché fra i contadini emiliani e i braccianti pugliesi, anche fra gli operai di Milano e Torino. Ma, dal giugno 1914, la delusione seguita alla “settimana rossa” che dimostrò l’inconsistenza delle speranze rivoluzionarie, il gruppo dirigente dell’U.S.l. si sfaldò: Alceste De Ambris cominciò a teorizzare l’opportunità di “obiettivi intermedi” (quali, ad esempio, la conquista dei Comuni) ; Pulvio Zocchi e altri dirigenti periferici tornarono al P.S.I.; gli interventisti (v.) teorizzarono, dopo lo scoppio della guerra mondiale, la possibilità di trasformare il conflitto in guerra civile e quindi in rivoluzione proletaria.
In occasione di una conferenza su “Il Proletariato e la guerra”, organizzata il 18.8.1914 nella s[...]
[...]inciò a teorizzare l’opportunità di “obiettivi intermedi” (quali, ad esempio, la conquista dei Comuni) ; Pulvio Zocchi e altri dirigenti periferici tornarono al P.S.I.; gli interventisti (v.) teorizzarono, dopo lo scoppio della guerra mondiale, la possibilità di trasformare il conflitto in guerra civile e quindi in rivoluzione proletaria.
In occasione di una conferenza su “Il Proletariato e la guerra”, organizzata il 18.8.1914 nella sede dell’U.S.I. milanese, Alceste De Ambris fu il primo tra i sindacalisti rivoluzionari a dichiarare apertamente la propria adesione all’intervento dell’Italia nel conflitto. Corridoni gli fece immediatamente seguito e, tra polemiche e contrasti profondi, il 1314.9.1914 si riunì a Parma il Consiglio generale che si concluse con la spaccatura dell’U.S.I..
Fra gli interventisti si schierò la maggior parte del gruppo dirigente: accanto ai fratelli De Ambris e a Corridoni, furono Tullio Masotti, Michele Bianchi (v.), l’anarchica Maria Rygier Corradi e molti altri. Armando Borghi (v.) riaffermò invece le posizioni di lotta contro la guerra. Un suo ordine del giorno raccolse le adesioni delle Camere del lavoro di Bologna, La Spezia, Piacenza, Modena, Carrara, Ferrara, Bergamo e Fano, mentre le sole organizzazioni di Parma, Milano e Castrocaro si dichiararono interventiste e votarono l’o.d.g. di Alceste De Ambris. In conclusione, quantunque il g[...]
[...]o Tullio Masotti, Michele Bianchi (v.), l’anarchica Maria Rygier Corradi e molti altri. Armando Borghi (v.) riaffermò invece le posizioni di lotta contro la guerra. Un suo ordine del giorno raccolse le adesioni delle Camere del lavoro di Bologna, La Spezia, Piacenza, Modena, Carrara, Ferrara, Bergamo e Fano, mentre le sole organizzazioni di Parma, Milano e Castrocaro si dichiararono interventiste e votarono l’o.d.g. di Alceste De Ambris. In conclusione, quantunque il gruppo dirigente dell’U.S.I. fosse, salvo poche eccezioni, interventista, le Camere del lavoro e I lavoratori che le seguivano si schierarono in maggioranza contro la guerra.
Nuovo segretario dell’U.S.I. venne eletto Borghi e l’associazione, sorretta dalla corrente del sindacalismo “puro” di Alibrando Giovan netti nonché da quella socialista rivoluzionaria di Nicola Modugno, Antonio Negro (v.) e altri, trasferì la sede a Bologna (da qui, dopo il Congresso di Parma nel dicembre 1919,
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