Brano: Unione dei Lavoratori Italiani
Dopo il 25 luglio, coerentemente con la propria posizione già chiaramente espressa fin dal maggio (Unione di uomini e non aggregato di partiti, in “La Voce del popolo” n. 2, 15.5.1943) e in polemica con il P.C.I., che proponeva un comitato interpartitico, l’U.L.I. si schierò contro la ricostituzione dei partiti, proponendo a sua volta: « un UNICO organismo in cui, rispettata la particolare formazione politica e culturale del singoli, tutti possano comprendersi e rispettarsi, e ove nessuno cerchi di prevalere; organismo in cui le varie tendenze si completino e si armonizzino a vicenda, in cui I compiti direttivi siano affidati ai più onesti ed ai più capaci ». (Unione definitiva
0 collaborazione provvisoria?, in “La Voce del popolo” n. 4, luglio 1943).
Il 27.8.1943, comunque, dopo una serie di riunioni per esaminare la situazione venutasi a creare[...]
[...]i, e ove nessuno cerchi di prevalere; organismo in cui le varie tendenze si completino e si armonizzino a vicenda, in cui I compiti direttivi siano affidati ai più onesti ed ai più capaci ». (Unione definitiva
0 collaborazione provvisoria?, in “La Voce del popolo” n. 4, luglio 1943).
Il 27.8.1943, comunque, dopo una serie di riunioni per esaminare la situazione venutasi a creare dopo gli avvenimenti del 25 luglio, il Comitato centrale dell’U.L.I. deliberò di costituire il movimento in partito politico, demandando ad apposite commissioni di studio il compito di redigere uno schema provvisorio di programma che avesse alla sua base la già nota “Dichiarazione dei Principii”. Nel settembre l’U.L.I. aderì al comitato interpartitico proposto dal P.C.I., una specie di C.L.N. che prese il nome di Fronte nazionale e al quale (a parte il P.C.I. e l'U.L.I.)
1 rappresentanti degli altri partiti, che non si erano ancora ricostituiti, aderirono solo a livello personale. Ai membri del Fronte nazionale fu affidata l'organizzazione delle formazioni armate e la raccolta dei mezzi necessari alla loro sussistenza. Da esso dipendeva direttamente un Esecutivo militare composto da ufficiali sotto la responsabilità del maggiore Giusto Tolloy (v.), esponente del piccolo gruppo (una mezza dozzina di persone) “Popolo e Libertà”, raccolto intorno al bollettino omonimo e molto vicino alle posizioni deH'U.L.L
Il Fronte nazionale ebbe vita breve. Un primo co[...]
[...]sto Tolloy (v.), esponente del piccolo gruppo (una mezza dozzina di persone) “Popolo e Libertà”, raccolto intorno al bollettino omonimo e molto vicino alle posizioni deH'U.L.L
Il Fronte nazionale ebbe vita breve. Un primo contrasto sorse quando aH'interno del P.C.I. venne a prevalere l’idea della guerriglia, che si poneva in contraddizione con l'impostazione proposta dall'Esecutivo e sostenuta dall’U.L.1.. Apertamente ostile alla monarchia, l’U.L.I. rifiutava la lotta armata in quanto allineamento sulla posizione degli Alleati che sostenevano la monarchia.
Secondo l’U.L.I., era necessario non Immischiarsi nella guerra, poiché: « I tedeschi combattono in Italia la “loro” guerra, così come combattono la “loro” gli Inglesi e gli americani. Nessuno di essi, come è giusto e come è logico, si batte per noi: né dobbiamo lamentarcene ». {La nostra guerra, In “La Voce del popolo” n. 9, 20.12.1943).
Premesso ciò, non restava agli anti
fascisti che attendere lo svolgersi degli eventi praticando e diffondendo la non collaborazione con qualsiasi governo che non fosse diretta espressione della volontà popolare. In una riunione tenutasi a Cesena nello studio dell’avvoca[...]
[...] è giusto e come è logico, si batte per noi: né dobbiamo lamentarcene ». {La nostra guerra, In “La Voce del popolo” n. 9, 20.12.1943).
Premesso ciò, non restava agli anti
fascisti che attendere lo svolgersi degli eventi praticando e diffondendo la non collaborazione con qualsiasi governo che non fosse diretta espressione della volontà popolare. In una riunione tenutasi a Cesena nello studio dell’avvocato Federico Comandini il 18.10.1943, l’U.L.I. comunicò il ritiro dei propri rappresentanti dal Fronte nazionale. Si produsse da quell'epoca un processo di rapida disgregazione del movimento. La successiva nascita del Partito italiano del lavoro (v.), avvenuta nel gennaio 1944, raccolse parte dei militanti deN'U.L.I. e gli aderenti al movimento “Popolo e Libertà”.
La posizione del P.I.L. nei confronti della lotta armata rimase, almeno in un primo momento, identica a quella dell'U.L.L II principio della non collaborazione fu tuttavia superato nella primavera 1944, allorché i dirigenti del P.I.L. chiesero ufficialmente di entrare a far parte del
C.L.N.. La successiva partecipazione alla lotta armata fu poi realizzata nelle fila dell’8a Brigata Garibaldi “Romagna” (v.).
Questo mutamento di rotta fu chiaramente espresso nei due articoli intitolati Unità d'azione, apparsi nei primi due numeri di La Vo[...]