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Il segmento testuale U.L.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 216

Brano: Unione dei Lavoratori Italiani

Dopo il 25 luglio, coerentemente con la propria posizione già chiaramente espressa fin dal maggio (Unione di uomini e non aggregato di partiti, in “La Voce del popolo” n. 2, 15.5.1943) e in polemica con il P.C.I., che proponeva un comitato interpartitico, l’U.L.I. si schierò contro la ricostituzione dei partiti, proponendo a sua volta: « un UNICO organismo in cui, rispettata la particolare formazione politica e culturale del singoli, tutti possano comprendersi e rispettarsi, e ove nessuno cerchi di prevalere; organismo in cui le varie tendenze si completino e si armonizzino a vicenda, in cui I compiti direttivi siano affidati ai più onesti ed ai più capaci ». (Unione definitiva

0 collaborazione provvisoria?, in “La Voce del popolo” n. 4, luglio 1943).

Il 27.8.1943, comunque, dopo una serie di riunioni per esaminare la situazione venutasi a creare[...]

[...]i, e ove nessuno cerchi di prevalere; organismo in cui le varie tendenze si completino e si armonizzino a vicenda, in cui I compiti direttivi siano affidati ai più onesti ed ai più capaci ». (Unione definitiva

0 collaborazione provvisoria?, in “La Voce del popolo” n. 4, luglio 1943).

Il 27.8.1943, comunque, dopo una serie di riunioni per esaminare la situazione venutasi a creare dopo gli avvenimenti del 25 luglio, il Comitato centrale dell’U.L.I. deliberò di costituire il movimento in partito politico, demandando ad apposite commissioni di studio il compito di redigere uno schema provvisorio di programma che avesse alla sua base la già nota “Dichiarazione dei Principii”. Nel settembre l’U.L.I. aderì al comitato interpartitico proposto dal P.C.I., una specie di C.L.N. che prese il nome di Fronte nazionale e al quale (a parte il P.C.I. e l'U.L.I.)

1 rappresentanti degli altri partiti, che non si erano ancora ricostituiti, aderirono solo a livello personale. Ai membri del Fronte nazionale fu affidata l'organizzazione delle formazioni armate e la raccolta dei mezzi necessari alla loro sussistenza. Da esso dipendeva direttamente un Esecutivo militare composto da ufficiali sotto la responsabilità del maggiore Giusto Tolloy (v.), esponente del piccolo gruppo (una mezza dozzina di persone) “Popolo e Libertà”, raccolto intorno al bollettino omonimo e molto vicino alle posizioni deH'U.L.L

Il Fronte nazionale ebbe vita breve. Un primo co[...]

[...]sto Tolloy (v.), esponente del piccolo gruppo (una mezza dozzina di persone) “Popolo e Libertà”, raccolto intorno al bollettino omonimo e molto vicino alle posizioni deH'U.L.L

Il Fronte nazionale ebbe vita breve. Un primo contrasto sorse quando aH'interno del P.C.I. venne a prevalere l’idea della guerriglia, che si poneva in contraddizione con l'impostazione proposta dall'Esecutivo e sostenuta dall’U.L.1.. Apertamente ostile alla monarchia, l’U.L.I. rifiutava la lotta armata in quanto allineamento sulla posizione degli Alleati che sostenevano la monarchia.

Secondo l’U.L.I., era necessario non Immischiarsi nella guerra, poiché: « I tedeschi combattono in Italia la “loro” guerra, così come combattono la “loro” gli Inglesi e gli americani. Nessuno di essi, come è giusto e come è logico, si batte per noi: né dobbiamo lamentarcene ». {La nostra guerra, In “La Voce del popolo” n. 9, 20.12.1943).

Premesso ciò, non restava agli anti

fascisti che attendere lo svolgersi degli eventi praticando e diffondendo la non collaborazione con qualsiasi governo che non fosse diretta espressione della volontà popolare. In una riunione tenutasi a Cesena nello studio dell’avvoca[...]

[...] è giusto e come è logico, si batte per noi: né dobbiamo lamentarcene ». {La nostra guerra, In “La Voce del popolo” n. 9, 20.12.1943).

Premesso ciò, non restava agli anti

fascisti che attendere lo svolgersi degli eventi praticando e diffondendo la non collaborazione con qualsiasi governo che non fosse diretta espressione della volontà popolare. In una riunione tenutasi a Cesena nello studio dell’avvocato Federico Comandini il 18.10.1943, l’U.L.I. comunicò il ritiro dei propri rappresentanti dal Fronte nazionale. Si produsse da quell'epoca un processo di rapida disgregazione del movimento. La successiva nascita del Partito italiano del lavoro (v.), avvenuta nel gennaio 1944, raccolse parte dei militanti deN'U.L.I. e gli aderenti al movimento “Popolo e Libertà”.

La posizione del P.I.L. nei confronti della lotta armata rimase, almeno in un primo momento, identica a quella dell'U.L.L II principio della non collaborazione fu tuttavia superato nella primavera 1944, allorché i dirigenti del P.I.L. chiesero ufficialmente di entrare a far parte del

C.L.N.. La successiva partecipazione alla lotta armata fu poi realizzata nelle fila dell’8a Brigata Garibaldi “Romagna” (v.).

Questo mutamento di rotta fu chiaramente espresso nei due articoli intitolati Unità d'azione, apparsi nei primi due numeri di La Vo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 287

Brano: [...]luzionario di Ruggero Zangrandi, che si formarono e tentarono di operare e di distinguersi programmaticamente dalle altre formazioni antifasciste nella crisi del regime mussoliniano; se ne differenziò tuttavia per la sua base tipicamente regionale e per una struttura associativa che, pur essendo piuttosto esigua, risultò abbastanza compatta e attiva.

Nel P.I.L. confluirono due movimenti precedenti: la romagnola Unione dei lavoratori italiani (U.L.I.), organismo interpartitico sorto già alla vigilia della guerra e abbastanza influente nel Forlivese e nel Ravennate fino al 25.7.1943, su una base repubblicana e con adesioni

socialiste; e il movimento Popolo e Libertà, promosso da un gruppo di giovani, per la maggior parte reduci dalla campagna d’Albania, che nell’autunno del 1941 e nell’estate del 1942 avevano scritto e diffuso due manifesti (Agli Italiani e Ai migliori degli italiani]. Quando, con la definitiva ripresa dell’organizzazione dei partiti repubblicano, socialista e comunista, la U.L.I. entrò in crisi perdendo in gran parte i[...]

[...]el Ravennate fino al 25.7.1943, su una base repubblicana e con adesioni

socialiste; e il movimento Popolo e Libertà, promosso da un gruppo di giovani, per la maggior parte reduci dalla campagna d’Albania, che nell’autunno del 1941 e nell’estate del 1942 avevano scritto e diffuso due manifesti (Agli Italiani e Ai migliori degli italiani]. Quando, con la definitiva ripresa dell’organizzazione dei partiti repubblicano, socialista e comunista, la U.L.I. entrò in crisi perdendo in gran parte il suo carattere di embrionale fronte antifascista, nel novembredicembre si passò alla fusione dei due gruppi e si tentò di dar vita al nuovo « partito »: il P.I.L. ereditò così l’ideologia del movimento Popolo e Libertà (e « Popolo e libertà » fu difatti il suo motto) e la base residua, prevalentemente mazziniana, delI’U.L.I.

Sul piano ideologico sussistettero nella nuova formazione politica varie stratificazioni: distinzione dai partiti di provenienza liberale come da quelli di provenienza marxista; pregiudiziale (o quasi) repubblicana; rivoluzione ugualitaria, ma rifiuto della società comunista per una « società di uomini liberi »; e, più in generale, incrocio e intreccio del tradizionale repubblicanesimo romagnolo e di un socialismo libertario e democratizzante. Quelle erano del resto le posizioni già espresse dalla stampa dei due gruppi confluiti nel P.I.L.: gli opuscoli Movimento «Popolose Libertà» (ne usc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 168

Brano: [...]ò un attesismo di « sinistra », rappresentato

da gruppi estremisti, settari, anarchici; alcuni facenti capo al periodico Prometeo, altri a fogli clandestini diversi. Per tutti costoro, i lavoratori dovevano estraniarsi da una guerra che non era la loro, da un conflitto in corso tra forze imperialiste contrapposte: quindi non dovevano partecipare alla lotta partigiana.

Di un certo rilievo fu la vicenda di una Unione dei Lavoratori Italiani (U.L.I.) costituitasi in Romagna con l'ambizioso programma di realizzare un fronte antifascista al disopra dei partiti democratici. Sino al 25 luglio la U.L.I. aveva svolto una positiva funzione politica neM'organizzare forze antifasciste e, I'8 settembre, aveva anche aderito al C.L.N.. Ma ne era uscita quasi subito, asserendo che combattere contro i tedeschi significava in pratica servire la monarchia; e che non vi era differenza alcuna tra gli Alleati e i tedeschi: « I tedeschi proteggono Mussolini, gli Alleati il re ». Giusto Tolloy, segretario di quel movimento, e Rino Spada sostenevano: « Monarchia e fascismo sono la stessa cosa e perciò restiamo neutrali ».

Il movimento venne trasformato in partito; Tolloy ne fu il segretario e provvide a s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 85

Brano: [...]opolo e libertà.

Nella Resistenza

Dopo I'8.9.1943 l’attività di Tolloy fu diretta a promuovere un fronte antifascista più vasto, coinvolgendo un movimento clandestino chiamato Unione dei lavoratori italiani [U. L.I.), nato poco prima della guerra e diffuso nelle province di Forlì e Ravenna tra i superstiti gruppi di repubblicani e socialisti. Per sua iniziativa, nel gennaio 1944 si arrivò alla fusione del movimento “Popolo e Libertà” con l’U.L.I. e alla fondazione del Partito italiano del lavoro [P.I.L.).

Ideologicamente, il P.I.L. era la risultante di un « incrocio e intreccio del tradizionale repubblicanesimo romagnolo e di un socialismo libertario e democratizzante », che propugnava una « società di uomini liberi » e una « ri

voluzione ugualitaria » per unificare le energie della nazione ed avviare un radicale cambiamento politico sociale (v. Lavoro, Partito italiano del).

Dal P.I.L. al P.S.I.U.P.

Dopo una prima fase attesistica e antiunitaria, Tolloy si adoperò a stabilire contatti con gli altri partiti antifascisti, s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 215

Brano: [...]ell’lstria e di Fiume celebra I 25 anni di vita, in Supplemento de “La Voce del Popolo”, Fiume, 25V1969; L'Unione degli Italiani nella LPL, ne “La Voce del Popolo”, 25VII1975; Nel 35° anniversario della fondazione

dell'Unione degli Italiani, in Documenti, “La Voce del Popolo”, 1617VI1979; UIIF, profilo storico dell'Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume, volume trilingue, Edit. Fiume, 1984.

G.Sco.

Unione dei Lavoratori Italiani

U.L.I.. Movimento politico antifascista nato in Romagna intorno al 1938 da elementi di tendenza repubblicana o liberalsocialista accomunati da un atteggiamento molto critico nei confronti dei partiti che, con le loro divisioni, avevano favorito l'avvento del fascismo. A parte qualche appendice a Milano, Bologna, Ferrara e Modena, il movimento ebbe diffusione esclusivamente in Romagna, soprattutto a Cesena e a Forlì (v.). Qui, almeno fino alla fine del

1943, fu un importante punto di riferimento per molti antifascisti di diverso orientamento politico che, non riconoscendosi nel P.C.I. e non essend[...]

[...]una loro collocazione. Fra i suoi fondatori ricordiamo: Francesco Lami, Giuseppe Casadei, Mario Laghi, Primo Stefani, Bruno Angeletti e Gustavo Dal Pozzo di Forlì; Arnaldo Guerrini (v.) e Laudon Gaudenzi di Ravenna; Virgilio Neri (v.), Bruno Nadiani e Giuseppe Billi di Faenza; Vincenzo Cicognani e i fratelli Orsini di Lugo; Pietro Spada, Otello Magnani e Federico Comandini di Cesena; Rinaldo Band ini di Castiglione di Cervia.

La proposta dell’U.L.I. era quella di costituire un’organizzazione capace di unire sul piano operativo uomini di tutte le correnti antifasciste, sulla base di un generico programma rivoluzionario esposto nella Dichiarazione dei Principii e pubblicato sul numero 4 (luglio 1943) del periodico La Voce del popolo, organo clandestino del movimento.

Il programma prevedeva: l'abolizione del regime monarchicofascista; la confisca Irimediata di tutte le grandi proprietà di qualunque natura e il loro trasferimento in uso ai lavoratori manuali ed intellettuali; la cessione graduale delle aziende minori alla gestione diretta[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine U.L.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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