Brano: [...]N. a Madrid il 15.10.1869, m. a Parigi il 23.3.1946. Di famiglia poverissima, nel 1877 lavorò come apprendista in una fàbbrica cartotecnica, e in seguito come stuccatore, attività che esercitò fino al 1904, Iscrittosi nel 1890 ai sindacati, nel 1894 aderì al partito socialista. Partecipò alla lotta politica, divenne segretario e poi presidente della Casa del popolo di Madrid, membro della Commissione esecutiva dell’Union General de Trabajadores (U.G.T.). La sua opposizione alla politica governativa gli costò quattro deportazioni, rispettivamente nel 1909, nel
1911, nel 1916 e nel 1917. Condannato a morte nel 1917 per avere diretto un grande sciopero, la pena gli venne commutata in ergastolo, ma eletto deputato alle Cortes nel
1918 fu amnistiato.
Sotto la dittatura di Primo de Rivera fu tra i dirigenti deH’U.G.T. e pubblicò un libro che ebbe larga risonanza nel socialismo europeo: Passato, presente e futuro della U.G.T.. Fece parte del Comitato rivoluzionario repubblicano che contribuì al rovesciamento della monarchia e nel 1931 fu deputato alle Cortes costituenti. Rappresentò le organizzazioni dei lavoratori nel Consiglio di amministrazione del Bureau International du Travail (v.) e fu ministro del Lavoro nel governo di Azana (193132). Rieletto alle Cortes nel 1933, partecipò al movimento rivoluzionario delle Asturie dell’ottobre 1934, fallito il quale venne incarcerato e processato dal Consiglio supremo della guerra e della marina, ma infine assolto.
Nella guerra civile
Nelle elezioni politiche del 1[...]
[...]lteplici forze centrifughe del socialismo spagnolo, il temperamento centralizzatore e ambizioso (voleva tutto il controllo militare nelle sue mani) provocarono molte critiche nei suoi confronti e alimentarono seri contrasti nel governo. Nella discussione che ne seguì C. sostenne la necessità di sostituire il governo del Fronte popolare (formato dai partiti antifa
scisti) con un governo essenzialmente sindacalista, con la C.N.T. anarchica e la U.G.T.. Il dissenso sfociò nelle sue dimissioni e nella costituzione di un governo presieduto da Juan Negrin (17.5.1937), già ministro delle Finanze. Uscito dal governo, C. assunse un atteggiamento polemico e di opposizione; al patto d’unità d’azione che era stato concluso tra i comunisti e i socialisti rispose con la stipulazione di un patto di unità tra l’U.G.T. e la Confederación Nacional del Trabaio anarchica. Nell’U.G.T. cercò di instaurare una sorta di dittatura personale. Per liquidare l’opposizione fece espellere dalla U.G.T. le federazioni sindacali dirette dai comunisti e dai socialisti (29 su 42), motivando la decisione col pretesto che queste federazioni non sarebbero state in regola nel pagamento delle quote.
Dopo la caduta della repubblica riparò in Francia. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi lo deportarono a Oranienburg, dove venne liberato nell’aprile 1945 dall’Armata Rossa. Ritornato a Parigi, vi trascorse gli ultimi mesi della sua vita.
A proposito della sua esperienza ministeriale C. scrisse: « La democrazia borghese non è che una impalcatura di parole. Ve lo dice un uomo che è stato mi[...]