Il segmento testuale Turchia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 504Analitici , di cui in selezione 47 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici) |
da g. l., Turchia. La risposta militare in KBD-Periodici: Rinascita 1971 - 3 - 19 - numero 12
Brano: TURCHIA
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La democrazia turca non è un modello di grande prestigio. Debole nelle sue strutture, fragile nelle sue volontà politiche, fortemente corrotta, essa ha una componente autoritaria e antipopolare che è determinante. E' stato del resto il governo Demirel . a essere il protagonista della repressione in atto in Turchia e a chiedere i poteri speciali con la sospensione della Costituzione. D'altro canto i militari sono stati da sempre una componente fondamentale del sistema politico turco. Per molti versi essi si sono sempre presentati come la componente « moderna » di un paese arretrato, un « gruppo sociale » omogeneo (con caratteristiche di casta), che si riservava poteri speciali di intervento laddove l'ordine — secondo il proprio schema — fosse turbato.
Altre colte questa caratteristica dell'esercito turco può avere giocato — nel vuoto delle forze politiche — un ruolo positivo, e non a caso vi è stata se[...] [...]le scuole NATO, per i quali la componente strategica, politica e militare, dell'Alleanza atlantica è il primo riflesso condizionato che orienta la loro iniziativa.
Le due componenti, ammodernatrice e atlantica, sono entrambe presenti nell'iniziativa che hanno preso i militari. Si fa in questo senso un gran parlare di riforme che i politici, corrotti e clientelari, non sarebbero in grado di portate avanti, oppure della necessità di far uscire la Turchia dalla sua gigantesca arretratezza. E probabilmente vi sono degli ufficiali che hanno in mente questi progetti. Tuttavia è la seconda componente per ora a dominare la scena: quella atlantica. La Turchia — lo si rilevava nel numero precedente di Rinascita è giunta a un punto di crisi. E' percorsa da inquietudini e tensioni, dal ribollire di lotte che investono le università, le fabbriche e che cominciano a lambire una da sempre immobile campagna. L'inflazione e i prezzi sono in ascesa, l'industria e l'agricoltura sono stagnanti: il paese rivela non tanto una congiuntura sfavorevole, quanto i vizi di fondo di una economia semicoloniale e quindi condannata a spaventosi squilibri e a una perdurante arretratezza. In altri termini ciò che emerge dalla scadenza di avvenimenti convulsi è il prezzo c[...] [...]ono le università, le fabbriche e che cominciano a lambire una da sempre immobile campagna. L'inflazione e i prezzi sono in ascesa, l'industria e l'agricoltura sono stagnanti: il paese rivela non tanto una congiuntura sfavorevole, quanto i vizi di fondo di una economia semicoloniale e quindi condannata a spaventosi squilibri e a una perdurante arretratezza. In altri termini ciò che emerge dalla scadenza di avvenimenti convulsi è il prezzo che la Turchia paga alla dominazione economica imperialista (in particolare quella americana), con, di rimbalzo, quella politica e militare.
Di questo il paese sta assumendo sempre più coscienza. Ebbene, per quanto potenziale fosse ancora il pericolo per l'imperialismo, per quanto incerta fosse la prospettiva e deboli ancora le forze scese in campo, è tuttavia apparso chiaro che si poteva, anche a breve scadenza, determinare una situazione intollerabile. Di qui la richiesta di un « governo forte » capace di stroncare « l'anarchia », ridare sicurezza e stabilità a una delle cerniere della NATO nel bacino me[...] [...]crisi turca, già dominata dall'intervento militare, ciò che colpisce è la costante di una certa risposta interna che viene data in tutti i paesi che hanno vincoli di alleanza e sudditanza con gli americani. Ovunque dal sudest asiatico all'America latina e all'Africa — in. condizioni diverse e persino con ruoli diversi degli eserciti — lo sbocco è quello di una risposta autoritaria e repressiva: il contrario della espansione della democrazia.
In Turchia forse si potrà ancora salvare una certa forma senza arrivare a un governo militare diretto. Ma, si tratta appunto di forma.
g. I.
Sunset's Boulevard
« Le truppe sudvietnamite hanno abbandonato le basi di artiglieria "Liz", la base di elicotteri "Sophia" e si accingono a lasciare la munitissima base "Lollo" » (dai giornali).
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da senza firma, Dopo Cipro un governo provvisorio [sopratitolo: Turchia] in KBD-Periodici: Rinascita 1974 - 11 - 22 - numero 46
Brano: TURCHIA
Dopo Cipro
un governo
provvisorio
Sadi Irmak
Aprendo la crisi di governo due mesi fa, il primo ministro turco Bulent Ecevit mirava a un obiettivo fondamentale: giungere presto alle elezioni, prima che l'« entusiasmo di massa » per la « vittoria di Cipro » potesse in qualche misura affievolirsi. Protagonista dell'intervento nel « triangolo » turcocipriota, Ecevit conta di ricevere, da un voto anticipato, una specie di plebiscito per il suo partito e soprattutto per la sua persona. A prima vista, il. calcolo è risultato fondato: i tentativi, forse solo apparenti, di dar vita a un governo [...] [...] entusiasmo di massa » per la « vittoria di Cipro » potesse in qualche misura affievolirsi. Protagonista dell'intervento nel « triangolo » turcocipriota, Ecevit conta di ricevere, da un voto anticipato, una specie di plebiscito per il suo partito e soprattutto per la sua persona. A prima vista, il. calcolo è risultato fondato: i tentativi, forse solo apparenti, di dar vita a un governo parlamentare stabile sono falliti e l'incarico di portare la Turchia alle elezioni anticipate è stato affidato a un gabinetto di tecnici accompagnati da una équipe di senatori e deputati del minoritario Partito repubblicano della salvezza, il quale — per quanto di diverso orientamento e differente collocazione sociopolitica rispetto al Partito repubblicano del popolo — dà garanzie sufficienti a Ecevit che il processo verso le elezioni avverrà senza grosse minacce.
In realtà non è per niente scontato che tutto vada secondo i piani previsti due mesi fa dal dimissionario leader turco. Il nuovo premier Sadi Irmak ha fatto alcune dichiarazioni, subito dopo l'inves[...] [...]fficienti a Ecevit che il processo verso le elezioni avverrà senza grosse minacce.
In realtà non è per niente scontato che tutto vada secondo i piani previsti due mesi fa dal dimissionario leader turco. Il nuovo premier Sadi Irmak ha fatto alcune dichiarazioni, subito dopo l'investitura, che sono abbastanza difficili da interpretare, o almeno appaiono sotto diversi punti di vista polivalenti. Ha detto che suo compito sarà quello di preparare la Turchia « alle nuove elezioni, se il Parlamento deciderà di convocarle », Immediatamente dopo ha fatto sapere che il governo parlamentare che ci si era proposti di creare non è stato costituito proprio perché in seno ai rami del Parlamento non esisteva « univocità di intenti su vari problemi, com. preso quello di arrivare alle votazioni generali a breve scadenza ».
Ammesso poi, come è del resto pro babile, che si arrivi davvero alla convocazione delle elezioni, chi può dire che quando esse si svolgeranno il prestigio del dimissionario Ecevit e del suo partito resterà quello che era nell'estate? L'en[...] [...]roprio perché in seno ai rami del Parlamento non esisteva « univocità di intenti su vari problemi, com. preso quello di arrivare alle votazioni generali a breve scadenza ».
Ammesso poi, come è del resto pro babile, che si arrivi davvero alla convocazione delle elezioni, chi può dire che quando esse si svolgeranno il prestigio del dimissionario Ecevit e del suo partito resterà quello che era nell'estate? L'entusiasmo nazionalistico può essere in Turchia un coefficiente rimarchevole nel determinare massicci voti verso l'uomo che qualche giornale, nell'estate scorsa, non ha esitato 'a definire il nuovo Ataturk; tuttavia sulla Turchia gravano anche problemi sociali ed economici di notevole serietà e non è detto che a beneficiare del malcontento popolare possa essere il Partito della giustizia, di cui è nota l'abilità demagogica, anche se basata — come si sa — su orientamenti nettamente conservatori. Cosicché la Turchia è ora entrata in una fase interlocutoria che potra non essere di « normale amministrazione » come vorrebbero far credere le dichiarazioni di Sadi Irmak.
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da senza firma, Il turco in Italia in KBD-Periodici: Rinascita 1963 - 3 - 23 - numero 12
Brano: La settimana
Il turco in Italia
La settima
na scorsa ha avuto luogo la visita del ministro degli Esteri di Turchia, sig. Erkin. II viaggio in Italia del
ministro degli Esteri turco, il quale si è incontrato a lungo con i governanti . italiani, compreso Segni, si inquadra nella cornice di un rafforzamento dei legami e dei contatti fra i paesiPolaris. Come è noto, sia l'Italia che la Turchia sono in questo periodo al centro delle attenzioni politicomilitari americane, essendo entrambe in teressate da vicino ai nuovi principi della strategia nucleare statunitense. Sia l'Italia che la Turchia, infatti, sono dotate di basi per missili terrestri Jupiter. E sia l'Italia che la Turchia, attualmente, sono punti focali della strategia dei sottomarini Polaris, e attendono di sostituire le basi terrestri con le nuove basi flottanti. I colloqui romani di Erkin, dunque, sono partiti da questa « comunanza di interessi » militari che, tuttavia, dal punto di vista finanziario, si sostanziano differentemente, per l'Italia e per la Turchia. L'Italia, infatti, è uno di quei paesi « più progrediti » che, secondo i principi «solidaristici» della NATO (rilanciati con fervore dal ministro Andreotti sulla sua rivista) sono « tenuti » a prestare assistenza a quei paesi NATO « meno pro grediti » che, fino a ieri, contavano, per le spese militari, solo sul loro bilancio e su quello degli Stati Uniti. Ed ecco il ministro degli Esteri turco che viene in Italia per ottenere prestiti idonei ad integrare le potenti spese militari che la trasformazione della strategia nucleare americana comporta. La settimana scorsa ha visto, oltrechè la conv[...]
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da Taylan Ozgur, Turchia. Repressione senza riforme in KBD-Periodici: Rinascita 1971 - 5 - 7 - numero 19
Brano: Repressione
senza riforme
di Taylan Ozgur
Ankara, maggio. — E' assai significativo che il governo turco abbia varato lo stato d'assedio con l'arrivo di Rogers: uno dei punti cruciali dello scontro politico e sociale risiede infatti proprio nel collegamento della Turchia con la NATO, ossia nella sua totale dipendenza dagli USA. Non a caso alcuni dei più clamorosi atti della sinistra turca sono partiti proprio dalla latta alle basi americane nel paese.
Tuttavia questo non basta a motivare lo stato d'assedio. Il punto è che a poco più di un mese dal putsch militare che ha provocato la caduta del governo Demirel e la formazione del governo di « unità nazionale » di Nihat Erim, la crisi invece non pare per nulla risolta.
Il governo Erim, che come si sa, è costituito da esponenti del Partito della giustizia (il partito del deposto Demirel), del Partito repubblic[...] [...]prevede fra l'altro la durata fino ad un mese del fermo di polizia ed una pena da sei mesi a cinque anni di reclusione per chi diffonde notizie atte a turbare l'ordine pubblico. Per le altre « riforme », nella discussione in Parlamento sulio stato d'assedio, il 28 aprile, il presidente Erim ha chiesto tempo e pazienza agli elementi progressisti probabilmente con la riserva mentale che, passate le leggi sull'ordine pubblico, non ci saranno più in Turchia elementi progressisti a piede libero che possano
La Commedia
« Il manifesto di punta (del PRI) per la campagna elattorale alle amministrative del prossimo 13 giugno (una tiratura di 60 mila copie) reca, bianco su fondo verde, in alto, una citazione dantesca: ... mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita ». (da Panorama)
' Da Quarto
ad Arzachena
«Tra i vari aspetti del genio di Garibaldi c'era stato anche quello di scoprire gli splendori e i profumi della Costa Smèralda un secolo prima dell'Aga Khan ». (da un articolo di Guido Calogero su Panorama)
chiedergliene c[...] [...] addotte dal presidente
del Consiglio: egli ha detto che era assolutamente necessario lottare contro
gli « opposti estremismi », contro la violenza « da qualunque parte venga », e infine che era necessario procedere a una revisione costituzionale dando più potere all'esecutivo (prurigine singolare. per un governo istallato dai militari). A completare il quadro è venuto l'annuncio che il governo turco ha chie sto a quello francese di inviare in Turchia alcuni esperti anticasseurs.
Ma le misure repressive cadono nel vuoto: dopo l'arresto di Deniz Gezmis,
indicato quale capo dell'esercito di liberazione turco e portato davanti al le telecamere da un trionfante e sarcastico ministro degli Interni, le bombe sono più numerose e potenti di prima, mentre i contadini si chiedono se Gezmis sia un nuovo Ataturk. Lo sbocco politico al malcontento popolare per le condizioni di miseria e arretratezza del paese si allarga infatti a strati finora strumentalizzati dalla reazione e dal fanatismo religioso, toccando gli edili, il proletariato delle borgate[...] [...]derna.
Il « progressismo » del governo Erim si esaurisce tutto nella eliminazione (se pure cio gli sarà consentito) di alcuni residui feudali a vantaggio dei. grandi monopoli economici stranieri e, subordinatamente, locali. Si esaurisce cioè in un ritardato tentativo riformista e ammodernatore, che non ha respiro dato il grado delle contraddizioni di fondo apertesi. Di fronte alle cause oggettive dell'approfondirsi della crisi socioeconomica in Turchia il governo Erim, con l'attuale formula e nonostante l'apparato autoritario, è nei fatti impotente.
Se ha una forza essa gli proviene dalla debolezza attuale della sinistra. Questa, perseguitata da decenni, non ha trovato ancora un punto di coagulo o se si vuole una strategia completa di lotta. Per ora l'autoritarismo provoca un aumento dell'attività terroristica, ossia un complesso di azioni decise e coraggiose, di presenza attiva che impedisce al governo di varare i suoi piani repressivi. Ma non ha ancora una piattaforma chiara di iniziativa politica. Cosciente di questi limiti la sinistra [...]
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da Massimo Robersi, Fra Ankara, Riad e Kartum [sopratitolo: La difficile ricerca di una stabilità] in KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 11 - 14 - numero 45
Brano: [...]iente. Sono avvenimenti, come meglio specificheremo, dal valore e dal significato diversi, che si riferiscono a situazioni ineguali ed a paesi parecchio distanti tra loro tanto geograficamente, quanto politicamente; tuttavia, in tale varietà, crediamo possibile cogliere qualche elemento unitario, qualche collegamento di fondo degno di essere sottolineato.
Un primo fatto su cui è opportuno soffermarsi è iI viaggio del ministro degli Esteri della Turchia, Cemal Erkin a Mosca nella prima settimana di novembre. La visita — la prima de] genere che un'autorità turca compia nell'URSS dalla fine della guerra — insieme con la interpretazione che ne hanno data i giornali più influenti di Ankara ed Istanbul è una conferma evidente della svolta a nella politica estera della Turchia di cui si parla da molti mesi. Di fronte al fallimento dei programmi governativi per Cipro, di fronte alla crisi politicoeconomica ehe travaglia permanentemente U paese, di fronte ai sempre più preoccupanti scricchiolii che si sentono all'interno della NATO, i dirigenti turchi hanno cominciato a rivedere — poco importa se volenti o nolenti — il loro orientamento tradizionale. s'
Certo la visitä di Erkin a Mosca e a Leningrado e le sue conversazioni con i responsabili della politica estera sovietica non possono ancora essere giudicati preludio d'un assestamento della Turchia su posizioni di n[...] [...]nomica ehe travaglia permanentemente U paese, di fronte ai sempre più preoccupanti scricchiolii che si sentono all'interno della NATO, i dirigenti turchi hanno cominciato a rivedere — poco importa se volenti o nolenti — il loro orientamento tradizionale. s'
Certo la visitä di Erkin a Mosca e a Leningrado e le sue conversazioni con i responsabili della politica estera sovietica non possono ancora essere giudicati preludio d'un assestamento della Turchia su posizioni di neutralismo vero e proprio: Comunque il senso principale di questa missione, che si inserisce in un piú ampio travaglio dell'intero mondo politico turco, è quello del riconoscimento che nuove strade possono aprirsi davanti el paese e che la presenza da un lato dello schieramento degli Stati socialisti, dall'altro degli Stati del neutrali smo positivo "costituisce una realtà di cui è ormai indispensabile tener conto se non si vuol precipitare nel caos della reazione più nera.
Proprio questa ricerca di nuove strade è ciò che contraddistingue il secondo episodio su cui richiamia[...] [...]che hanno retto il potere negli ultimi anni ed i movimenti più avanzati della borghesia in formazione, degli intellettuali e degli Studenti progressisti, dei sindacalisti, dei militari di sinistra: questo c passaggio di consegne a potrebbe in effet. ti avviare il paese verso l'attuazione di quei provvedimenti rinnovatori che Abbud non è stato capace o non ha voluto mettere in pratica.
In conclusione i fatti che in questi giorni si verificano in Turchia, Arabia Saudita e Sudan e che la storia ha voluto porre a brevissima distanza l'uno dall'altro, hanno precise e profonde radici e motivazioni nelle specifiche vicende di ciascun paese e sono il risultato del sommarsi e dei sovrapporsi di particolari questioni e contraddizioni nazionali.
Massimo Rollers!
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da Massimo Robersi, Turchia: una democrazia debole [sopratitolo: L'esperimento parlamentare di Ismet Inonu] in KBD-Periodici: Rinascita - Settimanale ('62/'89) 1962 - numero 13 - luglio - 28
Brano: [...] agitato gli ambienti politici turchi per oltre un mese, sembra aver finalmente trovato una soluzione. Il 7 luglio scorso Ismet Inonu, l'anziano compagno di Kemal Ataturk, è riuscito a formare un nuovo governo che appare leggermente più solido di quello che egli stesso presiedeva sino alla caduta del ministero alla fine di maggio. Infatti il governo attuale, appog giato da tre partiti, repubblicanopopolare (CHP), di cui è presidente Inonu, Nuova Turchia (YTP) e repubblicano nazional contadino (CKMP), e da alcuni indipendenti, si presenta alquanto più oníogeneo rispetto al ministero precedente, che aveva al suo interno una contraddizione palese e insuperabile: era cioè sostenuto sia dal partito repubblicanopopolare, che rappresenta in una certa misura le tendenze innovatrici del colpo di Stato del 27 maggio 1960, sia dal partito della giustizia, che è invece l'erede diretto della politica reazionaria dei Menderes e dei Bayar sbalzati dal potere due anni fa.
L'essere riuscito a raggruppare intorno al governo forze parlamentarj con posizioni [...] [...]inalmente sospinto all'opposizione, chiarendo tosi le posizioni almeno dal punto di vista formale.
Ma in verità gli elementi di maggiore equivocità non derivano dalia pesantezza delle discussioni alla Camera o al Senato, ..ó dalla difficoltà a concordare le vedute tra le personalità di diverso orientamento che si ritrovano nel governo. Come in altri paesi dove il sistema democratico borghese si è sviluppato in modo fortemente lacunoso, anche in Turchia il Parlamento non rappresenta che in maniera molto approssimativa le forze di classe e sociali che si battono per il controllo dello Stato. Da tale situazione derivano i pericoli di scavalcamento delle assemblee parlamentari da parte di questo o quel gruppo, la forte instabilità generale e l'ombra di improvvisi sconvolgimenti che di continuo grava sulla vita pubblica.
Queste condizioni confuse risultano dalle stesse discussioni in atto tra i partiti. A parte il movente della vertenza che ha causato ufficialmente la recente crisi (e cioè l'opposizione del partito repubblicanopopolare ad aderi[...] [...]reo di aver espresso opinioni sfavorevoli per l'immobilismo di Inonu. Da un lato, quindi, Inonu vuol apparire quale propugnatore di un « regime di democrazia basata sui principi rivoluzionari di Ataturk » , dall'altro, invece, continua a mantenere limitatissimi i diritti di organizzazione politica e di azione sindacale e ne deriva che i « rivoltosi » del 22 febbraio, quantunque siano uno dei nuclei più influenti nello schieramento politico della Turchia e uno dei più decisi nel portare avanti le istanze di rinnovamento, sono costretti, dai timori e dalle remore del presente governo ai margini della vita pubblica.
Non solo; occorre aggiungere che la repressione attuata nei confronti degli ufficiali più avanzati, rivela come il governo, controllato dal presidente della repubblica Gursel, il quale non è che l'esponente principale di quei militari moderati che hanno abbattuto Menderes, non sia in effetti altro che uno strumento per tenere a bada gli oppositori che il presidente della repubblica ed i suoi amici hanno all'interno del loro stesso [...] [...]sui più evidenti compromessi?
Infine numerosi dati oscuri riguardano la politica estera. La dichiarazione programmatica recentemente diffusa ribadisce, in sostanza, l'appoggio alla NATO e alla CENTO; tuttavia, in maniera molto significativa, non viene fatto neanche un accenno ai rapporti con il blocco sovietico e con gli Stati neutrali. Sorge perciò il quesito di come sia possibile, per un paese che ha una posizione geografica come quella della Turchia, cercare di eludere una realtà quale quella rappresentata dall'esistenza degli Stati socialisti e neutralisti, semplicemente tacendo. E' possibile che Inonu, il quale nel 1947 ha aperto le porte del paese all'ingerenza militaristica degli Stati Uniti, resista efficacemente oggi alle pressioni degli oltranzisti di destra e venga incontro alle spinte neutralistiche?
I dubbi sulla capacità dell'attuale maggioranza governativa a condurre il paese lungo una strada di progresso armonico paiono in concreto del tutto giustificati. Essa non sembra avere la forza nè di controllare in qualche modo i gr[...]
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da lettera di Mario Colletti, Turchia: la logica della repressione in KBD-Periodici: Rinascita 1972 - 5 - 5 - numero 18
Brano: Turchia: la logica della repressione
Caro direttore,
nel corso di un mio viaggio in Turchia, dal quale sono rientrato pochi giorni fa, ho visto qualcosa che merita riferire. A un anno dal colpo di Stato militare ho visto prigioni piene, arresti indiscriminati, processi politici a catena, incriminazioni di avvocati difensori, condanne a morte pronunciate, altre richieste, insicurezza, un regime che si dibatte nelle sue contraddizioni.
La logica della repressione ha investito il paese nella totalità delle sue strutture. Il fascismo in Turchia ha acuito la crisi economica ed ha creduto di risolverla imponendo la censura sulla stampa, ha sospeso le garanzie costituzionali con il. pretesto di pacificare il paese ed ha alimentato il terrorismo, ha sciolto tutte le organizzazioni giovanili e democratiche, ed ora è costretto a confessare il suo fallimento puntando sullo scioglimento del Parlamento, onde potere arrestare impunemente un centinaio fra deputati e senatori che cercano di mantenere in vita almeno formalmente una qualche opposizione.
In questo clima ed in questa cornice si possono intendere il rapimento e la morte dei tre ing[...] [...]ova gli stessi arresti: 40 venerdì 31 marzo, alla facoltà di scienze politiche dell'università di Ankara, 153 alla facoltà di musicologia, martedì 4 aprile; e continuano gli assassinii, come quello di Koray Dogan che, disarmato, per ammissione della stessa polizia, è ucciso in strada in pieno giorno dalla polizia.
Il popolo turco ha bisogno di pace, di profonde riforme di struttura, di libertà e di confronto; per questo oggi scorre il sangue in Turchia.
Mario Colletti Bologna
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da senza firma, Turchia: le briciole raccolte da Rumor in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 6 - 13 - numero 24
Brano: Turchia : le bricio le
raccolte da Rumor
La visita che il presidente del Consiglio italiano Rumor ha appena compiuto in Turchia era in programma da diverso tempo e ha avuto motivazioni e obbiettivi di varia natura: da parte turca, ottenere la conferma, e se possibile l'aumento, del contributo europeo occidentale allo sviluppo della Turchia e l'accelerazione del programma di associazione alla CEE. Da parte italiana: tastare il polso atlantico dei dirigenti turchi che di tanto in tanto sembrano entrare in vivace polemica con la NATO, o in coincidenza con le periodiche esplosioni della crisi cipriota, o quando si manifestino più acuti i sentimenti antiatlantici della popolazione, inquieta per i troppi limiti che la NATO (Washington) impone alla sovranità del paese. Erano inoltre obbiettivi (raggiunti) della parte italiana: la partecipazione alla costruzione del ponte sul Bosforo e il rafforzamento della cooperazione in campo turis[...] [...] anche contro forze politiche diverse da quelle degli ex menderesiani.
La crisi è tutt'altro che risolta, anche se l'esercito è riuscito a imporre il suo punto di vista che — a giudizio di molti non è stato dettato tanto dalla volontà di difesa della Costituzione quanto dalla sorda e permanente opposizione fra gerarchia militare e classe politica. La quale classe politica ha ora mostrato di considerare la visita di Rumor come un successo della Turchia atlantica di oggi, che gode nel mondo — hanno
scritto i giornali di Ankara di « for
ti amicizie e notevole prestigio ».
Nella foto il premier Demirel
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da Romano Ledda (a cura di), Dossier NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 5 - 9 - numero 19
Brano: [...]La dottrina che la presiedeva era infatti la seguente: « Le forze nazionali sotto comando nazionale dovevano rispondere a comandanti alleati riuniti nello Stato Maggiore alleato ». Le forze « rimangono sotto comando nazionale fino allo scattare di determinati livelli di allarme, per poi passare sotto il comando alleato. La sola eccezione è costituita dalla rete integrata di difesa aerea che copre il comando alleato in Europa, dalla Norvegia alla Turchia orientale. Tale rete è posta in ogni momento sotto mio comando e deve assicurare in permanenza la polizia dello spazio aereo alleato» (generale Lemnitzer).
Si veniva così affermando un criterio di sovranazionalità — nel solo ambito militare — di tale portata che più di uno studioso del diritto si è chiesto fino a che punto fosse legittimo, oltre che politicamente accettabile. Il giurista Alberto Predieri nel suo studio su « Il Consiglio supremo di difesa » (organismo nazionale italiano) si chiede, ad esempio, fino a che punto « integrando la difesa italiana nella NATO », con i suoi organi ch[...] [...]ivo di seminare discordia tra gli alleati ». Non così fecero alcuni alleati europei. A Parigi, il primo ministro norvewese Gerhardsen affermò che « la Norvegia non intendeva ospitare depositi atomici nè missili » soprattutto perchè vi era in Europa un nuovo clima di negoziati che non bisognava lasciar cadere. Varie voci si levarono a sostegno della posizione norvegese. Le proposte di Dulles naturalmente passarono anche se, poi, solo l'Italia, la Turchia, l'Inghilterra e la Germania federale accettarono le basi missilistiche. E' abbastanza significativo che il Piano Radford — destinato a imbottire la NATO di rampe missilistiche e di depositi atomici — venisse accettato proprio nel momento in cui si aprivano alcuni spiragli nel buio della guerra fredda. Grazie a esso, ogni possibilità di negoziato si arenb.
Ma altrettanto significativo è che la NATO divenisse un avamposto della « rappresaglia massiccia », caricatasi nel frattempo della politica di roll back nei confronti dei paesi socialisti, proprio nel momento in cui negli Stati Uniti si in[...] [...]un distacco, di una separazione,
o per lo meno di una manifestazione di automia, per la sproporzione che veniva a crearsi tra gli interessi europei e quelli americani. La contraddizione non fu sciolta per molti anni (e non lo è ancora oggi) perché tutto ruotava intorno all'accettazione dell'egemonia americana.
In realtà i processi che venivano alla luce erano profondi e drammatici. Nell'ottobre del 1951 la NATO si era estesa alla Grecia e alla Turchia, l'una fascista l'altra dominata dalla feroce dittatura di Menderes. Da un lato crollava definitivamente il mito delle « democrazie » atlantiche, già seriamente incrinato dalla presenza portoghese. Dall'altro dal NordAtlantico si arrivava a una dimensione territoriale della NATO che si spingeva fin sotto il Caucaso, attraverso una parte dell'Asia Minore. Le considerazioni militari avevano così pieno sopravvento sugli scrupoli di « civiltà ».
Già nel 1950, del resto, il Senato americano aveva chiesto che con la Turchia, la Grecia, la Germiania federale, anche la Spagna entrasse nella NATO. Fu[...] [...]. Da un lato crollava definitivamente il mito delle « democrazie » atlantiche, già seriamente incrinato dalla presenza portoghese. Dall'altro dal NordAtlantico si arrivava a una dimensione territoriale della NATO che si spingeva fin sotto il Caucaso, attraverso una parte dell'Asia Minore. Le considerazioni militari avevano così pieno sopravvento sugli scrupoli di « civiltà ».
Già nel 1950, del resto, il Senato americano aveva chiesto che con la Turchia, la Grecia, la Germiania federale, anche la Spagna entrasse nella NATO. Fu soprattutto per la opposizione della Norvegia che ciò non avvenne. Ma proprio in quegli anni (1953) la Spagna firmava un accordo militare bilaterale con gli USA che le conferiva un posto di rilievo in tutto il sistema militare occidentale. Sempre in quegli anni accordi militari bilaterali vennero stipulati dagli USA con la Libia, il Marocco, l'Etiopia mentre venivano varati i grandi trattati regionali del Sudest asiatico e del Pacifico.
La NATO venne a trovarsi così, tramite gli USA, e anche in parte l'Inghilterra, in[...]
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da Voce enciclopedica di G.Pr [Giovanni Primavera], Siria in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S)
Brano: Siria
Repubblica presidenziale dell'Asia occidentale. Confinante con la Turchia, l'Iraq, la Giordania, Israele e Libano, la Siria si affaccia con circa 150 km di costa sul mare Medi
terraneo, ha un'estensione di
185.180 kmq, in gran parte desertica, e una popolazione di circa 6.300.000 abitanti, per la maggioranza arabi con piccole minoranze non semitiche (curdi e armeni), concentrata lungo la fascia occidentale del paese e la costa.
Circa l'88% della popolazione è di religione islamica: il 72% di rito sunnita, il 10% di rito alauita, il 3% drusi. Altre minoranze professano il rito islamista e quello sciita, mentre il restante 12°i° è diviso tra varie confessioni cris[...] [...]ancesi sospesero addirittura la costituzione.
Nel 1936, dopo un altro periodo di rivolte (peraltro endemiche) venne concluso tra i siriani e le autorità di occupazione un trattato che prevedeva l'inclusione dello Stato alauita e di quello druso nella repubblica siriana, ma tale trattato non fu mai ratificato dal Parlamento francese. Ulteriori proteste dei nazionalisti si ebbero nel 1939, in seguito alla cessione della zona di Alessandretta alla Turchia.
Dopo l'inizio della Seconda guerra mondiale truppe britanniche e della Francia Libera occuparono di comune accordo Siria e Libano. Per assicurarsi l'appoggio dei nazionalisti allo sforzo bellico, nel settembre 1941 il generale francese Catroux proclamò l'indipendenza formale della Siria, comprendente tutti i quattro Stati (Aleppo, Damasco, zone alauita e drusa), rinviando però l'attuazione pratica del provvedimento alla fine della guerra. Nel marzo 1943 venne ripristinata la costituzione e, nelle elezioni del luglio, il Blocco nazionale conquistò la maggioranza, eleggendo alla presidenza de[...] [...].R. S.S.. II ruolo e il peso della sinistra furono confermati nelle elezioni del settembre 1954, quando il leader comunista Begdash e 22 deputati del Ba'th vennero eletti al Parlamento. 1 ripetuti tentativi statunitensi di portare la Siria nella sfera di influenza atlantica furono frustrati dal sempre più accentuato sbilanciamento americano a favore dello Stato sionista. La situazione si aggravò con il cosiddetto patto di Baghdad (24.2.1955) tra Turchia e Iraq, un patto che altro non era se non un'estensione della N.A.T.O. nel vicino Medio Oriente, il che per la Siria equivaleva a un vero e proprio accerchiamento militare.
Nel 1955 Shukri Al Quwatli, rielet, to presidente, firmò allora un trattato di alleanza militare con l'Egitto, dove Nasser stava consolidando il proprio potere proponendosi come leader del movimento di unità panarabo. Grazie alla mediazione egiziana la Siria poté quindi ottenere una prima fornitura di armi dai paesi dell'Est europeo. Nel 1956, durante la crisi di Suez (v. Egitto), Ouwatli si recò a Mosca per stabilire dir[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Turchia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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