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Il segmento testuale Trenta è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 342Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giorgio Rochat, Varietà e documenti. Il genocidio cirenaico e la storiografia coloniale in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]esistenza senussita sul Gebel grazie ad una serie di misure repressive eccezionali, tra cui spicca la deportazione delle popolazioni seminomadi che avevano alimentato la guerriglia. La storiografia coloniale ha sempre sorvolato sul prezzo di questa politica, mentre a me sembra che la lucida determinazione delle autorità italiane nella condotta della repressione e le cifre disponibili sul drammatico calo della popolazione cirenaica nei primi anni Trenta autorizzino a parlare di genocidio. Ma lasciamo la parola alla documentazione.
Tutte le valutazioni sulla popolazione della Cirenaica in epoca coloniale sono approssimative, per l'ovvia difficoltà che prima i turchi e poi gli italiani avevano di controllare l'interno di una regione vastissima prevalentemente abitata da seminomadi. E infatti un censimento turco del 1911 dava un totale di 200.000 anime, mentre le valutazioni delle autorità italiane passano da 180200.000 nel 192122 a 225.000 nel 1928 (italiani e stranieri sempre esclusi, in queste come nelle cifre successive). Queste valutazion[...]

[...] Le popolazioni della Cirenaica, Bengasi, Governo della Cirenaica, 1923.
VARIETÀ E DOCUMENTI 451
naica, l'EvansPritchard, che scrive: « The population of Cyrenaica is probably round about 200.000, of whom about a quarter live in the towns, the remainder being tended Bedouin and a few thousand oasis dwellers » 5. Accettiamo quindi la cifra approssimativa di 200.000 anime per i primi anni della dominazione italiana, ma registriamo che negli anni Trenta i censimenti italiani danno totali assai piú bassi per la popolazione araba della Cirenaica, intorno ai 140.000. Queste cifre vanno prese con qualche cautela; in particolare il censimento del 21 aprile 1931, che dà un totale di 142.000 arabi 6, non è attendibile perché non tiene conto della deportazione in corso della popolazione, ma continua a dare come dimoranti nelle regioni di origine gli 80.000 seminomadi che, secondo una lettera di Graziani al ministro De Bono, alla stessa data erano rinchiusi nei campi di concentramento tra Bengasi e la Sirtica 7. Dovrebbe invece essere utilizzabile il[...]

[...]ra Bengasi e la Sirtica 7. Dovrebbe invece essere utilizzabile il censimento del 1936, quando ormai la Cirenaica era pacificata, i campi di concentramento disciolti e iniziato il rientro dei profughi dall'Egitto: ebbene, questo censimento dà una popolazione araba di 142.500 anime (E. Migliorini, Il territorio, cit., p. 98).
Si ha quindi la scomparsa di circa 60.000 persone tra le valutazioni ufficiali degli anni Venti ed i censimenti degli anni Trenta. In piccola parte si tratta di un'emigrazione forzata verso l'Egitto, che nel 1934 accoglieva ancora circa 12.000 dei 20.000 seminomadi che vi si erano rifugiati negli anni piú duri della repressione italiana 8; ma la maggior parte degli scomparsi non può che essere addebitata, direttamente o indirettamente, alle operazioni italiane del 193031 per lo schiacciamento della resistenza. Si tratta di circa 50.000 arabi (assai di piú, se si prende per buona la valutazione ufficiale del 1928), da rapportare non al totale della popolazione cirenaica (gli abitanti delle città e delle zone circostanti [...]

[...], dove piú forte era stata la resistenza senussita.
Dinanzi all'eloquenza di queste cifre, la storiografia coloniale tradizionale ha scelto il silenzio. Valga l'esempio del volume che la ministeriale collana « per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa » dedica a Il territorio e le popolazioni, per mano di noti esperti come Migliorini e De Agostini, in cui le valutazioni della popolazione degli anni 191128 ed i censimenti degli anni Trenta sono allineati senza alcuna riserva sulla loro validità e senza alcun commento su quanto documentato; ed anche il De Leone, nella sua storia della colonizzazione dell'Africa settentrionale, non fornisce alcuna cifra sui costi umani della conquista italiana, ma si preoccupa soltanto di minimizzarli fino a smentire lo stesso Graziani, che, forte della protezione della dittatura fascista, poteva permettersi una certa brutale sincerità 9. Non potendo poi controbattere le mie conclusioni sul prezzo della conquista italiana sul piano della documentazione scientifica, il De Leone avanza dubbi indisc[...]

[...] il piú autorevole storico colonialista italiano 12; ma due anni piú tardi le popolazioni deportate ne poterono condurre con
9 Cfr. E. DE LEONE, La colonizzazione cit., vol. II, p. 558, secondo cui « ad elAqaylah fu costituito un vero e proprio campo di concentramento per 3.500 persone considerate piú indiziate ». Frasi come questa presuppongono lettori cosí inesperti da non rilevare che Graziani, in due libri pubblicati da Mondadori negli anni Trenta e largamente diffusi, parla esplicitamente di campi di concentramento per diecine di migliaia di persone nell'estate 1931 e di un campo di punizione di elAgheila con 7.000 deportati, accusati soltanto di legami di parentela con guerriglieri riconosciuti (gli indiziati di complicità con la resistenza venivano passati per le armi sul campo), cfr. RODOLFO GRAZIANI, Cirenaica pacificata, Milano, 1932, p. 104, ripreso testualmente nel successivo Pace romana in Libia, Milano, 1937.
10 Secondo il De Leone, soltanto « un personaggio che si direbbe non italiano » può scrivere pagine come le mie di de[...]



da Recensione di Giuseppe Grilli a Joaquim Molas, La literatura catalana d'avantguarda. 1916-1938 in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]rdo con cui nasce l’avanguardia catalana determina la sua storia successiva: quel certo eclettismo un po’ dandy, un po’ provinciale di Junoy e Folguera; quel continuo impegnarsi, e poi svicolare, di Foix; quell’epigonismo così passatista di SànchezJuan; quel radicalismo troppo declamatorio dei surrealisti Dalì, Gasch, Montanyà e dei loro emuli di sinistra (Miravitlles) o di destra (DiazPlaja, Massoliver); ecc. Parimenti il prolungarsi negli anni Trenta dei movimenti, quando il futurismo salvatiano si converte in letteratura popolare, o addirittura in paraletteratura, e il surrealismo passa da una gestione di sinistra, filotrozkista, a un tentativo di strumentalizzazione filofascista, determina la strana condizione dei gruppi del dopoguerra, sospesi tra legami utopici con la tradizione delle avanguardie storiche e la prefigurazione della neoavanguardia. Tutto sommato, però, le difficoltà che scaturiscono dalla fissazione della cronologia proposta da Molas non credo che possano diminuire il vantaggio rappresentato da una definizione del quadr[...]

[...] e il neoumanesimo della poesia pura postsimbolista. La sua influenza sulla letteratura futurista, dada o surrealista, è stata nulla, ma il prezzo pagato per il mancato successo internazionale gli è valso il bottino più ricco in patria. Dal gruppo di Sabadell, che fu la sola 4 avanguardia ’ autoctona e stravagante (Molas ne parla alle pp. 9899), emerge la prosa narrativa di un Francese Trabai, o di un Cesar August Jordana, che già nei primi anni Trenta rendevano il giusto tributo al realismo foixano: più tardi verranno Calders e Perucho e gli epigoni. Intanto tutta la poesia catalana postribiana è sotto il segno, diretto o indiretto, di Foix: da Pere Quart a Ferrater, da Brossa a Gimferrer. Ma l’opera di Foix è244

RECENSIONI

emblematica anche per un altro motivo: essa infatti con ogni probabilità si svolge al riparo di una dominanza dada, eppure ottiene i suoi massimi risultati laddove sono futurismo e surrealismo a dirigere il programma della scrittura. E questo stesso è anche il più generale destino di tutta l’avventura dei movimen[...]

[...]aiorchino Gabriel Alomar nel 1904, invenzione ripresa qualche anno dopo da Marinetti; la sintesi futuristadadaMaurras di Carbonell e Foix; il futurismo di sinistra di Salvat, con una netta e inedita impronta libertaria. Ovviamente un ruolo di primo piano è assegnato a Dall e alla sua invenzione del metodo paranoicocritico, mentre un rilievo forse eccessivo ottiene il cosiddetto gruppo Massoliver. Che è poi il gruppetto fascisteggiante degli anni Trenta. Quanta distanza li separò da Céline e Drieu La Rochelle! Per quanti sforzi essi poterono fare, dapprima in catalano poi in spagnolo, da soli o in combutta con altri, alla fine non poterono mettere insieme nulla di presentabile, come con rammarico dovette ammettere l’intramontabile Ors. Questi infatti, convertitosi ormai nel patriarca della cultura del regime franchista, nello scrivere appunto di Céline, faceva intendere tra le righe quanto mediocre fosse la ‘ nuova destra ’ fascista in Spagna, laica o cattolica che fosse la sua ispirazione.

Ma vai la pena ricordare che anche don Eugenio i[...]



da Giovanni Mari, Ritratti critici contemporanei. Louis Althusser in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]impressionante apparato politico e ideologico », Finalmente, p. 225). Quella di « crisi generale del marxismo » non è, quindi, soltanto una nozione filosofica o politica, è anche un concetto storiografico, almeno per quanto riguarda la storia del movimento
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operaio che essa permette di periodizzare. Nel senso che Althusser in fondo sostiene che è esistito un lungo e determinato periodo di tale storia, collocato tra gli anni Trenta ed il presente, il periodo della crisi misconosciuta del marxismo teorico e politico.
2. Quanto al modo di lavorare, Althusser procede per « criticaautocriticarettifica », che gli appare come il miglior metodo per riconoscere e correggere gli errori commessi, sia in politica, sia nel lavoro teorico. Ebbene, a partire dagli Elementi di autocritica (pubblicati nel 1974, ma composti nel '72) e dalla Réponse à J. Lewis (1973), Althusser indica la presenza nella propria ricerca di una precisa « deviazione » (a cui aveva già accennato nell'Avvertenza all'edizione italiana di Lire le Capital, scrit[...]

[...]spiegazione del significato teorico della fondamentale tappa di questa evoluzione rappresentata dagli scritti del 1845 (Tesi su Feuerbach e Ideologia tedesca) mediante la categoria filosofica di « rottura epistemologica »; 2) la definizione della deviazione staliniana come « recrudescenza » e « vendetta postuma » della tendenza fondamentale della ii Internazionale, l'economicismo, affermatasi nuovamente nel movimento operaio a partire dagli anni Trenta sotto la « copertura obbligata » dell'umanesimo. Lo stalinismo cioè come espressione nel movimento operaio della « coppia economicismo/umanesimo » che caratterizza nella sua intima essenza l'ideologia borghese dominante.
A questo punto si possono fare due osservazioni. La prima per sottolineare che nella interpretazione del giovane Marx compiuta da Althusser si riflettono la svolta della congiuntura politica e la svolta della stessa ricerca dello studioso francese. In altre parole che si hanno due interpretazioni della storia di Marx e della « rottura epistemologica », le quali contribuiscon[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Trenta, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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