Brano: NOTE SULL'IRAN
Lo Scià dell'Iran dichiarava recentemente, a Londra, ad un gruppo di giornalisti, che una rivolta nel suo paese era assolutamente impossibile. Ma lo scetticismo generale che accolse questa affermazione mostrava chiaramente che la diagnosi degli osservatori professionali era diversa da quella del Capo del paese.
Vero é che a Teheran non si nota, oggi, atmosfera di crisi. Nonostante gli attacchi delle stazioni radio sovietiche contro i dirigenti iraniani, e nonostante le voci che corrono a proposito di una oscura macchinazione diretta a provocare un sollevamento dei Kurdi, si nota oggi, dopo i recenti accordi di mutua difesa conclusi con gli Stati Uniti, un superficiale sentimento di stabilità. Semplice « segno addizionale » dicono taluni osservatori non sprovvisti di cinismo degli affari medioorientali. Non era una analoga fallace apparenza di stabilità che caratterizzava l'Irak fino a quel mattino in cui, nello spazio d[...]
[...]na che dei cambiamenti politici immunizzino l'Iran contro la propria debolezza interna se si vuole che la garanzia materiale abbia un effetto duraturo.
Quali sono le possibilità che ciò si verifichi, nel limitato spazio di tempo del quale dispongono gli attuali dirigenti del paese?
Per gli occidentali nutriti di classici persiani, e che non vedono nell'Iran altro che una messa in scena di magnifiche moschee e di imponenti rovine archeologiche, Teheran rappresenta una prima scossa.
Si tratta forse della meno orientale delle città orientali. Un visitatore frettoloso che non ne veda che il centro, potrebbe immaginarsi che l'Iran ha veramente raggiunto quel livello di vita che le sue risorse di materie prime e il suo eccezionale reddito possono assicurargli. Le lussuose ville di Shemiran, nel quartiere residenziale a nord della capitale, non sfigurerebbero in nessuna capitale occidentale. I palazzi e i magnifici uffici delle compagnie aeree nei quali gli iraniani ricchi vanno a prenotare il loro prossimo viaggio a Cannes o ad Acapulco, sarebb[...]
[...]gnetofoni modernissimi, potrebbero soddisfare qualsiasi clientela abituata a un secolo di prosperità. I gioielli e i vestiti delle persone che si incontrano ai cocktails eleganti, le fontane dei bellissimi giardini delle case private, la cortesia degli iraniani usi a ricevere gli stranieri, nulla. tradiscono dei metodi coi quali queste ricchezze sono state accumulate. Basta per() avere a disposizione un po' più di tempo per trovare, nella stessa Teheran, un certo numero di segni rivelatori delle vere condizioni del paese.
Non occorre un grande sforzo per scoprire che una buona parte della popolazione della capitale é ancora costretta a bere l'acqua dei nauseabondi abbeveratoi che si trovano lungo le strade. Basta una piccola escursione in autobus, e ci si trova nella orrenda miseria dei sobborghi del sud. Un visitatore un po' più curioso può anche accorgersi che le statistiche ufficiali sulla popolazione
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di Teheran ne classificano un quarto come artigiani e operai, ed un altro quarto come commercianti, funzionari, o ded[...]
[...]i delle vere condizioni del paese.
Non occorre un grande sforzo per scoprire che una buona parte della popolazione della capitale é ancora costretta a bere l'acqua dei nauseabondi abbeveratoi che si trovano lungo le strade. Basta una piccola escursione in autobus, e ci si trova nella orrenda miseria dei sobborghi del sud. Un visitatore un po' più curioso può anche accorgersi che le statistiche ufficiali sulla popolazione
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di Teheran ne classificano un quarto come artigiani e operai, ed un altro quarto come commercianti, funzionari, o dediti a professioni liberali. L'altra metà della popolazione si trova riunita in una rubrica di « senza professione », il che significa che fa parte di una di queste quattro categorie; proprietari non imprenditori, disoccupati parziali, accattoni, ladri.
Nonostante che quest'ultimo mestiere non sia ufficialmente riconosciuto, la presenza dei suoi molti rappresentanti é di una penosa evidenza per tutti gli abitanti della città. I giornali locali dedicano intere colonne alle loro prodezze, e[...]
[...]ccupati parziali, accattoni, ladri.
Nonostante che quest'ultimo mestiere non sia ufficialmente riconosciuto, la presenza dei suoi molti rappresentanti é di una penosa evidenza per tutti gli abitanti della città. I giornali locali dedicano intere colonne alle loro prodezze, e danno prova financo di una specie di affettuosa comprensione nell'analizzarne i moventi. Oltre ai borsaioli, agli scippatori, ai taccheggiatori, un gran numero dei ladri di Teheran sembrano concentrati sugli accessori delle automobili. Uno straniero ingenuo potrebbe stupirsi nel vedere che, quando parcano le loro automobili, gli abitanti di Teheran ne tolgono i tergicristalli. Se non fanno altrettanto con le ruote e coi fari, é soltanto per le loro dimensioni o per il loro peso. Fatto sta che poche automobili ostentano i loro accessori perché questi sono stati rubati da tempo. È evidente che, non per puro caso, nei nauseanti labirinti del Bazar della città, i venditori di catenacci e di serrature rappresentano una categoria commerciale cospicua.
Gli uomini che dovrebbero far rispettare la legge sono degli agenti di polizia dalle splendide uniformi. Con le loro divise azzurro chiaro, coi loro calzoni gialli, coi berretti dallo scintilla[...]
[...]ri. Queste poche centinaia di famiglie feudali ricevono dai loro contadini i due terzi o i quattro quinti del raccolto, e pagano la mano d'opera da 150 a 200 franchi al giorno.
Nonostante che l'agricoltura rappresenti la metà del reddito nazionale iraniano, le imposte fondiarie non rappresentano che il 4% del bilancio del paese. Non vi é dubbio che la differenza serve a pagare le lussuose ville e le lussuose automobili che lo straniero ammira a Teheran, oppure i viaggi all'estero, oppure ancora serve a impinguare i conti che i ricchi iraniani tengono nelle banche straniere.
Su questo sfondo di miseria totale, prossima alla carestia, l'idea della riforma agraria riappare di tanto in tanto. I consiglieri stranieri, compresi gli americani, sono tutti concordi nel considerarla urgente ed essenziale. Tuttavia, l'idea non va mai oltre la fase della discussione accademica. Vi sono dei progetti, si pubblicano degli articoli nei giornali; corrono voci su enormi profitti realizzati dalla speculazione immobiliare; ma atti, nulla. Di tanto in tanto si[...]
[...]le dogane avevano già incominciato un ponte loro.
Nonostante incidenti di questo genere, e abbastanza miracolosamente, qualche risultato é stato ottenuto. Anche se questi sono piccoli in confronto alle somme che sono costati, qua e là qualche stabilimento industriale é stato costruito; in alcune regioni incominciano a sorgere delle industrie leggere; sono in costruzione uno stabilimento di fertilizzanti, un oleodotto, una diga. Si sta creando a Teheran un sistema di trasporti pubblici soddisfacenti e, con la collaborazione dell'organizzazione mondiale di Sanità, é stata iniziata una campagna contro la malaria destinata a migliorare la salute dei contadini e ad accrescere il valore della terra in vaste zone lungo il Mar Caspio.
Anche se lungi dall'essere sufficienti, questi sforzi rappresentano pur tuttavia un principio di attività in confronto all'immobilismo del passato. L'uomo al quale gli iraniani attribuiscono i meriti di questo leggero miglioramento, é lo Scià in persona.
Dicono che, dopo il suo breve esilio a Roma nel 1953, lo Scià [...]
[...]rappresentano pur tuttavia un principio di attività in confronto all'immobilismo del passato. L'uomo al quale gli iraniani attribuiscono i meriti di questo leggero miglioramento, é lo Scià in persona.
Dicono che, dopo il suo breve esilio a Roma nel 1953, lo Scià é diventato un altro uomo. Dopo il suo ritorno, egli ha avuto un ruolo sempre più diretto nell'amministrazione del paese. Fatto é che si ha l'impressione che egli sia la sola persona, a Teheran, che si rende perfettamente conto che l'ultima formula aritmetica sulla
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quale si fonda la politica attuale della Persia non dispone che di un breve termine. Lo Scià, dicono, cerca di approfittare per il meglio di questo termine.
Si ritiene generalmente che sia lo Scià che fa funzionare le poche valvole di sicurezza che esistono nell'attuale regime di polizia. Ma il suo zelo di riformatore é ancora esitante, ed egli ha ben pochi collaboratori dei quali fidarsi. Le sincere ma piuttosto inefficaci esercitazioni regali ad eliminare la corruzione non convincono nessuno. Le leggi[...]