Brano: [...]soddisfece molto alla mia ambizioncella. E Foscolo era uno di quegli scrittori, che mi andava a genio e per le sue poesie e per le stravaganze del suo vivere e per quella fibra risentita che mi pare di avere comune seco lui ».
Il Viaggio di tre giorni si colloca alla fine di una carriera caratterizzata da un perdurante sperimentalismo che, dopo la pubblicazione di canonici Idilli (1817 e 1822), si era misurato con le storie coeve (Le guerre dei Sulliotti contro All Bascià di Janina: Commentario, 1827), per approdare infine, nel 1832, alla narrativa con La presa di Ravenna (cronaca del sec. VIII). Con ciò il Ciampolini non si proponeva certamente di intervenire nella querelle del giorno, scrivendo un romanzo storico in antitesi al modello romantico dominante (segni in tal senso appaiono marginali); tentò solo un approccio preliminare ad un codice a cui, piú che a qualsiasi altro, il pubblico di quegli anni sembrava interessarsi. Una scelta di genere, quindi, che rivela un intellettuale attento al mutamento allora in atto del proprio ruolo e an[...]
[...]a bisogno! — la cattedra che a Zante il governo, nella persona di Lord Guilford, gli aveva proposto; preferisce mettere su, con Vincenzo Nannucci e Scipione Casali, un « negozio di vendita di libri, carte e altri generi ». Va intanto raccogliendo materiale sulla guerra tra i Greci e i Turchi, e nell'isola di Corfú dall'ottobre 1825 all'aprile 1826 stende il primo abbozzo di quell'opera che, tornato in patria, pubblicherà col titolo Le guerre dei Sulliotti contro Ali Bascià di Janina: Commentario (Firenze, Ronchi, 1827).
Sempre nel 1827 incomincia a collaborare assiduamente all'« Antologia » e le recensioni scritte per il periodico fiorentino si rivelano molto interessanti per misurare l'evoluzione determinatasi in lui durante la parentesi greca. Qui è sufficiente ricordare il commento ai Canti popolari della Grecia moderna raccolti e pubblicati da C. Fauriel, tomi 2 in 8°, Parigi 1824 (aprile 1827), in cui si preoccupa di sottolineare come tale raccolta, contrariamente ai « canti selvaggi venutici dalle foreste della Germania e dalle montagne[...]