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Il segmento testuale Storia militare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 52Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 337

Brano: [...]iede ad accogliere gli Alleati senza opporre la minima resistenza. Ciononostante gli americani attraversarono il Reno soltanto il 7 marzo e solo il

27 aprile si incontrarono con i sovietici sull’Elba. Tutto l’andamento della campagna dimostrò che, fino all’ultimo giorno di guerra, lo sforzo principale di frantumare gli esèrciti tedeschi e di piegare la Germania nazista rimase affidato alle armate sovietiche.

Bibliografia: B.H. Liddel Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, 1970; Winston Churchill, La seconda guerra mondiale, 1970; Corrielius Ryan, Il giorno più lungo, 1961; R.W. Thompson, DDay lo sbarco in Normandia, 1972; D. Eisenhower, Les opérations en Europe du corps expéditionnaire allié 1944/1945, 1947; Montgomery, Les opérations dans le nordouest de /’Europe 1944/1945, 1947; Helmut Heiber, Hitler stratega, 1966; Jacques Robichon, Le débarquement de Provence, 1962; Jacques Nobécourt, Il colpo di coda di Hitler, 1965; Albert Kesselring, Memorie di guerra, 1954; Résistance Unie. n. 25 dell’aprilegiugno 1974, pagg. 4043.

A.B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 303

Brano: [...]zi militari moderni, le considerazioni espresse in quell’opera si mostrarono in gran parte valide anche nella Guerra di liberazione del 194345. La sorte .volle anzi che Barge divenisse uno dei più forti punti di raccolta e di organizzazione delle bande partigiane. Carlo Bianco merita forse più di ogni altro di essere considerato, oltre che un valoroso combattente, il primo teorico della guerra partigiana.

Bibliografia essenziale: Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, 1962; Alessandro Galante Garrone, Filippo Buonarroti e t rTvoiuzionari dell’Ottocento, 1951; Franco Della Peruta, Democrazia e socialismo nel Risorgimento, 1965; Walter Maturi, Interpretazioni del Risorgimento, 1962.

Bianconcini, Alessandro

Svierstececovski (Walter). Nella battaglia di Segovia, il 30 maggio dello stesso anno, fu ferito gravemente, ma si riprese e il 4 luglio assunse il comando della 13a Brigata, partecipando alle battaglie di Brunete e Belchite (v. Brigate Internazionali in Spagna).

Alla vigilia della seconda guerra mondiale si trovava in Unione Sov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 724

Brano: [...]ica lunghi mesi e anni di galera, dato che il Codice italiano non prevede Yobiezione di coscienza). Essi propongono la non violenza, come unico modo per assicurare un rapporto non sopraffattore tra uomini. La loro lotta, come quella delle altre correnti, non pare tuttavia destinata a grandi successi, fino a quando l’antimilitarismo non avrà una base di massa e una consapevolezza teorica oggi solo parzialmente presenti.

Bibliografia: P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino 1962; Roberto Battaglia, La prima guerra d’Africa, Torino 1958; G. Rochat, L’esercito italiano nel 1914, su « Nuova rivista storica » 1961; E. Forcella A. Monticone, Plotone d’esecuzione, Bari 1968; A. Monticone, Italiani in uniforme, Bari 1972; M. Isnenghi, I vinti di Caporetto, Padova 1967; Rochat, L’esercito italiano da Vittorio Veneto a Mussolini, Bari 1967; ld.f II ruolo delle forze armate nel regime fascista, su « Rivista di storia contemporanea » 1972; Id., Il fascismo e l’esercito, in AA.VV., « Il fascismo », Torino 1972; id., Militari e politici nella prepara[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 14Frontespizio ed avvertenze (Monografia/libro

Brano: [...]lano. Membro del Comitato direttivo dell’istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.

F.D.C. Flaminio De Cecco

Insegnante. Comandante di battaglione della Divisione « OsoppoFriuli ».

F.Fe. Prof. Francesco Feltrin

Direttore dell’istituto per la storia della Resistenza nelle Tre Venezie.

F.Fr. Dott. Filippo Frassati

Ufficiale dell’esercito. Comandante della Divisione partigiana « Piave ». Professore di Storia militare all’Università di Pisa.

F.Ga. Dott. Franco Gal lucci

Esperto di politica internazionale sui problemi asiatici.

F.Gr. Franco Grimaldi

Comandante del Distaccamento « Francesco Nullo », poi della 56a Brigata Garibaldi.

F.Le. Francesco Lelmi

Presidente dell’A.N.P.I. del Valdarno.

F.Fo. Flavio Fornasiero

FI.Fo. Garibaldino in Spagna. Condannato del T.S.. Membro de! Consiglio nazionale dell’A.N.P.P. I.A..

F.Ma. Sen. Franco Maris

Avvocato. Partigiano combattente. Presidente della Sezione di Milano dell’Associazione nazionale ex deportati.

F.Mo. Dott. Francesco Montes[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 709

Brano: [...]1943, tentò di raggiungere l’Italia del sud.

Fallito questo tentativo, partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza cuneense. Fu comandante di banda, poi di una Brigata della X Divisione « Giustizia e Libertà » nelle Langhe.

Nel dopoguerra riprese la carriera militare, raggiungendo il grado di generale. Ricoprì, tra l’altro, l’incarico di insegnante titolare di Logistica ai corsi di S.M. della Scuola di guerra e poi di Storia militare presso la Scuola di applicazione di Torino.

Attualmente collabora attivamente alle iniziative dell’istituto Storico della Resistenza di Cuneo.

P.Bu.M.Ca.

Porcari, Luigi

N. a Parma il 24.12.1905; meccanico.

Giovane socialista dalla primavera del 1923, due mesi dopo passò alla Federazione giovanile comunista. L’anno successivo fu nominato segretario della sezione giovanile cittadina di Parma (v.). In tale veste, nell’agosto 1925 partecipò al primo corso della scuola organizzata dal P.C.d’I. e diretta da Antonio Gramsci alla Capanna Mara (nel 1928 quasi tutti i partecipanti al cor[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 7

Brano: [...]glieria, al comando del capitano Amos Pampaioni, violando gli ordini aprì il fuoco contro due motozattere tedesche da sbarco, subito imitata da altre batterie. Le motozattere furono affondate e le ostilità ebbero così inizio. Mentre questi fatti suscitavano l'entusiasmo dei

soldati, il Comando esitava ancora. Il generale Gandin, di fronte alla necessità di una difficile scelta, indisse un referendum tra i soldati, probabilmente il primo nella storia militare italiana: il cento per cento della truppa e quasi tutti gli ufficiali si espressero per la lotta contro i tedeschi. Forte di questo plebiscito, Gandin consegnò al Comando tedesco la definitiva risposta italiana: « La Divisione Acqui non cede le armi ».

Contro i tedeschi

Da quel momento ebbe inizio una gigantesca e accanita battaglia che si protrasse per otto giorni. Due battaglioni di tedeschi e una batteria di 9 pezzi occuparono la penisoletta di Lixuri. A queste si aggiunsero ben presto altre ingenti forze portate dal settore balcanico e, nonostante una valorosissima difesa, nella qua[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 44

Brano: [...]gionia al termine del conflitto, nel 1920 si arruolò volontario, con il grado di capitano, nel corpo di spedizione francese comandato da Weygand contro i bolscevici nella guerra russopolacca. Guadagnatasi una citazione all’ordine del giorno per la sua partecipazione alla battaglia di Varsavia (1920), al termine dell’intervento insegnò per due anni presso la scuola di addestramento ufficiali di Hal

lers a Rembertow e poi, rientrato in Francia, storia militare a SaintCyr.

Aiutante di campo del maresciallo Pétain nel 1925, nel 1932 fu chiamato a far parte, come segretario generale, del Consiglio supremo di difesa presieduto dal Pétain stesso.

Evidentemente Pétain stimava De Gaulle, con il quale doveva aver trovato non pochi punti d'incontro nei lunghi periodi che lo ebbe al suo fianco. Da ciò si è voluto più tardi trarre la conclusione che De Gaulle fosse ideologicamente e politicamente suo allievo. Ma è un fatto che De Gaulle dissentiva da Pétain nel concepire le forme di impiego e le funzioni dell’esercito nella guerra moderna,, e dopo la di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 226

Brano: [...]aveva creato in gran parte dell’opinione pubblica italiana un grande prestigio per l’Esercito. La stampa nazionalista aveva mitizzato la vittoria, esaltando indiscriminatamente le virtù dei combattenti e i meriti assai meno reali degli Alti Comandi. Per questi ultimi il prestigio era anzi del tutto usurpato.

Fatte poche eccezioni, le alte gerarchie militari si erano mostrate inadeguate al compito loro affidato dagli eventi. La più attendibile storia militare ha portato in giusta evidenza gli enormi errori strategici e tattici compiuti durante i tre anni di guerra dagli Alti Comandi che si erano mostrati incapaci di capire fa psicologia del soldato italiano e

l avevano costretto a una disciplina prussiana, servendosi di misure repressive anche sanguinose (frequenti le decimazioni). Per contro il Comando Supremo (quando pure era stato messo in guardia dai servizi segreti) non aveva mai saputo prevedere né prendere le misure adeguate ogniqualvolta il nemico aveva assunto iniziative di grande impegno, come nella Battaglia degli altipiani e durante[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 516

Brano: [...]interi gruppi di cecoslovacchi valicarono le Alpi per consegnarsi agli Alleati. Per disposizione del Ministero della Difesa del governo cecoslovacco esule a Londra, essi poterono poi

arruolarsi nelle unità militari cecoslovacche che già stavano combattendo contro i tedeschi in Occidente.

La partecipazione cecoslovacca alla Resistenza italiana è documentata presso l'Archivio deH’Unione combattenti antifascisti cechi, conservata dal Museo di storia militare di Praga.

Geritili, Riccardo

N. a Giulianova (Teramo) il 15.3. 1920; avvocato.

Laureato in Giurisprudenza a Firenze nel 1942, durante gli anni dell'Università venne a contatto con antifascisti italiani e albanesi, fra i quali Qemal Stafa (che, rientrato in patria, combatterà nella Resistenza e sarà proclamato Eroe del Popolo). Dopo I’8.9.1943, rientrato nel Teramano, partecipò alla Resistenza armata, combattendo a Bosco Martese e poi ai comando della Banda GiulieseGaribaldi fino alla liberazione di Giulianova, di cui fu sindaco nel 1944.

Autore di vari testi storici, è membro dell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 220

Brano: [...]scalo nelle basi sovietiche, provocarono più tardi una dura polemica tra Stalin e Churchill (v. BorKomorowski, Tadeusz),

Rokossovskij, ulteriormente affermatosi in virtù delle sue capacità operative e soprattutto organizzative, tra il gennaio e il marzo del 1945 conquistò Danzica, penetrando profondamente in territorio tedesco e operando il congiungimento delle sue truppe con quelle britanniche di Montgomery.

Rokossovskij è ricordato nella storia militare per la sua meticolosità nell'elaborazione dei piani operativi, spinta fin nei minimi dettagli per tutte le fasi della battaglia, e per il criterio di preferire disposizioni preventive e rigide piuttosto che affidarsi aN'iniziativa dei comandanti in sott’ordine. Nel 1949 fu “restituito” alla Polonia (v.) come ministro della Difesa e comandante dell'esercito polacco, ma dovette tornare in U.R.S.S. dopo la crisi polacca del 1956.

G.Tar.

Rolfi Beccaria, Lidia

N. a Mondovì (Cuneo) nel 1925; insegnante.

Diplomatasi maestra nel 1943, nell'ottobre dello stesso anno ricevette la sua prima [...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Storia militare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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