Brano: IL
ORGOSOLO E LO STATO
Il paese di Orgosolo, in tutta la sua storia, non é mai stato, e tanto meno oggi, un mondo veramente isolato: é un errore pensarlo chiuso soltanto in sé, non compromesso con il mondo che lo circonda. Sin dai primordi Orgosolo é stato in continuo rapporto con uomini e popoli, con società ed organizzazioni più complesse: con lo Stato. E questo rapporto condiziona la sua fisionomia dalle più profonde radici. La storia di Orgosolo é un capitolo della nostra civiltà. È un capitolo della storia di una regione, la Barbagia, di cui conserva, quasi caso limite, tutte le contraddizioni, i contrasti, l'oppressione, la schiavitù della conquista subita da parte di civiltà da lei diverse, di Stati. E la storia della Barbagia, che quasi nessun italiano conosce, é, per questo aspetto, una storia di grandissima importanza, direi quasi esemplare, per comprendere la più profonda e tragica formazione della nostra società contemporanea.
Il[...]
[...]'oppressione, la schiavitù della conquista subita da parte di civiltà da lei diverse, di Stati. E la storia della Barbagia, che quasi nessun italiano conosce, é, per questo aspetto, una storia di grandissima importanza, direi quasi esemplare, per comprendere la più profonda e tragica formazione della nostra società contemporanea.
Il paese di Orgosolo ha un destino singolare, unico, probabilmente, tra tutti i paesi d'Europa: da tremila anni è in stato permanente di assedio militare e poliziesco. Cartaginesi, Romani, Bizantini, Spagnoli, Piemontesi, Italiani, di fronte alla sua radicale interna turbolenza, non sono riusciti mai a conquistarlo stabilmente, a penetrarlo: si sono limitati dapprima ad attaccarlo, costretti a tenerlo a bada circondato con truppe; a contenerlo poi, una volta occupato, con un continuo regime di polizia. Da secoli i rapporti tra Orgosolo e lo Stato sono fondamentalmente gli stessi: conflitti, guerre, tensione, ostilità.
Questo assedio militare e poliziesco ha un'importanza decisiva per la storia del paese: da un lato ne assicura, ne conserva la vita antichissima come in un paradossale museo; dall'altro ne rende permanente, ne stabilizza la turbolenza.
Se la turbolenza di Orgosolo ha radici nella struttura economica e sociale odierna comune a tutto il mondo dei pastori di Barbagia e si manifesta in forme proprie e gravi per la sopravvivenza di residui di
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una struttura economica e sociale più antica, di un mondo di[...]
[...]ravvivenza e fa si che il paese rimanga oggi una eccezione rispetto a quelli consimili e vicini che, finito un analogo assedio, si vanno trasformando.
Il lungo assedio militare e poliziesco contro Orgosolo, ancor oggi presente, non è un problema secondario, soltanto politico, ma di primo piano, di civiltà: coinvolge la persistenza di tutta la sua singolare economia e cultura.
Se cerchiamo le notizie che riguardano i rapporti di Orgosolo con lo Stato, dall'origine sino ad oggi, non troviamo altro che cenni di guerra, di polizia. E un insieme di sistemi e di meodi di guerra, di polizia è il solo quadro della storia «statale» del paese.
Per l'epoca antica si tratta di vere e proprie guerre contro tutta la regione che lo circonda, tentativi di conquista. Le più antiche notizie, per il periodo cartaginese (VIIV sec. a. C.) ce le forniscono Pausania e Diodoro. Scrive Pausania che di fronte ai cartaginesi molti sardi: « si salvarono tra i monti dell'isola rifugiandosi in montagne, difesi da spelonche e da crepacci » (1). i< Rifugiatisi tra le [...]
[...]l periodo bizantino (VVI sec. d. C.) il papa Gregorio I Magno ci informa che una campagna militare e di polizia fu quivi condotta dal generale Zabarda dal 594 al 599 d. C. (8).
Si tratta, sino a qui, di azioni contro tutto un territorio, contro popoli stranieri.
Per il periodo dell'autonomia sarda o del regno dei Giudici di Sardegna (IV sec. 1410) sappiamo che in questo periodo Orgosolo entra a far parte per la prima volta di un vero e proprio Stato, il Giudicato di Arborea (ma non sappiamo come), ed é allora certamente che per la prima volta si costituiscono veri e propri rapporti, codificati, tra il paese e lo Stato. E da questo periodo non abbiamo che notizie di polizia.
Confrontando l'Atto di pace del 1388 tra Eleonora Giudichessa di Arborea e don Giovanni di Aragona (in cui si nomina per la prima volta esplicitamente Orgosolo) (9) con il contemporaneo codice legislativo della « Carta de Logu » (10), sappiamo che esisteva nel paese, formalmente, un posto di polizia con un « Majore de villa » e cinque
(4) ib. Titi Livi ab Urbe condita a cura di Wilhelm Weissenhorn. Vol. V, 1899, Lipsia, Teubner, XL, 34, p. 82; XLI, 6, 8, 9, 17, pp. 108, 110, 117.
(5) ib. C. Suetoni Tranquilli quae superstunt omnia a [...]
[...]e Logu »: per l'omicidio la decapitazione; per le ferite taglione e pene pecuniarie; per la grassazione la forca; per il furto pene pecuniarie, l'estrazione di un occhio, l'accecamento, la forca; per i danneggiamenti di bestiame e di campagna taglione e pene pecuniarie; per gli incendi taglio della mano, rogo, pene pecuniarie ecc.
I paragrafi 6 e 7 della « Carta de Logu » ci fanno intendere come, in quel momento, altrettanto, il rapporto tra lo Stato ed il paese si configura per la prima volta come problema del «banditismo ». Il banditismo, infatti, non é un fenomeno che si generi immediatamente, direttamente dalla struttura economica e sociale locale in sé isolata come la « vendetta » e la «bardana », ma è solo un prodotto dell'incontro, dell'attrito tra l'antica struttura economica e sociale indigena e quella nuova ed estranea dello Stato.
In quei paragrafi per la prima volta compare la definizione giuridica statale di bandito (« isbandidu »). Era tenuto per tale ogni accusato di reato che si sottraesse a giudizio o, catturato, evadesse. Si imponeva a tutto il paese, insieme al corpo di polizia, l'obbligo di catturare il
bandito entro un mese, pena, altrimenti, una multa di 100 lire sarde per la collettività, 10 per il Majore e 5 per ogni Juratu. I beni del ban
dito venivano confiscati. Ogni favoreggiatore, eccetto la moglie ed i figli,
era punito con multa di 100 lire sarde o, non potendo pagare, con la prigione a discrez[...]
[...]no confiscati. Ogni favoreggiatore, eccetto la moglie ed i figli,
era punito con multa di 100 lire sarde o, non potendo pagare, con la prigione a discrezione del Giudice. Non conosciamo il numero dei ban
diti di Orgosolo ma, tenute presenti le notizie di altri paesi di Sardegna, si deve ritenere altissimo e, in certi momenti, quasi vicino alla totalità del paese.
Ma é nel periodo di dominio spagnolo (14101721) che i rapporti tra Orgosolo e lo Stato si configurano in linee che, fortemente, esistono. tutt'oggi.
Con l'introduzione del sistema feudale spagnolo e l'inclusione di Orgosolo nei feudi della Curadoria Dore dapprima e del Marchesato d'Ora
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ni poi, una profonda trasformazione viene a colpire la vita del paese. I pastori, che sino a quel momento usavano liberamente del pascolo, devono ora, per « diritto », pagare un tanto per capo al signore, oltre ad altri diritti che abbiamo elencato in altro luogo (11). Questo rapporto provoca una crisi di sistema che porta con sé, per secoli, un aggravamento generale [...]
[...]porto provoca una crisi di sistema che porta con sé, per secoli, un aggravamento generale della situazione criminale. Per il periodo del feudalesimo spagnolo, come per quasi tutti i paesi di Sardegna, non abbiamo documenti particolari per Orgosolo, e, naturalmente, di polizia, poiché gli spagnoli per prudenza li avevano distrutti o trasportati nella loro terra. Ci possiamo fare però un'idea abbastanza precisa dei vaghi rapporti tra Orgosolo e lo Stato, studiando le leggi criminali spagnole e qualche superstite editto particolare, le « grida ».
Come é noto, il sistema di giustizia spagnolo si preoccupava soprattutto della riscossione di tributi. La giustizia era affidata privatamente ai signori, rappresentati da un delegato locale che la amministrava in Curie private e la faceva eseguire da milizie private. Non c'é bisogno di dire di che specie di giustizia si trattasse. Non dissimile deve essere stata la vita di Orgosolo da quella di tutti i paesi della Sardegna sotto quel tristo potere spagnolo. Il sistema abituale di procedura, si sa, e[...]
[...]degna sotto quel tristo potere spagnolo. Il sistema abituale di procedura, si sa, era solo la tortura. Le pene, quelle della « Carta de Logu » che gli spagnoli avevano lasciato in Sardegna non sostituendola con codici reali.
Particolarmente interessante, naturalmente, é la legislazione speciale che riguarda i « banditi ». E per « banditi » si doveva intendere certamente in quel periodo quasi tutti gli uomini di Orgosolo, se si tiene presente lo stato generale di Sardegna.
Era ritenuto per bandito (catalano: bandejat; spagnolo: bandeado) chiunque, senza anche esser dichiarato per tale da uno scritto, si pensava si sottraesse a giudizio o, se condannato, pur non sapendolo si sottraesse, o, se catturato, evadesse. I suoi beni andavano al signore, al Delegato, agli sgherri (Prammatica 26, 1). Tali «banditi », insieme a loro compagni considerati fuoriusciti (« foragits ») imperversavano in tutte le campagne. « Son le terre inquiete e tormentate da uomini facinorosi che vanno in squadriglie uccidendo, rubando senza fine » (Prammatica 26, 2). I[...]
[...]avviene invece in tutti i paesi vicini, sintomo di una crisi di sistema paragonabile a quella dell'introduzione del feudo. Nessuna « chiudenda » si costruisce in Orgosolo per il collettivo rifiuto dei pastori che si vedono spogliati dell'antichissimo pascolo comune; né può dire che i pastori quasi si accorgano di essere stati liberati dal signore, il marchese di Orani, poiché i diritti che a lui pagavano devono ora pagare ad un altro signore, lo Stato, che li richiede come rimborso delle riforme (legge prediale) e per sue leggi generali.
L'ingresso e l'affermarsi della « proprietà privata », che coincide con l'inclusione della Sardegna nel nuovo Regno d'Italia (1849), e con l'inizio del nuovo periodo del dominio italiano é contrassegnato in tutta la Sardegna da una sempre crescente pressione fiscale, da una continua richiesta di soldati (per le guerre risorgimentali) e, contemporaneamente, da una sistematica spogliazione dei boschi e dallo scorporo di terreni comunali ad opera non piú di soli piemontesi ma di ogni sorta di italiani. Il pa[...]
[...]entali) e, contemporaneamente, da una sistematica spogliazione dei boschi e dallo scorporo di terreni comunali ad opera non piú di soli piemontesi ma di ogni sorta di italiani. Il paese di Orgosolo, come ce lo descrivono per es. l'abate Angius ed il padre Bresciani il 1841 edil 1847 (13) rimane invece chiuso in sé, circondato di lontano da un assedio militare. Negli anni successivi, sino al 1880 circa, di fronte alle crescenti esigenze del nuovo Stato, il «brigantaggio » di Orgosolo diventa intenso, endemico (come ci fanno intendere le notizie generali) ed un assedio permanente rinchiude il paese, che si può dire il solo, o almeno il principale in Sardegna, che si sottragga, in qualche modo, alle tasse, alle leve, alla spogliazione dei boschi e dei terreni comunali, ancora oggi conservati.
La storia dei rapporti tra Orgosolo e lo Stato moderno, lo Stato borghese, — a differenza di tutti i paesi di Sardegna — si può dire che si apra non dal 1849 ma dal 1880 circa, in coincidenza con il passaggio della borghesia italiana nella fase imperialista. Compiuta l'unità italiana, la unificazione dei mercati nazionali, tentata per l'esaurimento di questi l'espansione in quelli coloniali — ma indebolita dalle guerre precedenti ed in ritardo di concorrenza con tutti i paesi europei, dopo la sconfitta in Abissinia — la borghesia italiana, necessitosa di conquistare
(13) cfr. pp. 8890 e p. 87.
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nuovi mercati, non trova altra via[...]
[...]a ricchi o, meglio, non ancora troppo sfruttati, che può trovare ancora e solo nel Mezzogiorno e nelle isole. Orgosolo si presenta in quel momento come un paese o mercato « vergine », ricco, non troppo sfruttato. Il problema di conquistarlo si pone, innanzitutto, come problema di eliminare la turbolenza ed il brigantaggio secolare che ne impediscano l'ingresso e lo sfruttamento eventuale. E in questo momento che la borghesia italiana, tramite lo Stato che controlla, inizia nei riguardi di Orgosolo una politica continua di guerra, di guerra coloniale — o, se si vuole, subcoloniale — che é quella, esattamente, che costituisce la storia « italiana » del paese dal 1880 circa sino ai nostri giorni. L'intensificarsi di questa guerra coincide sempre con i periodi di impoverimento nazionale, con i periodi di « ritorno in sé » dopo crisi economiche, guerre, ecc.: presenta cioè un carattere di periodicità che coincide, esattamente, con le crisi discontinue ma permanenti del sistema interno della borghesia imperialista. La intensità di questa guerra [...]
[...]i altro sito d'Italia, il divario, tra classi ricche e classi povere, tra paesi e regioni ricche e paesi poveri — prodotto della formazione infelice dell'Unità d'Italia a vantaggio di una classe, la borghesia, e di un insieme territoriale, l'Italia settentrionale e centrale, — si presenta qui non come un contrasto di sole classi, di territori, ma, addirittura come un contrasto di vere e proprie civiltà, e un contrasto da sanare. Una civiltà allo stato primitivo si contrappone ad una civiltà evoluta nell'ultima fase borghese.
Si può trovare una legge fissa delle crisi; ne elenco qui le principali: In coincidenza con la crisi economica dal 1880, dopo la guerra di Etiopia, sino al 1900, assistiamo ad una guerra dello Stato contro 200 bande di orgolesi e barbaricini che da tutta la regione si concentrano, come estrema roccaforte, nel territorio di Orgosolo. Tutti i sistemi della guerra coloniale vengono impiegati dallo Stato. Si usa l'esercito e la polizia con battaglie campali come quella svoltasi nella foresta orgosolese di Murgugliai il 1899 tra 200 soldati, poliziotti e carabinieri contro la banda dei briganti SerraSanna di Nuoro e Giuseppe Lovicu di Orgosolo. Negli scontri, durati per vent'anni tra lo Stato ed i pastori muoiono oltre 100 carabinieri ed un numero imprecisato, di certo maggiore, di pastori.
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Interi paesi nel 1899 vengono rastrellati e deportati, ed in una sola volta sono presi nella regione e nel paese di Orgosolo 800 uomini, donne e bambini, di cui 790 sono poi rilasciati. I tribunali, che condannano indiscriminatamente, siedono in permanenza. Enormi distruzioni di patrimoni (di greggi, di campagne, di case) impoveriscono paurosamente il territorio. In coincidenza con questa guerra, ideologi borghesi, in particolare il Niceforo ed il Ferri, i1.1900, analiz[...]
[...]di barbaricini, promulgano la teoria razzista della « zona criminale ».
Posseggo i dati per una completa ricostruzione di questa crisi ma mi riprometto la esposizione completa in un volume scritto per Giulio Einaudi.
In coincidenza con la crisi economica del 1905 e con quella successiva alla guerra 191518 si sviluppa in Orgosolo la vendetta di sangue tra i Cossu e i Corraine, vera e propria guerra durata vent'anni tra il paese di Orgosolo e lo Stato, che ho ricostruito nel mio cit. studio « La disamistade di Orgosolo ».
In coincidenza con l'ultima guerra e con la crisi successiva, da qualche anno una vera e propria situazione di guerra esiste nuovamente tra Orgosolo e lo Stato. Da qualche anno la stampa italiana e straniera, di tanto in tanto, torna ad occuparsi di Orgosolo e si agita su piano nazionale un dibattito solo in casi estremi, in occasione di fatti irrimediabili, ultimo, per es., il sequestro e la morte dell'ing. Davide Capra.
Quale é la situazione presente del paese?
Ho cercato, nelle pagine che seguono, di ricostruirne l'ambiente attraverso alcuni dati, considerazioni e, soprattutto, attraverso testimonianze dirette di orgolesi, di cui posseggo il testo scritto o che mi sono state dettate e trascritte parola per parola. Sino ad oggi si é parlato in I[...]
[...]ne l'ambiente attraverso alcuni dati, considerazioni e, soprattutto, attraverso testimonianze dirette di orgolesi, di cui posseggo il testo scritto o che mi sono state dettate e trascritte parola per parola. Sino ad oggi si é parlato in Italia degli orgolesi ma mai, se non nei tribunali o su qualche giornale sardo, hanno parlato gli orgolesi.
La situazione — come giudicherà il lettore é molto grave. I metodi di guerra coloniale usati dal nostro Stato contro il paese di Orgosolo ripugnano alla coscienza di ogni uomo civile. Dopo aver visto e constatato .direttamente nel corso della mia inchiesta non posso più sottrarmi con un silenzio che sarebbe un reato.
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ELENCO DEGLI OMICIDI AVVENUTI IN ORGOSOLO
NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI (195054)
1950
1) Floris Antonio Maria, pastore, 1' 18 aprile 1950.
2) Massola Giovanni, contadino, t maggio 1950.
3) Pichireddu Maria Antonia, casalinga, t 1 luglio 1950.
4) Biscu Alfonso, pastore.
5) Soro Maddalena, casalinga, t 26 luglio 1950.
6) Cucchedda Francesco, ex carabinier[...]
[...]i 26.
E altri.
ET.FNCO DEI LATITANTI DI ORGOSOLO NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI
(195054)
Gli orgolesi alla macchia, di volta in volta, devono considerarsi quasi tutti gli uomini di Orgosolo o come dogau (latitanti per timore di essere perseguiti) o come latitanti veri e propri. Pertanto un catalogo esatto e stabile si rende impossibile.
Tra i latitanti veri e propri hanno avuto fama negli ultimi anni :
1) Liandru Giovanni Battista, pastore, arrestato.
2) Dettori Giuseppe detto Liandreddu, pastore, arrestato.
3) Floris Antonio Maria, pastore.
4) Floris Raffaele, pastore.
5) Tanteddu Pietro, pastore, deceduto.
6) Tanteddu Pasquale, pastore.
Attualmente sono latitanti ed hanno fama :
I) Tanteddu Pasquale.
2) Floris Raffaele, dogau.
Per « favoreggiamento » di banditi si possono considerare, di volta in volta, colpiti da arresto, confino o ammonizione, quasi tutti gli uomini di Orgosolo e alcune donne. Ecco, per es., lo :
ELENCO DEI CONFINATI DI ORGOSOLO
1) Tanteddu Antonia, di anni 20, condannata ad 1 anno a Terraferma.
2) Tanteddu Antonio, di anni 65, pastore, 3 anni a ...
3) Tanteddu F[...]
[...]onera (Carabinieri).
6) loc. Sorasi (Carabinieri).
7) loc. Olai (Carabinieri).
8) loc. Sant'Antiocu (Carabinieri).
9) loc. Deluisco (Carabinieri).
10) loc. S. Leonardo (Carabinieri)
11) loc. Adeth (Carabinieri).
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12) loc. Orulu (Carabinieri).
13) loc. Visti (Carabinieri).
14) loc. Locoe (Carabinieri).
15) loc. Funtana bona (P. S.).
I1 totale numerico delle forze di polizia (carabinieri e p. s.) in Orgosolo non mi é stato possibile accertare. Si consideri in rapporto al numero delle caserme, e si tenga presente che, abitualmente, e specie in situazioni di contingenza, assai frequenti, fanno servizio tutte le forze di polizia (carabinieri e p. s.) del Comando di Nuoro, che si aggira sugli 800. Proporzionalmente al territorio è il più alto di tutt'Italia.
* * *
Le autorità del Governo italiano preposte alla p. s. in provincia di Nuoro pare abbiano sulla popolazione di Orgosolo le stesse opinioni che ieri avevano probabilmente sulle popolazioni dei nostri ex territori africani: opinioni discendenti da teorie ra[...]
[...]cciamola scomparire come entità geografica » (27 novembre 1953).
INCHIESTA SU ORGOSOLO 161
Non c'è da stupirsi perciò se troppo spesso si sentono da alcuni carabinieri, poliziotti e funzionari mandati in Orgosolo giudizi su quella popolazione come, ad es.: « razza criminale », « sangue assassino », « delinquenti nati », « belve umane », ecc.
Da 50 anni é questo il principale clima ideologico e la quasi sola preparazione culturale di quanti lo Stato italiano invia a rappresentarlo, a combattere i crimini, a tutelare la legge.
I metodi di prevenzione e di repressione dei frequenti delitti di Orgosolo trovano troppo spesso giustificazione in teorie razziste e la loro pratica è coloniale.
Durante il corso della mia inchiesta ho raccolto molte testimonianze di orgolesi che qui pubblico in n. di 25 e che, più di ogni spiegazione, provano che non si tratta di metodi usati da gran parte della polizia per casi isolati e contro efferati delinquenti, ma per tutto, un paese e contro pacifici cittadini. Si tratta quasi di un sistema. Queste dichia[...]
[...]numerose ma non posso pubblicarle tutte poiché alcuni temono, con la pubblicita, rappresaglie. Rendo onore a questi orgolesi che, in una situazione di terrore, hanno voluto parlare e li indico come esempio di alto sentire civile e di grande coraggio.
Il triste dibattito che sono costretto a riaprire (e che nel passato e nel presente troppe volte si é dovuto riaprire in Italia) chiama in causa i fondamenti stessi della nostra civilta, del nostro Stato: il rispetto della personalità, della liberta individuale, dell'integrita fisica dell'individuo. Chi li minaccia non sono soltanto i banditi e i criminali ma troppo spesso, purtroppo, anche molti carabinieri, poliziotti, coloro cioè che dovrebbero invece difenderli e tutelarli.
Per quanto quei diritti, conquistati in altro tempo dalla borghesia, siano oggi da tutti riconosciuti in Italia e risultino codificati nella Costituzione, tutti sanno in Italia — anche se non ci pensano o se lo vogliono nascondere — che si agisce in pratica violandoli troppo spesso. Si torna a principi e metodi non ri[...]
[...]ratica usata contro Orgosolo: il quadro che ne risulta non é meno grave della pratica peggiore usata già da noi contro la Libia, l'Abissinia ecc.
La situazione criminale di Orgosolo per le ragioni più profonde e cioè, come abbiamo visto, per ragioni di struttura economica e sociale, è indublmente, molto grave: i delitti sono continui. Trascurando il problema dell'origine della criminalità, del suo nascere dalla struttura economica e sociale, lo Stato italiano si preoccupa invece e soltanto del locale « banditismo », dei « banditi » che esistono in Orgosolo: del fenomeno piú appariscente della situazione cioè, e del piú apparentemente comprensibile, poiché si verifica anche in altre regioni, ma che, certamente, è, al tempo stesso, l'aspetto derivato, secondario, « superficiale ». Trascurando il problema dell'origine della criminalità, del suo nascere dalla struttura economica e sociale, lo Stato italiano si propone soltanto il problema piú immediato — ed, in certo senso, il piú comodo —: catturare i latitanti. Trascurando, con profonda ignoranza, di conoscere la particolare situazione locale, esso impiega metodi e sistemi giudiziari — piú esattamente, direi, militari — che possono valere (se pure), in altre regioni d'Italia, per es. in Sicilia, contro un banditismo che è di delinquenti abituali, di bande.
Sorprenderà molti sapere, invece, che in Orgosolo di banditi veri e propri, di banditi «legali », attualmente ve ne è uno solo — Pasquale Tanteddu —, latitante già condannato a due[...]
[...]ergastoli. Volendo, si pos
INCHIESTA Su ORGOSOLO 163
sono contare in piú, di volta in volta, altri occasionali (una diecina, forse, in tutta la provincia di Nuoro), imputati per lo più di reati di poco conto. Questi banditi, nei delitti che vengono loro attribuiti, non sono legati, abitualmente, tra di loro; non costituiscono banda (e non ne é mai esistita una vera e propria in Orgosolo); sono spesso rivali, divisi tra di loro, nemici.
Per lo Stato questi banditi costituiscono un solo problema veramente grave: essi non sono odiati dalla popolazione ma, direi, amati: ricevono protezione, aiuto, quasi da tutti. E questo, certamente, il solo problema veramente grave per lo Stato.
Il suo compito principale che consiste (o dovrebbe consistere) nell'isolare dalle popolazioni quei banditi, nel conquistare l'appoggio della popolazione contro i banditi, si cerca oggi di ottenere — come già ieri nell'Africa italiana — con i seguenti sistemi:
Stato d'assedio periodico e rastrellamenti generali
E misura che, di tanto in tanto, è presa in Orgosolo in occasione di delitti che colpiscono i « bianchi », cioè continentali, rappresentanti di forze di polizia, o, secondariamente, amici dei «bianchi »; confidenti di polizia. L'elencazione di questa misura dal 1880 ad oggi comprenderebbe troppe pagine. Mi limito qui ad indicare gli esempi ultimi e più gravi:
1) I1 20 dicembre 1949, in occasione di un omicidio di un proprietario di Orotelli, 150 carabinieri armati di mitra e di fucili in piena notte circondano il paese. 50 o 60 case vengono perq[...]
[...]ziotti
Da qualche anno in Orgosolo la polizia é stata dotata di cani poliziotti per snidare a banditi ». Abbiamo visto come Manio Pomponio li avesse usati con poco risultato il 231 a. C. In una situazione in cui il delinquente muta continuamente, sono inutili. Di contrapposto, e con migliori risultati, gli orgolesi hanno, per es., addestrato cani che, in paese
o in campagna, abbaiano solo alla vista di una divisa. Un cane poliziotto costa allo Stato, per mantenimento, L. 400 giornaliere : il salario di un bracciante in Orgosolo é di L. 400. Attualmente i cani sono 10
o 15: potrebbero con quella spesa vivere 10 o 15 disoccupati. E si eviterebbe uno spettacolo che ricorda inoltre, le SS. di macabra memoria. come ha avuto a denunciare al Senato l'on. Emilio Lussu il 16 dicembre 1953.
Sistemi di inquisizione della polizia. Fermi, arresti, maltrattamenti, tortura, perquisizioni domiciliari
La grave situazione, comune in tutt'Italia, determinata dal fatto che la polizia troppo frequentemente si sostituisce alla magistratura, assumendosi le [...]
[...]izione, cioè una libertà vigilata per la durata di due anni, con l'obbligo di presentarsi agli uffici di polizia ad ore fisse; con numerosi divieti tra cui, per es., quello di uscire di casa la mattina e la sera prima e dopo ore fissate; di frequentare bettole, osterie ecc.; di prender parte a pubbliche riu' nioni, feste ecc. 2) Il Confino, cioè la deportazione con lavoro forzato, per la durata da 1 a 5 anni, in una colonia penale speciale dello Stato (Ustica ecc.) o in un comune diverso da quello di residenza.
Questi provvedimenti non colpiscono coloro che sono autori di un reato, ma coloro che sono sospettati di esser autori di reati, o che potrebbero diventarlo. La larghezza di reati contemplati da questo Tribunale speciale è, altrettanto, un indice del suo grande potere. Per l'ammonizione (secondo l'art. 165), si contemplano reati come omicidio, grassazione, furto, resistenza all'autorità ecc.; per il confino gli stessi (secondo l'art. 165), oltre la trasgressione all'Ammonizione (art. 181,1) e un reato chiaramente politico che consis[...]
[...]anto, un indice del suo grande potere. Per l'ammonizione (secondo l'art. 165), si contemplano reati come omicidio, grassazione, furto, resistenza all'autorità ecc.; per il confino gli stessi (secondo l'art. 165), oltre la trasgressione all'Ammonizione (art. 181,1) e un reato chiaramente politico che consiste nel: « proposito di svolgere una attività rivolta a sovvertire violentemente gli ordinamenti politici, economici o sociali costituiti dallo Stato o a contrastare o a ostacolare l'azione dei poteri dello Stato », (art. 182,3). Oggi si interpreta questo ultimo passo come « favoreggiamento di banditismo », benché, tra i numerosissimi reati citati nel testo non ve ne sia mai la menzione; e, per la elasticità della formula, come scrive Mario Berlinguer, «qualunque irriverenza, qualunque molestia anche verso il più umile tra i pubblici ufficiali dovrebbe portare nientemeno che il confino di polizia » (14).
Ma vediamo, ora, le mostruosità giuridiche di questo Tribunale:
Innanzitutto esso non è composto da giudici naturali, magistrati, ma da membri della polizia: il, Questore, il Comandante dei Carabini[...]
[...]rivato cittadino; cui si aggiungono due magistrati. Su denuncia del Questore — che diviene cosí insieme accusatore, inquisitore e giudice — l'imputato viene chiamato in questura per l'Am
(14) Mario Berlinguer, Giustizia e Rinascita per la Sardegna. (Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 1213.
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monizione; e per il Confino tradotto in stato d'arresto davanti alla Commissione.
La maggior mostruosità giuridica di questo Tribunale consiste nel fatto che per una condanna non si richiede la prova di reato ma (incredibile a dirsi) il solo sospetto di reato. Dice infatti testualmente la legge che con l'Ammonizione ed il Confino possono essere colpite « le persone designate dalla voce pubblica come socialmente pericolose » o «diffamate » (art. 164). Per « voce pubblica », di cui si rispetta sempre l'anonimato, devono intendersi abitualmente e quasi solo, nemici personali, confidenti di polizia. Devono essere molti — si giustificano i f[...]
[...]oltre a formulare il parere in favore di se stesso, non esita ad inserire nel suo rapporto alla commissione centrale nuove circostanze che non sono state vagliate dalla commissione di primo grado, senza naturalmente indicarne le fonti e spesso in contrasto con gli stessi accertamenti della polizia e dei carabinieri » (15). Istituto cioè tipicamente fascista. Non per niente il solo difensore di esso alla Camera e con aperta motivazione fascista è stato, appunto, il fascista on. Angioy del M. S. I. Con esso si può considerare imputato chi si vuole per « favoreggiamento di banditismo ». E, si noti, fa osservare ancora Mario Berlinguer che: « se taluno è chiamato in giudizio per rispondere di favoreggiamento non come sospetto ma sulla base di prove precise, lo si condanna a pochi mesi; la legge penale autorizberebbe un giudice inesorabile a giungere fino al limite massimo della pena : 4 anni. (art. 378 C. P.). Se invece è soltanto investito da un sospetto di favoreggiamento gli si irrogano 5 anni di confino » (16).
L'uso, anzi l'abuso smodera[...]
[...]re, e senza sapere a volte, neppure a chi: intere famiglie risultano infatti confinate in Orgosolo!
Si consideri, ancora, che i maggiori latitanti, per es. Pasquale Tan
(15) ib. pp. 910.
(16) ib. p. 11.
(17) cfr. pp.
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teddu, sono diventati tali proprio per sottrarsi a questa imposizione. E se la delinquenza non trova incentivo in questo modo, lo trova altrettanto con il rancore che un innocente prova verso la polizia, lo Stato che lo colpisce ingiustamente; lo trova nella permanenza al confino, vera e propria colonia e scuola di delinquenza.
Questo infamante Tribunale è una delle più gravi cause di perturbazione nel paese. Adesso si è arrivati a colpire — e per la prima volta nella storia sarda — persino delle donne! Il suo odioso carattere di Tribunale coloniale fa arrossire ogni italiano civile.
2) Tribunali ordinari.
Ma anche nel regolare processo di fronte alla magistratura si profila qui un carattere speciale. L'autorità di polizia, avocando a sé generalmente l'indagine, delimita l'ambiente nel quale poi si[...]
[...]e processo di fronte alla magistratura si profila qui un carattere speciale. L'autorità di polizia, avocando a sé generalmente l'indagine, delimita l'ambiente nel quale poi si muove la stessa magistratura. Non sempre, su queste basi, l'autorità giudiziaria ha potuto dare buone prove di sé in Sardegna. Così fu per es. il 1905 in un famoso processo ad Oristano che ingenerò la « disamistade » di Orgosolo e nel quale si assolse l'assassino; e così é stato nel 1953 nel famoso processo di Cagliari per «Monte Maore » (Villagrande) e per « Sa verula », imbastito solo su basi indiziarie, e nel quale, solo in base ad un riconoscimento fotografico di un pregiudicato, Sebastiano Mereu, furono condannati all'ergastolo ben 11 orgolesi. Certamente molti di essi, come tutti sanno in Sardegna, sono innocenti: auguriamo che l'Appello saprà riparare a questi torti. Questo ha denunziato anche l'on. Velio Spano al Senato il 13 dicembre 1953.
Ostaggi
Da qualche tempo la polizia in Orgosolo ha iniziato una misura gravissima. I famigliari di un latitante, genit[...]
[...] famiglia, non ha veramente piú niente
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da perdere e nulla lo arresta nel delitto. Lo si irrita, lo si vuole un « cinghiale ».
La grave situazione ed il pericolo grave di questa pericolosa misura é stata denunciata largamente alla Camera dagli on. Lussu, Berlinguer, Laconi, Pirastu ecc.
Confidenti di polizia
Poiché i metodi di violenza diretta non servono, in Orgosolo si ricorre al più antico sistema usato quando lo Stato non é forte ma impotente, e quando si trova in territorio nemico, specialmente nelle colonie: i confidenti prezzolati dalla polizia. È un metodo che nei secoli scorsi in Orgosolo ha sempre dato pessimi risultati e gravi conseguenze: si pensi al « guidatico » spagnolo e piemontese.
I confidenti in Orgosolo é possibile trovarli solo tra pregiudicati che sono mossi dalla speranza di impunità o tra uomini moralmente miserabili che sono mossi da cupidigia di denaro. E questo genere di confidenti è oggi una delle più gravi cause, se non la più grave, dei delitti e del banditismo di Orgosolo.
Negl[...]
[...] 4 anni, sui 27 omicidi avvenuti in Orgosolo almeno 20 con certezza possono essere considerati esecuzioni di confidenti. E la loro morte é accolta quasi con soddisfazione, come l'esecuzione di una spia nemica in periodo di guerra.
Il parere degli orgolesi sui confidenti — ed il termine più ingiu
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rioso nel paese é appunto « s'ispia » — é qui espresso nella sua forma più abituale dalla acclusa testimonianza n. 9.
Oggi lo Stato per mantenere confidenti in Orgosolo spende forse la somma più alta che si impieghi per il paese: questo denaro, che potrebbe servire a migliorare la situazione di miseria, non si riduce ad altro che ad un involontario finanziamento di nuovi delitti.
Taglie sui banditi
Oltre ai confidenti non vi é probabilmente sistema più pericoloso, nella particolare situazione di Orgosolo, che le taglie sui banditi. Già usate dagli spagnoli, dai piemontesi, esse, se pur hanno per effetto la cattura di un bandito, quasi sempre danno luogo a 1,5,10 omicidi per la loro spartizione, per vendetta ecc.; e ne v[...]
[...]iù pericoloso, nella particolare situazione di Orgosolo, che le taglie sui banditi. Già usate dagli spagnoli, dai piemontesi, esse, se pur hanno per effetto la cattura di un bandito, quasi sempre danno luogo a 1,5,10 omicidi per la loro spartizione, per vendetta ecc.; e ne vengono fuori, ancora, 1,5,10 nuovi banditi. Se pur hanno il risultato della cattura di qualche bandito senza sanguinose conseguenze, esse si risolvono in una grave beffa allo Stato che le paga, poiché la cattura — o meglio consegna — del bandito avviene quasi sempre con il suo accordo, ed è lui, la famiglia, gli amici che intascano le taglie : si riducono cosí ad un invito alla latitanza.
« Fraternizzazione con gli indigeni»
Uno dei problemi che si é sempre posto per Orgosolo da parte di autorità e di giornali é quello se i carabinieri e i poliziotti devono o non devono « fraternizzare con gli indigeni », e, specialmente, con le donne. Il PaisSerra nella sua inchiesta per conto del Governo protestava che : « difetto grave sono le relazioni, il contatto con il popolo »[...]
[...]e: — Le ragazze di Orgosolo non se la fanno con i carabinieri. Carabinieri: — Voi ci offendete. Badate come parlate!
Ragazze: — Lasciateci stare e rispettateci.
Carabinieri: — Siete più delinquenti degli uomini. Vi domeremo con lo strumento.
Ragazze: — Ma chi credete di essere, o vanitosi! Pensate a domare voi stessi con la giustizia.
***
Quale é la conseguenza di questa politica razzista, coloniale?
La divisione completa tra il paese e lo Stato, lo stato di vera e propria paura reciproca e continua che esiste tra la popolazione e le forze di polizia, la sfiducia completa degli orgolesi per ciò che é statale e non è orgolese.
E questo l'ambiente che genera essenzialmente il « banditismo ».
Per la minima mancanza o reato commessi, per la minima minaccia o per il solo amichevole avviso che un nemico personale, un confidente, un poliziotto ecc. stanno per denunciarlo all'autorità statale, l'orgolese si dà alla macchia. Lo fa, come qui si dice (e questo denuncia chiaramente la situazione) non per sfuggire alla giústizia ma per « sfuggire all'ing[...]
[...]incensurati, neppure a volte colpiti da misure di p.s., che vive in una singolare condizione di semilatitanza. Impauriti, si nascondono alla polizia e vivono tra il paese e la campagna le loro tristi giornate. La frequenza e l'estensione del fenomeno é cosí vasta che esiste a Orgosolo persino un termine speciale per indicare un semilatitante: su dogau. E si può dire che, almeno una volta nella vita, ogni orgolese, o quasi, sia passato per questo stato.
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Dal dogau generalmente viene fuori il vero e proprio bandito. Uno sguardo alla storia dei banditi del paese (e, si potrebbe dire, di tutta la Barbagia) ci dimostra che all'origine di un bandito sta un'ingiustizia iniziale ed il dogau.
Così dogau fu per es. in passato Onorato Succu per vendetta, e dogau nel presente fu Pasquale Tanteddu per sfuggire alla commissione di confino. Per quanto la latitanza del dogau non sia reato, e non può essere neppure considerata prova di colpevolezza, una volta alla macchia, al dogau si presentano cento circostanze che lo spingono a fa[...]
[...]etari della zona, piccoli o grandi, viene chiesto direttamente dal bandito o da chi per lui, di tanto in tanto, una somma in denaro, in bestiame ecc. secondo le possibilità. Il ricattato, nella stragrande maggioranza dei casi paga senza fiatare per evitare il sequestro di persona, l'omicidio. Ma, in verità, bisogna dire che come la rapina é ritenuta qui naturale, altrettanto si considera il ricatto in Orgosolo. Nessuno, o quasi mai, ricorre allo Stato.
Di fronte alle persecuzioni, ai mali enormi che vengono dallo Stato, persino il ricatto é considerato un male minore: una sorta di « tassa u che non si paga allo Stato ma si paga al bandito, e più volentieri poiché domani su di lui, si può, eventualmente, contare, mentre sullo Stato non si può contare purtroppo, né per protezione, né per la propria pace.
I rapporti tra la popolazione e il bandito in Orgosolo (e in generale in tutta la Barbagia) sono profondamente diversi da quelli tra la
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popolazione ed il bandito di città. « Voi pensate probabilmente a un bandito della Barbagia nei termini in cui concepite un qualunque delinquente di città », ha detto Renzo Laconi. « Un delinquente in città non é riconosciuto come proprio dalla società che lo circonda, é isolato nella vita di un paese civile; ma per il bandito in Barbagia é un'altra cosa. La [...]
[...]ta società che circonda i banditi e i banditi stessi non vi é rottura morale. Ogni pastore sa che si potrà trovare nella situazione in cui dovrà diventare un bandito, e ogni bandito sa di non essere altro se non un pastore « sfortunato » che ha avuto una disavventura » (19) Ed il bandito nei lineamenti essenziali della tradizione di Orgosolo (e della Barbagia) non é un rinnegato del suo mondo. Diviene latitante per sfuggire solo alla legge dello Stato, ma si sente impegnato a rispettare la legge del paese. Egli si studia di non rendersi colpevole di delitti ingiusti, inumani, che gli taglierebbero la possibilità di conservare i rapporti. Entro questi limiti l'orgolese aiuta il latitante libero e compiange il latitante catturato.
Il latitante catturato, in questa tradizione, é solo uno « sfortunato ». Liberato dal carcere, magari dopo anni di carcere che ha fatto innocente, egli viene accolto festosamente: ognuno gli augura «a chent'annos» (fra cent'anni una nuova disgrazia).
La fidanzata lo ha atteso per anni, la moglie gli é stata fedel[...]
[...]o anni di carcere che ha fatto innocente, egli viene accolto festosamente: ognuno gli augura «a chent'annos» (fra cent'anni una nuova disgrazia).
La fidanzata lo ha atteso per anni, la moglie gli é stata fedele, gli ha educato i figli, ha mandato avanti la famiglia. Senza moralismi e senza piani di rieducazione la comunità dei pastori riaccoglie il galeotto che, se non ha vendette da compiere, torna pacifico alla sua vita, al suo lavoro. Essere stato latitante, essere latitante non ha significato di rimprovero, non é motivo che ripugna. Al contrario!
Il bandito anzi, in generale, viene persino eroizzato, mitizzato. Egli, se é libero, è una specie di rappresentante del potere esecutivo del paese contro il potere esecutivo dello Stato. È il « Giustiziere », iI « Vendicatore ». E qui, come in ogni società primitiva, conta sempre chi vince, chi è il più forte: e non é, quasi mai, lo Stato. Il bandito orgolese resta alla macchia anche 20, 30 anni. Lo aiuta, certamente, il
(19) Renzo Laconi Ignazio Pirastu, Il banditismo in Sardegna e le sue cause sociali. (Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20, 25 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 5455.
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territorio; il Supramonte per es. Ma il latitante orgolese, per es., abitualmente non vive in campagna: ma in paese.
Per la enorme parentela che quasi sempre conta, per le amicizie, per il sentimento generale di opposizione alla polizia, tutto il paese lo nascond[...]
[...]lo, per es., ha generalmente, due, tre quattro porte che danno sulle strade; corridoi, tortuosi; meandri; interrati e soffitti; botole ecc., costruiti di proposito. La protezione al bandito é tale, che egli pub, con qualcne precauzione, passeggiare persino per le vie del paese, sotto il naso di carabinieri e di poliziotti. E molto raro che il bandito sia denunziato, e, se questo avviene, avviene per beghe personali, non per timore od amore dello Stato.
Il silenzio di fronte alla polizia é legge generale, rispettata e fatta rispettare, come il « codice locale ». Non esiste probabilmente altro paese in Italia in cui il silenzio popolare — la omertà, per usare un termine statale — é tanto vasto. È il prodotto di una storia secolare, profondissima. « La verità — dichiarava per es. l'anno scorso il comandante dei carabinieri della provincia di Nuoro, magg. Onofrio Casano — é che interrogare gli orgolesi é perfettamente inutile. E tutto tempo perso. Anche messi davanti all'evidenza dei fatti gli orgolesi non parlano se non in un caso su dieci m[...]
[...]., una idea della centenaria « sapienza giudiziaria acquisita nel paese:
Una banda di rapinatori aveva assalito la casa di due vecchi pro
prietari e aveva uccisi. Dodici giovani imputati erano stati portati in tribunale: tutti avevano un alibi fortissimo, meno uno. Messo a confronto con un teste, un cugino che diceva di odiarlo, riconosciuto, non avendo neppure accennato una risposta, benché non vi fosse nessuna prova contro di lui, questi era stato condannato. L'avvocato difensore, di fronte a quell'insano comportamento, era disperato. Il condannato sta due anni in carcere, poi scrive al Procuratore: ricorda, finalmente, dove si trovava il giorno della rapina : era andato a Macomer in treno, conservava il biglietto ferroviario, anzi era stato multato, aveva un testimone che lo poteva riconoscere, un prete che aveva viaggiato con lui. L'avvocato difensore, sia pur irritato contro lo stesso imputato, fa riaprire il processo: si constata che la multa, intestata al nome dell'imputato, corrisponde al giorno della rapina, il prete lo riconosce e viene assolto. In camera charitatis l'avvocato difensore ora chiede all'orgolese : « Come è possibile che tu avevi dimenticato un alibi così formidabile? ». « Eccellenza — risponde l'orgolese — io ho partecipato a quella rapina di cui ero imputato. Mio cugino, quello stesso che mi ha accusato, é[...]