Brano: [...]ositi e di sentimenti i quali sono in contrasto con quella che dovrebbe essere la giusta e ragionevole spinta che deve animare tutti i compagni che si iscrivono al Partito socialista italiano. Io non esito a dichiarare che se la situazione, che il Partito ha affrontato l'anno scorso nel Congresso di Bologna, era già una situazione intricata e difficile, oggi essa è diventata ancora piú grave perché appunto il risultato del Congresso di Bologna è stato quello di introdurre negli usi, nelle abitudini, nei programmi del nostro Partito, come mezzo di azione, il mezzo della violenza: il mezzo della violenza che è ripugnante in un Partito sorto, come il nostro, per reazione contro il vecchio culto ed il vecchio fanatismo di credere che le questioni sociali possano essere risolte col mezzo della violenza.
Nel 1892 il Partito socialista in Italia è sorto appunto spogliandosi di tutte queste vecchie fantasie che ci erano lasciate in eredità da tutto
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quell'atavismo delle generazioni passate, che aveva consumato se stesso per poter dare alla n[...]
[...]ceva ritornare alla stessa sensazione etica e morale della civiltà mosaica, anche prima del diluvio universale, io allora avevo preparato un articolo che ho avuto sempre scrupolo di pubblicare. Ed in questo articolo io ricordavo le memorabili e grandi parole che sono state espresse in principio della rivoluzione russa dal nostro compagno Krilenko, un umile ufficiale diventato commissario del popolo per la guerra, il quale, ritornando dall'essere stato a sciogliere lo Stato maggiore dell'esercito russo, ha dovuto assistere impotente all'assassinio del generale Zakunine, che egli conduceva con sé dinanzi al Tribunale di Pietrogrado. Il compagno Krilenko ha pubblicato un proclama, che ho avuto il piacere di tradurre, che è stato pubblicato sull'Avanti! del 17, in cui richiamava i compa
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gni soldati di terra e di mare, a considerare la inutilità della violenza e della crudeltà. Ebbene, noi abbiamo adottato, voi avete adottato, nel Congresso dell'anno scorso, questo mezzo di azione, il quale confonde l'inutilità e l'utilità della violenza e la mette semplicemente a disposizione dei nostri volontaristi, o dei nostri compagni impazienti e insofferenti come un mezzo per la liberazione o per l'espressione della loro volontà e del loro diritto. Questo è quello che ci ha portati alla situazione in cui ci troviamo: che s[...]
[...]vane compagno, io ti dico: Noi per quarant'anni abbiamo apprezzato i benefici della unità di tutti quegli elementi militanti, i quali, rinunciando a tutte le vecchie ideologie dei vecchi Partiti borghesi, hanno dichiarato, in base al nostro programma, di dedicarsi per la causa della giustizia e dell'uguaglianza, col proposito della espropriazione economica e politica delle classi dirigenti su un terreno e su una base chiaramente socialista. Ed è stato il secondo che si è espresso, dai primi tentativi e conati che venivano da tutta una predicazione idealistica che è stata fatta allora fino dai tempi subito dopo la Comune di Parigi. Ebbene, noi per quarant'anni abbiamo apprezzato i beni della unità: voi, in pochi anni, caro giovinetto, constatate gli inconvenienti della unità. Noi abbiamo sempre saputo che in mezzo ad ogni cosa di
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questo mondo, vi è la parte utile e vi é la zavorra, la parte dannosa. Siamo qui tutti per rimediare ai difetti dell'unità. Anche l'unità ha i suoi difetti. Sono tutti inconvenienti della vita e dell'azione d[...]
[...]hi anni, caro giovinetto, constatate gli inconvenienti della unità. Noi abbiamo sempre saputo che in mezzo ad ogni cosa di
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questo mondo, vi è la parte utile e vi é la zavorra, la parte dannosa. Siamo qui tutti per rimediare ai difetti dell'unità. Anche l'unità ha i suoi difetti. Sono tutti inconvenienti della vita e dell'azione degli uomini. Siamo qui per cercare di rimediare. Ma voi per rimediare chiamate e fantoccio » quello che è sempre stato il nostro culto, il nostra bisogno, verso il quale abbiamo fatto tutti i sacrifici. E voi avete portato un dolore a noi proprio all'inizio di questa discussione. Oggi i giovinetti pero dicono: Cosa importa se i vecchi hanno dei dolori? Noi andiamo avanti per la nostra strada.
Allora, o compagni, è necessario richiamarvi ad un'altra considerazione di carattere etico e morale, che io credo non debba mai sfuggire dai nostri propositi e dalla nostra azione, e nemmeno dalle nostre riunioni. Voi sapete che noi vecchi del Partita, abbiamo passato tanti dispiaceri, tanti fastidi, tanti, di tutte le [...]
[...]he
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sono le esigenze del movimento internazionale, a quelle che sono le esigenze del nostro movimento nazionale. In verità il compagno Graziadei ha creduto necessario, dopo il suo primo discorso di ieri mattina, di venire alla tribuna a fare una specie, non dico di atto di contrizione, ma una specie di spiegazione che poteva parere una giustificazione perché comunemente viene ritenuto che il suo atteggiamento di fronte alla guerra non fosse stato realmente un atteggiamento contro la guerra. E difatti noi ricordiamo benissimo che quando nelle nostre manifestazioni di fronte a questo grave fatto politico della guerra, noi eravamo considerati come degli elementi pericolosi e siamo stati incolpati appunto per questo, anche il compagno Graziadei faceva le sue osservazioni in proposito, ma ricordiamoci che le sue osservazioni, i suoi scritti, i suoi commenti andavano sulle colonne del Giornale d'Italia e servivano come strumento contro di noi. (Applausi). Perché il torto del compagno Graziadei e di parecchi altri — qualcuno di essi appartie[...]
[...]la situazione. Il popolo di Grecia, il quale è uno dei popoli dell'antica civiltà, piú ancora, avanti di noi, che nella psicologia sua ha già liquidato questo vecchio culto verso l'eroismo degli altri, che anche per noi è roba vecchia e consumata che non risponde piú alla nostra vitalità. Ebbene, é successo questo: contro Venizelos le varie frazioni della borghesia che gli contrastavano il potere avevano armato la violenza dell'attentato. Egli è stato colpito da una palla di revolver. Ma questo non ha servito a niente. Cosa ha servito per liquidare Venizelos e la sua cricca imperialista? Ha servito semplicemente il suffragio universale ed il libero voto. Il successo elettorale della Grecia è stato quello che ha servito... (proteste dei comunisti) a liquidare Venizelos piú di quello che non abbiano fatto i mezzi violenti dei suoi rivali. (Rumori e interruzioni).
Questo dunque prova come in noi il culto dell'eroismo personale ed i propositi delle frazioni sono condannati a non avere possibilità di
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esercitare, su tutto lo spirito e su tutto l'insieme del sentimento del nostro popolo, quella forza di attrazione e di coesione che è pure necessaria perché la nostra azione di Partito possa servire a creare quella grande società in cui l'interesse del popolo italiano debba avere la poss[...]
[...]ediare a questa condizione si dovesse allontanare la frazione riformista dal nostro Partito.
La frazione riformista 1 Io vorrei domandare a quattr'occhi al compagno Graziadei se egli crede proprio che quando noi avremo allontanato quei nostri compagni che si sono riuniti pochi mesi fa a Reggio Emilia ed hanno concluso la loro riunione con una deliberazione collettiva, se quando noi avremo allontanati questi compagni, il nostro Partito avrà acquistato una maggiore potenza rivoluzionaria. Io sono convinto che non sarebbe avvenuto nessun cambiamento sostanziale nella forma e nella capacità rivoluzionaria del nostro Partita. Sono convinto di questo, specialmente quando, osservando le deliberazioni di Reggio. Emilia, noi troviamo che questi nostri vecchi compagni legati al loro metodo ideale, al loro metodo riformista, sono già stati costretti ad ammettere questo concetto, che prima avevano continuamente rifiutato come dannoso alla vita del Partito, il concetto cioè dello sciopero generale, il concetto della dittatura del proletariato.
Noi, c[...]
[...] vero che il compagno Graziadei dice che adesso questa massima non è piú utile, che noi ci troviamo di fronte ad esigenze speciali... Ah 1 no, compagno Graziadei. Quando tu riconosci la bontà e la forza di questa massima del passato e vieni a negarla nel presente, tu stesso sei vittima di
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un opportunismo che noi crediamo non debba essere ammesso nel sistema col quale noi affrontiamo le nostre diverse situazioni. Opportunismo politico che è stato colpito dalle deliberazioni della Terza Internazionale che ha pure vincoli e legami con questo opportunismo locale col quale si crede di sistemare in modo utile al nostro movimento. gli interni rapporti fra militanti dello stesso Partito. Io mi rifiuto di adottare questo sistema di opportunismo morale. Se c'è una massima la quale rappresenti, realmente, nella grande conquista della libertà di pensiero, la possibilità di tutta la coscienza e di tutta l'anima di coloro che sono raccolti in base al programma comune e debba citare continuamente il tesoro della propria competenza attraverso il nos[...]
[...]o mi rifiuto di adottare questo sistema di opportunismo morale. Se c'è una massima la quale rappresenti, realmente, nella grande conquista della libertà di pensiero, la possibilità di tutta la coscienza e di tutta l'anima di coloro che sono raccolti in base al programma comune e debba citare continuamente il tesoro della propria competenza attraverso il nostro movimento, è appunto questa libertà di pensiero che è il patrimonio piú grande che sia stato conquistato dalla nostra civiltà italiana. Ora, sacrificare questa per le esigenze di un popolo di nuova civiltà, il quale si è trovato in circostanze favorevoli di compiere prima degli altri la propria rivoluzione proletaria non è giusto. Noi siamo qui a battere le mani e a dare tutta la solidarietà, e non soltanto solidarietà apparente, ma efficace, al movimento dei nostri compagni russi, ma siamo qui anche a rivendicare la dignità del nostro movimento, la necessità della sua libertà ed a prendere le nostre deliberazioni. (Applausi). E la nostra adesione alla Terza Internazionale non sia deliberazione [...]
[...], ma di uomini di spirito libero che hanno coscienza della situazione nella quale ci troviamo e vogliono portare alla Terza Internazionale una forza compatta e cosciente e non una debolezza. (Applausi).
Il compagno Graziadei diceva che noi, per i meriti che abbiamo nel passato, intendiamo ottenere delle eccezioni dai compagni della Terza Internazionale. No, noi non crediamo di avere meriti speciali:. noi crediamo, semplicemente — ed io che sono stato uno degli artefici responsabili dell'andamento del Partito durante la guerra — di avere sempre fatto il nostro dovere, tutto quel dovere che potevamo fare di fronte al dilemma della compagine socialista nazionale ed internazionale. Tutto quello che dovevamo, che potevamo fare, abbiamo cercato di farlo e quindi domandiamo ai nostri compagni di Russia non un riconoscimento dei nostri meriti, ma la valutazione chiara della situazione nella quale noi ci troviamo. Ecco perché noi non domandiamo eccezioni, ma facciamo semplicemente appello alle stesse deliberazioni della Terza Internazionale, un ap[...]
[...]o affatto, il loro dovere nazionale ed internazionale (bravo !) durante la guerra. Noi comprendiamo. E c'è qui scritto, nelle «Tesi e Statuto dell'Internazionale comunista », quel luminoso documento che è il « manifesto », ove si legge, nella prima parte, il primo documento portato. Troverete ivi espresso, in modo indiretto, questo concetto che io esprimo. Nell'orribile conflitto degli interessi capitalistici del mondo, che per 4 o 5 anni ha devastato tutta la vita morale e materiale della civiltà attuale, l'Italia non ha contato che come un accessorio, come una appendice, ed è stata trattata come una appendicite da potere risolvere e tagliare. La borghesia italiana, il capitalismo italiano, allo scoppio della guerra non era ancora arrivato ad una sufficiente potenza onde potere essere considerato nei destini della civiltà moderna borghese come una forza reale ed effettiva; quindi nella determinazione dei rapporti internazionali fra gli Stati, l'Italia, come ha contato poco prima della guerra, come ha contato poco durante la guerra, conta [...]
[...]cere quello che noi abbiamo fatto per la nostra vita ed anche a favore dei Partiti di tutto il mondo.
Vi ricordate nel 1912 quando il nostro Partito ha liquidato i socialpatrioti e i socialdemocratici che esistevano nel nostro Partito? I Bono mi, i Cabrini, i Podrecca, i Bissolati sono stati espulsi dal nostro Partito appunto perché erano la espressione di quella corrente, che cosí si è tolta dallo inceppare la vita del Partito. Tutto ciò non è stato mai fatto da nessun altro dei Partiti socialisti del mondo. Né Millerand, né Briand in Francia sono stati mai considerati fuori delle file del loro Partito per liquidare con questo atto la corrente di azione politica che loro rappresentavano. E noi abbiamo quindi pieno diritto di volere che si tenga conto di questi avvenimenti storici che hanno il loro valore. Ed è questo che nella nostra mozione, quando voi, all'art. 17, ci dite di romperla con la politica del riformismo, noi vi diciamo « Grazie,
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cari compagni, del consiglio: noi questo lo abbiamo già fatto nel 1912 ». (Approvazioni, a[...]
[...]do noi avremo illuminato la mente e la coscienza di coloro che maneggiano gli strumenti della violenza, avremo fatta la piú grande conquista. (Applausi della maggioranza, interruzioni dei comunisti).
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Purtroppo voi vedete come anche il nostro Partito, che può anche orgogliosamente guardare i successi elettorali di questi ultimi tempi, del 1919 e del 1920, purtroppo noi siamo costretti a considerare come siamo lontani ancora dall'avere conquistato con la nostra lotta e propaganda l'anima di questo povero proletariato italiano. Pensate alla situazione in cui si sono trovati con l'esito delle elezioni politiche del 1919. Ci avete mai pensato? Non siamo nemmeno raddoppiati come forza elettorale, e siamo quadruplicati di forza parlamentare. C'è una sproporzione evidente in questo successo elettorale politico che deve insegnare qualche cosa. Ma come? Noi abbiamo continuato per tutto il periodo della guerra nel nostro atteggiamento, nella nostra propaganda, nella nostra influenza; noi dopo la guerra abbiamo cercato di rendere sempre piú perf[...]
[...] abbiano dovuto accettare questa distinzione, abbiano dovuto chiamarsi « comunisti » invece di socialisti di fronte alla confusione, alla mistificazione avvenuta nel campo socialista internazionale. Poiché bisogna pensare che in Russia anche i « riformisti » si chiamano « rivoluzionari ». Qui, in Italia, i nostri compagni sarebbero spaventati solo a chiamarsi « rivoluzionari ». In Russia la nuova organizzazione ha portato a questa distinzione; è stato necessario opporre come mezzo di selezione e di distinzione per le direttive che debbono seguire i proletari, di opporre la concezione comunista a quella che era la concezione generica, perché quelli che si chiamano comunemente « socialisti » erano tutti dei transigenti, degli accomodanti, della gente collaborazionista con le classi dominanti ed hanno dovuto scegliere questo precipitato, questo termine di distinzione, nel Comunismo, il quale rappresenta appunto il futuro ordinamento economico della società comunista. E stato necessario adottarlo in Germania, in Svizzera, in Inghilterra, in Fr[...]
[...]e che debbono seguire i proletari, di opporre la concezione comunista a quella che era la concezione generica, perché quelli che si chiamano comunemente « socialisti » erano tutti dei transigenti, degli accomodanti, della gente collaborazionista con le classi dominanti ed hanno dovuto scegliere questo precipitato, questo termine di distinzione, nel Comunismo, il quale rappresenta appunto il futuro ordinamento economico della società comunista. E stato necessario adottarlo in Germania, in Svizzera, in Inghilterra, in Francia, dappertutto dove c'è stata questa confusione. Da noi in Italia, adottare questo nuovo nome sarebbe un fare credere che il Comunismo é qualche cosa di diverso dal Socialismo.
Guardate a che acciecamento si arriva ! C'è stato un buon compagno del nostro Partita, un mio consanguineo, il quale mi scriveva che egli aveva accettato di fare parte della frazione comunista perché «piú avanzata » e che si è trovato poi espulso dalla frazione comunista perché non ha voluto accettare il mezzo di azione della violenza, ed egli aveva creduto, appartenendo alla frazione comunista di essere piú avanzato ! Quando si viene a mettere la questione in questo modo, e l'Ordine Nuovo viene a dire « Siamo la parte piú avanzata e cosciente... » allora si capisce che viene a determinarsi una situazione tale che un uomo di buona volontà di[...]
[...]mente mobile, movimentata, e quindi nella loro mente pare di mancare al loro compito ed al loro dovere se non vanno continuamente ad elaborare teorie nuove, dottrine nuove, punti di vista nuovi. C'é della gente a cui pare mancare al loro scopo, alla loro mente pare di mancare al loro compito ed al loro dovere se altri invece i quali hanno altre qualità, e in generale siamo noi, vecchi proletari, noi che abbiamo sempre combattuto (io non sono mai stato giovane socialista) e siamo diventati socialisti quando abbiamo scoperto che il segreto dell'ingiustizia era rivelato dalla scienza socialista comunista dei nostri compagni che ci hanno preceduto nello studio della situazione sociale. Siamo diventati socialisti col nostro pensiero fisso di raggiungere quello scopo che stava scritto nel nostro programma. Il solo mezzo di azione era la lotta implacabile, continua, inflessibile, intransigente contro i nemici dell'umanità. Una volta stabilitaquesta base di azione e questo punto di arrivo ci siamo dedicati tutti,
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con ogni sforzo, per raccogl[...]
[...]lla proprietà privata passata attraverso i millenni della storia, ebbene fino a che dura la divisione delle nazioni, i popoli sono costretti a vivere in quella stretta collaborazione che è imposta dalla forza, dalla possibilità del regime capitalista che ha in mano la forza degli Stati, dei popoli e delle nazioni. La forza della legalità e dell'illegalità é in mano dei nostri oppressori. Attraverso i secoli essi hanno congegnato un meccanismo di Stato perfetto contro il quale noi lottiamo continuamente. Io che vi parlo, quante bastonate ho ricevuto dall'organismo giuridico dello Stato ! Noi siamo sorti di fronte a questo Stato enunciando le nostre ragioni, in nome dell'ideale nostro ed in nome del nostro coraggio, non per i mezzi della violenza. Sparare una revolverata contro un poliziotto e contra un re è un atto straordinario, ma non risolve niente della situazione sociale. Siamo sorti contro lo Stato, in nome del nostro diritto imprescindibile, e in Parlamento quando io, ultimo venuto dopo 34 anni di fiaschi elettorali, ho potuto presentarmi, oh ! quanti vecchi parlamentari e vecchi ministri, mentre io parlavo, abbassavano gli occhi e si stringevano nelle spalle e mi lasciavano parlare e non mi facevano oggetto di tanta cagnara.
Tutto questo vale qualche cosa, ed é dunque per questo che io dico che non dobbiamo lasciarci trascinare dalla illusione che creando questa scissione, creando questo Partito comunista possiamo fare realmente uno sforzo maggiore, piú perfetto, piú violento, piú ca[...]
[...]nta cagnara.
Tutto questo vale qualche cosa, ed é dunque per questo che io dico che non dobbiamo lasciarci trascinare dalla illusione che creando questa scissione, creando questo Partito comunista possiamo fare realmente uno sforzo maggiore, piú perfetto, piú violento, piú capace di quello che é necessario sia fatto anche col concorso dei nostri compagni che vogliono distinguersi col loro comunismo e che non è che una parte del patrimonio che è stato sempre voluto da noi, che non vogliamo lasciarci defraudare ma che vogliamo sia con noi. (Applausi). Anche essi colla loro forza e col loro sacrificio, col sentimento della solidarietà e della fraternità devono essere con noi che ci sentiamo uguali ad essi in capacità, in devozione alla nostra causa. (Applausi).
Io ho assistito tre volte al cambiamento di nome del nostro Partito. L'articolo 17 delle condizioni per l'adesione alla Terza Internazionale dice chiaramente che, se vogliamo servire la causa della rivoluzione mondiale, dobbiamo spogliarci della giacchetta portata fino adesso e diven[...]
[...]quale ne sarebbe la conseguenza? La conseguenza sarebbe questa. Nella storia di questi quaranta anni di lotta socialista noi abbiamo distrutto attorno a noi una quantità di idoli e di altari; noi abbiamo fatto una grande rovina intorno a noi per fare sorgere questa nostra bandiera, questo nostro albero del Partito socialista italiano. Ebbene, attorno a noi si aspetta che cambiamo di nome perché allora tutti i vari gruppi dei mistificatori, dei mestatori della politica operaia debbano approfittarne per farsi mettere questa divisa che solo noi abbiamo portato onoratamente. (Applausi della maggioranza, approvazioni). E cercare 'osí di fare passare le loro mistificazioni.
È per questo, cari compagni Serrati e Baratono, che noi affermiamo che neppure l'aggiunta di quell'aggettivo qualificativo ci può servire e ci può salvare da questo pericolo, perché il giorno che noi adottassimo questo sistema di mettere un aggettivo qualificativo di « comunista » al nostro Partito socialista, daremmo il diritto a tutte le emulazioni di mettere un aggettivo [...]
[...]zione é quella di esercitare una ta
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le azione politica nel nostro paese perché si debbano maturare le situazioni rivoluzionarie. Tutto lavoro questo che noi, nelle nostre lotte in Parlamento ed in paese, cerchiamo di fare per impedire al potere esecutivo della classe dominante di compiere le sue imprese. Noi abbiamo la convinzione di servire in questo modo la causa della rivoluzione sul terreno politico ove noi ci troviamo. Qualche fatto è stato compiuto, ma noi cerchiamo di maturare la situazione favorevole, perché la rivoluzione, che non pub essere un'ondata, ma un preparativo come una miscela fatta nei gabinetti di chimica, sia il prodotto di una azione continua, sviluppata contro l'interesse della proprietà e del capitale. Noi crediamo che se anche non saremo gli esecutori della rivoluzione, abbiamo l'onore e la gloria di essere stati i preparatori ed i difensori. In questo modo intendiamo servire la causa della rivoluzione e tutti gli altri modi che vengono presentati come un rimedio non possono portare che all'impotenza. Cosí è[...]
[...]fino a ieri nelle file della democrazia cristiana... (Rumori vivaci, interruzioni dei comunisti, applausi da altre parti). È venuto al nostro Partito trascinato e sedotto dal buon esempio che abbiamo dato noi durante la guerra. Noi ci felicitiamo della sua conversione, ma io mi credo in diritto di ricordare l'alto insegnamento che ci ha dato, in quel tempo, la conversione del compagno Edmondo De Amicis il quale, entrato nelle nostre file, vi è restato semplicemente, non col proposito di diventare un ispiratore di scissioni o di divisioni, ma semplicemente per essere un buon milite e fare anche lui la sua coscienza e la sua esperienza, (approvazioni), quella coscienza che tutti possono farsi. Ed in nome di questa io dico: andiamo adagio in queste voltate se non vogliamo correre il rischio di danneggiare maggiormente la compagine del nostro Partito.
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Il nostro Partito è aumentato vertiginosamente. Era giusto. Lo avevamo preveduto. Ma ricordo che nelle ultime riunioni della Direzione durante la guerra, prima di essere arrestato, si preve[...]
[...]fare anche lui la sua coscienza e la sua esperienza, (approvazioni), quella coscienza che tutti possono farsi. Ed in nome di questa io dico: andiamo adagio in queste voltate se non vogliamo correre il rischio di danneggiare maggiormente la compagine del nostro Partito.
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Il nostro Partito è aumentato vertiginosamente. Era giusto. Lo avevamo preveduto. Ma ricordo che nelle ultime riunioni della Direzione durante la guerra, prima di essere arrestato, si prevedeva e si faceva già un quadro preventivo di quello che si doveva stabilire sui prevedibili successi dell'organizzazione del nostro Partito per la condotta ehe si teneva durante la guerra. Però chi ha facilitato in modo eccessivo l'andamento delle nostre forze è stata appunto la deliberazione di Bologna dell'anno scorso, la quale ha aperto il varco a tutti i fanatici della violenza i quali credevano che si potesse facilmente servire questa ,causa colla preparazione e l'esecuzione della violenza armata. Le discussioni avvenute l'anno scorso a Bologna hanno chiaramente espresso quali e[...]
[...]la violenza i quali credevano che si potesse facilmente servire questa ,causa colla preparazione e l'esecuzione della violenza armata. Le discussioni avvenute l'anno scorso a Bologna hanno chiaramente espresso quali erano i propositi della Direzione del Partito che allora trionfava. Attraverso questa seduzione, attraverso la credenza nella forza e nella potenza di una violenza che possiamo preparare per opporre alla violenza dei nostri nemici, è stato facile raccogliere tanti elementi che nella loro passione hanno il desiderio di potere manifestare per mezzo della violenza la forza della loro convinzione e della loro volontà. Pare ad essi che la causa della rivoluzione sociale non si possa servire che in questo modo, e purtroppo noi vediamo come essi sono costretti a mettersi sullo stesso terreno spiacevole nel quale si trovano i nostri avversari, i quali possono comandare solamente con la forza della violenza brutale che è affidata ad incoscienti che servono da mercenari e da sicari.
Si capisce che il giorno che voi nelle vostre delibera[...]
[...]ostro Partito !
LAZZARI: Io vi ricordo che queste discussioni non sono nuove nei nostri Congressi. Vi ricordo la terribile polemica degli anni passati che era agitata tra Marx e Bakunin che rappresentavano due poli di una
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azione che si contrastava allora per il dominio di questa forza ugualitaria che si andava presentando nel mondo. Allora non c'era stata la. guerra. La guerra mondiale non vi era stata. Vi era però la guerra del. '70. È stato necessario ancora allora separare, dividere le responsabilità e purtroppo molte cose abbiamo visto. Vi sono state diverse fasi attra verso le quali è passato anche l'anarchismo. Esso però è rimasto come una forza filosofica dell'avvenire, non pratica; un sistema che non ha forza per liberáre dalla catena della schiavitú moderna. Per questo noi diciamo: Pensate a quello che fate.
Voce: Non siamo anarchici noi ! (Rumori).
LAZZARI: Questa scissione viene consigliata nell'interesse della Terza Internazionale. E veniamo a decidere su questa scissione. Il compagno Graziadei vi ha richiamati alla [...]